08 ottobre 2007

La vostra casa è grande?

La suora ci indica una porta, è lo stanzone dove giocano le bambine più piccole.
Sono già stato in un istituto, una volta, da ragazzo, e ricordo chiaramente il vociare dei bambini, la giornata passata a giocare, la loro forza inesauribile, la tristezza del saluto alla fine della giornata. Orfanatrofi li chiamavamo una volta, ma qui quasi nessuno è orfano...
Penso di essere preparato, di sapere quello che troverò.
La stanza è affollata, ci sono bambine di tutte le età, da tre fino ad otto nove anni. Stanno giocando in gruppetti, ma quando entriamo quasi tutte si interrompono, e parecchie di loro vengono verso di noi.
C'è una delle più piccole che mi si arrampica letteralmente addosso, in un istante me la trovo in braccio.
Ci salutano, ci abbracciano, giocherellano un pò, poi la maggior parte torna ai suoi giochi. Rimango con la scimmietta in braccio ed altre due o tre bambine intorno, più grandicelle.
Una mi guarda dritto negli occhi e seria mi chiede:
"Siete sposati?" - "Si, siamo sposati..."
"Avete bambini?" - "No, non ne abbiamo..."
"La vostra casa è grande?"
Avrà cinque forse sei anni quella bambina. Sa già tutto, ha già sofferto abbastanza da essere adulta, ci sta valutando, vuole sapere se siamo genitori potenziali, sa benissimo perchè siamo lì, ma vuole esserne sicura...
"Si, la nostra casa è grande.."
Allora mi tende la mano, senza sorridere, e così fanno le altre due che sono rimaste con noi, e capisco che sono uno dei tanti che sono passati in quella stanza, che hanno stretto quelle mani, che hanno voltato le spalle e se ne sono andati.
Mi sbagliavo, non ero preparato, non avevo idea.
Stringo quella piccola mano e capisco immediatamente, che non sarò mai più lo stesso.

Mario Pacchiarotti
Sotto l'ombra degli olmi

1 commento:

  1. Bel post, anche se credo che un pugno nello stomaco avrebbe fatto meno male.

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