Facendo mente locale, mi rendo conto di non aver scritto ancora nulla sull'inclusione dei Radicali (partito con il quale collaboro) nelle liste del Partito Democratico: d'altra parte, come avrete avuto modo di verificare, sono più propenso ad occuparmi dei temi cari all'Associazione Luca Coscioni (della cui Giunta mi onoro di far parte da qualche giorno) che a infilarmi nei meandri dell'analisi politica.
Però, abbiate pazienza, due paroline sulla probabile esclusione di Sergio D'Elia dalle liste, dettata dall'esigenza di non portare in Parlamento persone che abbiano subito condanne da parte della magistratura, debbo proprio spenderle.
Rinunciare a far eleggere persone condannate per mafia, corruzione, abusi in atti d'ufficio, perlopiù sottraendole alla pena che altrimenti dovrebbero scontare, rappresenta ovviamente un proponimento lodevole, nella misura in cui manifesta l'intenzione di sradicare le vere degenerazioni del nostro ordinamento democratico: l'indebita e pervasiva ingerenza della politica negli affari, la sua collusione con la criminalità organizzata, il suo ricatto protervo nei confronti della scietà civile.
Ebbene, la storia personale di Sergio D'Elia, dirigente di Prima Linea condannato a vent'anni di galera, che sconta interamente la sua pena, viene riabilitato, abbraccia la lotta nonviolenta e dedica un quarto di secolo alla battaglia contro la pena di morte, coronandola con la Moratoria delle Esecuzioni Capitali (che si deve soprattutto alla sua attività), incarna esattamente l'opposto di quelle degenerazioni: non è, come in quei casi, il simbolo del fallimento delle nostre istituzioni democratiche, ma l'esemplificazione vivente del loro successo, allorché danno la possibilità a chiunque di riparare ai propri errori, pagandone il prezzo, e di reinserirsi fattivamente nella società civile.
Se questo è vero, ne discende logicamente che la candidatura di Sergio D'Elia dovrebbe essere incoraggiata, anziché ottusamente osteggiata, in ragione degli stessi motivi che debbono condurre a bocciare le altre: dimostrare che le istituzioni repubblicane, ove si operino correttamente, garantiscono la legalità, intesa come necessità di attribuire a ciascuno le proprie responsabilità, ma anche di consentire a chiunque che si prenda la briga di assumersele, e sia onestamente disponibile a pagarne il prezzo, la possibilità di ricominciare un percorso nuovo.
Sarà impopolare, ma se fosse per me candiderei Sergio D'Elia alla carica di Presidente della Repubblica: ammesso (e purtroppo non concesso) che la Costituzione, e i principi che l'hanno ispirata, abbiano ancora un senso.
Chiunque sia ancora disponibile a crederlo, è pregato di apporre la sua firma (digitale, s'intende) qua.
E', ancora una volta, una questione di civiltà.
Ho un terribile punto interrogativo da quando ho scoperto che i radicali han fatto l'accordo con il Pd: come si conciliano le lotte per i diritti civili dei radicali con il cattolicesimo del Pd?! come mettere insieme Binetti e Bonino?! Vi prego, qualcuno mi spieghi, ho bisogno di capire.
RispondiEliminaPer quanto riguarda D'Elia: purtroppo la legge non ammette elasticità. Questo ne è un esempio, ce ne sono tanti altri.
No, perdonatemi ma proprio non ho capito. i casi sono 2: o grillo e chi lo seguono sono una masnada di cretini( ed è la mia teoria) oppure hanno ragione e i condannati in parlamento non ci devono entrare. dire che una condanna per associazione sovversiva sia meno grave che una per abuso d'ufficio è semplicemente ridicolo. la vogliamo dire una cosa? chiunque, per qualunque cosa sia stato condannato, ha chiuso i suoi conti con la giustizia può essere candidato. anche perchè il tribunale più importante è quello del popolo votante.
RispondiEliminami spiace, ma dimostri come gli interessi di bottega hanno accecato il tuo scrivere.
RispondiEliminaLo avrei votato.
RispondiEliminaMa se riabiliti lui riabiliti nel pd i rifugiati di Tangentopoli, rinforzi il pdl con i suoi pezzi da novanta, tiri fuori dal cilindro onorevoli mafiosi e legittimi la proposta di ripristino dell'immunità parlamentare che mi è sembrato si ventili da destra. Non si possono fare eccezioni per tipologia di reato, dal momento che siamo in democrazia.
Non si torna indietro per ideologia, no, grazie.
D'Elia e tutti i delinquenti che hanno fatto parte delle sette segrete di assassini, dovrebbero essere in un campo di lavoro con la palla al piede. Chi se ne frega se per scampare alla giusta condanna fingono ripensamenti o adirittura fanno campagne contro la pena di morte, sono bluff che qualunque criminale metterebbe in atto per farla franca.
RispondiEliminaPer farlo Presidente della Repubblica dobbiam aspettar 5 anni; propongo Ministro di Grazia e Giustizia subito!
RispondiEliminaRicordo che un condannato che sconta la pena comminatagli, è un cittadino come tutti gli altri e gode degli stessi diritti.
Bravo Augusto!
RispondiEliminaContinuiamo a lasciare i cittadini da soli nella lotta alla mafia, in fondo è colpa loro, mica dei "rappresentanti" piazzati lì dai vari governi!
Bravo davvero!
[Tutto questo con il post non ha nulla a che vedere. Mi piacerebbe che in Italia gli "status" dei parlamentari si potessero specificare meglio -e con essi quelli dei candidati-. sappiamo benissimo che non c'è incentivo perchè questo venga fatto, e ci tocca tenerci il male minore, anche se tra due mali preferiremmo sempre non sceglierne nessuno, (cit.)]
Scusa methil, adesso mi cheto. Ma quando è troppo....
Costituzionalmente parlando D'Elia ha il diritto di candidarsi e non può essergli imputato nulla, ma rimane la questione di "opportunità". Non credo sia opportuno candidare chi si è macchiato di crimini gravi, anche se è ormai riabilitato e autore di lodevoli iniziative. Secondo me può spendersi in altro ma lasciar perdere il parlamento, luogo dove è il caso ci siano solo persone dall'indubbio valore morale e dal passato inattaccabile.
RispondiEliminaPer quanto riguarda i Radicali nel PD ne sono entusiasta. I Radicali, per la loro storia, racchiudono il vero senso del Partito Democratico più di chi l'ha costruito.
Il fatto che degli anticlericali come i Radicali entrino in un partito con una componente cattolica non pregiudica nulla, è ora di smetterla di fare il partito dei cattolici, quello degli atei, degli operai o degli imprenditori. Servono partiti con persone capaci di decidere per il giusto e non pregiudizialmente favorevoli o contrari alle cose, nei grandi partiti dei paesi civili esteri vengono a crearsi all'interno dello stesso partito posizioni molto diverse, in base a questo viene disegnata la linea del partito. I Radicali porteranno un elemento di laicità in più all'interno del PD e questo non può che essere positivo per noi che non vediamo di buon occhio l'Oltre-Tevere.
Le battaglie si combattono all'interno!
io non la metterei nemmeno sul piano dei crimini, ma della coerenza: il terrorismo combatteva lo stato, ora d'elia ha fatto il parlamentare e si vorrebbe che lo rifacesso... è una sua sconfitta, una sua incoerenza, si può cambiare da anti-stato a deputato? non ho una risposta...
RispondiElimina"Il fatto che degli anticlericali come i Radicali entrino in un partito con una componente cattolica non pregiudica nulla, è ora di smetterla di fare il partito dei cattolici, quello degli atei, degli operai o degli imprenditori."
RispondiEliminaDovrebbe essere così, caro gianluca, ma perchè ho come l'impressione che in caso di diatriba si deciderà sempre come vogliono i Teodem
@Utopia: ciascuno è libero di avere la propria opinione; tuttavia, non mi pare corretto mortificare quella di un altro accusandolo di perseguire i propri interessi di bottega, e quindi, in sostanza, di essere in malafede. Francamente, credo di scrivere ogni giorno cose che possono anche essere non condivise, ma non mi pare di aver mai meritato un'accusa che ritengo (scusami tu) davvero infamante. Speravo, e debbo constatare con amarezza che non è così, di meritare se non altro il riconoscimento dell'onestà intellettuale.
RispondiEliminaSi vede che sbagliavo.
"anche perchè il tribunale più importante è quello del popolo votante"...VAI A CAGARE. Bella cazzata genio.
RispondiEliminaD'Elia e' un sacrificio.
RispondiEliminaPuo' essere una ottima persona oggi,ma se la sua esclusione significa che anche altri condannati non siederanno in parlamento per me e' in ogni caso una vittoria.
Certo,non che le cose cambieranno granche',ma e' pur sempre qualcosa.
Il problema non sono tanto i parlamentari condannati, quanto quelli che la condanna la evitano e la schivano a tutti i costi...
RispondiEliminaChe senso ha escludere D'Elia da un parlamento in cui Mastella siede incensurato?
Ai "giustizialisti" vorrei ricordare che lo scopo di una condanna è riabilitare una persona, non marchiarla per l'eternità.
ricambio generazionale alla veltroni.
RispondiEliminaabbiamo visto a roma la sua concezione della politica e lo vediamo nella lista che prepara..si tutti figli di papà alla faccia della democrazia partecitiva e dell’innovazione e di una italia del yes we can all’amatriciana.
il Pd spacciato per nuovo, mentre in realtà è vecchio più del vecchio partito comunista della terza internazionale. le radici veltroniane non si smentiscono e lui non è buono come vuol far credere ma un grande pezzo di….
candidare bambocci figli di papà, studentesse di primo o secondo pelo amica dei potenti, i radicali, i dipietristi, i possessori di cilicio, i pupi e pupari, i politici che escono dalla porta e rientrano dalla finestra come Prodi che sarà capolista per le europee magari insieme con altri ora scacciati come adamo ed eva dal paradiso terrestre dopo aver mangiato la mela. in realtà il pd è un contenitore sconclusionato che dimostrerà tutta la sua liquidità della quotidianeità parlamentare.
Aver poi candidato l’operaio metalmeccanico è il maximus della ridicolaggine di questo carrozzone democratico pieno di correnti se non uragani. Con chi si confronterà quell’operaio, per non parlare della candidatura di Ichino il giuslavorista che vuole eleminare l’art.18 La politica spettacolo ecco cosa si propone agli italiani, la politica che impressiona con i suoi laser di scena, il color verde pisello del torpedone e le mangiate a sbafo nelle case degli umili. la demagogia, la visione finta di una politica trasformista da specchietto per le allodole, ecco, gli italiani sono traditi, rimbambolati e come tanti coglioni in buona fede credono alle promesse mai mantenute in sessanta anni di vita repubblicana, oggi credono e concedono ancora la loro fiducia a chi la fiducia l’ha seppellita nella spazzatura.
Il popolo dovrebbe ribellarsi più che applaudire i grandi mentitori del terzo millenio. il popolo dovrebbe stracciare ogni scheda ogni tessera e organizzarsi come un puncolo contro chi è solito pensare ai suoi interessi o quelli di partito e mai poi mai agli interesse del paese. fatemi un solo esempio uno da quando è stata firmata la costituzione di un partito che abbia fatto il solo ed esclusivo interesse del paese.
se l’italia e al settimo posto tra i paesi industrializzati non lo si deve alla classe politica che al contrario ostacola depreda, tassa e ritassa ma, al paese reale, quello che lavora e che produce.
Rammentate quel che una volta si chiamava utopia, il senso etico, le radici, una certa visione della vita, il valore, i fondamentali, ricordate tutto quello che fù e che tanti ritenevano superato ?
ebbene, oggi occorre ricostruire quei valori per una società spersa e smarrita. non saranno i due serbatoi politici in campo a tirarci fuori dal mare di guano in cui stiamo affogando.
La sinistra è specializzata nel calpestare le sue macerie, dimenticando i loro disastri e promettendo il sol dell’avvenire, ieri a Modena Veltroni dal palco urlava ” la sinistra dice..non noi ” ma lui cosa è chi ha accanto oltre a Rutelli il verde, radicale, anti nato ed ora filo cattolico, non ha forse accanto tutta la nomenclatura del PCI che per la vergogna, mandano in giro per l’Italia il weltroni national tutto solo.
Lo scenario di questo paese in realtà è decadente. Dove sono i contenuti..le memorie, la storia tutto è demandato al programma. Veltroni parla di nulla, la sua è aria ..fritta.
a chi delegherete la vostra fiducia a quale candidato di collegio, lo conoscete, sapete chi è cosa pensa, cosa crede.
Io sin dall’inizio ho criticato fortemente il partito democratico. Poi quando predicarono che in ogni caso a dispetto della legge elettorale attuale, il PD SAREBBE CORSO DA SOLO e allora forse ma con molto sospetto, iniziavo a darle fiducia.
Poi venne il tempo degli apparentamenti ed allora iniziai con lettere, documenti, dibattiti pubblici, comunicati, ad attaccare questo soggetto politico falso e spergiuro.
Arrivò Di Pietro e a dispetto di tutti impone di apparentanrsi con il PD con il suo simbolo che significa 300 milioni di euro di finanziamento, i suoi 12 parlamentari etc.
Poi al loft, fu la volta dei radicali, con le loro pretese ciò nonostante Veltroni ancora urla..noi saremo soli..Fassino ora cerca alleanze con i socialisti.
Veltroni l’Africa ti aspetta paziente…vai in Africa.
Amerigo Rutigliano.
Unità Democratica
Officina Sociale
Hai già fatto un post simile e ti darò la stessa risposta :
RispondiEliminaNon mi interessa il diritto positivo, per altro abbondantemente aggirato, quello che mi interessa è quali esempi e quale tipo di morale rappresentiamo per i nostri figli.
D'Elia ha commesso degli errori e sta pagando o ha già pagato e per sempre porterà con se il peso degli
errori commessi. Con lui stiamo parlando di un rappresentante del popolo, di un certo popolo, di lui stiamo parlando come di un uomo che non può pagare due volte per lo stesso errore. Ma dignità vorrebbe che un impulso umano lo consigliasse ad un passo indietro.
Il nostro presidente della repubblica è stato in prima fila a battere le mani ai carri armati russi che soffocavano nel sangue la richiesta di libertà del popolo ungherese, io riconosco ed apprezzo
quell'uomo che modifica in senso positivo le sue convinzioni, ma costui poi è bene che faccia un passo indietro, non ritengo dignitoso per lui esporsi per ricoprire ruoli rappresentativi.
Ne ha tutto il diritto, certo, ma allora non mi è chiaro il significato della parola dignità.
Questo post mi provoca una reazione ben precisa: mi costringe a fare i conti con quanto credo ai principi costitutivi.
RispondiEliminaNon ho una risposta, ma il tentennamento è a testimonianza del fatto che la cultura imperante ha lavato il cervello a tutti: si è puliti solo se si è puliti, non se ci si pulisce.
Grande occasione persa.