Vorremmo, però, soffermarci in questa sede su un aspetto che interessa tutti i cittadini dei Paesi più industrializzati: quello di un profondo rinnovamento delle nostre forme di consumo. Occorre, infatti, un nuovo stile di sobrietà, capace di conciliare una buona qualità della vita con la riduzione del consumo di ambiente. (...) Si tratta, in particolare, di ridurre quei consumi che non sono realmente necessari e di imparare a soddisfare in modo ragionevole i bisogni essenziali della vita individuale e sociale. In questa direzione, sarà possibile valorizzare in forme nuove quella tradizione di essenzialità che caratterizza tante comunità religiose, facendola diventare pratica quotidiana per tutte le realtà cristiane. (...) Un efficace rinnovamento delle pratiche - personali, familiari e comunitarie - non potrà realizzarsi senza una vera e propria «conversione ecologica», cioè senza uno sguardo rinnovato sulle nostre esistenze e sui beni che le caratterizzano.L'invito, sia detto per inciso, promana da un'organizzazione guidata da un tizio che non rinuncia a andarsene in giro con una stola di ermellino neanche se glielo chiedono in cinquemila, con tanto di nomi e cognomi. Niente male, eh?
02 settembre 2008
Conversione differenziata
In occasione della terza giornata per la salvaguardia del Creato, che si è celebrata ieri, i vescovi della CEI hanno elaborato un messaggio dal titolo "Una nuova sobrietà, per abitare la terra", del quale riporto qui di seguito alcuni significativi stralci:
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