19 dicembre 2008
Quando si dice che uno se la va a cercare
Dopo l'alzata d'ingegno del Ministro Maurizio Sacconi, che ha pensato bene di ignorare le sentenze della Corte d'Appello di Milano e della Corte di Cassazione vietando espressamente che ad Eluana Englaro siano sospese la nutrizione e l'idratazione artificiali, quest'oggi c'è un'interessante novità: Antonella Casu (Segretaria di Radicali Italiani), Marco Cappato (Segretario dell'Associazione Luca Coscioni) e Sergio D'Elia (Segretario dell'Associazione Nessuno Tocchi Caino), si sono presi la briga di denunciare il Ministro per violenza privata.
Chi volesse prendersi la piccola soddisfazione di dare un'occhiata al testo completo della denuncia può cliccare qua.
Io, da parte mia, aggiungo un brevissimo commento: era ora, cazzo.
Saluti.
Sono d'accordo e sostengo la vostra iniziativa. Grazie ciao Frida Albrti
RispondiEliminaGrande! Ci si può unire alla lista dei querelanti?
RispondiEliminaSottoscrivo anche il "era ora: c**zo"
E aggiungo: è ora di rispondere a questi intoccabili con i loro stessi mezzi: la querela sistematica quando lavorano contro i cittadini a favore di poteri esterni o per se stessi. E' ora di dare un segnale forte: che capiscano che non si è più disposti a stare a guardare mentre stuprano i nostri diritti e la nostra intelligenza.
RispondiEliminaCordiali saluti.
Sottoscrivo e sostengo al 1000x1000!!! Eugenia
RispondiEliminaUna denuncia fantasiosa
RispondiEliminaSenza entrare nel merito della triste vicenda (anche perchè sull'argomento ho scritto un articolo, qui presente) vorrei solo formulare alcune brevissime osservazioni sulla denuncia presentata nei confronti del Ministro Sacconi, nella quale si afferma che i destinatari del suo intervento "si stavano apprestando a compiere un atto dovuto..al fine di dare adempimento al portato della pronuncia esecutiva dell'A.G." Una cosa è, infatti, parlare di provvedimento dell'A.G. non più impugnabile (come quello della Corte d'Appello di Milano), altro è, invece, parlare di "atto dovuto" nei confronti di "pronuncia esecutiva"; è, infatti, evidente come, nel caso considerato, non possa parlarsi di "atto dovuto" , per la semplice circostanza dell'inesistenza di soggetti nei confronti dei quali possa pretendersi l'esecuzione dell' "autorizzazione" a sospendere l'alimentazione e l'idratazione di Euana. Senza considerare, poi, che per l'inesistenza di una chiara fonte legislativa che preveda tale possibilità, un intervento del genere potrebbe configurarsi come vero e proprio reato (omicidio del consenziente, art. 579 C.P. ?), nei confronti del quale notevoli dubbi possono sorgere circa la possibilità di una sua esclusione, a seguito del noto provvedimento dell'A.G., che si è espressa, comunque, in sede civile.Federico Pellettieri
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