11 febbraio 2009
Englaro, Nuvoli e la morte per fame
A beneficio dei più distratti, mi corre l'obbligo di ricordare quanto segue.
Giovanni Nuvoli, ex agente di commercio e arbitro nel tempo libero, viveva ad Alghero ed era affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica.
All'inizio del 2007, appena dopo la morte di Piergiorgio Welby, iniziò a chiedere la sospensione delle terapie alle quali era sottoposto, che non avevano alcuna speranza di produrre un miglioramento delle sue condizioni ma si limitavano semplicemente a tenerlo in vita.
E' bene sottolineare che Giovanni Nuvoli aveva il diritto, costituzionalmente garantito, di ottenere il rispetto della sua volontà, consistente nel distacco del respiratore sotto sedazione terminale, esattamente come era successo l'anno precedente per Welby.
Gli scagnozzi del regime, per tutta risposta, si premurarono di far pattugliare la sua abitazione dai carabinieri per impedire che Tommaso Ciacca, anestesista radicale che si era reso disponibile ad assecondare sua la volontà, potesse porre in essere quanto gli era stato richiesto.
Per affermare i propri diritti, allora, Giovanni Nuvoli fu costretto ad iniziare un digiuno, che sospese dopo qualche giorno a causa delle sofferenze che pativa, ma che successivamente riprese, per provare a vincere l'inerzia e l'indifferenza delle istituzioni nei suoi confronti.
Alla fine, il 23 luglio 2007, Giovanni Nuvoli si spense, accanto la moglie Maddalena, dopo otto giorni di agonia procuratagli dall'inedia, due dei quali passati pienamente vigile e capace di intendere e di volere.
A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi: perché nel caso di Eluana Englaro si è fatto di tutto per impedire che sopraggiungesse quella che in molti hanno definito una fine terribile, mentre si è consentito che Giovanni Nuvoli subisse la stessa sorte senza alzare un dito? Perché, insomma, una differenza così macroscopica tra i due casi?
La risposta, amici, è semplice: Eluana chiedeva la sospensione della nutrizione, e i torturatori di Stato, pur di non concedergliela, hanno fatto fuoco e fiamme blaterando che si dovesse a tutti i costi salvare un essere umano dalla morte per inedia; nel caso di Giovanni Nuvoli, invece, il rifiuto del cibo e dell'acqua non era in sé e per sé la determinazione del paziente, ma soltanto lo strumento con cui egli cercava disperatamente di far rispettare una richiesta diversa, consistente nel distacco del respiratore artificiale: consentirgli di proseguire il digiuno fino alle estreme conseguenze, quindi, non ha significato assecondare la sua reale volontà, ma al contrario impedire, ancora una volta, che essa potesse realizzarsi.
Come vedete, quindi, la differenza tra i due casi risiede semplicemente nella forma, ma non nella sostanza: si è cercato disperatamente di fare in modo che Eluana Englaro non sospendesse la nutrizione, mentre a Giovanni Nuvoli si è consentito di farlo senza battere ciglio; in entrambi i casi, tuttavia, lo scopo era il medesimo: evitare che un individuo si autodeterminasse.
Rifletteteci, la prossima volta che sentite parlare del diritto alla vita.
L'ho fatto presente a tutti i cattolici che conosco/contatto.
RispondiEliminaA parte quelli che non conoscevano nemmeno il nome di Giovanni Nuvoli (e so essere in buona fede perchè li conosco molto bene e che ) gli altri mi hanno dato gratuitamente dell'idiota, senza peraltro motivare perchè lo fossi e dov'erano quando Nuvoli moriva di fame.
Alla fine tutto si riduce a quello che dici: un'ipocrita propaganda di valori utili solo a mascherare la prevaricazione del diritto di autodeterminazione di un individuo.
Saluti.
copio e incollo
RispondiEliminacopio e incollo
RispondiEliminain pratica per autodeterminarsi sembrerebbe che basti chiedere il contrario di quel che si vuole
RispondiEliminaEsatto. Quando mia figlia era piccola, se volevo che assaggiasse un nuovo sapore, lo mettevo nel mio piatto e le dicevo che era mio, e guai se lo avesse toccato. Poi mi allontanavo. Ecco come siamo ridotti: ci trattano come bambini di 2 anni. Mia figlia ci ha msso molto poco a capire che la coglionavo. E noi?
RispondiEliminaforse c'entra il fatto che il povero giovanni non avrebbe potuto partorire
RispondiEliminaLinkato.
RispondiEliminaMi fanno ogni giorno più paura.