06 febbraio 2009

o|clo|cra|zì|a [di Jan M.]

s.f. 1 TS polit., regime o situazione politica in cui prevalgono le masse che agitano la piazza e che fanno valere le proprie istanze, spec. con una forte spinta emozionale, imponendosi sul potere legittimo e sulla legge stessa 2 TS stor., nel pensiero dello storico greco Polibio, forma degenerata di democrazia Le parole sono importanti. Dietro ogni parola si nasconde una categoria mentale e le categorie mentali servono per comprendere la realtà. Alessandro parlava di fine della democrazia. E' giusto, ma mettiamo meglio a fuoco. Lo trovo utile, perchè i greci non erano fessi e avevano già capito quali possibilità di degenerazione la democrazia si portasse dietro. Oggi di cosa sia una democrazia si è quasi perso il senso, a scuola non te la insegnano mica la definizione. Vuoi che in una democrazia il Papa non abbia libertà di parola come tutti? "Ma che domanda è? Tu vuoi che il Papa non possa parlare?" "Beh, mi spiace, la risposta è no. Non nel senso che intendete voi, almeno. Il papa può dire quello che gli pare (e a me sembra che lo faccia fin troppo). Ma non ha alcun diritto di cittadinanza qui. Se la nostra politica si mette a dar ascolto al papa, non siamo più in una democrazia." "Ehi, ma noi siamo cattolici e italiani, noi la cittadinanza ce l'abbiamo? E le nostre di idee?" "Mi spiace ancora. La democrazia prevede libertà di pensiero, ma non ammette idee che siano contrarie alla democrazia stessa. Le vostre lo sono." "Ma come?" "Beh, avete presente quando cercate di imporre la vostra visione del mondo a tutti gli altri? O quando cercate di approvare leggi conto terzi? Terzi con la tonaca? Ecco." Oggi si è messa per iscritto la violazione della libertà individuale dei cittadini per volontà di soggetti estranei alla democrazia. Ecco che la democrazia è degenerata. Perchè no, non è più la semplice azione di lobbysmo, a quella avevamo fatto il callo. Adesso certa gente ha il volto scoperto, la voce grossa, e politici che obbediscono alla luce del sole. Si chiama oclocrazia, niente di più, niente di meno. Quando ho letto dell'approvazione del decreto legge ho provato un tale senso di schifo che ho iniziato a scrivere questo post per proporre di uscire in strada coi forconi, a caccia. Poi niente. Sono un inguaribile moderato. Per cui saluto e ringrazio per lo spazio concesso. "Aspetta, ma allora stai dicendo che noi cattolici non avremmo diritto a far politica. Ma sei impazzito? Sei un laicista. Sei bigotto anche tu, non credere." "Ma no. Vedete, io credo più o meno che:

La laicità non si identifica con alcun credo, con alcuna filosofia o ideologia, ma è l’attitudine ad articolare il proprio pensiero (ateo, religioso, idealista, marxista) secondo principi logici che non possono essere condizionati, nella coerenza del loro procedere, da nessuna fede, da nessun pathos del cuore, perché in tal caso si cade in un pasticcio, sempre oscurantista. La cultura— anche cattolica — se è tale è sempre laica, così come la logica — di San Tommaso o di un pensatore ateo — non può non affidarsi a criteri di razionalità e la dimostrazione di un teorema, anche se fatta da un Santo della Chiesa, deve obbedire alle leggi della matematica e non al catechismo.

Claudio Magris

Pensate che noi, nella nostra democrazia, vorremmo fare in modo che ognuno scegliesse per sè. Che se voi un domani vi ritrovaste in una situazione simile a quella di Eluana potreste vegetare finchè vi pare. Chi non vuole invece, potrebbe non farlo. Semplice. Logico. Capisco, per voi dev'essere intollerabile che le persone siano libere. Vi terrorizza la libertà a voi." Laicità, molto peggio dei forconi. Jan M.

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