Un lettore di nome Conservative ha lasciato sul mio blog un articolato commento, al quale vale la pena di rispondere punto per punto: l'operazione, a mio parere, aiuterà a chiarire alcuni degli aspetti più controversi della vicenda Englaro, rendendo evidenti le contraddizioni contenute nelle tesi più frequentemente utilizzate, specie in questi giorni, dal fronte integralista.
I. Eluana Englaro non ha in realtà espresso nessuna volontà poichè questa è stata ricostruita su base probatoria... ora si da il caso che nell'ordinamento italiano ciò non sia consentito per questioni di minore importanza quali ad esempio le disposizioni testamentarie di carattere patrimoniale... figuriamoci la disposizione di un diritto personalissimo quale quello alla vita.
Fermo restando che sul punto c'è la sentenza di un Tribunale della Repubblica (il che, ne converrai, non è esattamente una barzelletta), restiamo al merito di ciò che affermi, ammettendo, per amor di discussione, di voler portare il tuo ragionamento alle estreme conseguenze. Ebbene, amico mio, se si parte dalle tue premesse si tratta di scegliere: o si ammette che nel caso in cui le disposizioni anticipate risultino in modo incontrovertibile esse dovrebbero essere inderogabilmente rispettate, oppure si decide di non utilizzare l'argomentazione; nel caso di Piergiorgio Welby, tanto per fare un esempio, la volontà del paziente era stata chiaramente e certamente espressa, ma quelli che la pensano come te si ostinarono ugualmente a ripetere che le terapie non dovevano essere sospese. Alcuni, lo ricordo, parlarono addirittura di omicidio, salvo essere clamorosamente sbugiardati dal proscioglimento di Mario Riccio. L'argomentazione, insomma, è speciosa, e la cosa è talmente evidente da risultare, in taluni casi, persino ridicola.
II. Nell'ordinamento italiano esiste una fattispecie che è quella dell'omicidio del consenziente... cioè anche nel caso io dia il permesso ad un soggetto di uccidermi questi commette comunque reato... esiste inoltre la fattispecie criminosa dell'istigazione al suicidio... non solo... il codice civile vieta espressamente gli atti di disposizione del proprio corpo quando cagionino una diminuzione permanente della integrità fisica quindi dire che esiste una lacuna che va colmata nel nostro ordinamento giuridico è assolutamente ridicolo e un artifizio dialettico.
Sul fatto che non esista alcuna lacuna hai perfettamente ragione, anche se per i motivi opposti rispetto a quelli che indichi. Nel nostro ordinamento positivo, infatti, ci sono diverse norme che ribadiscono in modo ineludibile il diritto di ciascuno a non sottoporsi a terapie non volute, quali che siano le conseguenze della sua scelta: a mero titolo esemplificativo cito l'articolo 32 della Costituzione ("Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge"), ma potrei andare avanti a lungo. Le fattispecie che citi in questa sede (omicidio del consenziente e istigazione al suicidio) sono evidentemente del tutto avulse dalla problematica della rinuncia ai trattamenti medici, perché disciplinano situazioni che non hanno alcuna attinenza con il testamento biologico: quanto alla norma del codice civile che tu (ingenuamente) richiami, essa riguarda gli "atti di disposizione" del proprio corpo, e cioè, per esempio, le situazioni in cui qualcuno decida di vendere un organo dietro la corresponsione di una somma di denaro. Spiegami tu, per favore, che collegamento vi sia tra tali situazioni e la tematica relativa alla sospensione delle terapie.
III. Non capisco perchè intestardirsi sulle questioni di fede ecc... sono cattolico ma non mi serve esserlo per schierarmi dalla parte della vita...la sacralità (laicamente intesa) della vita non dovrebbe mai essere messa in discussione in un ordinamento basato sui principi di vera libertà e democrazia...
In un ordinamento basato sulla "vera libertà e democrazia", come la chiami tu, l'unico principio che non dovrebbe mai essere messo in discussione è quello dell'autodeterminazione degli individui: quanto alla "sacralità laicamente intesa", evidentemente, si tratta di un gran bell'ossimoro, ma nulla di più.
IV. Si parla di far scendere il silenzio sul dramma della famiglia Englaro... troppo comodo... il signor Englaro è andato in giro per anni a Porta a Porta e tutte le varie trasmissioni facendo presente il proprio caso per cercare di mobilitare l'opinione pubblica favorevole alle sue tesi...ora non mi si venga a parlare di privacy che è ridicolo...
Parlare di comodità riferendosi a Beppino Englaro, francamente, è grottesco: non aggiungo altro, ma preciso che al tuo posto, Conservative, cercherei di immaginare per qualche secondo quanto sia "scomoda" la posizione di Beppino (per non dire di Eluana), e subito dopo correrei a nascondermi sotto il mattone più grosso che trovo.
V. Si parla del fatto che nessuno sa in che stato sia veramente Eluana... bene il principio di prudenza in questi casi dovrebbe sempre consigliare di scegliere per la vita piuttosto che rischiare di dare la morte ad un essere umano.
Qua, amico mio, non si tratta di dare la vita o la morte a qualcuno, ma semplicemente di rispettare la sua volontà in relazione alle scelte che riguardano il suo corpo. Quale che sia lo stato di Eluana, ciò che noi vorremmo le fosse dato è semplicemente il rispetto di quello che ha scelto lei stessa: il resto sono chiacchiere.
E le chiacchiere, si sa, se le porta il vento.
C'è da chiedersi: perchè tanto accanimento sul caso di Eluana, anche andando contro sentenze di più e più tribunali? Semplice, perchè accettare che a Eluana, che poverina non c'è più da 17 anni, di lei c'era solo più il corpo, dicevo accettare che a Eluana venisse finalmente concesso di riposare in pace, significa mettere le basi per quello di cui hanno veramente paura i cattotalebani: l'eutanasia.
RispondiEliminaOra, io vorrei che mi spiegassero, questi signori, di cosa hanno davvero paura.
Se io, che non credo nel loro dio, voglio morire a modo mio, che cosa gli tange? Se a me più della morte fa paura l'idea di essere paralizzata, cosa cambia nella loro vita? Se loro si trovassero nella situazione di Welby, nessuno li costringerebbe a morire. Perchè, al contrario, loro dovrebbero costringere i vari Welby esistenti a vivere?
Ecco, è sempre di questo che si tratta. I laici non costringono qualcun altro a fare o non fare, vogliono semplicemente la libertà di decidere per sè stessi. I credenti invece devono sempre imporre il loro pensiero anche a chi credente non lo è.
Quanta superbia, arrogarsi il diritto di decidere per gli altri, della vita e della morte...
Tutto giusto, ma lascerei una porta aperta al dubbio per l'ultimo e sostanziale punto; è solo perchè sono a favore dell'autodeterminazione e dell'eutanasia che penso sia giusto sospendere le cure ad Eliana, non perchè io sia certo che non senta nulla, che sia morta e che non vi è possibilità alcuna di risveglio.
RispondiEliminaIn assenza di una volontà manifesta prenderei in considerazione il principio di prudenza.
A proposito di vuoti normativi, perché lasciare impunito il suicidio mancato? Perché non perseguire per legge uno che, mettiamo, ha scelto un piano troppo basso da cui buttarsi?
RispondiEliminaSe la vita è un dono di Dio, avanti con l'iniziativa popolare.
Sull'idea di "sacralità laicamente intesa" - che non è necessariamente un ossimoro - Conservative potrebbe leggersi "Il dominio della vita" di Ronald Dworkin.
RispondiEliminadevo correggere metilparaben quando dice che su questo c'è stata una sentenza di un tribunale della repubblica.
RispondiEliminaE' un'affermazione incompleta. Sulla materia si sono pronunciati oltre a molti giudici di merito, tutte le massime autorità giurisdizionali di questo paese: la Corte Costituzionale, la Cassazione, il Tar della Lombardia. Non è una semplice sentenza di un tribunale.
sentenze che resteranno lettera morta se come sembra faranno un decreto urgentissimo per non far andare via eluana
RispondiEliminaVorrei sapere dov'è finito, adesso, il nostro sapientone Conservative...
RispondiEliminaNo, aspetta, non dirmelo: è troppo in alto rispetto a noi, per confutare il ragionamento di Alessandro... (o magari sta ancora cercando di capirne il senso, tra qualche secolo forse ci riuscirà).