16 marzo 2009

Alla ricerca del regolamento

Ogni assemblea ha il suo regolamento. Regolare, no? Eppure così non è parso alla seconda Assemblea dei Giovani Democratici, tenutasi a Milano domenica 15 marzo. Alla richiesta di poter mettere ai voti il regolamento con primi firmatari Innocenzi e Bruno, e supportata da oltre cinquanta Giovani Democratici, la Presidenza ha dato in escandescenze. Inizialmente contraria, ha poi accettato la richiesta, concedendo all’Assemblea due minuti di “pausa” (probabilmente concessa a loro stessi, magari alla ricerca di un regolamento…). Finalmente ho potuto presentare ciò che un membro della Presidenza ha ribattezzato “ordine dei giorni dei lavori” (peccato non ci fosse Radio Radicale a registrare!). Il regolamento era molto semplice: fra gli altri, un articolo era dedicato alla Presidenza, visto che quella insediata non ne aveva la legittimità formale, un altro alle mozioni, visto che auspicavamo un dibattito assembleare peri presentare le mozioni su testamento biologico, ricerca sulle cellule staminali embrionali, coppie di fatto e anagrafe pubblica degli eletti che avevamo già preparato. La mia presentazione è stata intervallata da dei buuuuh e da alcuni applausi: ai primi ho replicato che il segretario Franceschini, che mi aveva preceduta, aveva esortato l’Assemblea a “non aver paura di dire una cosa contro il proprio partito”. Alcuni hanno colto, mentre altri mi hanno accusata di “cercare visibilità” (con chi? I giornalisti hanno dimostrato tutto il loro interesse nella politica dei GD andandosene appena finita la relazione di Franceschini). A bando di equivoci, ho concluso dicendo che l’unica battaglia era quella per “la legalità e la democrazia dell’Assemblea, restituendole il suo potere e essendo noi il cambiamento che vogliamo nel mondo”. Non dello stesso filone di pensiero, o meglio, non ha dimostrato lo stesso interesse per le regole il segretario Fausto Raciti, che ha esordito la presentazione del “suo” regolamento così: “Qualcuno ci deve ancora dire se voterà Radicali o Pd alle europee”. Boato dell’Assemblea, peccato che con un dibattito assembleare saremmo stati onorati di poter approfondire il tema. Tuttavia le scelte sono state altre, visto che l’ordine dei lavori prevedeva la compressione dei ragazzi in commissioni che rivelatesi poi già preimpostate sia negli interventi che nelle relazioni partorite. Alla fine, comunque, si è votato i due regolamenti: i favorevoli alla “proposta Raciti” (non si sa perché votata prima dell’altra proposta di regolamento, visto che era stata presentata per prima), i favorevoli alla “proposta Innocenzi-Bruno” e gli astenuti (su quale delle due? Non si sa: astenuti su tutto!). Dopo alcuni battibecchi fra coloro che contavano i voti e coloro che non votavano per la proposta “Raciti” (”non mi guardare in cagnesco, mi asterrò, capito?!”), e dopo il vocìo in Assemblea sintonizzato su “vota Raciti, vota Raciti”, il dato è stato che un terzo dei delegati non ha votato per la proposta del segretario. Il malcontento era tanto. Partita alle 16.30, sono stata informata di quello che è successo dopo. Alcuni ragazzi avevano presentato degli “ordini del giorno” (ma non andrebbero presentati all’inizio? Volevano dire “mozioni particolari”?), fra cui il documento a favore del testamento biologico, proprio nelle forme predisposte dal regolamento adottato poc’anzi. Il segretario ha risposto che gli ordini del giorno sarebbero stati votati in Direzione Nazionale. L’Assemblea è esplosa. Si è preferito, allora, mettere ai voti la votazione in Direzione Nazionale dei documenti, e a fronte di un’Assemblea che a detta dei più si sarebbe espressa contrariamente, senza neanche contare i voti Fausto Raciti ha decretato che la proposta era stata accolta (guarda il video!). In molti hanno urlato “Fausto dimettiti” e “sfiduciamo il segretario”. Le grandi rivoluzioni politiche sono quelle che si conquistano piano piano, quando sono le persone coinvolte a decidere il cambiamento. L’adozione del regolamento dell’Assemblea dei GD è stata una grande conquista, ma magari non tutti i partecipanti se ne sono resi conto.

4 commenti:

  1. Scusa ma il PD è andato qualche volta a registrare quandi i radicali nei loro pseudo congressi si scannano tra di loro?

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  2. No. Ci hanno pensato i radicali stessi, documentando tutto ciò che accadeva senza nascondere mai nulla. Piuttosto la domanda è un'altra: è mai successo nel PD quello che è successo nell'ultimo congresso dei radicali, allorché un perfetto sconosciuto, avvalendosi di regole certe e chiare, ha potuto candidarsi alla segreteria dei radicali, ottenendo per motivare la sua candidatura lo stesso tempo e le stesse possibilità concesse a tutti gli altri?

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  3. Bhe... in quattro o cinque si fa presto a mettersi d'accordo, diverso è quando i meccanismi sono più complessi o in via di definizione o addirittura ancora da decidere, ci vuole pazienza, buona volontà e sopratutto buona fede, credere nel prossimo e non essere prevenuti.

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  4. Hai ragione, mettersi d'accordo in mille escludendone novecentonovanta dalla decisione è molto più complesso.

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