16 marzo 2009
La censura di Internet
Civati ci ricorda che al Senato è stato approvato il cosiddetto Pacchetto Sicurezza, che avrebbe lo scopo di proteggerci da tutti quei pericoli derivanti da reati che, attraverso gli schermi televisivi e grazie ai media tradizionali, entrano nelle nostre case e ci terrorizzano quotidianamente.
Il Pacchetto contiene anche un emendamento, noto come emendamento D’Alia dal nome del parlamentare proponente, che si occupa di Internet e che contiene i germi della censura della principale fonte di comunicazione e di informazione davvero libera esistente in Italia: la Rete.
Trovate tutto qui e qui.
Mentre leggete ciò che i nostri legislatori si apprestano a mettere in piedi per difenderci dai reati che sarebbero commessi ai nostri danni a mezzo della Rete, tenete presente che l'attuale sistema normativo mette GIA' a disposizione di magistrati e polizia postale tutti gli strumenti necessari per risalire agli autori degli illeciti commessi via web.
Quindi, una volta sgomberato il campo dai falsi ideali che questi novelli legislatori ci dicono di perseguire, la domanda sorge spontanea: cui prodest?
Restiamo a guardare?
Allegra
Ho dato un'occhiata ravvicinata al dementamento D'Alia, è una follia concepita, la cosa non mi stupisce affatto, da chi non ha la minima idea del funzionamento della rete.
RispondiEliminaSaltiamo tranquillamente il punto più ovvio, che è quello dell'evidente vizio costituzionale e scorriamo le soluzioni adottate:
a) Chiusura del sito in cui vi sono i contenuti contestati: la maggior parte dei blog e dei siti sono ospitati su server esteri, la cosa rende di fatto inapplicabile la norma.
b) Multa ai server che ospitano i contenuti giudicati "fuorilegge" da non si sa bene chi:
Stesso discorso fatto per il punto precedente, prova a multare un server fisicamente residente a Pechino o alle Mauritius, con l'aggravante che i pochi server presenti sul territorio italiano si ridurranno a non concedere spazi ai singoli utenti così da ridurre il rischio.
c) Oscuramento del sito (intero) che ospita il contenuto di cui sopra:
Ovvero la richiesta ai vari fornitori di rete di cancellare dal loro elenco DNS il sito in questione in modo che l'utente non vi possa accedere.
Soluzione risibile in quanto sostanzialmente inutile, in questo stesso momento io sto utilizzando elenchi o DNS residenti all'estero, quindi bypassando il mio gestore in modo del tutto legale ma al contempo scavalcando queste censure. Il tutto inserendo due dati all'interno delle impostazioni del proprio browser.
La conclusione è che oltre ad essere tecnicamente definibile come censura, è anche una censura fatta male.
Bravo Bleek, mi piace questa complementarietà!
RispondiEliminaFacciamo tutto in casa Allegra, uno chiede e l'altra risponde!
RispondiEliminaPer quanto ancora abuserete della nostra pazienza?
RispondiEliminaBoh... Gerry, quanto tempo hai a disposizione?
RispondiEliminaD'Alia che, puta caso, appartiene ad un ben noto partito papista.
RispondiEliminaMa tu guarda a volte le coincidenze...
Qui custodiet ipsos custodes?
RispondiEliminaPone seram, cohibe...
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