06 marzo 2009
Pornoconservatori
Benjamin Edelman, Assistant Professor del dipartimento di Negotiation, Organization & Markets presso la Harvard Business School, ha condotto una ricerca statistica incrociando i dati sul consumo di materiale pornografico online con le dichiarazioni di voto e con quelle relative al comportamento religioso nei vari Stati Americani. I risultati sono stati pubblicati dalla rivista New Scientist qui.
Risulta che gli Stati politicamente più conservatori hanno consumato una maggior quantità di pornografia rispetto a quelli complessivamente più liberal; dall'incrocio dei dati sulle abitudini religiose degli americani e di quelli sull'acquisto di accessi a siti proibiti viene fuori che i cittadini che si dichiarano più bacchettoni si rivelano aficionados degli spettacoli a luci rosse.
Edelman, che è anche consulente di un'azienda che gestisce decine di siti per adulti, ha chiesto ed ottenuto dal suo datore di lavoro le statistiche (anonime) degli acquisti mediante carta di credito, associate al codice postale dei clienti.
Ben 8 dei 10 stati più arrapati hanno fatto vincere McCain alle scorse elezioni (fanno eccezione la Florida e le Hawaii). In sei dei dieci stati più morigerati si è votato più per Obama.
I residenti dei 27 stati che hanno approvato leggi contro i matrimoni gay hanno comprato pornografia per importi superiori dell'11% rispetto a quelli che non hanno stabilito limitazioni specifiche sulle unioni same-sex.
Negli stati in cui la maggioranza degli intervistati ha dichiarato di essere "all'antica su temi come famiglia e matrimonio" e di considerare l'AIDS "una punizione divina per un comportamento sessuale immorale" si è navigato di più in domini proibiti ai minorenni.
In ossequio all'ipocrisia che di solito la fa da padrone tra le persone che si dichiarano più moralmente integre, la domenica si è consumato meno sesso in video. Per forza, c'è la messa.
Due conclusioni: innanzitutto, evviva i posti in cui si fanno ricerche di questo tipo, senza tabù. Non so, ma in Italia non credo ci si riuscirebbe.
E poi, nel merito: sembra dunque vero che la repressione produce l'effetto di rendere l'oggetto proibito più desiderabile. L'abbiamo sempre sospettato, ma adesso abbiamo anche il conforto della statistica.
Consumano più materiale pornografico perchè poi si vanno a confessare prima della messa e azzerano i peccati.
RispondiEliminaLo studio prendeva in considerazione questi conservatori bigotti prima o dopo la confessione?
direi prima, meglio non mangiare la cioccolata dopo essersi lavati i denti...
RispondiEliminaadoro la assoluta impossibilità, sempre più manifesta, di vivere in maniera assoluta. ho avuto la sventira di studiare in una scuola di CL, sono preparatissimo in materia di ipocrisia.
RispondiEliminaE quindi ora che sapete questo quali conclusioni volete trarne? Che anche per voi consumare materiale pornografico fa male visto che poi si diventa reazionari? Mentre invece una condotta sessuale più morigerata renderebbe le persone più democratiche e progressiste? Camomil
RispondiEliminaper Camomil: no, rovescerei i termini della questione. non credo che la pornografia faccia diventare reazionari; magari i reazionari sono naturaliter più inclini alla pornografia.
RispondiEliminaforse le persone più progressiste hanno una visione più realistica della realtà, non pretendono di essere "puri", sono più tolleranti anche verso sé stessi, fanno compromessi, magari fanno più sesso e quindi hanno meno bisogno di acquistarlo un tanto al chilo. forse.
Alla luce di questo studio, mutatis mutandis, i gruppi organizzati in cui vi è la fobia istituzionalizzata per il sesso, che comportamenti pensate che abbiano? I casi di pedofilia in toga sono solo la punta dell'icebreg.
RispondiEliminaJ.