22 ottobre 2009
Come ti rintraccio il pedofilo
Offender Locator è un software che in USA permette a chiunque, attingendo ad un database di più di 700mila nomi, di localizzare su di una mappa le abitazioni delle persone con precedenti e/o accuse di violenza o abuso sessuale con tanto di nominativo e foto.
Nei mesi successivi al lancio, a versione del software sviluppata per l'iPhone e fino a poco tempo fa distribuita sul sito AppStore è stata scaricata più di un milione di volte. Ultimamente la sua distribuzione era stata bloccata a causa delle leggi della California che non consentono di trarre profitto dai dati personali dei criminali.
Dalla nuova versione, infatti, è stato tolto proprio lo stato della California ed ora l’applicazione può essere di nuovo pubblicata, mentre la versione on-line continua ad essere liberamente consultabile.
Inutile dire che qualora questa tecnologia dovesse sbarcare in Europa si aprirebbero dei seri problemi, da una parte la protezione della privacy di chi, avendo commesso un reato, ha pagato per intero il suo debito con la società e dall'altra il comprensibile "diritto" ad essere informati se nella propria comunità sono presenti soggetti che in passato si sono macchiati di tali odiosi reati.
Francamente ho qualche difficoltà nel prendere una posizione così a freddo, e voi?
A me la situazione sembra chiara: in questo modo non si fa altro che delegittimare la giustizia di stato, anche quando questa, ha fatto il suo corso.
RispondiEliminaIl sistema giudiziaro e penitenziario sono pensati per recuperare alla societá e per punire i crimini.
Un sito del genere non fa altro che estendere la pena prevista in una sorta di emarginazione sociale.
Il diritto ad essere informati in questo caso si scontra con il diritto di chi ha sbagliato e pagato di rifarsi una vita.
Altrimenti tanto vale dare il carcere a vita.
Credo che la questione dovrebbe essere posta in un altro modo invece: che cosa ci fa di nuovo in giro per le strade un pedofilo che potrebbe molestare un altro bambino?
RispondiEliminaAver scontato una pena non è sufficiente, a mio avviso, per avere nuovamente diritto alla libertà. E' necessario fornire anche prova che non si reitererà il comportamento criminale.
Invece basta farsi 6 mesi in galera e vengono lasciati uscire soggetti, per i quali sussiste la certezza che torneranno a spacciare, delinquere etc. Basti pensare ai cosidetti pluripregiudicati. Un giorno dentro, un giorno fuori.
E' tutto il sistema alla base della "giustizia" che fa acqua da tutte le parti.
Non credo comunque che mettere una stella gialla sul petto di qualcuno con su scritto "pedofilo" possa in effetti servire a salvare qualcuno. A proposito, sono segnalati anche i preti?
La cosa potrebbe avere un senso qualora fosse una pena accessoria e non retroattiva.
RispondiEliminaLo Stato deve garantire la sicurezza dei cittadini.
RispondiEliminaIn uno Stato efficiente chi è messo in libertà dopo aver scontato la sua pena deve essere considerato come un qualsiasi altro cittadino nei limiti del ragionevole. Le cose magari possono cambiare in caso di reiterazione del reato.
Ora, tutti sappiamo che uno Stato efficiente e giusto non esiste. Dunque il pericolo che un colpevole di reato che esca di galera (nel caso ci sia mai entrata) possa reiterare il suo reato è altissimo. E che si fa?
Penso che l'unica risposta sia che debba essere lo Stato ad attuare operazioni di vigilanza sulla condotta di determinati individui.
Se un individuo è un pedofilo assiduo, allora non è un individuo a cui può essere garantita libertà di andre in giro come una persona normale.
Ma se le misure di precauzione sono adottate dai liberi cittadini, o, ancora peggio, da "produttori di software" (solo l'idea in realtà mi fa venire i brividi) allora il discorso è lo stesso delle Ronde Padane.
O sbaglio?
Francesco, il tuo ragionamento in linea di massima non fa una piega, anzi.
RispondiEliminaMa ponendo il caso che venisse introdotta una norma che prevedesse la segnalazione a seguito di reati particolarmente odiosi?
Scusate... ma dove è finito il divertentissimo post di Maroni?
RispondiElimina(so che non c'entra niente, ma lo volevo condividere su facebook e non c'è più...)
Penso che il post sia solo rimandato.
RispondiEliminaL'ho scritto, l'ho modificato, l'ho salvato, lo stavo per pubblicare di nuovo, mi hanno telefonato, ho fatto casino, alla fine l'ho cancellato.
RispondiEliminaE' l'età.
Riabilitazione della persona, questa sconosciuta. Vite rovinate magari a persone che hanno saldato il loro debito con la giustizia :(
RispondiEliminaa me sembra veramente pessimo.
RispondiEliminaPrivacy zero e sputtanamento gratuito.
allora perchè non fare una mappa di tutti quelli che stanno scaricando film porno nella zona?
o di tutti quelli che tifano Juve?
bah...
Comunque Bleek, per tornare al punto.
RispondiEliminaOvviamente non sto comparando le cose ed è solo un esempio, ma anche un sacco di gente pensa che la presenza di un extracomunitario sia di per sè un pericolo, allora vorrebbero fare le mappe per segnalarne la presenza?
Il discorso è, se una persona è pericolosa non devi dire al vicinato "guardate che quello è pericoloso", ma semplicemente non devi permettergli di essere libero. In questo modo sarebbero tutti più tutelati e si eviterebbe quell'usanza medievale della caccia alle streghe.
Sono perfettamente d'accordo con te Francesco, personalmente non sto difendendo né una tesi né l'altra.
RispondiEliminaProvavo semplicemente a riflettere sui risvolti dell'argomento.
Ad esempio, è vero che un pedofilo può pagare il suo debito per il reato commesso ma, se consideriamo la pedofilia come un disturbo, non è altrettanto ovvio che i suoi istinti siano sopiti.
La questione potrebbe in effetti essere messa così:
RispondiEliminase è pericoloso allora non deve essere libero.
se è libero, NON è pericoloso, ha saldato il debito con la giustizia, NON deve esserci discriminazione.
Vero anche che certi comportamenti sono duri a morire, e certe persone dovrebbero essere assistite anche fuori, soprattutto selo richiedono loro stesse per essere sicure di non fare certe cose se sono loro stesse vittime di certi istinti.
Se invece ne godono ancora, beh come detto dovrebbero non poter circolare liberamente.
Il problema è definire tutto questo.
L'uomo è fallace ed anche un brasissimo psicologo potrebbe, una volta su 1000, prendere un abbaglio.
A parte che vedo di già le crociate contro costui, la questione è sempre la stessa.
Però dopvremo rifarci al tipo di giustizia vigente in italia, in cui si rpeferisce un colpevole in libertà che un innocente in prigione.
Per cui si, probabilemte è legittimo lasciare libero colui che si è macchiato di un reato di pedofilia, con un minimo rischio che possa reiterarsi.
Perfettamente d'accordo.
RispondiElimina(@ Bleek: so che non ti eri schierato con nessuna tesi ;) )
Se uno tizio ha le fantasie di violentare qualcuno (donna o bambino) ma non lo fa, non è un pericolo per la società. Se lo fa una volta, può essere che non lo faccia mai più. Se uno è un violentatore seriale (come spesso sono i pedofili che vengono incarcerati), la galera NON lo guarisce. Non ci riescono anni di psicoterapia, come ci può riuscire la detenzione? Voi parlate di privacy e di diritto di chi ha pagato il suo debito alla società, io parlo di diritto alla tutela di potenziali vittime, soprattutto se bambini, nei confronti di persone che la pratica ha dimostrato non recuperabili (citatemi uno studio che dimostri il contrario!). Ed è già carino che si segnalino solo le persone che un tribunale ha riconosciuto colpevoli e non quelli per cui ci sono solo sospetti... Per me è un'idea grandiosa, al limite lascerei fuori coloro per i quali è stato dimostrato un unico episodio mai reiterato.
RispondiEliminaSilvia
Silvia, è proprio per questo che ho sollevato la questione. Apparentemente sembra semplice schierarsi a favore o contro, analizzandola più accuratamente escono risvolti - come quello illustrato da te - che la rendono più complicata a districarsi.
RispondiEliminapotrebbe essere utile per sapere dove trovare una chiesa ;)
RispondiEliminaGli atti del processo sono pubblici credo, quindi se uno volesse sapere la vita processuale dei propri vicini dovrebbe perdere un po' di tempo in giro per le procure, in questo modo si rende un servizio in maniera più veloce, non vedo il problema...
RispondiEliminaNel caso invece gli atti dei processi e le motivazioni della sentenza non fossero pubbliche allora è uno strumento invasivo che andrebbe abolito.