22 ottobre 2009

La famosa via di mezzo


La maggioranza:
La scelta del candidato alle regionali potrebbe rivelarsi una bega determinante per l'equilibrio della maggioranza. Berlusconi ormai ha deciso di concedere tutto alla Lega, ma c'è chi non ci sta a dare il Piemonte e il Veneto a Bossi e si fa già sentire (Galan, Fini, e chi pensa con la testa sua).
Proposta: delle belle primarie, di quelle vere, che servono cioè a scegliere il candidato alle elezioni, non sarebbero un escamotage producente rispetto ai patti notturni cui Berlusconi dovrà sottoporsi?
Quando le primarie non ci sono, e sarebbe meglio averle.

L'opposizione:
Coloro che dovrebbero contrastare le scelte del governo sono scomparsi dalla scena politica italiana: troppo impegnati a eleggere il coordinatore di circolo, quello cittadino, quello provinciale, quello regionale, e il Segretario nazionale. Non c'è elezione interna che non venga fatta attraverso un'elezione primaria: non sarà un po' troppo? Ma soprattutto, perché fare le primarie per scegliere gli organi interni del partito, e non farle quando c'è da compilare le liste per le elezioni cui saranno chiamati i cittadini a decidere?
Quando le primarie ci sono, fin troppo, e soprattutto per la decisione sbagliata.

Ecco finalmente un caso in cui, in Italia, la via di mezzo sarebbe auspicabile: le primarie.

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