Forse una luce
PERUGIA (Reuters) - Un giudice del Tribunale di Perugia ha rinviato a giudizio oggi un agente della polizia penitenziaria del carcere cittadino di Capanne, accusato di non aver soccorso Aldo Bianzino, un falegname morto nel 2007 due giorni dopo essere finito in carcere.
Il caso di Bianzino - arrestato per detenzione di alcune piante di canapa indiana il 12 ottobre 2007 e morto 48 ore dopo - assieme a quello di Stefano Cucchi, il geometra romano deceduto il mese scorso dopo essere stato fermato per droga e per cui sono indagati tre agenti di polizia penitenziaria - ha attirato recentemente l'attenzione dei media sul trattamento dei detenuti in carcere e l'intervento del mondo politico.
Gianluca Cantoro, l'agente della polizia penitenziaria in servizio la notte in cui morì Bianzino, è accusato di falso, omissione di soccorso e omissione di atti d'ufficio per non avere chiamato i soccorsi nonostante le ripetute richieste di Bianzino. Cantoro ha sempre sostenuto di essersi comportato "correttamente".
Secondo i periti della procura, la morte di Bianzino sarebbe stata causata da un "aneurisma cerebrale", motivazione non accettata dai difensori dei familiari che invece sostengono che il falegname godesse di ottima salute. L'ipotesi dei difensori è che l'uomo sia morto a causa di percosse ricevute in carcere, ad opera probabilmente del personale penitenziario.
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