Non si possono difendere i diritti delle persone a fasi alterne. Così, uno che si batte perché gli omosessuali possano sposarsi, perché un malato terminale possa scegliere l'eutanasia, perché la gravidanza sia una scelta, si batte anche perché i diritti delle persone siano garantiti di fronte alla giustizia, per il cosiddetto "garantismo".
Così Maurizio Turco, deputato radicale eletto nelle liste del Pd, ha deciso di non votare per l'autorizzazione all'arresto di Nicola Cosentino. Questa la sua motivazione:
A parte le dichiarazioni dei pentiti non ho trovato null'altro nelle carte. Sto parlando da membro della giunta che ha avuto modo di valutare ciò che è scritto nei documenti. Come dirigente politico e come cittadino mi faccio anche altre domande. E cioè: sono passati molti anni da quando è stato interrogato il primo pentito. Tendenzialmente da quello che ho letto dovrei dare per scontato che c'è stata un'attività di indagine, di inchiesta, con intercettazioni o pedinamenti che non ha portato a nulla. E se non c'è stata, ancora peggio. Diciamo che si poteva fare anche qualche tempo fa la richiesta. Perché oggi?
si batte anche per la garanzia che i diritti delle persone nei confronti della giustizia, per il cosiddetto "garantismo".
RispondiEliminaScusa Giulia, leggendo è come se una frase fosse spezzata. Manca qualcosa alla frase "si batte anche per la garanzia che i diritti delle persone.....?" Grazie! Baci, Rita
Grazie Rita, la foga mi ha fatto mozzare la frase!
RispondiEliminaSai com'è, in questi giorni ho avuto tanta gente che mi chiedeva le motivazioni della votazione di Turco, volevo rispondere in fretta!
Da quello che ho letto, ci sono delle dichiarazioni di pentiti, ma che mi pare siano almeno in parte corrispondenti ad alcuni fatti (acquisto di terreni e rivendita, amicizie ambigue, ecc).
RispondiEliminaOra ammesso che Cosentino sia innocente e non abbia mai fatto niente di male e sia un angelo credo che sia necessario viste le 'voci' che lo spieghi a quelche giudice (io dovrei farlo se mai mi capitasse).
Se poi c'è una 'macchinazione' dietro per interessi diversi non mi stupirebbe. Ma un conto è una macchinazione per incastrare qualcuno, un conto è una macchinazione 'solo' per sputtanarlo o creargli dei problemi.
La differenza, secondo me, in primis, è nel capire se è o non è un delinquente e non come mai proprio ora e chi, perchè lo ha messo in mezzo (che è importante ma come direbbe Lucarelli: è un'altra storia). Grazie e a presto
Il PIfferaio
Bravi i "garantisti", se quell'autorizzazione a procedere arrivava ad un cittadino qualunque ora sarebbe già dentro a marcire.
RispondiEliminaTra parentesi: la prima richiesta d'arresto è datata 17 febbraio 2009
la casta colpisce ancora, vergogna
Mi dispiace, ma non regge. Il garantismo è cosa accettabile e vieppiù sacrosanta, ma deve valere per tutti o per nessuno. Non si può essere garantisti nei confronti di un parlamentare in misura maggiore rispetto ad un norale cittadino. E' proprio così facendo che il concetto di garanzia perde valore e diventa privilegio.
RispondiEliminaMotivazioni forse giuste, conclusioni pesantemente erronee.
A me in parte sfugge cosa c'entri il garantismo con le autorizzazioni a procedere. Anzi, fintanto che la classe politica si sentirà protetta da sé stessa dubito che diventerà mai una sua preoccupazione (scusate il gioco di parole) garanntire il garantismo al comune cittadino. A dirla tutta l'istituto delle autorizzazioni a procedere concerne un principio (semmai) di protezione della funzione pubblica, non è a garanzia del privato cittadino che si trova "suo malgrado" a far parte del Parlamento.
RispondiEliminaIncredibile!
RispondiEliminaLa vera garanzia sta nel rispondere alle accuse davanti ai giudici.
Trovo inaccettabili le motivazioni di Turco il quale scivola poi sulla valutazione di merito ipotizzando un complotto visti i tempi della richiesta di autorizzazione, vecchia tra l'altro di quasi un anno.
Mi sembra una grande cantonata.
antonio g.
quoto Ubikindred e Tiziano.
RispondiEliminaSe garantismo lo intendiamo così, allora non è che un meccanismo di casta con i potenti sono più garantiti delle gente comune. O tutti o nessuno.
E poi mi dispiace, non sono d'accordo neanche con il collegamento che fai: essere pro-eutanasia e pro-choice non implicano essere pro-Cosentino (e per fortuna).
Il no è all'arresto, mica a indagare e a processare Cosentino. Prima di un processo e di una sentenza di condanna la massima misura cautelare, la privazione della libertà personale, dovrebbe avere forti motivazioni. Pericolo che Cosentino inquini prove peraltro ancora da ricercare? È del 1992 la prima dichiarazione di un collaborazione di giustizia contro di lui, se è colpevole ha avuto tutto il tempo di farlo, anche perché le vicende contestate non riguardano gli anni più recenti.
RispondiEliminaI magistrati richiedenti: «Anche se non lo arrestiamo le indagini proseguono». Maurizio Turco ribatte: no, iniziano, perché fino a ora disgraziatamente non ci sono state; niente verifiche, solo la raccolta di dichiarazioni a conferma di altri pentiti.
Per la cronaca, il processo Borsellino ora verrà rifatto perché le dichiarazioni di un nuovo pentito, che contraddicono quelle di altri pentiti, sono state valutate più attendibili. Alcuni dei condannati come esecutori materiali dell'attentato sarebbero innocenti, compaiono invece nuovi imputati.
Quanti processi ai politici per reati di mafia si sono conclusi con la vittoria delle tesi dell'accusa? I processi a vuoto, imbastiti senza aver costruito un'accusa decente, non fanno che del bene a mafia e camorra.
Maurizio Turco accusa i magistrati che si occupano Cosentino di scarsa professionalità. Mica tutti hanno le qualità di Falcone che, tra l'altro, si premurava di incriminare i collaboratori di giustizia quando verificava che le loro accuse erano palle.
Rinvio al link segnalato nel commento al post precedente, "corporativismo criminale".
Mah, da radicale la dichiarazione di Turco mi mette in un certo imbarazzo. In realtà non riesco a farmi un'idea mia.
RispondiEliminaMi fido mi Maurizio Turco, per cui approfondendo meglio forse mi chiarirei meglio le idee; però non dimentico che i radicali sono sempre stati contrari all'immunità parlamentare, che Pannella ha sempre insistito sul carattere perverso di certe "amnistie di classe" e così via. Ho il timore che oggi il rischio di impunità del ceto politico sia altrettanto forte del rischio, pur sempre presente, della persecuzione giudiziaria. E un ceto politico intoccabile e privilegiato è una bestemmia per un liberale.
Dubito che Turco abbia letto le 350 pagine dei verbali riguardanti le dichiarazioni dei nove pentiti che accusano Cosentino.
RispondiEliminaAnonimo 11, sbagli a dubitare. Come gli altri parlamentari radicali, Turco prende molto sul serio la propria funzione.
RispondiElimina@ Serena
RispondiEliminaLe tue osservazioni sono sicuramente importanti e mi sembra che non ci sia dubbio che tutti i temi riguardanti le limitazioni di libertà vadano sempre approfonditi. Bene anche entrare nel merito.
Tuttavia tutto ciò ancora non ho capito cosa c'entri con il "garantismo" del post. Secondo me nulla di nulla: stiamo per caso dicendo che lo strumento dell'autorizzazione a procedere è uno strumento garantista?
Allora seguono tre osservazioni: che non è stato mai pensato dai padri costituenti come tale, strumento di tutela della libertà personale del cittadino che casualmente è anche parlamentare; che ciò vuol dire far rientrare dalla finestra un principio che per tutti i comuni mortali cittadini continua a non applicarsi; che il parlamentare potrà infischiarsene del garantismo altrui finché il solo garantito è lui.
Io credevo che i radicali tenessero ben da conto i principi costituzionali, il rigore delle istituzioni; ebbene, l'immunità parlamentare nasce a protezione dell'alto funzionario pubblico contro potenziali tentativi autoritari della magistratura (si aveva in mente il fascismo), e non certo perché la libertà personale del parlamentare insieme ai suoi diritti fondamentali andavano tutelati in modo speciale.
Si giustifichi come si vuole questa scelta (l'unico motivo accettabile di non autorizzazione per me personalmente sarebbe la sottrazione ad una provata persecuzione giuridica), ma non con l'applicazione di un principio garantsta, perché non esiste: sarebbe uno schiaffo in faccia a tutti i cittadini, sarebbe come dire che gli unici cittadini italiani la cui libertà personale è un bene veramente fondamentale sono i parlamentari.
Serena: grazie (anche) alla scelta di Turco, i miei diritti di cittadino di fronte alla giustizia non sono pari ai privilegi riservati a Cosentino. Ti suona meglio così?
RispondiElimina• @ Paolo De Gregorio e vari
RispondiElimina• La composizione, il plenum di un parlamento eletto o di un governo non può dipendere dalle iniziative di un magistrato anche se per nulla o male motivate: questo non va contro, ma a favore dei cittadini.
A dimostrazione del fatto che Maurizio Turco legge e valuta le carte: nell'aprile 2009, è a favore dell'autorizzazione all'arresto nei confronti del deputato PdL Antonio Angelucci, denuncia l'abitudine di negare comunque una simile autorizzazione con un'interpretazione estensiva del dettato costituzionale che trasforma la garanzia in impunità, e denuncia il colpevole ritardo (3 mesi) nell'esame della richiesta dei magistrati da parte della giunta e della Camera.
Perché, invece, il PD è stato contrario all'arresto? Forse perché, al centrosud, la famiglia Angelucci ha fatto affari nella sanità con giunte di ogni colore; forse perché Angelucci è editore – con "generosità" equanime, by partisan – sia di un giornale di centrodestra, "Libero", sia di un giornale di centrosinistra, "Il Riformista", ed era stato presente pure nella proprietà de "L'Unità".
• Paolo, sul "taglio" del post di Giulia Innocenzi può rispondere lei.
Certo sono le garanzie di tutti a trovarsi malmesse: l'avviso di garanzia spesso si traduce nell'opposto di quanto l'espressione sta a significare, diventa una pubblica sentenza di colpevolezza che anticipa la celebrazione del processo; il segreto istruttorio è ampiamente violato, e credo che nessun magistrato o poliziotto sia mai stato indagato e condannato per questo; sui magistrati che nell'esercizio della loro professione fanno cazzate mostruose il cittadino non può rivalersi, nonostante il "referendum Tortora" stravotato dagli italiani; il 40% dei detenuti in attesa di giudizio è destinato ad essere dichiarato innocente; colpevoli o innocenti, i cittadini in carcere subiscono condizioni di vita anticostituzionali, criminali e criminogene … E il 90-95% per cento dei delitti resta impunito, senza tener conto degli innumerevoli reati che le vittime nemmeno pensano di denunciare, visti i tempi, i costi e l'inefficienza del sistema giudiziario.
Quanto ai parlamentari, la Costituzione assegnava loro prerogative più estese (ovviamente da non reintrodurre), prima del 1993 il magistrato doveva chiedere un'autorizzazione anche per poter effettuare delle indagini. Il particolare status degli eletti ha un senso, in varie forme esiste anche in Stati che non hanno avuto il fascismo e anche nel parlamento UE. È (dovrebbe essere!) una garanzia a difesa della funzione dei parlamentari, e della divisione dei poteri.
Se hai tempo (1h 48' 48") per fare un tuffo nel passato, puoi ascoltare qui un programma con interventi alla Camera del 1984, del 1992 e del 1993 in tema di immunità parlamentare, Costituzione e partitocrazia tratti dall'archivio di Radio Radicale. Nel 1974, la prima proposta dei radicali, per la prima volta in Parlamento, era stata proprio la revisione costituzionale in senso restrittivo delle prerogative.
@ Serena
RispondiEliminaCapisco il tuo punto di vista e non voglio dire che la scelta di Turco non possa essere inquadrata con una certa coerenza, da un certo punto di vista. Mi sto limitando ad un'osservazione senza pretendere di avere una risposta definitiva.
Mi è venuto però in mente il seguente scenario, suggerito proprio dal post: immaginiamo che i parlamentari si ritrovino a votare una legge (mettiamo costituzionale) che consenta ai (soli) parlamentari gay che lo volessero di sposarsi. Ora, uno magari considera questo un diritto, e da un certo punto di vista potrebbe pensare tra sé e sé "meglio qualcuno che nessuno". Ritengo tuttavia che il deputato o senatore medio che sia favorevole a tale o ad altri diritti simili sarebbe il primo ad opporsi a questa legge e voterebbe contro, mille volte su mille. Oltre alla sanzione palese di un ingiustificato privilegio avrebbe anche il legittimo sospetto che il riconoscimento di tale diritto particolare farebbe potenzialmente da ostacolo, e non da traino, ad una futura estensione di tale diritto a tutti i cittadini. E' vero che il paragone è un po' monco e non può essere preso alla lettera, però secondo me illustra bene un principio cui stavo tentando di richiamarmi. E' vero che Turco, e ha fatto bene, si è letto a fondo le carte prima di decidere, ma continua ad essere vero che le carte del comune cittadino se le leggesse pure chiunque continuerebbero a non voler dire niente.
Sbaglierò, ma insisto che si dovrebbe riflettere se proprio perché Turco è un garantista dovrebbe come prima cosa votare contro ogni diniego di autorizzazione (tranne che nei casi di per lui fondato sospetto attentato al potere legislativo da parte dei giudici), a prescindere dal contenuto delle ordinanze, proprio per sottolineare che il cittadino comune non è garantito mai contro le ordinanze monche.