Ieri
ho avuto a che dire con
Luca Sofri, e qualcuno dei commentatori del post, allo scopo di prendere le mie difese, ha ritenuto di tirare in ballo suo padre: ecco, in tutta onestà debbo dire che se fosse successo a me non lo avrei trovato né pertinente, né corretto, né di buon gusto.
Detto che ciascuno resta ovviamente libero di commentare come meglio crede quello che scrivo, e a prescindere dal merito della nostra piccola querelle, sento l'esigenza di comunicare a Luca Sofri che al suo posto ci sarei rimasto male.
Tutto qua.
Be', il problema è più complesso: il pupo è di una mediocrità devastante. Sta lì solo perché "figlio di", altroché. E chi asserisce il contrario mente sapendo di mentire (venite in Rai e ne riparliamo).
RispondiEliminaVero è che il suo padre non va toccato anche e solo per una questione di stile; ma è anche vero che per lo stesso motivo Luca Sofri dovrebbe evitare di citare Mario Calabresi (in bene o in male) che il padre lo perse a causa del suo ("mandante" o no, le respionsabilità morali ci furono, senza tante chiacchiere).
Hai presente la nota scena delle "conventicole" in caterina va in città? Luca Sofri ne è l'esempio classico. Anche grazie a persone come lui, la sinistra è in crisi: indulge troppo su meccanismi familisti e senza meritocrazia.
La protervia e l'arroganza del padre, infine, sono rimaste bene intatte nel figlio: diciamo che è una sorta di ritratto di Dorian Gray.
Gli date troppa importanza a questo simbolo di mediocrità italiana. Pure io che sto perdendo tempo a commentare.
Ciao,
Alessandro
Metil,non farti mettere sotto da uno con l'indignazione "a orologeria"(per usare un'espressione cara ai destrorsi).Luca Luchetto,ci ricordiamo di quando attaccasti Travaglio come il peggior Facci,solo perchè aveva attaccato una certa Bignardi Daria.
RispondiEliminaPer il primo anonimo: non intendo entrare nel merito né di come Luca Sofri abbia fatto carriera, né della vicenda giudiziaria di Adriano. Tuttavia, c'è un particolare del tuo commento che mi colpisce molto: secondo te Luca Sofri non potrebbe parlare di Calabresi perché, sempre secondo te (ripeto, non entro nel merito), il padre fu il responsabile morale del suo omicidio. Ebbene, ammesso (e no concesso) che tu abbia ragione sulla responsabilità del secondo, perché mai al primo sarebbe vietato di parlare? Che c'entra quello che ha fatto Adriano con quello che dice Luca? Dove vogliamo arrivare, alla responsabilità ereditaria? Trovo che sia un ragionamento inammissibile in qualsiasi società evoluta.
RispondiEliminaPer il secondo anonimo: io non mi faccio mettere sotto da nessuno. La vicenda tra Sofri e Travaglio è roba che riguarda loro, anche se debbo dire, di nuovo a prescindere dal merito, che nella circostanza Travaglio si distinse per un vero e proprio colpo basso, allorché ricordò a Sofri che lui, per questioni familiari, di vicende giudiziarie doveva intendersene.
Per tutti: non si può essere democratici e fautori dello stato di diritto a corrente alternata, a seconda delle proprie simpatie.
sì,però il buon Luchino non se la prese per quel colpo basso,ma per la mogliettina.Comunque finiamola qua,l'ipocrisia di Sofri è stata dimostrata.
RispondiEliminaAhio ahio ahio.
RispondiEliminaPrimo non sono "anonimo": ho firmato col mio nome.
Secondo, contro il padre di Sofri c'è una SENTENZA, perdiana, una SENTENZA. Dato che va di moda contestare quelle che non ci piacciono (da sinistra e da destra), e immaginando qualcuno che potesse farmelo notare, ho aggiunto che comunque c'era una responsabilità "morale", lievemente ammessa dall'arrogantone padre nel suo ultimo libro.
Terzo: TU hai parlato di stile. Io l'ho condiviso. Però per altrettanto stile, Sofri figlio non dovrebbe (non è che non lo voglio io, ma la buona educazione e lo stile anche da te invocato), ripeto non dovrebbe parlare di Mario Calabresi, né in bene né in male. Il padre gliel'ha fatto ammazzare! Il figlio è meglio che taccia! Si chiama eleganza... cosa che non alberga a casa Sofri (la moglie è stata pur sempre la conduttrice del Grande Fratello; e se vai a vedere la polemica tra i Tobagi e Sofri padre, haivoglia a mancanza di eleganza).
Infine, Luca Sofri non eredita niente, perché il padre era pieno di fiele, il figlio è vuoto. E al di là della battuta, tu hai parlato di stile e io ti ho fatto notare che il tuo legittimo rammarico è rivolto a una persona sgradevole che di stile non ne ha.
C'è, infine, un passaggio del mio commento che potrebbe ingenerare equivoci: a chi mi fa poi notare che Condor è stato cassato (e credimi mi dispiace) e che questo sottolinea come Luca Sofri non goda di tante protezioni, faccio notare che le motivazioni editoriali sono invece ben radicate su questo scontro tra fazioni che di meritocratico non ha proprio nulla.
Saluti,
Alessandro
Caro Alessandro (scusa, prima non ho visto che ti eri firmato), te la faccio breve: non entro nel merito di alcunché, né della sentenza (che pure esiste, ma non c'entra né con il primo post né col secondo, giacché riguarda una persona diversa dal suo destinatario), né della presunta (da te e da altri, ma a mio personale parere l'argomento è tutt'altro che pacifico) mancanza di stile di Luca Sofri quando parla di Calabresi. Quello che mi interessava scrivendo questo post era semplicemente esprimere il mio dispiacere perché secondo me quello stile (e non solo lo stile, come ti ho già detto, ma pure la sostanza), sia pure per "interposta persona" (cioè qualche commentatore) mi pareva carente a casa mia.
RispondiEliminaE casa mia, non casa degli altri, è il posto sul quale, consentimelo, sento di avere una certa responsabilità.
Vabbe', forse non sono stato chiaro: non è il "come" ne parli, ma il fatto che ne parli. Sofri, insomma, dovrebbe tacere su Calabresi, ma solo per una questione di stile.
RispondiEliminaSul resto hai ragione e ti rispetto per questo (guarda ci vuole umiltà e serietà a scrivere quello che hai scritto), e per questo nel primissimo commento avevo esordito dicendo che il problema è complesso.
Casa tua è tua e rispetto: condivido questa tua posizione e questa tua difesa.
Però un consiglio: quando inviti estranei nel tuo salotto, evita di parlare della Sofri's legacy, il gewurztraminer e le tartine di patè di pasticcio umbro meritano argomenti più interessanti e profondi, no?
Saluti,
Alessandro
Ciao metil,
RispondiEliminaal di là delle mie idiosincradie e antipatie (che rimangono immutate, per quello che valgono)
devo dire che sulla tua critica ai commenti hai ragione tu. Capita a tutti di dire qualche cazzata, e io non faccio eccezione, specie nei 20 secondi dedicati a scrivere un commento su un blog.
Faccio ammenda di quella frase (sempre per quello che vale). Come va di moda oggi, senza se e senza ma.
Meno male pensavo che da un momento all'altro vi sereste tirati la cacca a vicenda ;)
RispondiEliminaNessuno trova strano(o di cattivo gusto) che LS faccia pubblicità ai libri della moglie (che peraltro non ha alcun bisogno della sua pubblicità) o che attacchi Travaglio perché questi ha criticato la moglie o che pubblichi gli articoli del padre?
RispondiEliminaInsomma, non è - a mio avviso - né un caso né un fatto scandaloso che vengano tirate fuori le relazioni familiari di LS, quando è lui il primo ad amplificarle. Non capisco il motivo delle scuse di questo blog quindi.
Poi che GF lo faccia scrivere sul suo giornale perché è bravo o perché è figlio di un suo caro amico, beh questo non lo potrà mai sapere nessuno. ;)
D'accordo sul gusto discutibile, però va detto che quando si parla di personaggi la cui vicenda è connotata fortemente dall'appartenenza ad un clan familiare o ad una lobby, diventa difficile non citare la lobby stessa. Se tu facessi un post su piersilvio sarebbe quasi ipocrita evitare a tutti i costi di citare silvio.
RispondiEliminafabio