24 maggio 2010

Spesa improduttiva

Giulio Tremonti:
E' ora di ridurre effettivamente il peso della mano pubblica: [...] dovranno preoccuparsi solo i falsi invalidi e gli evasori.
Da quando ho letto questa dichiarazione mi sono chiesta: ma il ministro dell'economia ha dovuto aspettare il crack della Grecia e l'allarme Italia per decidere di farla finita con chi truffa lo stato? Sembrerebbe un po' ingenuo da parte di una persona accorta come Tremonti.
Il sospetto, allora, è ben più inquietante: non è che si ha l'intenzione di tagliare le indennità alle famiglie con persone disabili, facendo passare la manovra all'opinione pubblica come un repulisti di fannulloni e ciarlatani?
Se così fosse, consiglio a Tremonti di guardarsi questo video: capirebbe cosa significa accudire e amare una persona con disabilità. Al momento, come dice la mamma di Claudia, l'indennità di accompagnamento non copre neanche le spese, e con l'abbandono del lavoro per poterle stare accanto, riescono a sopravvivere solo grazie alla pensione del papà.
Ecco, Tremonti: cerchiamo di non fare preoccupare troppo i veri invalidi, che di preoccupazioni ne hanno già tante.

2 commenti:

  1. Lavorando nel settore e come già affermato sul mio blog tempo fa, non è affatto possibile che per punire chi truffa si debba ledere i diritti di chi ha davvero troppo poco dallo stato per andare avanti. Purtroppo qui si rischia di fare di tutt'erba un fascio e sarebbe la cosa più sbagliata del mondo. Questa sanità così disorganizzata che offre troppo a chi non ha bisogno di nulla e il minimo indispensabile a chi avrebbe bisogno di molto di più, questa sanità dove chi ha i santi in paradiso può veder soddisfatta ogni sua richiesta e chi non conta un beneamato piffero si attacca al piffero stesso, beh questa sanità andrebbe rifondata, ma vallo a spiegare a chi forse conosce troppo poco di questo mondo.

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  2. scusami l'OT:

    Altre inquietanti ombre sugli appalti aquilani del post-terremoto. Nel mirino della magistratura questa volta il ricco business dei puntellamenti. L'inchiesta in corso e che promette sviluppi forse clamorosi è partita dal sequestro di due immobili di Calascio e Santo Stefano, sui quali sono eseguiti lavori di puntellamento da una ditta umbra. Il sostituto procuratore Simonetta Ciccarelli , titolare dell'inchiesta, ipotizza per il responsabile della ditta il reato di truffa aggravata perché, si legge nelle carte dell'accusa, sarebbero stati messi in atto: ''artifici e raggiri consistiti nell'eseguire le opere di messa in sicurezza, posizionandovi un numero di giunti eccessivo rispetto a quello necessario'' e sarebbero state '' presentate poi fatture con somme di importo assai più elevato di quello stanziato dalle rispettive amministrazioni comunali per l'intervento commissionato''.

    La ditta ombra ha ottenuto altri appalti nel capoluogo L'Aquila, su cui ora si concentrano altri filoni d'indagine della Procura. Per i puntellamenti a L'Aquila sono stati affidati quasi sempre con affidamento diretto decine di milioni di euro di appalti. E i comitati cittadini da mesi sollecitano maggiori controlli e maggiore trasparenza, in quanto spiega ad esempio Eugenio Carlomagno, direttore dell'Accademia delle belle arti: ''Ci sono interventi di puntellamento e messa in sicurezza con tutta evidenza sovra-dimensionati e superflui, senza un piano d'intervento razionale''. Una preoccupazione non di poco conto: basti pensare che per puntellare una casa privata di media grandezza si spendono 60 mila euro, per un palazzo importante si arriva a 500mila euro.

    Tra le ditte che hanno ottenuto appalti per i puntellamenti anche il consorzio Federico II, nato tra imprese aquilane e la Btp dei Fusi e Di Nardo, gli ultimi due indagati nell'ambito dell'inchiesta fiorentina su appalti e corruzione. In particolare, il «Federico II» ha operato nell'edificio che comprende il Convitto nazionale, la Camera di commercio, la Biblioteca provinciale e la sede della direzione generale della Cassa di risparmio della provincia dell'Aquila (corso Vittorio Emanuele, Via Sallustio, via Patini, via Tre Marie, corso Principe Umberto); l'immobile situato tra corso Vittorio Emanuele, via Tre Marie, via Patini e Piazza Duomo; il palazzo Farinosi-Branconi di piazza San Silvestro; gli edifici ricompresi nell'isolato circoscritto da piazza San Silvestro, via Garibaldi, via del Guasto, via di Gignano; l'edificio di via Garibaldi 89.

    Così funziona la filiera decisionale dei puntellamenti:

    Gli appalti li affida il Comune, o meglio l'ufficio tecnico, in somma urgenza e a chiamata diretta. Coordinatore del tutto è il dirigente Mario Di Gregorio.

    Il Comune dell'Aquila attinge da una lista di ditte qualificate stilata dall'Ance, l'associazione di categoria dei costruttori, e controllata dal Prefetto. Il progetto di puntellamento lo eseguono i tecnici incaricati dalla Soprintendenza e da Luciano Marchetti, vicecommissario della Protezione civile con delega ai beni culturali.

    Sulla base delle direttive tecniche della Soprintendenza viene elaborato il progetto di messa in sicurezza la ditta si deve attenere. Per puntellare una casa privata di media grandezza si spendono 60 mila euro, per un palazzo importante si arriva a 500mila euro.

    www.abruzzo24ore.tv

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