06 luglio 2010

Che begli amici abbiamo, eh?

Il 29 giugno sono arrivati funzionari hanno chiesto le nostre generalità per comunicarle all'ambasciata Eritrea. Ci siamo rifiutati. Il regime di Asmara si sarebbe vendicato sulle nostre famiglie. Il presidente Isayas Afeworki è implacabile e non tollera il dissenso. Così i libici ci hanno accusato di insubordinazione e ribellione. I militari sono arrivati di notte, ci hanno caricato su camion e portato ad Al Brak un migliaio di chilometri più a sud. Chi ha tentato di fuggire è stato catturato e picchiato a sangue. Siamo stati torturati e picchiati perché ubbidissimo. Inutile l’appello all’Unhcr, l'Alto Commissariato dell'ONU per i Rifugiati: è stato cacciato dalla Libia. Siamo disperati. Se non ubbidiamo ci deportano in Eritrea e per noi vuol dire la morte. Se ubbidiamo saranno i nostri familiari a morire; si vendicheranno su di loro perché noi siamo scappati.
Ecco, quando il nostro paese respinge i profughi li consegna a questi aguzzini: i quali, d'altronde, sono nostri amici.
Non vengono i conati anche a voi?

2 commenti:

  1. Scende vomito come se piovesse... Purtroppo al mondo ci sono anche troppe situazioni simili.

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  2. dalle mie parti si dice: AMICI E GUARDATI!

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