Nell'anno 2008, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, il virus dell'HIV si è trasmesso nel 44% dei casi attraverso un rapporto eterosessuale, e solo nel 24% dei casi attraverso un rapporto omosessuale.
Eppure la lista degli ospedali che rifiutano il sangue dei donatori gay si allunga ogni giorno: l'ultimo in ordine di tempo è il centro trasfusionale del Gaetano Pini, a Milano.
Capito? Oltre a fare fuoco e fiamme per il gay pride, a picchiarli in mezzo alla strada un giorno sì e un giorno no, a rifiutarsi di dar loro un appartamento in affitto, adesso agli omosessuali impediscono pure di donare il sangue.
Manca solo la deportazione, e poi siamo a posto.
---
Grazie a Valeria per la segnalazione.
Ci vorrebbe la legge del contrappasso, per questa gente. Che arrivi il giorno in cui avranno bisogno di una trasfusione e no, non c'è nessuna sacca di sangue compatibile. Ma tanti gay con il loro gruppo sanguigno. 'Ste cose mi fanno abbandonare la non violenza.
RispondiEliminapensate che sarebbe possibili denunciarli a qualche organo internazionale? magari non serve a nulla, ma forse è un piccolo passo in più per far vedere all'estero come l'italia si stia avvicinando al burma.
RispondiEliminacerto, lì i monaci si danno fuoco per la libertà. qui il papa si darebbe fuoco se chiudesse prada...
ma tant'è...
Credo che le percentuali che hai riportato dipendano molto dal fatto che gli omosessuali sono molto meno che gli eterosessuale (avevo letto una stima del 10% ma sinceramente non lo so).
RispondiEliminaSarebbe molto più significativo uno studio sulla diffusione dell'HIV tra gli omosessuali e gli eterosessuali.
Comunque sembra non ci sia fondamento scientifico (o si?) per questo protocollo, è per questo è da modificare.
Molto meglio le analisi a tutti i campioni, perché i fattori di rischio (e le malattie) sono moltissime. Ma i costi?
sono d'accordo sul fatto che bisognerebbe capire se le percentuali indicate sono normalizzate oppure no, ma rimane il punto centrale, e cioè che non c'è assolutamente nessun fondamento scientifico in una direttiva che implicitamente assume che "eterosessuale=vita sessuale 'regolare'=donatore affidabile, omosessuale=vita sessuale sregolata=donatore non affidabile".
RispondiEliminaIl punto fondamentale è avere certezze sulla salute del donatore (anche facendo analisi e rimandando l'eventuale donazione in caso di dubbi, perché no?), indipendentemente da chi si infila sotto le sue lenzuola...
Chiara
Niente fu più azzeccato del tag 'idiozia' in casi simili.
RispondiEliminaScusate, ma io non credo che la discriminazione sia stata fatta sulla base dell'assunzione di una vita meno "regolare", bensì sull'ipotesi che i rapporti anali sono chiaramente più a rischio di trasmissione diretta per contatto sanguineo.
RispondiEliminaNon a caso, almeno dove dono il sangue io, la domanda, per tutti, è un cosa del tipo: "Avete avuto rapporti sessuali con rischio di contaminazione del sangue?" ossia un giro di parole elegante per dire se l'avete preso/dato in culo. Domanda che ovviamente è buona anche per gli etero.
Diciamo che in questi ospedali sono un po' troppo faciloni... non è che se uno fa sesso anale regolare vuol dire che lo faccia a rischio.
Senza contare che esiste il prelievo sulla donazione per ogni esame (almeno da me).
Ma non va analizzata ogni singola sacca? Anche se mi dicessero che l'80% di quelle da donatori omosessuali è da buttare non sarebbe una giustificazione perché: non hanno il diritto di rinunciare alla raccolta dell'altro 20%, non hanno il diritto di evitare che tutti quei sieropositivi scoprano di esserlo (visto che donotare omosessuale non vuol dire "vado a donare così contagio tutti con l'HIV")
RispondiEliminama scusate... mi viene un dubbio angoscioso: il sangue donato viene controllato tutto, vero?! E se è così, dov'è il problema?
RispondiEliminaAvanti il prossimo epidemiologo del venerdi
RispondiEliminail problema non è discriminatorio in questo caso ma di maggiori possibilità di avere sangue non utilizzabile per le malattie che sono + comuni nei rapporti anali.
RispondiEliminaInfatti nel questionario che deve essere compilato viene chiesto se il soggetto ha rapporti a rischio, il che non vuol dire che eterosessuali non li hanno rispetto agli etero ma per quello che dicevo prima sulla probabilità maggiori di contrarre malattie.
Il problema si potrebbe in parte risolvere se i donatori fossero abituali e non occasionali.
Poi è naturale che tutti hanno il diritto se non il dovere morale di donare il sangue.
Rispondendo al fatto che il sangue viene comunque controllato è vero, ma i costi per tali controlli visto che prevedono anche le malattie infettive non sono bassi soprattutto visto i continui tagli alla sanità (no comment)
sono un iscritto avis,e da parecchi anni dono il sangue,a me non risulta che durante le visite per l'idoneita' a donatore vengano chieste notizie a riguardo la sfera sessuale,per ogni donazione e' previsto compilare un modulo dove vengano chieste delle notizie a riguardo dei rapporti sessuali cosidetti a rischio,ovvero con partner portatori di infezioni, a prescindere omo o etero , ancora ,ci sono i controlli e sono molto severi, a tutela del ricevente e del donatore per me la notizia e' un po azzardata,e probabilmente riguarda alcune strutture private
RispondiElimina"nel questionario che deve essere compilato viene chiesto se il soggetto ha rapporti a rischio, il che non vuol dire che eterosessuali non li hanno rispetto agli etero ma per quello che dicevo prima sulla probabilità maggiori di contrarre malattie.
RispondiElimina"Il problema si potrebbe in parte risolvere se i donatori fossero abituali e non occasionali."
Il ragazzo dell'articolo donava sangue abitualmente da 8 anni, ed e' in una relazione stabile e monogama. Tra l'altro come donatore abituale il suo sangue sara' stato pure esaminato piu' e piu volte ormai. L'hanno rispedito a casa uguale.
Non raccontiamoci cazzate, per favore.
Mau.
E' escluso dalla donazione chiunque abbia comportamenti sessuali a rischio: questo per tutelare la salute del ricevente.
RispondiEliminaNonostante questo principio di precauzione non mancano ogni anno gli infettati da epatite e hiv, perché qualche bastardo che ha comportamenti sessuali a rischio non lo dichiara e dona comunque.
Quindi le restrizioni, le precauzioni e le esclusioni andrebbero aumentate, non diminuite.
Il motivo ce lo spiegano i gay stessi, più informati di te.
RispondiEliminaPer quale motivo gli omosessuali sono più a rischio di contrarre il virus HIV?
http://www.arcigaymilano.org/triangolosilenzioso/salute/domande.htm
Fanno, con i gay, quello che la sinistra fa con le centrali nucleari: poiché c'è un certo "rischio" nell'utilizzazione, per eliminarlo del tutto, non si fanno.
Temo che donando il sangue siano più alte le percentuali di salvare un berlusconiano che un essere umano, pertanto lo sciopero del sangue è il supremo atto di civiltà.
RispondiEliminaQuanto agli altri: Dio riconoscerà i suoi.
Come qualcuno ha già notato, le percentuali citate nell'articolo sono irrilevanti. Conta semmai la prevalenza (cioè la percentuale di infetti sulla popolazione di riferimento, eterosessuali o omosessuali). Per chi dice che tanto tutte le sacche sono controllate: non crederete mica che i controlli abbiamo affidabilità 100%, vero? Anche se tutte le sacche sono controllate, i protocolli fanno (giustamente) ogni sforzo per cercare di fare in modo che la popolazione dei donatori sia a basso rischio.
RispondiEliminae dopo l'omofobia, adesso pure l'emofobia! :-)
RispondiEliminaSecondo me è abbastanza difficile fare assunzioni a priori: l'incidenza della promiscuità sessuale nella popolazione è un dato pressoché impossibile da ottenere, sia negli omo, che negli etero, che nei bisex ecc. Che significa, che se un etero ti dice "non ho promiscuità sessuale" ti fidi (ergo ti affidi solo alla percentuale d'errore diagnostico del test sulla sacca) e se te lo dice un omosessuale no?
potrebbe interessare:
RispondiEliminahttp://www.slate.com/id/2257655/
ciao, matteo
Adesso? Io mi informai per donare il sangue quando andavo all'università, mi iscrissi all'Avis (anno '99 credo) e non mi fecero donare perché sono microcitemico e perché mi facevo qualche canna. E già allora tra le categorie escluse c'erano genericamente gli omosessuali, indipendentemente dai loro costumi sessuali (l'omosessualità, lo dico a qualcuno che è intervenuto, è un orientamento sessuale, non un atto - che è condizione sufficiente ma non necessaria).
RispondiEliminaPurtroppo non è cosa d'ora, e dopo 10 anni le cose non migliorano affatto...
Amici miei, nessuno può sapere se un donatore è gay; il donatore autocertifica l'assenza di comportamenti a rischio, che non vuol dire sesso anale, ma vuol dire avere avuto rapporti occasionali con persone di qualsiasi sesso. Nessuno vi chede l'orientamento sessuale. Detta così la notizia mi sembra una balla (sono dirigente di una piccola struttura AVIS). Su tutte le sacche viene fatto il test per l'AIDS. In generale è molto più pericoloso un etero che frequenta prostitute di un omo che ha relazioni durevoli.
RispondiElimina@Livio noto; la microcitemia e l'uso di stupefacenti sono causa di esclusione, l'omosessualità no.
RispondiEliminaMarkus il tuo parallelismo e' tipico degli inaciditi contro la sinistra. Lascia stare il nucleare,non e' argomento ne di questo post ne che conosci neanche un minimo.I livelli epistemologici sono differenti: nel sangue i rischi sono tranquillamente controllabili e isolabili,quando hai una sacca infetta la puoi buttare. nel nucleare si controllano ma in una centrale in funzione non sono prevenibili le conseguenze. Nelle centrali l'incidente e' contemporaneo all'utilizzo, mentre nel sangue le sacche infette possono continuamente essere ricontrollate. Suvvia,un po' di onesta' intellettuale e niente provocazioni. Perderesti sempre.
RispondiEliminaPartecipate a questa iniziativa per protestare contro l'omofobia dilagante:
RispondiEliminahttp://www.facebook.com/album.php?aid=56928&id=1632937952&saved#!/event.php?eid=110700692315150&ref=mf
Grazie
Marino Buzzi
Probabilmente c'entra molto il fatto che la Chiesa e le sue diramazioni hanno sempre più peso nella gestione ospedaliera, in Lombardia poi, con Formigoni è tutta in mano a Comunione e Liberazione!
RispondiEliminaNel paleolitico, quando andavo a scuola, un giorno mi son detto che si potevo donare il sangue che un sacco di gente c'ha bisogno e blablabla.
RispondiEliminaUnico neo nel mio status di futuro donatore l'essere portatore sano di beta talassemia (anemia mediterranea vulgaris insomma), per cui lo dico all'addetto che ha detto: hai portato gli esami? Evidentemente no, dissi io, che tanto ci penserete poi voi a far gli esami del caso se il sangue vi va bene, no? No ha detto l'addetto, devi tornare te con la cartellina dei tuoi esami.
Mi stanno ancora aspettando. La scuola l'ho finita nel '94, pensa te.
Forse non e' questione di gay o no, e' questione che non li puoi aiutare, son dottori. Anche se non in ingegneria.
@cliste;
RispondiEliminale cose sono cambiate, vai a donare tranquillamente nella tua AVIS comunale. Elenco le condizioni di autoesclusione, facendo notare che l'omosessualità non è inclusa.
E' doveroso autoescludersi per chi abbia nella storia personale:
assunzione di droghe
alcolismo
rapporti sessuali ad alto rischio di trasmissione di malattie infettive (es. occasionali, promiscui, ...)
epatite o ittero
malattie veneree
positivit per il test della sifilide (TPHA o VDRL)
positività per il test AIDS (anti-HIV 1)
positività per il test dell'epatite B (HBsAg)
positività per il test dell'epatite C (anti-HCV)
rapporti sessuali con persone nelle condizioni incluse nell'elenco
@ luca: deduco quindi che tu ritenga che l'articolo e l'intervista al ragazzo siano una clamorosa balla. sbaglio?
RispondiElimina