24 ottobre 2010

Arriverà il turno di tutti

Siccome quando posto dal Blackberry mettere i link è una rogna, vi inviterei prima ad andarvi a cercare da soli la notizia completa sul sito del Piccolo, e poi a riflettere su quello che sta capitando al nostro povero paese, che almeno per quanto riguarda l'inserimento dei disabili nel mondo della scuola e del lavoro ha una legislazione più avanzata rispetto a quella di molti altri.
La verità, mi pare, è che dalle nostre parti si stia cercando di cancellare minuziosamente qualsiasi elemento di progresso, facendo leva sugli istinti più bassi delle persone e dando voce alle loro istanze più meschine, becere, reazionarie.
Omosessuali, immigrati, terroni, islamici, atei e adesso anche disabili: poco alla volta, statene certi, arriverà il turno di tutti.
Si tratta solo di stabilire quando sarà il vostro.

10 commenti:

  1. Per associazione di idee mi viene da pensare a quella poesia di Bertold Brecht: "prima vennero a prendere gli zingari..."

    Isa

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  2. Quando arriverà il turno dei Leghisti? :)

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  3. @Isa ho pensato alla stessa cosa!
    Per la cronaca, secondo wikipedia, la poesia dovrebbe essere di Martin Niemöller

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  4. non si può commentare.... è indecente solo pensarlo.
    Poi facciamo i ghetti e poi la segregazione avrà di nuovo luogo....incredibile

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  5. io dissento parzialmente...
    Per i disabili "lievi" l'integrazione totale è la miglior cosa [anche per il ragazzo "normale" che impara a confrontarsi,che assume un ruolo di "peer educator"],per quelli gravi [e per gravi intendo casi tipo "urla,calci pugni alla porta"]ritengo sia più utile un doppio percorso:quello che può fare con gli altri lo fa a scuola [in questo caso il gioco,dove le regole possono essere modificate per far entrare il disabile "alla pari",è il miglior strumento di integrazione],quello che non può fare lo farà in una struttura apposta per lui [con strumenti particolari per lui e la sua patologia: musicoterapia,manipolazione,psicoterapia].
    Sono convinta che una disabilità grave ha bisogno di essere tutelata e non abbandonata come si fa oggi,perchè la scuola non ha i mezzi per aiutare appieno questi ragazzi [non c'ha manco i mezzi per i ragazzi "normali"] e perchè spesso si espone questi ragazzi al rischio che i "normali" lo discriminino,emarginino o addirittura "torturino" [credo tutti ricordino il video del bimbo down su google qualche tempo fa].
    Penso [ho avuto esperienze] che si creino delle situazioni pesanti obbligando un ragazzo che ha una disabilità che lo fa "disturbare" e ragazzi
    "normali" a convivere TUTTO l'orario di scuola...
    A meno che non sia possibile integrarlo appieno come è successo nella scuola di mia madre,dove ci sono una bimba sorda e una cieca che hanno un interprete (rispettivamente di LIS e Braille) che gli permettono di seguire le lezioni "a pari livello".

    Questa è la mia idea,ma sinceramente credo che queste "scelte educative" non le debba fare un politico ma una serie di psichiatri, psicologi, insegnanti,educatori...insomma coloro che sanno cosa è meglio per loro e per gli altri bambini [e spesso le cose coincidono :D].

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  6. Il problema Silvia sarà poi stabilire chi e fino a che grado di disabilità potrà seguire l'uno o l'altro percorso.
    Francamente, con lo stato in cui versa la nostra società (vorrei dre civile ma mi scappa tanto incivile) la vedo davvero dura.
    Non sarà altro, temo, che un ennesimo strumento di prevaricazione dei potenti.

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  7. Silvia, la normativa italiana di integrazione scolastica della disabilità è considerata dagli specialisti di tutto il mondo una delle migliori dell'occidente. Non solo: è uno dei pochissimi campi in cui l'Italia è all'avanguardia. La gestione dei casi molto gravi è ben regolamentata e prevista. Certo una cosa è la norma, un'altra l'applicazione: ma per una volta che la norma è decente...
    Il ritorno alle classi differenziali (idea che striscia da un bel po' in giro) sarebbe una grave sconfitta, per le persone con disabilità e per la società tutta.
    Nel tuo messaggio mi sembra che tu proponga che sia il disabile a doversi adattare alla scuola (cosa che purtroppo avviene) e non il contrario-come invece nel caso proprio nella scuola di tua madre. Certo, guarda caso, mancano i soldi: come dici tu, "la scuola non c'ha manco i mezzi per i ragazzi "normali". La Gelmini già sta lavorando da anni in questo senso, trattando la scuola come una voce di costo su cui risparmiare. Ed è inevitabile che a farne le spese siano i più deboli. Peraltro tutta la politica economica di questi cupi anni di turbocapitalismo autoritario è a misura dei ricchi e dei potenti (e del clero), gli unici che ci guadagnano.

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  8. B. ha bisogno dell' appoggio della Lega per governare (...sic!) . I leghisti cosi' si sentono legittimati a sparare ca**ate, tanto nessuno li censura, e ogni giorno la sua ca**ata: Adro,la bandiera al cesso, la marcia armata su Roma, il dito medio all'inno nazionale,i rom, e ora anche le classi differenziate......Livello cultura/civilta' sotto zero, ma che ci volete fare, basta vederli con le barbe verdi e la clava per capire con chi ci tocca vivere....!

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  9. @AleG
    Al contrario io dicevo che la scuola deve adattarsi al disabile,facendolo integrare più che può e dargli gli strumenti in più di cui ha bisogno,non attraverso "classi differenziali" [che mi sanno tanto di lager] ma "attività parallele".
    insomma hai presente le ore di sostegno?
    immagina che quelle ore,invece di farlo stare a scuola con un insegnante di sostegno con mezzi poverissimi, quel ragazzo venga portato in una struttura apposita,magari non troppo lontana,dove c'è gente qualificata e materiale adatto alle sue esigenze,per poi tornare a scuola e seguire le lezioni restanti [cosa che fanno anche alcuni genitori di bambini disabli a scuola di mia madre].

    insomma non critico il metodo,solo i mezzi :D

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  10. Per associazione di idee mi viene da pensare a quella poesia di Bertold Brecht: "prima vennero a prendere gli zingari..."

    Isa

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