Non so se avete visto il film Ginger e Fred: un film del 1986, forse tra i più deboli di Fellini, ma che comunque offriva alcuni spunti davvero interessanti.
C'era ad esempio una critica feroce al cattivo gusto di certa pubblicità: in tutto il film si vedevano o intravedevano, quasi buttati lì, degli spot o dei cartelloni pubblicitari trucidissimi, assurdamente volgari e molto divertenti, spesso talmente laidi da risultare surreali.
Poi oggi mi sono imbattuto in questa pagina dell'Unità, che raccoglie le segnalazioni delle pubblicità maggiormente lesive della dignità femminile.
Be', sembra incredibile, ma gli spot di Fellini sono niente rispetto a questi. Prima ancora che per il sessismo, per l'abissale volgarità e stupidità che emanano: uno sguardo su un immaginario squallido e su un paesaggio mentale devastato e diserbato.
Siccome si dice che la pubblicità sia un fedele specchio dei tempi e che sia una specie di istantanea (o di diagnosi) della psiche dei consumatori a cui è rivolta, ho provato a immaginarmi il tipo umano a cui si rivolgono (o credono di rivolgersi) questi qua. E a giudicare dalle pubblicità mi sono immaginato uno che (come minimo) caga in salotto, picchia la moglie e i figli ogni sera e parla a monosillabi inframezzati a rutti e grattate di coglioni.
Ditemi se esagero o se piuttosto mi sono ridotto, a 40 anni, a fare il bacchettone.
AleG
12 ottobre 2010
Un paesaggio mentale devastato e diserbato
Ricevo, pubblico volentieri e vi invito a dire la vostra.
Pensa che soddisfazione per noi donne essere rappresentante come quarti di bue.
RispondiEliminaEnrica
D'accordissimo, e anche scandalizzatissimo (nonostante sia un maschio), nonché solidale (e qui potrei sembrare paraculo).
RispondiEliminaCiao,
Alessandro
"Noi ve la diamo anche a noleggio".
RispondiEliminaQuesta l'ha scritta Giampi Tarantini.
E pensando a chi è e come si comporta al riguardo il più famoso cliente di quest'ultimo, e al fatto che sia ancora al suo posto senza che in fondo la sua popolarità abbia avuto crolli drastici beh, c'è poco da stupirsi purtroppo.
Non fai il bacchettone, quello è esattamente il modello di umanità creata da 20 anni di televisione commerciale.
RispondiEliminaSarebbe ora di porvi un freno.
Iniziando per esempio a non acquistare prodotti la cui pubblicità è stata partorita da menti per lo meno di dubbia salute.
Le persone non sono mucche da mungere per le quali, nelle stalle, con l'unico scopo di far loro produrre più latte, trasmettono musica.
Secondo me i tempi sono maturi: è ora di dire basta al vuoto assoluto proprosto e propugnato dall'era berlusconi.
Basta ad essere indotti a comprare tutto e di più, anhe se perfettamente inutile ed a volte dannoso.
Il mondo immorale proposto dalla "filosofia" del nano deve essere fermato dobbiamo fermarlo.
Io sto iniziando a collezionare quelle in tv che rappresentano la donna in una maniera ignobile e secondo stereotipi maschilisti...c'è da vergognarsi.
RispondiEliminahttp://aririot.blogspot.com/2010/10/la-regina-dei-fornelli-dacciaio.html
Beh, se cominciassero anche le donne a spogliarsi di meno. Non mi sembra che la metafora sessuale sia assente da altri ambiti, il che del resto non giustifica. Personalmente non entro in un negozio o compro una merce solo perchè c'è una foto di donna mezza nuda, anche se la foto la guardo.
RispondiEliminaNè, del resto, sono molte di meno le pubblicità con corpi mezzi nudi di maschi.
Una soluzione potrebbe essere questa: un regolamento delle modelle e dei pubblicitari che imponga forti restrizioni alle foto di nudi o seminudi.
Quanto ad un'educazione dal basso, mi sembra più complesso. Hai voglia te a non farti influenzare dalle foto del messaggio, ma come fa ad accorgersene il cliente dell'agenzia?
Un codice di autoregolamentazione etica dei pubblicitari mi sembra una via praticabile, soprattutto per scrollare di dosso l'etichetta di oggetto dalle donne.
Certo che poi se vanno in onda pupe e secchioni e veline e professorine e ine che vi paiono a voi, tutte mezze nude, come si fa a invertire la tendenza?
Bisogna che si oppongano anche le donne, ma non tutte le vogliono.
Cellulaji, dijitaji, ti conneji, cellulaji... e un bel primo piano di un culo, che con il telefono, si sa, c'entra molto. Oltre che delle donne, questa pubblicità è offensiva verso il mondo degli esseri cosiddetti "senzienti": c'è bisogno di un lessico da post svezzamento e del primo piano di un culo per vendere un'offerta telefonica?
RispondiEliminaI culi si vedono bene anche nello spot della Fastweb, mentre una donna vestita male e trattata peggio da un uomo maleducato ed ignorante (poi il sig. De Sica potrebbe anche vincere il Nobel, ma il personaggio è tutt'altro che positivo) è protagonista dello spot TIM...
E c'è chi preferisce questi spot a quello in cui un calciatore, notoriamente poco istruito e per questo dileggiato, fa il buffoncello girando con l'Ape e dipinge quadretti di famiglia felice... Il motivo? Come calciatore tende ad essere falloso.
La decadenza dell'occidente si vede anche da come considera il "contenitore corpo" (anche maschile) rispetto ai suoi contenuti.
RispondiEliminaQuello che invece farei notare è che non è un problema solo del sesso femminile!
E' pieno di modelli muscolosi, tronisti decerebrati e abbronzati in tutte le TV italiane.
E se non siamo ancora arrivati all'allusione sessuale esplicita in pubblicità anche per il maschio, poco ci manca!
Alla fine è solo il triste segno dei tempi in cui prevale l'apparire sia delle donne che dei maschietti.
...Metilparaben, anzichè inca@@arti facci una bella risata sù....Tanto la china che abbiamo preso può solo peggiorare di anno in anno!
P.S.
Sinceramente alcuni poster mi hanno fatto sorridere nella loro volgarità....
sono una donna e condanno il modo oggi di vedere le donne, ma penso che se desse fastidio alle giovane donne si ribellerebbero(scusa non so ii condizionale)ma basta a vedere come si presentano le nostre ministre e si capisce subito che purtroppo la donna di oggi fa affidamento sul suo fisico, l'uomo non ha mai cambiato a vederla oggetto . <Noi ci eravamo ribellate di questa tendenza ma le donne di oggi non sentono che perdano la loro dignità.
RispondiEliminaE questo mi dispiace tantissimo.
La pubblicità cerca di attirare l'attenzione dello spettatore-barra-lettore. Ed è un dato di fatto che "Sex sells", come dicono gli americani. Il problema, è che lo spettatore-barra-lettore è costantemente sottoposto più o meno consciamente ad un certo tipo di stimoli. Questa (volgare) esagerazione costante non pregiudica poi in qualche modo l'effetto della pubblicità, facendolo rimanere meno impresso?
RispondiEliminaL'effetto è: vedo un culo = compro a livello inconscio, anche se della pubblicità non ho capito nulla... Potrebbero vendermi anche un kit per il suicidio pratico e comodo, io penso alle tette e al culo, e sono frastornato da tutte le rotondità accessorie che mi propone il prodotto...
RispondiEliminaMi è venuto da ridere. mica perché è divertente, ma perché ho avuto una lunga esperienza lavorativa con persone che si occupano di cultura, di cultura per ragazzi, anche in tv. Scusate ma non posso, per evidenti ragioni di privacy e tutela di me stessa, andare oltre con la descrizione.
RispondiEliminaNessuno si illuda che i creatori siano dei maschilisti inferoci e/o ignoranti, anzi. Sono persone colte, fanno spesso parte dell'intellighenzia da salotto buono. Eppure, le donne in primis (purtroppo)tendono a denigrare la figura femminile come segno di emancipazione del potere.
Il quinto potere non solo influenza, ma detta le regole goccia dopo goccia.
Ce ne sono alcune di una trucidità talmente tirata per i capelli che non fa nemmeno sorridere alla lontana, però prendersela addirittura per la pasta a "cazzetti" mi sembra veramente di un moralismo veteromedievale...
RispondiEliminaEugen
Se devo dire la mia opinione, molte di queste pubblicità sono offensive, ma alcune sono solo di cattivo gusto.
RispondiEliminaIo per primo condanno la vendita di qualsiasi cosa attraverso questi mezzi anche quando non c'entrano nulla col prodotto da vendere (citando l'esempio di Mauro, le pubblicità delle reti telefoniche sono inguardabili e a me sembrano solo chiasso), ma è anche vero che a volte si rischia di essere maschilisti tentando di non esserlo o di proteggere troppo il genere femminile, come se avesse sempre bisogno di essere difeso perché inferiore o più debole...ma il genere femminile non deve essere sempre protetto in quanto tale e non è inferiore, va RISPETTATO e protetto in quanto si tratta di esseri umani, indipendentemente dal sesso.
Se molte di quelle pubblicità fossero invertite e sfruttassero un uomo o fossero riferite a un uomo, non le riterremmo errate o sbagliate nei confronti del genere maschile, se provassimo ad immaginarci una donna o un omosessuale a sbavare dietro a certe immagini ad esmepio...
...mentre siccome l'uomo nei confronti della donna per stereotipo è porco allora tutto ciò che mostra un seno o il sedere femminile cade nel maschilismo anche quando può essere solo una scelta trash, a volte il maschilismo nasce da come si osserva una cosa non da come effettivamente risulta.
Quindi secondo me, possono essere scelte sbagliate, di cattivo gusto, pietose, infantili, ma (a parte alcune di quelle mostrate, tipo quelle di Zappala) molte non mi sembrano così offensive.
http://www.youtube.com/watch?v=9ZvKoLRGY5M&feature=player_embedded
RispondiEliminaIo credo che il post si riferisca più ad un fatto di cattivo gusto che al maschilismo. Metil dice infatti "Prima ancora che per il sessismo, per l'abissale volgarità e stupidità che emanano". Un problema che è prima estetico e psicologico che etico.
RispondiEliminaIl maschilismo non c'entra poi troppo e forse c'è pure troppa ipersensibilità veterofemminista rispetto a questo fenomeno, a me sembrano stupidi e squallidi e basta.
Secondo me inoltre il cattivo gusto non è una novità di questi anni e trovo che mettere in mezzo Berlusconi sia forzato.
Effettivamente Berlusconi potrebbe aver aiutato questo fenomeno. Tempo fa su youtube avevo iniziato a guardare un documentario inglese, forse c'è ancora ma non so come arrivarci, che mostrava come Berlusconi da quando ha fondato le sue reti televisive abbia anche dato il via al sesso e al nudo o seminudo nella tv pubblica, prima era taboo secondo questa fonte. Quello che noi oggi chiamiamo trash avrebbe secondo questo documentario avuto inizio in quegli anni. Io ero piccolo e non so come fosse, ho solo riportato ciò che ho visto in questo prodotto inglese ma visto il confronto tra i tg di mediaset e qualsiasi altro tg è più che probabile.
RispondiEliminaFate quasi tenerezza.
RispondiElimina@fb... Sarà pure vero che citare Berlusconi può apparire forzato, ma non dimentichiamo che il modello della donna oggetto in televisione è stato introdotto in modo massiccio e strategico proprio dalle tv del biscione con Drive-In e compagnia bella (per non parlare di Colpo Grosso, sempre da riferirsi a Publitalia, il cui editore negli anni '90 era l'attuale Ministro per lo Sviluppo Economico Romani!).
RispondiEliminaIn Italia, insomma, parte (non tutto, certo) del mancato rispetto per il gentil sesso passa anche da una cultura televisiva che Berlusconi ha contribuito a far esplodere e grazie alla quale oggi si devono mettere in mostra le tette anche durante un quiz come l'Eredità o simili.
Ciò detto, l'interessante riflessione di Metilparaben torna purtroppo con una situazione generale di disuguaglianza fra sessi, di pari opportunità inesistenti, che in Italia è sempre più preoccupante e che appare come una vera e propria emergenza sociale.
Vi accennavo giusto oggi, nel mio blog, parlando del rapporto del World Economic Forum su questo importante tema.
Pari opportunità: per il World Economic Forum l'Italia non è maglia rosa.
non so se sono le pubblicità il problema. insomma, in un mondo perfetto di gente intelligente molte di queste immagini sarebbero quasiprovocazioni artistiche.
RispondiEliminanel mondo reale sono minima parte di un coro che serve a consolidare un'immagine dell'umanità, non solo delle donne. il problema di questi tempi non è solo l'equivalenza tra donna e oggetto sessuale. gli atteggiamenti generali di maschi e femmine ruotano attorno a degli standard "culturali" imposti negli ultimi anni. le persone si adeguano senza sgarrare a questi standard perchè contengono anche le regole per essere attraenti sessualmente, e l'essere una bestia ignorante è d'obbligo per entrambi i generi. la donna deve essere vacca e capricciosa, l'uomo deve essere uno sbruffone violento e avido dotato si e no del dono della parola. e mai ammettere di avere torto o cambiare idea perchè è da deboli, la gente normale ha sempre ragione. se uno davanti a te frena e tu lo tamponi, gli devi dire incazzato: "cazzo ti freni?!?"
io faccio una sterzata, "mi sono immaginato uno che (come minimo) caga in salotto, picchia la moglie e i figli ogni sera e parla a monosillabi inframezzati a rutti e grattate di coglioni." E' qui l'errore, immaginarsi il cattivo gusto secondo uno schema classico e facilmente riconoscibile. La domanda vera è siamo in grado di riconoscere il cattivo gusto quando si presenta in doppiopetto? E soprattutto siamo in grado di sputtanarlo in pubblico quando ce ne capita l'occasione?
RispondiEliminaDue link per ravvivare la discussione:
RispondiEliminahttp://ladyradiolina.blogs.teknusi.org/2010/05/27/e-basta/
http://www.studiofabris.it/news.html
Sembriamo ormai tutti d'accordo sul fatto che la questione sia piuttosto seria e che non si tratti di essere bacchettone.
RispondiEliminaAdesso non vorrei prendermi le critiche delle femministe più incallite ma percepisco a livello macro nella società italiana un certo silenzio da parte delle donne, un silenzio complice di questa mercificazione.
Credo che siano proprio gli uomini a spingere sempre di più il tema sotto i riflettori. E' solo un'opinione!
Ribaltiamo. Magari il "creativo" di turno non è affatto un becero, ma pensa lo sia il suo target, o almeno sa con certezza che lo è il committente. Così "vende l'anima" agendo di conseguenza. Lo dico soprattutto per le pubblicità della zappalà, le cui battute non sono sempre sessiste, ma si può andar certi che avranno sempre un umorismo da scuola media (iniziarono con un "non fare cassate", per dire...)
RispondiEliminami fa piacere che ci siano uomini che anche se un po' tardivamente si scandalizzano..
RispondiEliminahttp://femminismo-a-sud.noblogs.org/page/3/
qui pero' il provocatore Giuseppe non ha nulla da ridire, solo quando si viene pizzicati sulla questione del razzismo mi pare......
RispondiEliminascusate ma si pensi un po alle cose serie ai bisogni della gente e ai diritti della donna che spesso sono violati anche qui , ma soprattutto da culture diverse dalla nostra. comunque a me vedere due tette o un bel culo mi tira su il morale e così tiro dritto e vado a pensare a cose più serie
RispondiEliminaVedere le tette della Loren appena accennate o le gambe di Marilyn forse sì che tirava su il morale... vedere queste pubblicità prive di fantasia e di gusto e piene di bassa volgarità a me mette solo tristezza.
RispondiEliminaUsare quelle immagini significa non avere più niente da dire alla gente, non avere idee, non avere fantasia e abusare di luoghi comuni davveroscadenti. Credo che sia stata opera di uomini aridi, privi di sensibilità e perfino tanto noiosi a letto da risultare totalmente incapaci di soddisfare le donne; oppure di donne così poco intelligenti da essere schiave di questa orrida cultura del nulla che oggi imperversa.
"Donne, l'Italia delle discriminazioni siamo al 74esimo posto su 134 Paesi
RispondiEliminaLa classifica sul Gender Gap del World Economic Forum che misura il divario di genere in termini di opportunità boccia le politiche di pari opportunità italiane. Al primo posto l'Islanda e i Paesi nordici. Siamo tra gli ultimi in Europa e dietro molti Paesi del Terzo Mondo"
http://www.repubblica.it/economia/2010/10/12/news/gender_gap-7976966/?ref=HREC2-6
questo per chi crede che il post non si tratti di un problema serio e reale
Se io andassi in giro conciata nello stesso modo di questi cartelloni pubblicitari, mi arresterebbero immediatamente per atti osceni.
RispondiEliminaEppure, siccome è pubblicità, tutto è lecito...
Abbiamo di nuovo perso il controllo della nostra sessualità e del nostro corpo, ci sono stati rubati dai meccanismi economici, dal consumismo. Bisognerebbe rispolverare alcune idee del '68 che mi sembrano, purtroppo, ancora attuali. Riappropriamoci del nostro corpo, della nostra sessualità.
Ilara
ancora con questo femminismo
RispondiEliminabasta è roba vecchia ma ancora nn l'avete capito?
SONO STATE LE DONNE A VOLERE TUTTO QUESTO, SONO LE PRIME A VOLER FARE I CALENDARI E FAR VEDERE IL CULO E AD ANDARE A LETTO COI POTENTI
SVEGLIA!!!
Schifo a parte (a cui mi associo volentieri e su cui il post iniziale e i commenti qui sopra hanno già detto gran parte di ciò che penso), vorrei spostare un momento l'attenzione sulla "banalità" del tutto.
RispondiEliminaAvete notato la piccolezza (media) del business pubblicizzato?
Vi immaginate le riunioni in cui l'"idea creativa" è stata presentata al padroncino di turno?
Mi sembra uno sdoganamento dei calendari "da gommista" che sono sempre esistiti e che, comunque, da un punto di vista pubblicitario, stiamo comunque parlando del nulla, di "creativi" di mezza tacca che probabilmente farebbero pubblicità orrende anche se avessero un sistema di valori più simile al nostro.
Non dimentichiamo però la "viralità" del tutto che fa molto markettaro 2.0.
Tristezza, comunque.
ci sono esempi anche nella pubblicità di moda danarosa. la pubblicità della relish per esempio, quella coi poliziotti che perquisiscono gran ragazze con atteggiamento molto... invasivo.
RispondiEliminagran belle foto, non c'è che dire, ottime se trasferite in un contesto artistico, ma se piazzate davanti al largo pubblico (che purtroppo non è in grado di leggere le immagini a un livello profondo), questo le vede per ciò che raffigurano: due bulli che si approfittano di due ragazze a cui sotto sotto dalla faccia sembra piacere, e va tutto bene perchè è su una pubblicità di moda. perchè la moda ci dice cosa è fico.
il risultato è che a volte compaiono delle belle pubblicità per un pubblico di piccola nicchia, che essendo visibili da tutti creano dei danni collaterali. e non è facile decidere se la censura è cosa giusta in questi casi. come viene percepito il messaggio dipende dal livello culturale del pubblico, e in italia è molto facile che un contenuto forte faccia danni. ma forse non si può nemmeno proporre agli italiani solo foto dei puffi perchè poveretti non ce la fanno. è un discorso delicato, è difficile venirne a capo
Scusa Metilparaben, ma sei lo stesso Metilparaben che a volte ha detto di considerare la prostituzione consensuale come un normale e dignitoso lavoro? Ed allora come fai a scandalizzarti per queste foto? Forse che le donne nude che vedi in queste pubblicità non hanno dato il loro consenso? Forse che non ci sono anche i California Dream Men a spogliarsi? Ed allora dove sarebbe tutto questo maschilismo? E soprattutto come fai a sostenere un giorno che la prostituzione non ti scandalizza affatto perchè per te sarebbe un normale lavoro e poi un'altro giorno scandalizzarti per delle immagini pubblicitarie che per quanto spinte saranno sempre più soft di quello che una qualunque prostituta fa coi clienti? E chi sei tu per giudicare, oltrettutto da sedicente laico, il motivo per cui una ragazza maggiorenne e consenziente accetta di farsi ritrarre per queste pubblicità? Non saresti tu quello che si batte per l'autodeterminazione delle persone? Firmato: Unochecadedallenuvole
RispondiEliminaCaro Metilparaben, lo scorso 14 Settembre tu avevi firmato un post che si intitolava: "Il sesso frontiera di libertà" dove inneggiavi praticamente al sesso libero, quindi magari anche alla promiscuità sessuale(non è sesso libero quello?). Dimmi tu cosa è più spinto tra la promiscuità sessuale (cioè il fare sesso ance con perfetti sconosciuti come magari fanno anche i Bonobo) e le foto pubblicitarie di cui sopra? Secondo la mia opinione la promiscuità sessuale è un tantino più spinta che non un pò di nudo nella pubblicità pur con qualche frase ad effetto...... Ricado dalle nuvole.
RispondiEliminaA quanto pare all'Unità non sanno cosa sia la COERENZA
RispondiEliminahttp://img686.imageshack.us/img686/2629/lunitaj.jpg
A me sembra anche che quì Metilparaben e tutti gli altri radicaloidi( o comunistoidi che si fingono radicali?) siano anche rimasti a corto di argomenti razionali visto che neppure rispodono! Firmato: Unochecadedallenuvole qui mi serve un paracadute! Aiutooooo
RispondiEliminaNon pensavo che l'Unità fosse così in basso giornalisticamente... La raccolta di foto è una pagliacciata, c'è molto di peggio in giro. E le foto sono vecchissime in alcuni casi, almeno di dieci anni.
RispondiEliminaE' una polemica un po' da bacchettoni su queste basi, ma se si riflette a più ampio raggio non lo è per nulla. E rimando invece al bel documentario "il corpo delle donne" per una riflessione un tantino più matura di questa ridicola raccolta de l'Unità...
A quanto pare all'Unità non sanno cosa sia la COERENZA
RispondiEliminahttp://img686.imageshack.us/img686/2629/lunitaj.jpg
Schifo a parte (a cui mi associo volentieri e su cui il post iniziale e i commenti qui sopra hanno già detto gran parte di ciò che penso), vorrei spostare un momento l'attenzione sulla "banalità" del tutto.
RispondiEliminaAvete notato la piccolezza (media) del business pubblicizzato?
Vi immaginate le riunioni in cui l'"idea creativa" è stata presentata al padroncino di turno?
Mi sembra uno sdoganamento dei calendari "da gommista" che sono sempre esistiti e che, comunque, da un punto di vista pubblicitario, stiamo comunque parlando del nulla, di "creativi" di mezza tacca che probabilmente farebbero pubblicità orrende anche se avessero un sistema di valori più simile al nostro.
Non dimentichiamo però la "viralità" del tutto che fa molto markettaro 2.0.
Tristezza, comunque.
ancora con questo femminismo
RispondiEliminabasta è roba vecchia ma ancora nn l'avete capito?
SONO STATE LE DONNE A VOLERE TUTTO QUESTO, SONO LE PRIME A VOLER FARE I CALENDARI E FAR VEDERE IL CULO E AD ANDARE A LETTO COI POTENTI
SVEGLIA!!!
Vedere le tette della Loren appena accennate o le gambe di Marilyn forse sì che tirava su il morale... vedere queste pubblicità prive di fantasia e di gusto e piene di bassa volgarità a me mette solo tristezza.
RispondiEliminaUsare quelle immagini significa non avere più niente da dire alla gente, non avere idee, non avere fantasia e abusare di luoghi comuni davveroscadenti. Credo che sia stata opera di uomini aridi, privi di sensibilità e perfino tanto noiosi a letto da risultare totalmente incapaci di soddisfare le donne; oppure di donne così poco intelligenti da essere schiave di questa orrida cultura del nulla che oggi imperversa.
L'effetto è: vedo un culo = compro a livello inconscio, anche se della pubblicità non ho capito nulla... Potrebbero vendermi anche un kit per il suicidio pratico e comodo, io penso alle tette e al culo, e sono frastornato da tutte le rotondità accessorie che mi propone il prodotto...
RispondiEliminasono una donna e condanno il modo oggi di vedere le donne, ma penso che se desse fastidio alle giovane donne si ribellerebbero(scusa non so ii condizionale)ma basta a vedere come si presentano le nostre ministre e si capisce subito che purtroppo la donna di oggi fa affidamento sul suo fisico, l'uomo non ha mai cambiato a vederla oggetto . <Noi ci eravamo ribellate di questa tendenza ma le donne di oggi non sentono che perdano la loro dignità.
RispondiEliminaE questo mi dispiace tantissimo.
Non fai il bacchettone, quello è esattamente il modello di umanità creata da 20 anni di televisione commerciale.
RispondiEliminaSarebbe ora di porvi un freno.
Iniziando per esempio a non acquistare prodotti la cui pubblicità è stata partorita da menti per lo meno di dubbia salute.
Le persone non sono mucche da mungere per le quali, nelle stalle, con l'unico scopo di far loro produrre più latte, trasmettono musica.
Secondo me i tempi sono maturi: è ora di dire basta al vuoto assoluto proprosto e propugnato dall'era berlusconi.
Basta ad essere indotti a comprare tutto e di più, anhe se perfettamente inutile ed a volte dannoso.
Il mondo immorale proposto dalla "filosofia" del nano deve essere fermato dobbiamo fermarlo.