08 gennaio 2011

La "monnezza intelliggente"

Il nostro sistema per la raccolta differenziata, ne sono certa, è invidiato ovunque. E se così non fosse è solo perchè non è conosciuto. E' un sistema perfetto in cui, lungi da me criticare la differenziata in sè, una cosa assurda viene fatta passare per la normalità, e quando provi a dire che pagare delle aziende (per la gestione dei rifiuti) che ti addebitano pure la lavorazione della gestione della monnezza (che gli devi dare divisa, lavata, tagliata e pronta), da cui poi loro traggono un profitto non dovrebbe essere una cosa normale, ma che anzi, è anche un po' da stronzi, vieni guardato o come un pazzo, o come un genio. Senza parlare del piccolo particolare che la maggior parte della monnezza rimane "monnezza". Non riciclabile. Quella che poi ci intoppa le discariche e ci dobbiamo giocare a briscola in tavoli congiunti nel torneo Stato-Regioni. Ora, chiedo gentilmente, non sarebbe possibile fare in modo che la plastica, la carta, che vengono usate e messe in circolazione siano TUTTE FOTTUTAMENTE RICICLABILI? Possibile che a nessuno sia venuto in mente che se i bicchieri di plastica, ad esempio, fossero riciclabili, sarebbe una gran bella idea? Che l'incarto hitec del pane non serve se poi dobbiamo scomporlo in due parti, ammesso che siano entrambe riciclabili?
Comunque, di fatto, quella che il pusher dell'AMA (azienda che gestisce il "traffico sporco" a Roma) spaccia come un'evoluzione sociale e tecnologica, a me sembra una gran bella mossa per ecomettercelo nel posto del biocetriolo.
Ora "buttare la monnezza" evoca incubi. Apocalissi. Da diventare psicomaniaci. Da terapia dei 12 passi.
Innanzitutto la "monnezza intelliggente" introduce il "libretto di istruzioni". Anzi, 3.
Si chiamano: "Calendario e Vie della Nuova Raccolta Differenziata"; "guida per le famiglie" e "La raccolta differenziata degli scarti alimentari e organici". Il primo è un simpatico giochino creato dal campione mondiale di tris, il secondo è anche amichevolmente detto "labibbia" contiene le istruzioni per l'operazione "butta la monnezza" organizzate in un piano sinottico talmente elaborato che metterebbe a dura prova la pazienza di Giobbe e la capacità di Leibniz. Il terzo opuscolo è un monotematico alimentare/organico che sostanzialmente non serve a un cazzo. Io penso che sia una specie di prova a cui veniamo sottoposti: nel cartoncino dell'opuscolo secondo me c'è un chip, se tenti buttarlo e sbagli il contenitore succede, in questo preciso ordine:
uno, allarme acustico. Comincia a suonare l'iradiddio, compresi clacson dei tir in versione deluxe, sirene navali di avviso scoppio guerra nucleare e una registrazione vocale con gli articoli del " RUM", il Regolamento Urbano della Monnezza, che stai violando.

due, costrizione fisica. Al fine di proteggere la prova del reato con le tue preziose impronte scatterà una tagliola, nel caso stessi ritentando di acchiappare la monnezza buttata, zak, colpo netto alla mano, così ti macchierai anche di aver gettato dei rifiuti organici, perchè la tua mano mozzata quello è, nel posto sbagliato.

tre, cattura. Gli agenti del NOPM, il Nucleo Operativo Polizia della Monnezza ti circonderanno in meno tre minuti, verrai bloccato, perquisito e trattenuto. La monnezza sarà analizzata al più presto e verranno formalizzate le accuse a tuo carico.

Di tutto questo, però, non ho ancora le prove.
Comunque. Dicevo. La monnezza intelligente. Ora, a Roma, anno del signore 2011, a quasi 40 anni dall'apollo 11, a quasi 15 dalla pecora dolly, con la tecnologia a manetta e la civilizzazione all'apice....con il monnezzaro ci dobbiamo prendere appuntamento. Sì, e non ti è permesso sgarrare. Nell'opuscolo "calendario e vie della nuova raccolta differenziata" ci sono due righe. Siediti e seguimi con attenzione, che se salti un passaggio sei fottuto. Riga uno, giorni feriali e riga 2 festivi. Poi ci sono tre colonne per ogni riga (che non corrispondono, sarebbe stato poco sadico): le fasce orarie. All'interno di ogni spazio una lista di vie. Così io so che tra le 5,30 del mattino e le 7, nei giorni feriali il monnezzaro mi aspetta in determinati posti. Sarà negli stessi posti festivi e prefestivi tra le 7 e le 8,30. Posso scegliere di buttare la monnezza tra le 7 e le 9 feriali o 8,30-10,30 festivi in altre strade e tra le 9 e le 10,30 feriali e 10,30-12.00 festivi. Dopo questi orari no. Niet. Nada. La monnezza te la tieni, nun la poi buttà. Infermiere e tutti quelli che fanno il turno di notte ringraziano sentitamente.
L'evoluzione della specie produce Il coprifuoco della monnezza.
A breve assisteremo alla nascita del personal garbage trainer, che dispenserà prozac e aiuterà nella gestione degli appuntamenti monnezza. Anche perchè l'ansia da "Chi vuol esser monnezzaio" cresce al pensiero di incontrare il controllore. Lui, mitica figura che spero di incontrare a breve - perchè io con qualcuno devo pur litigare - , lo immagino spuntare da dietro al cassonetto e intimare, mostrando orgogliosamente il tesserino scintillante dell'AMA, di aprire il sacchetto per controllarti la monnezza. Lo ripeto perchè è una di quelle cose talmente assurde che rischia di passare inosservata. Il controllore controlla la tua monnezza. E lì speri di non aver sbagliato niente, di non aver lasciato residui di yogurt nel vasetto, si non aver confuso la plastica non riciclabile con quella riciclabile, speri di non dover discutere con lui per non aver lavato il barattolino di sott'oli, o perchè il melone ammuffito non te la sentivi di farlo a pezzetti, o che la marmellata che hai lasciato aperta per mesi, era diventata tutt'uno col contenitore, per questo hai buttato tutto assieme.
In ogni caso buttare la monnezza è il passo finale di una serie di azioni da compiere. Azioni che producono malessere, stress, ansia e talvolta ricchi bestemmioni.
Ora, il gesto di aprire il secchio e buttare qualcosa è sostituito da: prendi l'oggetto da buttare, scomponilo nelle sue parti essenziali dividendo per materiale: carta-che-si-ricicla, plastica-che-ricicla, metalli vari che si riciclano, vetro, organico/biologico, carta/plastica/metalli vari-che non si riclano e tutto il resto.
Lavi tutto quello che è sporco perchè la monnezza va consegnata pulita.
L'organico lo sgoccioli, lo tagli a pezzettini e poi puoi buttarlo.
Le bottiglie di plastica le accartocci (nun te perde er tappo!).
Poi ti avvi verso il parco auto che hai dovuto prendere in affitto appositamente per mettere i vari secchi necessari, e se sei fortunato sai esattamente cosa inserire in ogni pattumiera che hai davanti. Può capitare che ti rimanga un oggetto in mano, qualcosa di uso meno comune che non sai dove mettere. In quel caso ricorri alla bibbia, dove trovi in ordine alfabetico vari componenti della monnezza tipo, con l'indicazione del relativo contenitore da usare attraverso un rettangolino colorato. Poi cerchi la legenda, sistemata grazie al lampo sinaptico di un creativo di rango a pagina 14 e dovresti capire come liberarti di un oggetto. Dovresti, perchè poi rimani in mano con la bustina di non sai che materiale del parmigiano e la butti a caso, sperando che il nume della monnezza ti abbia guidato la mano. Oppure ti interroghi sul tovagliolo, perchè, se nella bibbia leggi che il tovagliolo usato lo butti nel biologico, nella monografia scopri il dettaglio che lo sporco deve essere di cibo. Mocciolo al massimo, secondo me. Ma visto che che il compost che poi si rivendono è utilizzato anche in agricoltura biologica, mai e poi mai "il tovagliolo" dovrebbe essere sporco di qualsiasi altra cosa, chessò, un detersivo. Quindi, appurato che il tovagliolo e nemmeno il fazzoletto vanno buttati con la carta... che ci si deve fare? Per ora li conservo.
Solo alla fine di questa operazione puoi passare allo step successivo: calendizzare le uscite. Nel senso che quelle grosse teste nell'organizzazione hanno deciso per un'azione capillare, ogni tot palazzi un sistema diverso per la raccolta: porta a porta (se abiti al centro, che hai capito), condominiale, e self made. Il Self made, a cui io appartengo, è a sua volta diversificato attraverso un sistema a random, anche detto "accazzodicane". Nel mio caso specifico funziona così: organico e non riciclabile li porto al monnezzaro s.p.m. - (sue proprie mani) - nelle vie e nelle fasce orarie da lui stabilite, la più vicina a me a circa 100 mt. La carta, plastica, metalli sotto casa nel cassonetto fisso. Abiti e stoffa varia, a circa 150 mt in direzione opposta dell'organico. Aree verdi e centri raccolta a qualche chilometro.
Nel tempo libero vado a lavorare.

19 commenti:

  1. "Quindi, appurato che il tovagliolo e nemmeno il fazzoletto vanno buttati con la carta... che ci si deve fare? Per ora li conservo."

    Questa parte mi ha fatto morire dal ridere! Pensa che qui da noi in ogni paese, o CAP, o comune, a caso insomma, c'è una suddivisione diversa dei riciclabili.

    Qui dove vivo il vetro la plastica e il metallo si buttano in un contenitore, nel paese dove lavoro tutto cambia.

    Tra poco nascerà il lavoro di colui o colei che, un'ora al giorno e pagato con i comodi voucher postali (che se vuoi convertire in soldi diventi scemo), ti viene a casa e ti divide l'immondizia, come un impiegato/ delle pulizie. L'unica differenza è che avrò bisogno di laurearsi prima in qualcosa del tipo "teorie e tecniche del riciclaggio"...

    Scherzi a parte, è giusto educare le persone al senso civico, ma se è troppo come in questo caso si rischia che la gente se ne sbatta e lanci le immondizia nei boschi.

    RispondiElimina
  2. Anche a me pare una pazzia che tutto l'onere della raccolta rifiuti ricada sul cittadino.
    OK, volete che faccio la differenziata? va bene, ma dove sta il mio tornaconto? "tieni pulito l'ambiente". Si', pero' io faccio la differenziata E pago la tassa sui rifiuti.
    Volete veramente risolvere il problema dei rifiuti: si fa una bella legge che dice che tutti gli imballaggi devono essere biodegradabili. Tutto il resto sono balle.

    RispondiElimina
  3. ERA ORA che succedesse qualcosa del genere a Roma. Assolutamente favorevole.

    RispondiElimina
  4. Io ho dovuto spargere i vari secchie dell'immondizia per la casa, perché tutti in cucina non ci stanno (la cucina di casa nostra è stata rimpiccolita a più riprese da una quantità di piccoli interventi ad opera di proprietari precedenti): l'umido è accanto al frigo, la carta in bagno, e vetro, plastica e ND nel corridoio dell'ingresso.. Io ormai butto le cose nel cestino a fine giornata, quando sento il camion della nettezza fuori dalla finestra.

    RispondiElimina
  5. Evviva! Allora non solo a Pisa per buttare via il sudicio ti ci vogliono tre laure! (Evviva=Mal comune mezzo gaudio!). Io ad esempio non ho ancora capito dove vanno i tappi di sughero, e nel dubbio amletico ne ho accumulati un centinaio.... :-)

    RispondiElimina
  6. C'è poi un altra cosa che ci lascia perplessi: ma quando uno parte per le ferie, la spazzatura dove la mette?! Diciamo, per fissare le idee, che io parta per le ferie il Venerdì sera, 30 luglio 2010; a quel punto mi ritrovo con vari sacchetti puzzolenti, di cui legalmente non so come liberarmi. Mi rimangono poche opzioni. (1) Lasciare il tutto sul balcone. Possibile risultati: i gatti lo distruggono e lo sparpagliano; i vicini chiamano la ASL e/o mi denunciano e/o mi obbligano a traslocare. (2) Caricare in automobile, e sperare di trovare un cassonetto. Risultato, dato che il "porta a porta" si estende a macchia d'olio, i cassonetti non esistono più, me lo porto dietro per 400km, fino a che, stremato dai miasmi, lo mollo distribuendolo in vari cestini dell' autogrill. Secondo i nostri acuti governanti, questo sarebbe un "progresso"?

    RispondiElimina
  7. emmenomale che all'AMA di roma ci lavorano talmente tanti cristiani da fare quasi comune...

    RispondiElimina
  8. torno adesso dall'isola ecologica dell'ama (sono romano anch'io), a due passi da casa, per fortuna.
    ho smaltito vecchi pc portatili ed un aspirapolvere che non usiamo più: tutti nello stesso cassone.
    la sorpresa è che, più avanti, c'era un altro cassone, con tv e monitor: non è che dovevo smontare i portatili?

    RispondiElimina
  9. OOOOOOOOOH! Finalmente uno che la pensa come me!!! Ma credo che siano in pochi. Un esempio??? Io sono una casalinga sessantenne proveniente dal cosiddetto Sud del mondo.
    Sono più di trent'anni che vivo in Italia e dal primo giorno che iniziai a frequentare quella che da li a poco sarebbe stata mia suocera, romana da sette generazioni, ogni volta che lei metteva la brocca sotto al rubinetto e lasciava scorrere l'acqua, io la chiudevo. Utilizzavo una sporta di tela per il pane, conservavo le buste dei biscotti per portare i panini quando andavamo fuori porta, avevo sempre una busta di plastica piegata nella borsa... insomma, per farla breve, cose che trent'anni fa in Italia neanche ci si pensava. In effetti, mia suocera, quando mi vedeva fare queste cose, diceva: "Si vede che al paese suo si fa così"..
    Continuo a fare ancora così. Raccolta differenziata? Benissimo. Ma quanto mi scali dalla bolletta maledettamente cara che pago, visto che lavoro per te??
    E che ne dite della signora impellicciata e ingioiellata, che scende dal SUV a buttare decine di bottiglie di plastica ? O di quelli che in un appartamento di 60 metri quadrati hanno 3 condizionatori?
    Secondo me, gli italiani più sono trattati male e più sono contenti. Oltre che masochisti, soffrono di schizofrenia.

    RispondiElimina
  10. "Secondo me, gli italiani più sono trattati male e più sono contenti. Oltre che masochisti, soffrono di schizofrenia"

    Non potrei essere più d'accordo pur essendo italiano.

    RispondiElimina
  11. *AHAHAH* ho riso tra le lacrime di amarezza dalla prima all'ultima riga.
    Nella mia zona (provincia Monza-Brianza, praticamente sotto casa del Cav) ho il piccolo problemino dell'indifferenziato raccolto solo una volta alla settimana, a metà settimana, accoppiato con il problemino di un lavoro che mi porta spesso in trasferta. Risultato: l'anno scorso mi sono tenuta l'indifferenziato in casa per quasi 3 mesi consecutivi XD
    Ovviamente, qualsiasi cassonetto comunaleper l'indifferenziato (e per qualsiasi altra cosa, per la verità), disponibile sempre e a chiunque, è sparito maGGGicamente con l'inizio della raccolta differenziata....
    Il popolo ringrazia XD

    RispondiElimina
  12. Nei paesi civili la situazione è simile a quella descritta e ci si organizza nel condominio per fare una raccolta comoda nel sottoscala e poi a turno o pagando una persona si consegna il bidone giusto all'ora giusta nel posto giusto. Ci sono gli appositi bidoni condominiali colorati con le rotelle.
    Certo che in Italia contare sull'auto-organizzazione di un condominio è cosa utopica.

    RispondiElimina
  13. Mattiaq, credo tu abbia ragione ma secondo me il punto è un altro, la questione economica è il problema.

    Perché paghiamo la tassa sui rifiuti (sulla base dei metri quadrati dell'abitazione oltretutto, che è assurdo) e inoltre bisogenerebbe pagare una persona che si incarichi della consegna alle ore prestabilite? Il fulcro del problema, è che sembra di essere presi un po' in giro...

    Nulla in contrario alla raccolta differenziata ultra dettagliata, ma allora paghiamo un po' di meno e magari in base al modello ICEF o simili visto che 3/4 del lavoro lo facciamo noi.

    Ti faccio il mio esempio, vivo in comodato gratuito nella casa dei miei nonni defunti, solo perché gli eredi sono in un altro stato ed è disabitata. Ho la sfortuna che si tratta di una casa enorme su due piani. Pago la bellezza di 170 euro e vivo da solo, sono fuori casa dalla mattina alla sera e produco praticamente niente di rifuti.

    Mi troverei, quando questa genialata arriverà anche qui, a impazzire per gli orari di consegna visto che spesso lavoro a 60 km di casa e sono assente tutto il giorno, pur pagando sempre quella cifra spropositata in relazione al servizio di cui effettivamente usufruisco che è alla fine solo la raccolta.

    RispondiElimina
  14. Tutte cose che in altri posti facciamo da anni, senza tanti problemi.
    Si, differenziare costa tempo, e si, smaltire la differenziata costa soldi lo stesso. Anche di più che svuotare un unico cassonetto in un camion che porta tutto assieme in discarica. Di che ci stupiamo?
    Eppure va fatto, visto che dappertutto le discariche sono alla fine, e di inceneritori che emettono schifezze nell'aria ne vogliamo il meno possibile...

    RispondiElimina
  15. Anni fa, diciamo 6 o 7, vivevo in un comune del pavese (Giussago). Il comune aveva fatto un accordo con un'azienda che raccoglieva la spazzatura porta a porta e ne faceva quello che voleva, il comune non pagava un euro per questo servizio e il cittadino non doveva differenziare nulla nè tantomeno lavare la spazzatura: nello stesso sacco ci andava tutto, dal cetriolo al vasetto dello yoghurt non lavato.
    Mi sono sempre chiesto, tra l'altro, quanti trilioni di ettolitri di acqua potabile sprechiamo per lavare la spazzatura.

    RispondiElimina
  16. Sleeper, non so dove vivi, qui a Roma la tassa è proporzionale al numero di residenti, non ai mq.
    Comunque è purtroppo cosa nota che si pagano più tasse proprio nei comuni meno efficienti e che non esiste al momento nessuna relazione tra tasse pagate e qualità dei servizi erogati. E comunque, laddove hanno voluto dare un incentivo alla differenziata hanno sempre alzato le tasse sull'indifferenziata, non mi pare che le abbiano mai ridotte ai virtuosi.

    RispondiElimina
  17. Il costo è proporzionale ai residenti e alla metratura dell'abitazione:

    Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Tassa_per_lo_smaltimento_dei_rifiuti_solidi_urbani

    I comuni applicano questa tassa sulla base del costo totale del servizio di raccolta e successivo smaltimento dei rifiuti usando come parametro la superficie dei locali di abitazione e di attività dove possono avere origine rifiuti di varia natura. [continua]



    Il problema è proprio questo, la gente non sa cosa paga e perché paga e finché sarà così, in tutti gli ambiti, c'è chi ci perde e chi ci guadagna perché in Italia le tasse e i pagamenti per i servizi si mescolano fino all'incomprensione per le persone meno informate (Esempio canone rai).

    Ripeto, non ho nulla contro alla differenziata che per primo faccio a casa mia e dove ne ho l'occasione, credo sia un dovere civico, ma non mi stupisco di alcune persone che già hanno poca sensibilità in altri ambiti (per primo il rispetto per gli altri), figuriamoci se gli si chiede di lavare le immondizia e fargli pagare di più o uguale a prima. Si otterrà soltanto che i rifiuti verranno gettati altrove...

    RispondiElimina
  18. hai ragione: la differenziata e' roba per gente troppo intelligggente, e noi italiani non lo siamo abbastanza...

    RispondiElimina
  19. per non parlare dei bisogni del proprio amico a 4 zampe... uno raccoglie, e poi??? il pensierino sara' pure organico, ma la bustina??? e comunque, per strada ci sono ormai solo i cassonetti per la carta, vetro, plastica... niente organico e niente misto... quindi uno rischia di farsi chilometri per le strade di roma con i ricordini del proprio cane... nei paesi civili ogni tot metri ci sono i cestini appostiti con tanto di dispenser con bustine... leggi all'italiana come al solito...

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.