La sentenza del Tribunale di Roma contro il motore di ricerca Yahoo, ritenuto responsabile per il contenuto dei siti di cui fornisce automaticamente i link in base a un algoritmo matematico, dimostra ancora una volta un fatto decisamente preoccupante: quelli che scrivono le leggi e quelli che le applicano sono indietro anni luce rispetto alla società della quale dovrebbero occuparsi.
Non sto parlando necessariamente di malafede, intendiamoci: il problema vero è che questi capiscono sempre meno il mondo che li circonda, e ciononostante continuano a giudicarlo, a disciplinarlo e a regolamentarlo con cieca determinazione, applicando ostinatamente principi, criteri e parametri che con quel mondo non c'entrano più un tubo.
La cosa terrificante è che la forbice tra la realtà e il modo in cui questa gente la interpreta si allarga progressivamente, anziché restringersi, e che il processo sembra condurre in modo ineluttabile al più spaventoso degli esiti: arriverà il momento in cui costoro non capiranno più niente di quello che li circonda.
A quel punto, coscienziosamente, proibiranno tutto.
Eppure per Natale i politici hanno ricevuto in regalo un iPad! E alcuni hanno subito imparato ad usarlo per le cose importanti.
RispondiEliminaProibiranno di respirare l'O2. Proibiranno i baci in pubblico ma non proibiranno le mazzette
RispondiEliminaE` una notizia pessima, ma se uno legge tutto l'articolo scopre che poteva essere anche peggio.
RispondiEliminaCito: Il giudice ha riconosciuto che i motori di ricerca non possano esercitare "un controllo preventivo sui contenuti dei siti sorgente a cui è effettuato il link". Nondimeno, ha deciso in tal senso perché Yahoo! sapeva della violazione del copyright ma non ha rimosso comunque i link ai siti pirata. Per questo motivo il giudice ne ha riconosciuto la responsabilità.
Che vuol dire? Da un lato, che il motore di ricerca deve rimuovere i link che gli vengono segnalati. Dall'altro, che chi vuole che certi link vengano rimossi, li deve segnale. Cioe` l'onere della "sorveglianza" comunque NON e` sul motore di ricerca, che invece deve solo implementare un sistema di "black list".
Non mi piace, come ho detto, per le ragioni che tu scrivi. Poteva essere anche peggio :-/
Secondo me, nella versione spiegata da Oscaruzzo la legge non e' sbagliata. Non dobbiamo dimenticarci che dietro ai motori di ricerca, parallelamente al problema della liberta' della rete, c'e un business, e che come tutti i business, va regolamentato.
RispondiEliminaSemplifico un attimo: se Yahoo! ha dei link a contenuti che violano il copyright mentre google o bing non c'e li hanno, Yahoo! ha un vantaggio competitivo basato tra l'altro sul lavoro di altri.
Fondamentalmente da noi le leggi è come se fossero scritte da marziani puristi che usano un linguaggio anacronisto per regolamentare cose per terrestri. E poi se ne dimenticano anche, spesso.
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