12 aprile 2011

Blog e pubblicità: alcune riflessioni

Sul Fatto Quotidiano di sabato scorso è uscito un servizio dal titolo "Blog, così la crisi economica cancella le voci libere della rete", nel quale Enzo Di Frenna, tra gli altri, ha intervistato anche me.
Visto che l'argomento, a quanto pare, è piuttosto dibattuto, colgo l'occasione per dare il mio contributo alla discussione raccontandovi come la vedo sul rapporto tra blog, pubblicità, guadagni e via discorrendo:
  1. ho iniziato a scrivere su questo blog nel 2006 in modo amatoriale, nel tempo libero e senza la minima intenzione di farne un lavoro: ne consegue -giacché, al di là delle classifiche, lo spirito è lo stesso di allora- che in relazione all'attività di blogger la crisi economica non mi tocca, a prescindere dal fatto che essa abbia o non abbia abbassato le tariffe pubblicitarie;
  2. nondimeno, nel momento in cui un giornalista mi telefona e mi chiede se coi guadagni di un blog si possa campare, la mia risposta deve essere per forza negativa, perché le coste stanno oggettivamente così, senza che ciò debba essere necessariamente interpretato come una lamentela;
  3. ciò detto, non credo ci sia nulla di male se un blogger, pur svolgendo la sua attività per passione, trova il modo di unire l'utile al dilettevole e di guadagnare due lire; personalmente non condivido l'atteggiamento di alcuni "puristi" -mi si passi il termine- che ritengono l'esposizione di spazi pubblicitari sui blog un comportamento di per sé disdicevole, posto che è opportuno prestare un minimo di attenzione ed escludere -ove possibile- alcune delle inserzioni che i network fanno ruotare, magari con l'aiuto dei lettori che spesso e volentieri le segnalano;
  4. se si accetta questo punto di vista, evidentemente, si ammette che uno sia legittimato a svolgere alcune considerazioni sulla maggiore o minore "equità" dei diversi sistemi di advertising che gli vengono proposti: personalmente, ad esempio, ritengo che il sistema adottato da Liquida -il banner che vedete nella colonna in alto a destra, per intenderci-, che riconosce al publisher un compenso commisurato alle "impressions" -cioè, in estrema sintesi, al numero di persone che vedono la pubblicità- sia migliore di quello adottato da altri network -Google su tutti- che invece pagano -quasi- esclusivamente se qualcuno ci clicca sopra;
  5. ebbene, siccome il metodo "pay per click" sembra essere il più diffuso, e visto che a mio parere si tratta di un sistema un tantino penalizzante per chi espone la pubblicità -un po' come se le televisioni che mandano gli spot venissero pagate soltanto per i telespettatori che si recano effettivamente nei negozi a comprare i prodotti, anziché per il valore intrinseco costituito dall'esposizione di un marchio-, ritengo che il sistema pubblicitario complessivo che ruota intorno al nostro mondo riconosca ai blogger dei compensi inferiori a quelli che meriterebbero;
  6. le riflessioni che precedono, lo ripeto, non potrebbero costituire -almeno nel mio caso- un motivo valido per l'eventuale chiusura del blog, che praticamente non mi costa niente -se si eccettua la connessione, che tuttavia utilizzo soprattutto per altri scopi e che quindi pagherei comunque-, e che di conseguenza non ha alcun bisogno di essere "finanziato";
  7. ciò non toglie che quelle riflessioni, a mio parere, possano essere svolte lo stesso, perché uno può ritenere che un sistema non sia equo anche quando quel sistema non è indispensabile alla propria sopravvivenza ma costituisce semplicemente un "di più": a meno che non si concluda che il superfluo, in quanto tale, debba essere necessariamente iniquo.
Io, insomma, la vedo così: col blog non riuscirei a campare, anche perché non ho mai immaginato di farlo, ma se decido di guadagnare qualcosina con la pubblicità ho la netta sensazione -con le eccezioni di cui ho detto- di essere sottopagato.
A me non pare che le due cose siano incompatibili.

26 commenti:

  1. Il paragone tra pubblicità su siti visualizzate accanto ai contenuti della pagina non regge con gli spot televisivi che vanno a sostituire tutto il contenuto; questo va a pesare sulle considerazioni riguardo l'equità delle impression contro i pay-per-click.

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  2. Ne convengo, è diverso: ma non credo si possa concludere che mostrare un marchio sul blog sia del tutto privo di valore.

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  3. Concordo al 100% con quanto scritto in questo post, e devo ammettere che non avevo mai pensato al "pay per click" come penalizzante per noi blogger ma il tuo ragionamento non fa una grinza.

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  4. Mah... io nel mio blog espongo annunci pibblicitari più per una questione estetica che per altro, se dovessi campare di pubblicità sarei morto di fame da un pezzo. In questo contesto ritengo che la pubblicità sia solo una cornice, un abbellimento del contenuto.

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  5. Scusa,ma come al solito la mia lentezza,non mi concede di sintetizzare e analizzare in tempi umani: si vorrebbero più soldi dagli inserzionisti?

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  6. Il post consiste in 3.866 battute, spazi inclusi. Se ritieni che abbia impiegato tutti quei caratteri per dire solo quello, delle due l'una: o la tua sintesi è un tantino spinta, oppure io sono un logorroico da competizione.
    Scegli pure liberamente la risposta che preferisci.
    :-)

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  7. No guarda che ho letto,oltre al post anche l'articolo del fatto e sinceramente non ho ben capito.
    Capisco anche che grazie alla mia "stronzaggine"il mio commento potrebbe sembrare l'ennesima provocazione,non è così.
    Ad ogni modo vado a rileggere più attentamente.

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  8. Questo post esprime in toto i miei pensieri al riguardo.
    Anche io ho iniziato nel 2006 per passione e continuo a farlo per passione. La pubblicità, se arriva qualcosina, mi copre a mala pena la registrazione del dominio. La connessione l'avrei avuto lo stesso.
    Concordo con il discorso dello squilibrio tra pay-per-click e impressions. In generale è il Web che è penalizzato rispetto ad altri media. Ma credo che non durerà ancora molto questa differenza.

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  9. Ciao,
    nel mio post, che hai gentilmente citato, mi soffermavo soprattutto sulla differenza da mantenere tra blog amatoriale, tenuto per il puro piacere di scrivere e comunicare con i lettori e il blog-impresa che sfrutta tutti gli strumenti e stretegie del web marketing (grafica, collaboratori, server, dominio, ecc.) e per questo costa un pacco di soldi.
    Ho fatto la precisazione perché, leggendo l'articolo del "Fatto", mi era parso che il mondo del blogging venisse ridotto ad una questione di denaro, di blogger che non arrivavano a fine mese perché pretendevano di campare solo con quello e quindi si rivolgesse solo al mondo del blog-impresa.
    Mi pareva un approccio sbagliato perché dimenticava tutti coloro che continuano a considerare il blog un passatempo, senza per questo essere meno professionali degli altri.

    Sul fatto del guadagno dal click non c'è niente di male, se rimane una scelta, però è chiaro che non può costituire una fonte di reddito.
    Se il blogger fosse pagato in quanto tale non sarebbe più un blogger, secondo me, e forse diventerebbe meno libero, chissà? Mi sbaglio?

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  10. Chiarissimo. Tre precisazioni:
    1. sono d'accordo con te: considerare un blog un passatempo non implica -o non dovrebbe implicare- essere meno professionali degli altri;
    2. il guadagno dal click è una fonte di reddito: che sia poco, o tanto, questo è un altro problema; di norma non ci si campa, ma se per avventura ci si dovesse campare tanto meglio;
    3. sulla libertà il discorso è complesso: se un blogger dovesse percepire un compenso per scrivere su una piattaforma, allora la questione andrebbe valutata caso per caso; se invece il reddito a cui ti riferisci è quello della pubblicità, il blogger rimarrebbe libero fino a che gli inserzionisti non pretendessero di mettere il becco in ciò che scrive. Nel caso di Liquida, o Google, io non ho mai ricevuto pressioni di sorta: anzi, sono stato io a dire ad Adsense, più di una volta, che certe pubblicità non le volevo. L'unica limitazione è normalmente quella del porno, che gli inserzionisti normalmente non accettano: ma se uno si occupa di quello credo vi siano altri circuiti che lo accettano eccome.

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  11. Sarebbe bello che pubblicassi i tuoi guadagni dal blog nell'ultimo anno.

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  12. per rafforzare quanto detto nel post - sul quale sono d'accordo - e per essere "trasparenti" fino in fondo...semmai vene fosse bisogno.

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  13. Non avrei difficoltà a farlo, anche perché si tratta di qualche centinaio di euro: ma non mi pare necessario né per rafforzare il post, né per una "trasparenza" della quale, francamente, non vedo la necessità.

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  14. Figurati, non volevo farmi i fatti tuoi ma trovavo davvero singolare che si motivi e si argomenti su un guadagno senza poi esporlo.
    Saluti

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  15. Discorso condivisibile, anche se per comprenderlo bisognerebbe conoscere i numeri del tuo blog, quanti lettori, quanti contatti ... ma capisco che non sia lecito chiedere.

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  16. Beh, chiedere conto ai blogger dei guadagni con Adsense mentre le mafie tentano di occupare
    ogni strapuntino all'interno delle istituzioni grazie a miliardi di guadagni illeciti mi pare un tantinello bizzarro. Strano paese.

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  17. Dopo aver visto la puntata di Report di domenica, posso dire anche io che sarei sottopagato da GOOGLE qualora decidessi di guadagnare dai blog

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  18. Mafie, guadagni illeciti e istituzioni corrotte denunciamo ma ci vuole una mentalità diversa per combatterle alla base: il guadagno nascosto, lo scontrino dimenticato, la ricevuta non emessa, la raccomandazione, la piccola truffa sono le fondamenta del marciume italiano. Lo ha detto che guadagna poche centinaia di euro col blog, diciamolo siano tanti o pochi non sono rubati, nei blog ci può stare anche la pubblicità se non invasiva. P.S.: io non ho pubblicità nel mio blog tutt'altro che professionale quindi guadagno = 0,00 euro

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  19. @metil paraben: il post di lameduck è perfetto.
    Anche e soprattutto per la parte che mette in rilievo il rischio di perdita di libertà a fronte di inserzioni che permettano lauti guadagni,perchè proprio in funzione di questi le pressioni possono aumentare,e aumenterebbero anche i blogger disposti a cedere alle stesse.
    per non parlare di chi sono gli inserzionisti che pagano la pubblicità attraverso queste agenzie pubblicitarie "canoniche".
    Ha ragione da vendere Lameduck.E' molto più dignitoso risunciare a quei pochi euri dati da coloro i quali di norma sui blog si contrastano.
    Bisogna vedere quanto vale la dignità.
    Altro che segnalare come pubblicità indesiderata.

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  20. @Spazzolone: vedo che maneggi con una certa disinvoltura il concetto di dignità: quella degli altri, ovviamente, e con quella punta di livore che a me, personalmente, non piace. E' un tono al quale, scusami, non presto orecchi. Che vuoi fare, sarà un mio limite. Pensa pure quello che vuoi. Saluti.

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  21. Noò,sei ingiustamente cattivo se mi parli di dignità degli altri senza conoscere le mie scelte,che non starò certo ad elencare in questa sede per difendermi dalla tua "accusa"di disinvoltura.Per quanto riguarda il livore,sei fuoristrada,mi piace provocare,questo si,e ancora di più quando mi trovo davanti a persone il cui pensiero incarna il mio.
    Il tono al quale ti riferisci magari ti sarà arrivato distorto magari da un'altra angolazione,ma nessuno ti impedisce di non prestargli orecchio.
    E'naturale che penso ciò che voglio e così auspico possa essere per il resto dell'umanità.
    Ognuno ha i propri limiti e i miei sono tanti
    lo ricosco.
    Dispiace comunque essere liquidati in questo modo,con l'interlocutore con le orecchie tappate.

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  22. Senza soldi una persona muore. Se uno mette della pubblicità e continua a scrivere liberamente non c' è alcuna mancanza di dignità, il problema fondamentale è che i signori di internet diventano stramiliardari in pochi anni sfruttando i servi della gleba (noi) gratis o per due soldi, quindi il problema evidente e fondamentale è che pagano troppo poco, bisogna ribellarsi per pretendere un ritorno economico equo non per farlo gratis!

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  23. @Spazzolone: non è questione di orecchie tappate, ma di logica. Tu evochi le "pressioni" degli inserzionisti (ma quali pressioni?), parli del fatto che sui blog si combattono "gli stessi" che fanno pubblicità (ma quando mai? ti risulta che questo sia un blog contro le imprese?) e concludi che si tratta di una questione di "dignità" in vendita, stabilendo in modo brutale cosa sia "dignitoso e cosa non lo sia. Sarà pure una provocazione, ma è una provocazione grossolana, buttata là senza stare tanto a guardare. Come faccio a prestare orecchio, anche volendo, ad affermazioni del genere?

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  24. @Metilparaben: I maggiori esponenti della destra e della sinistra,sono legati a catena con le grandi imprese,la chiesa invece pure,e da queste,traggono la forza economica che gli permette di soggiogare,attraverso l'induzione del pensiero unidirezionale,una gran parte degli italiani,in primis coloro i quali ad esempio,credono di pensare(me in testa).
    Se siamo daccordo su questo punto,allora converrai che:dare voce a messaggi che esortano a consumare prodotti inutili,che tendono a far credere che attraverso questi,uno rafforzi la sua personalità e che addirittura sono il viatico per entrare a far parte della società umana,altrimenti sentiti pure uno sfigato.
    E che per produrli si va in culo al mondo,
    tutto per qualche euro di spicci in più non leda la tua dignità,nessuno ti addita come essere privo di questa,però è certo che se un gigante tronfio,e sicuro di potersi imporre anche su un territorio,diciamo così ostile,per due briciole,
    sentirsi mandareaffanculo lui e i suoi quattro soldi.......un pochettino magari si sgonfierebbe e se anche non dovesse farlo comunque sarebbe un bel segnale.
    Se poi su quel punto non siamo in sintonia,ti ripeto il blog è il tuo e ci fai quello che ti pare,però se sollevi l'argomento,ti ciucci pure lo spazzolone di turno.
    Le pressioni che farebbero sti inserzionisti in cambio di ingenti somme o anche decenti somme,in realtà non sono evocate,ma supposte,pure gelli pensava che i giornalisti andassero minacciati e uccisi per mettere in atto il piano di rinascita,si è dimostrato,che pagandoli bene inserendoli in un contesto sociale "privilegiato" è bastato lo spettro del passo indietro,per asservirli totalmente al sistema. La provocazione rispecchia la grana di chi la fa,la mia evidentemente è grossa.
    non mi sembra così,ma è naturale,altrimenti non
    la avrei lanciata.
    Grazie,sinceramente, per la possibilità di replica.

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  25. secondo me è sbagliato ammettere nel proprio blog la pubblicità

    secondo me è giusto ammettere nel proprio blog la pubblicità

    io penso tutte e due le cose

    è sbagliato perchè chi fa il blog ci mette spesso passione, tempo, cultura, insomma ci mette del «lavoro» e gli inserzionisti della pubblicità lo pagano molto meno di quel che vale, e con il proprio lavoro gratuito si sottrae guadagno a chi invece ci dovrebbe vivere, magari un giornale on line vero e proprio

    è giusto metterla perchè in generale è opportuno che gli investimenti pubblicitari si spostino verso il web, perchè la pubblicità oggi come oggi, o meglio il governo dei suoi flussi d'investimento, è lo snodo «vero» del potere, anche politico

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