A volte le coincidenze della vita possono essere drammaticamente beffarde: il giorno in cui un attivista dei diritti umani viene brutalmente assassinato a Gaza è lo stesso in cui Veltroni e Pisanu illustrano la loro visione del mondo in una lettera al Corriere, riuscendo nella non banale impresa di accatastare qualche migliaio di battute senza esprimere un solo concetto degno di nota.
E' l'impietoso, dolente, drammatico confronto tra quelli che fanno, e a forza di fare ci rimettono la pelle, e quelli che chiacchierano, e a forza di chiacchierare finiscono per non essere più capaci di dire niente; tra quelli di cui non si sa quasi nulla, finché non fanno una brutta fine in nome delle cose in cui credono, e quelli di cui si sa tutto, perfino il piatto preferito e la squadra del cuore, ma in cosa credano è dato sapere sempre più di rado, per non dire mai.
Altro che periodo di decantazione, ci vorrebbe: questi virtuosi della fuffa dovrebbero semplicemente evaporare, se avessero un briciolo di senso della realtà.
Invece ho il sospetto che di Arrigoni, tra qualche giorno, non parlerà più nessuno, mentre quegli altri continueranno a dispensarci le loro illuminanti digressioni ancora a lungo.
E' così che va il mondo, dicono.
Ma forse l'Italia un po' di più.
TRistemente tutto vero
RispondiEliminahai ragione!
RispondiEliminaNo, no e no: bisogna ricordare!
RispondiEliminaE' il vero problema di questi tempi: non la memoria, ma il riconoscimento delle priorità. Nella vita in genere, e in tutte le sue manifestazioni - spirituali e materiali - ci dovrebbero essere degli eventi, dei pensieri più importanti di altri, semplicemente da dimenticare. Oggi, forse, non riusciamo più, tanto bene, a selezionare il grano dalla pula, la realtà dalle sue parodie.
RispondiEliminaCondivido, ma anche no.
RispondiEliminaChe Arrigoni non venga dimenticato dipenderà da noi.
Ecco un modo semplice per non dimenticare
RispondiEliminahttp://3.bp.blogspot.com/-zazMWNburEA/TalgDCgrFXI/AAAAAAAAAGc/NANrDEP1mLo/s230/arrigoni.jpg
Mi è venuto il mente il caso di un altro Arrigoni, ucciso in circostanze misteriose, per il quale pure c’è chi ha parlato dei servizi israeliani. Una notte del 2005, sulla statale Brescia Verona, sotto il cartello che segna l’entrata a Verona, ci fu una sparatoria. Rimasero uccise 4 persone. I due poliziotti di una Volante; Andrea Arrigoni, investigatore privato, già bodyguard della Lega, stimato in vita per la sua attività sindacale, poi dipinto da morto come pazzo maniaco; e una donna, presentata dai media come prostituta. Mi interessai al caso perché cerco di seguire tutte le notizie relative ad atti di violenza nei quali è coinvolta la polizia. Allora ipotizzai una provocazione di polizia finita male.
RispondiEliminaSecondo un post su Indymedia datato 2005, che ho letto nel 2010, la donna sarebbe stata in realtà un’ebrea ucraina, Galina Chafranek, forse agente di qualche servizio. Il post considera la possibilità che si siano intervenuti nella sparatoria soggetti terzi; la collega ad un avvicinamento di Arrigoni ad AN, il partito “guidato dall’attuale Ministro degli Esteri Gianfranco Fini, che negli ultimi mesi è giunto ad un acritico (ed a volte entusiasta) sostegno ai circoli giudaici euro-americani e all’entità sionista”. Digitando “Arrigoni” e “Chafranek” si può trovare il post su Google. Mi guardo dal presentare conclusioni, se non quella che sappiamo poco.
Sia chiaro che non ho nessuna intenzione di lodare Pisanu o Veltroni, né sminuire il valore di Arrigoni, una persona che è da ammirare per l'impegno con cui si è schierato dalla parte dei "perdenti", anche da parte di chi non è d'accordo con le sue idee politiche (a questo proposito, trovo meschini i commenti sarcastici su Vittorio da parte dei lettori de Il Giornale). Tuttavia non si può fare il raffronto con Arrigoni, altrimenti qui non si salva più nessuno.
RispondiEliminaCondivido il giudizio negativo sulla qualità della nostra classe dirigente, ma se la lettera di Pisanu (su Veltroni stendiamo un velo) può servire a rompere il Pdl e contribuire a buttare giù Berlusconi, ben venga qualsiasi cosa. Cosa diversa è la speranza nella capacità della detta classe dirigente di costruire sulle macerie.
A me, invece, ha atterrito udire per l'ennesima volta - come altre volte in casi simili - commenti per la serie "se l'è cercata"...
RispondiEliminaFino a che ci sarà gente che la pensa così, le speranze di "rinascita", per il nostro disgraziato paese, saranno sempre più flebili...
Chi resta umano e chi no.
Noi lo abbiamo ricordato così...http://selacapo.net/new/moniti-luterani/2011/04/15/%E2%80%9Crestiamo-umani%E2%80%9D-come-vittorio-arrigoni/
RispondiEliminaSiamo circondati da questa mancanza di senso che non riusciamo più a fare altro che sguazzarci, ormai. Guardiamoci intorno, guardiamo oltre i soliti e tristi conciliaboli di politici che cercano modi sempre diversi, ma tristemente uguali, atti solo a rimanere a galla in un defluire pesante di escrementi da loro stessi creati.
RispondiEliminaDobbiamo riprenderci in mano la responsabilità di essere umani, per l'appunto.
Non voglio più che notizie come quelle della morte di Vik, mi colga impreparata, rimestando nel torbido che ho dentro, fatto principalmente della consapevolezza del mio non agire.
Facciamo qualcosa di meglio che subire Silvio e co. Facciamo qualcosa di più.
Hai ragione Alessandro, e in fondo dipende anche da noi.
RispondiEliminaSe si finisse di parlare dei veltroni, dei d'alema, dei letta dell'altro pattume, invece di citarli anche solo perchè non dicono nulla, forse si accorgerebbero di essere inutili.
Invece giornali e tg continuano a dargli corda, a pubblicare le loro lettere e immondizia varia.
Cominciamo anche noi, nel parlare, guardare, scrivere, a recidere l'inutile.
Guadagneremmo tempo per parlare di tutto il resto. :-)