01 aprile 2011

Monetine

Lanciare una moneta a qualcuno può avere senz'altro una valenza simbolica: attraverso un gesto del genere, ad esempio, si può metaforicamente comunicare al destinatario che lo si ritiene un ladro, un corrotto, un venduto, un affamatore di popoli e via discorrendo.
Nondimeno, una monetina è pur sempre un oggetto metallico potenzialmente contundente, di tal che scagliarla addosso a una persona è anche un gesto oggettivamente -e con ciò intendo dire: a prescindere dalle intenzioni del lanciatore- violento.
Ebbene, a mio parere la violenza insita in un'azione alla quale si intende attribuire un significato simbolico predomina sempre -e dico sempre- sul messaggio che si vuole comunicare: fino a vanificarlo del tutto e a far passare il suo autore, come suol dirsi, dalla parte del torto.
L'inconveniente, del resto, non è insuperabile. Per aggirarlo è sufficiente azionare i neuroni e trovare il modo di riprodurre la stessa simbologia avendo cura di depurarla dagli elementi violenti: nel caso di specie, tanto per fare il primo esempio che mi viene in mente, lanciare delle monetine di carta, garantendosi così la possibilità di inviare al destinatario un messaggio perfettamente identico al precedente attraverso uno strumento del tutto inoffensivo.
Potrebbe sembrare una questione di lana caprina, ma non lo è: non soltanto perché ignorandola si finisce per regalare all'avversario il vantaggio di poter gridare al martirio, ma soprattutto perché la nonviolenza risponde a una serie di regole semplici ma rigorosissime, alle quali non è possibile derogare per alcuna ragione al mondo.
Rimane, naturalmente, la possibilità -che prendo in esame astrattamente, senza la benché minima intenzione di attribuirla ai manifestanti dell'altro giorno- che il lancio delle monetine sia semplicemente il pretesto per fare del male a qualcuno utilizzando la "copertura" di un gesto simbolico: a quel punto, per una questione di riconoscibilità, tanto varrebbe che gli aspiranti castigamatti uscissero dall'equivoco e adoperassero strumenti offensivi più precisi, efficaci e affidabili.
Senza contare minimamente su di me, ça va sans dire.

36 commenti:

  1. La carta non tintinna quando colpisce il suolo, la carta non ha lunga gittata, la carta non da quella bella sensazione tattile e liberatoria del lancio balistico.

    Capisco le esigenze ghandiane della non violenza, vorrà dire che anzichè tirare gli scudi di bronzo (o gli euro di pregiato nickel) meglio dotarsi di monetine di piccolissimo taglio, 1,2,5 centesimi al massimo, relativamente inoffensive ma altrettanto efficaci.

    Anzi, ancora di più, poichè oltre a veicolare il messaggio di "venduti", lo scarso valore della monetina non può che enfatizzare ciò che di loro pensiamo, cioè che siamo covernati da una casta che non vale nemmeno il soldo bucato che gli tiriamo.

    Già da mesi, sto accantonando tutte le monetine che posso, speriamo ci arrivino da soli ad andare "fora dai bal" prima che sia troppo tardi...

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  2. Ah...
    bei tempi andati del liceo
    quando durante le assemblee di classe il compagno "XXXXXXX" andava alla lavagna e ci spiegava che per aumentare la potenza delle molotov si doveva mischiare la benzina con la limatura di ferro...

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  3. E qual era la differenza tra la violenza del compagno "XXXXXXXX" e la violenza di quelli che diceva di voler combattere, per capire?

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  4. infatti nel mio immaginario la contestazione più bella a craxi non furono le monetine lanciate davanti al raphael ma le mille lire sventolate cantando, sulle note di guantanamera: "vuoi anche queste? bettino vuoi anche queste?"

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  5. che poi se lanci monete a quella gentaglia lì, facile che si fermano a raccoglierle

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  6. C'è niente di più significativo ed economico , di moneta di carta fotocopiata per esprimere lo stesso concetto , per il ladri e truffatori?

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  7. Sottoscrivo al 150% quanto detto da Gabriele e Luciana (mia omonima)
    Bel post, condivido (in tutti i sensi)

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  8. Da quel poco che ho visto sono state lanciate in aria monete da pochissimi centesimi, dal peso pressoché irrisorio e senza la foga del lancio diretto del rafael.
    Poi non scambiamo le vecchie 100 lire con le monete da 1, 2 cents... perché far del male lnaciando in aria monete tanto piccole è molto più ipotetico che reale.
    Certo, non è mai bello fare cose che ipoteticamente potrebbero far male (molto ipoteticamente) ma è pressoché inconcepibile lanciare banconote da 5 euro, primo perché non vanno al bersaglio, secondo perché sono pur sempre una discreta cifra.
    Troviamo un'altra forma, ok... spiace solamente che non sarà evocaitva della protesta contro Craxi.

    Secondo me se le cose continuano così, con l'assoluto disprezzo di ogni più elementare regola e rispetto, i nostri politici dovranno preoccuparsi di ben altre cose che del lancio di poche monetine. Sono un non-violento e non me lo auguro, ma so che sarà inevitabile.

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  9. Vedi Metil...
    Il compagno "XXXXXX" aveva un bel predicare inutilmente violenza, la violenza o ce l'hai dentro o la combatti. Il mio era solo un modo per sottolineare che non dobbiamo farci prendere da sussulti di "Ferrarismo", basta già Radio Londra che ci accusa di bigottismo, non ci flagelliamo anche da soli e diamo il giusto peso ai termini. Se una monetina da un centesimo è violenza la bomba scoppiata nella caserma di Livorno cos'è? Un atto di guerra? Io ho vissuto gli anni di piombo, ma il piombo quello vero, ho vissuto e lavorato nella città che ha dato i natali a Moretti, lì i volantini con la stella a 5 punte li trovavi appiccicati ovunque, se usavi una cabina telefonica durante la conversazione potevi farti una cultura rivoluzionaria. Io quei volantini li ho sempre stracciati ma, mio malgrado, dai comizi di Rauti e Almirante se mi andava bene tornavo con qualche ammaccatura, se mi andava male andavo al pronto soccorso a farmi mettere i punti, due al mento, tre al copracciglio, tre all'orecchio, bella collezione eh? Quindi che si parli di violenza per il lancio di monetine da uno o due centesimi mi fa ridere. Scusatemi.

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  10. D'accordo con Metil: reagire alla violenza con la violenza - anche di una stupida monetina di metallo - non solo non cambia le cose, ma ci rende uguali a chi disprezziamo. Non è l'entità della violenza - il lanciare monete da 1 cent o da 2 euro (più pesanti e quindi potenzialmente dannose), o il picchiarsi a comizi della destra - è il ricorso a qualsiasi forma di violenza, anche la più blanda, da non sottoscrivere!
    Il valore simbolico dell'atto si può promuovere altrimenti con l'uso della materia grigia in modo più creativo. Perché pure la minima forma di violenza legittima tutta la perversione relazionale che ci stanno imponendo dall'alto come modello dei rapporti tra noi, così come il pensiero che sia legittimo imporre il nostro volere sugli altri oltretutto recando loro danno fisico, psichico ed emotivo. E questo non mi sta bene, non è il mio modello.
    Sarò un'illusa, ma le armi della consapevolezza, della persuasione, della creatività e soprattutto della fermezza nelle proprie posizioni potrebbero bastare - lo si volesse, e si volessero fare atti forti, intensi, significativi. E da qui - da essere persone-in-relazione - ottenere una situazione libera sulla quale poi 'ricostruire' (e di lavoro da fare ce ne sarà comunque tantissimo!).
    Paralizzare un paese con lo sciopero di tutti - ma tutti, eh? - e a oltranza (non mollando per andare a casa perché hai la spaghettata con gli amici o la partita in tv...), finché non otteniamo ciò che vogliamo. Farsi ascoltare da chi ti ignora braccandolo con ogni mezzo possibile. Parlare, agire, essere onesti e corretti nelle proprie azioni quotidiane anche quando non si ha più da mangiare. Vivere in piazza per manifestare il proprio dissenso. Smettere d'essere acquirenti ignoranti di qualsiasi prodotto ci venga offerto come se acquistandolo acquisissimo un qualche status sociale. Fare questo tutti. Ma la mia sensazione è che siamo troppo individualisti, non stiamo ancora abbastanza male, talvolta non siamo neanche così diversi da quelli che combattiamo (ovvero ci facciamo stare bene il non ricevere una ricevuta dal medico o uno scontrino dal negoziante, parcheggiamo in doppia fila, abbiamo avuto un lavoro con raccomandazioni, facciamo i furbi appena possiamo ecc.) e non abbiamo nessun politico serio e credibile che ci possa rappresentare come alternativa a ciò che c'è, perché il 'palazzo' di noi se ne frega da entrambe le parti. Quindi o viviamo nonostante lo Stato, allargando sempre più sperimentazioni e soluzioni che ci fanno stare bene prendendo quanto più possibile - e sempre legalmente - le distanze dalle istituzioni e da prassi in cui non ci riconosciamo, oppure ci entriamo dentro sul serio, e questo vuol dire che se anche lavoro 8 ore al giorno, poi me ne faccio altre 4 a rompere le scatole nell'ultima sede di periferia di qualsiasi partito d'opposizione mettendomici seriamente dentro, con la mia cratività, fermezza e presenza, tutti i giorni, ma tutti (anche qui) non saltandone uno, e per quanta fatica mi costi, per quanto sia a pezzi, per quanto il mio lavoro sia precario.
    Basta lamentarsi, non ne posso più. Se questo stato di cose non ci sta bene, cominciamo a muoverci. E facciamo risuonare ogni atto positivo, denunciando parimenti a gran voce ogni sopruso. Certo, ci vuole determinazione, coraggio e impegno - tanto impegno anche quando non stai più in piedi. L'alternativa è tra prenderti ciò che ti serve per la tua vita o stare lì ad aspettare che qualcuno te lo faccia cadere dall'alto. Non credo possiamo ancora sperare nella seconda ipotesi...

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  11. La violenza è un mezzo, e come tale non è ne buono ne cattivo e non può essere condannato tout court.

    Senza violenza non c'è la rivoluzione francese, senza violenza mussolini ce lo tenevamo fino agli anni '70, come in Spagna e Portogallo, senza violenza i popoli oppressi rimangono oppressi e gli oppressori rimangono oppressori e così via (e non tiratemi fuori Ghandi, perché bisogna essere di un'ignoranza politica unica per prendere a modello l'eccezione che conferma la regola e poi dimenticare la regola).
    Ovviamente essendo un mezzo viene spesso usato per scopi tutt'altro che nobili.

    In ogni caso penso sia ipocrita condannare la violenza, oltre che improduttivo. La "violenza" della monetina lanciata addosso ad un politico è niente confronto alla violenza a cui ci sottopone la classe politica italiana tutti i giorni, e che popolo è uno che non sa neanche agire per legittima difesa?
    Certo, la violenza fa paura, e quelli che hanno più paura sono guardacaso quelli che hanno di più da perdere: quelli che passano le notti al caldo nei loro lettoni, quelli che ogni giorno fanno due pasti abbondanti e che possono permettersi il lusso di guardare la tv, leggere un bel libro, mandare avanti un blog...
    Ma la violenza è e rimane l'extrema ratio con la quale una persona o un popolo sottomesso possono liberarsi (senza violenza Gheddafi continua a torturare e uccidere prigionieri politici).

    Fatemi un favore, se condannate la violenza di principio, in modo assoluto, allora prendete la costituzione italiana e pulitevici il c**o perché senza violenza non sarebbe stata scritta. Lo stesso con la dichiarazione dei diritti umani, e così via. C'è troppa ignoranza ed ipocrisia su questo argomento...

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  12. In verità vi vico, che un giorno verrà l'ex radicale e dira che il lancio di pallottole di carta è violento, e insegnerà loro a protestare col lancio di semi di senape.

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  13. @ Francesco: la violenza fa paura, e quelli che hanno più paura sono guardacaso quelli che hanno di più da perdere. No, ci sono anche persone che non avrebbero più nulla da perdere eppure non la esercitano. E mi sembra tu faccia un po' di confusione in quelli che chiami 'lussi': a volte lo sono, altre volte sono espressione dell'impegno che si sottrae al sonno in vite durissime. Certo, tirare una molotov e scappare è infinitamente più facile, ma sinceramente io poi non avrei piacere d'essere governata da una persona che agisce in questo modo o dai suoi 'simili' - no, grazie ;-)

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  14. @Minerva: Tirare una molotov e scappare...tipico atto di guerriglia, quella che facevano i partigiani (non con le molotov ma la metodologia colpisci e fuggi era quella...) mi stai dicendo quindi che la guerriglia è sempre moralmente sbagliata? Vallo a dire a tutti quei popoli che hanno ottenuto la loro libertà da feroci dittature lanciando molotov e scappando che hanno fatto male, che sono stati vigliacchi perché non hanno combattuto con le idee, vaglielo a dire in faccia se sei coerente.
    In ogni caso quelli sono e restano "lussi" perché c'è chi, anche provandoci, qualche ora al sonno non la può strappare, o non ha un computer, o non ha internet,o non ha avuto il super lusso di farsi una cultura ecc ecc...non è una critica ai blogger, onestamente la seconda o terza pagina che controllo quando accedo a internet è questa perché il 90% degli articoli quì postati mi trova perfettamente d'accordo.
    Resta il fatto che per me condannare la violenza è come condannare un coltello perché può ferire o una macchina perché può uccidere, ma a quanto pare voi vedete solo in bianco e nero e se uno non è un "pacifista" come voi allora è un violento sovversivo che tira le molotov.
    Personalmente non ho mai usato la violenza su nessuno, uomo donna o animale, nella mia vita. Ho persino delle remore a schiacciare gli insetti, tanto è il mio rispetto per la vita, ma per chi non se ne fosse accorto non viviamo sulla montagna del sapone e fingere o illudersi che tutti i problemi si possano risolvere in modo non violento è proprio il tipo di pensiero che ci ha portato alla politica dell'appeasement, un bel successone storico per voi pacifisti direi!
    Che poi sia preferibile utilizzare metodi non violenti ogni qual volta sia possibile questo non lo metto minimamente in discussione, ma finiamola con questa assurda crociata contro la "violenza" in generale...

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  15. Anche se non in toto, condivido le parole di Francesco.

    La violenza fa parte dell'uomo da sempre e ne farà sempre parte, e cercare di negarla del tutto è ipocrita, così come far passare l'idea che sia sempre sbagliata.

    L'errore è chiuderla in un compartimento stagno e condannarla, quando ogni volta dovrebbe essere abbinata alla persona che la esercita e ai motivi che lo spingono.

    Puoi provare a parlare educatamente o contestare un bullo che ti mena, ma quello continua a menarti finché tu non rispondi con lo stesso tono.

    Mi spiace, ma non è la violenza il problema, è l'assenza ormai totale in molte persone di un cervello che permetta di controllarla.

    Bisogna essere galantuomini con i galantuomini, ma con chi usa gli schiaffi bisogna rispondere a schiaffi, altrimenti si rimarrà sempre sotto di loro a uggiolare come cani.

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  16. sono d'accordo anch'io con Francesco, non si può prescindere dallo scopo per il quale la violenza è utilizzata, con le questioni di principio si perde di vista il punto fondamentale che in questo caso è esprimere un dissenso.
    e con questo faccio un discorso generale, perché sinceramente parlare di violenza per il lancio di una monetina mi porta a pensare che il riso lanciato sugli sposi all'uscita dalle chiese può avere la stessa pericolosità (se non maggiore, fa anche scivolare). Dobbiamo dedurne che quelli che festeggiano le coppie novelle in realtà siano biechi attentatori?

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  17. Facile è lanciare le monetine e tornare a casa. Molto meglio sarebbe occupare le piazze (vedi gli egiziani di piazza Tahrir) fino alle dimissioni di questo governo anticostituzionale.

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  18. Personalmente credo che si sia arrivati ad un punto in cui la nostra dignità di cittadini e esseri umani sia stata calpesta così tanto che continuare con la non violenza è masochismo puro.
    Non ci si fila nessuno con le proteste pacifiche, questo perché l'italiano che vota Berlusconi è un prepotente per natura ed esercita azioni di microviolenza ogni giorno pensando che coloro che fanno proteste, invece che andarsi a divertire, siano solo degli sfigati.

    Una protesta come il lancio di monetine è un atto passionale, se ti metti a pensare al tipo di cose da lanciare uccidi la passione che c'è sotto.

    Rivoluzioni come quella Francese non si sarebbero mai potute fare con la non violenza.

    Ha ancora da venire il tempo in cui l'umanità agirà seguendo la propria parte razionale e non quella emotiva e personalmente non so nemmeno se mi piacerebbe tanto.

    Che ci piaccia o no tutte le nostre azioni e scelte sono dettate dalle nostre emozioni, il ruolo della razionalità è solo quello di guidarle.

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  19. Pisacane la penso come te, allora perché non ci proviamo anziché stare seduti a scrivere su un blog?

    Seguo questo bellissimo blog ma oggi non sono d'accordo, qualche monetina di bronzo non ferisce nessuno, non sono state lanciate come proiettili. è un gesto simbolico e solo un ipocondriaco ci vedrebbe della violenza fisica.

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  20. Le questioni di principio inseguono chimere, a furia di questioni di principio ci troviamo come siamo.

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  21. Sono completamente d'accordo con Francesco.

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  22. 4 commenti su 21 ammettono la violenza come un mezzo accettabile per condurre la lotta politica in un paese democratico. Senza nemmeno distinguere tra legittima difesa e attacco premeditato. Alcuni trattano pure con sufficienza la nonviolenza gandhiana.
    Posso avere qualche brivido?

    (Penso che sia chiaro, by the way, che condivido in toto l'opinione di Metilparaben su questo argomento.)

    P.S. Gli sposi danno implicitamente il loro consenso ad essere presi a chicchi di riso. Pure ad alcuni neolaureati viene fatta, goliardicamente, la ceretta sul petto, ma non per questo accettiamo che ai detenuti vengano strappati di forza i peli, per rieducarli. O, almeno, io non lo accetto...

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  23. ma la vogliamo smettere con questa idiozia?! guardate che non li han mica presi a sassate! la violenza è un'altra cosa rispetto al lancio di una manciata di spiccioli.


    poi vogliamo discutere se sia giusto o sbagliato prendere questi ratti a sassate sul muso? questo è un altro paio di maniche.

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  24. @ Magar

    4 commenti su 21 ammettono la violenza come un mezzo accettabile per condurre la lotta politica: "in un paese democratico" lo hai aggiunto tu.

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  25. nemmeno io lo accetto, Magar, ma qua stiamo confondendo tra azione dimostrativa e tortura - ambiti neanche paragonabili.
    come hanno detto più su, è a forza di questioni di principio e passività che ci troviamo dove ci troviamo adesso, con un'opposizione che quando si esprime lo fa per lagnarsi di come sono brutti e come sono cattivi quelli che ci governano.
    le parole non bastano contro quello che da cittadini siamo costretti a subire. chi ci governa delle nostre parole può permettersi di fregarsene altamente.

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  26. Una "azione dimostrativa" è quella che colpisce i simboli, non i corpi degli avversari. Altrimenti di questo passo parleremo di "ceffoni dimostrativi", "sberle dimostrative", eccetera.

    Una monetina, anche se non è un sasso, è un corpo contundente, lanciato con abbastanza forza può ferire (leggermente, certo) chi lo riceve addosso. Per caso siamo tornati ad accettare i "pallini piccoli piccoli, da passerottini", come faceva don Camillo? Giustifichiamo la violenza leggera?

    Dieci, cento, mille, centomila volte meglio un'opposizione "passiva" che un'opposizione complice degli estremisti maneschi.

    P.S. L'Italia è un paese democratico, e qui si parla di Italia, non me lo sono inventato io.

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  27. Erano mentini con il busto del duce

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  28. Secondo me c'è un pò di confusione sul termine violenza...

    Truccare i concorsi per dare posti di lavoro ad amici e parenti invece che ai meritevoli non è forse violenza?
    Bruciare milioni di euro pubblici per scopi personali e giochi di potere (caso del mancato accorpamento referendum con le elezioni) non è forse violenza?
    Ridicolizzare il parlamento italiano, che dovrebbe essere uno dei luoghi sacri civili dello stato che noi tutti rappresenta, non è forse violenza?
    Umiliare tutte le istituzioni politiche repubblicane, con quello che rappresentano e con quello che ci sono costate, non è violenza?
    Modificare le leggi a proprio piacimento e per il proprio tornaconto invece che a beneficio del popolo non è forse violenza?
    Togliere soldi alle scuole pubbliche e darli alle private (spesso confessionali) senza chiedere a nessuno non è violenza?
    Insultare la costituzione e la bandiera italiana, insultare gli immigrati, gli omosessuali, i "terroni" non è violenza?
    Impedire alla gente di gestire il proprio fine-vita non è una violenza atroce?
    Evadere le tasse non equivale a mettermi le mani nel portafogli e rubarmi i soldi? E non è forse violenza?

    Eppure è tollerato, alcuni si lamentano al bar con gli amici, altri ogni tanto manifestano (quando è stata l'ultima volta che una manifestazione è servita a qualcosa se non a contarci e a vedere quanto siamo belli, colorati, sorridenti, pacifici e soprattutto inconcludenti?).

    Io subisco tutto questo ma non posso truccare concorsi, non posso farmi le leggi, non posso e soprattutto non voglio umiliare il parlamento e questo paese, non posso evadere le tasse nè usare soldi pubblici. Posso manifestare, per poi vedere, tornato a casa, che non è servito a nulla a parte, forse, finire in tv. Altrimenti, preso dalla disperazione posso, tirare una moneta...un gesto anche triste se vogliamo, come lanciare un sasso ad un carroarmato, la frustrazione del debole contro il forte...il messaggio di un'incomunicabilità di fondo.

    Ma evidentemente per qualche persona moralmente illuminata questa violenza oscura, giustifica e addirittura cancella quella degli altri, secondo l'assurda filosofia "se sei violento diventi come loro". Certo, ottima linea di pensiero, quindi alleati e nazisti erano moralmente uguali dato che usavano entrambi bombe e fucili.

    La violenza della monetina nasce dall'incomunicabilità: "voi politici non ascoltate le nostre parole, usiamo le monete". La reazione più logica sarebbe chiedere alla gente perché lancia monete, così da interrompere l'incomunicabilità. Condannandoli e attaccandoli invece l'incomunicabilità aumenta esponenzialmente e quindi c'è il rischio che la volta dopo invece delle monetine ci siano i sassi, o qualcosa di peggio. E' questo che voi "pacifisti" volete?

    Ricordate sempre che essere pacifisti vuol dire applicarsi per evitare la violenza, non condannarla a parole e a principi, così come medico è chi cura le malattie, non chi ne parla male.

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  29. mi trovo perfettamente in linea con quello che dice Francesco, quindi non aggiungo altro.

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  30. Ho solo una risposta da dare a tutte le domande di Francesco: no, quella non è violenza, nemmeno da lontano*. È cattiva politica, ma non è violenza; e giocare con le parole è sempre un modo subdolo per cercare di vincere un dibattito, ma diventa pericoloso quando la parola-giocattolo è "violenza".
    Il principio secondo cui "dissenso politico in un contesto democratico -> ricorso alla forza fisica contro gli avversari" dovremmo averlo buttato nel cesso parecchio tempo fa.

    * La cosa che si avvicina più alla violenza è la legge sul "fine vita di stato", che espropria il cittadino del diritto a gestire il proprio corpo. Ciò però giustifica solo eventuali atti di disobbedienza civile, non reazioni violente contro gli estensori della legge. Anche il loro corpo è sacro.

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  31. a parte il fatto che le monetine fanno male solo se le pigli in faccia...è questo il problema? gliele tiro ai piedi!
    [l'unico problema sarà che poi vaglielo a spiegare che la monetina era un centesimo,era leggera, io l'ho lanciata in basso poi è stata la monetina che ha vinto la forza di gravità, ha fatto una parabola,un triplo salto carpiato e gli è finita in faccia XD]!
    Io sono d'accordo con Francesco e aggiungo che se io obbligassi mia zia a far cambiare scuola a mia cugina con le minacce invece che levando i fondi per il tempo pieno alla sua scuola, se obbligassi un quartiere intero come monteverde a stare in casa con una bomba invece che piazzarci gheddafi con le tende a villa pamphili, se bloccassi il parlamento per farlo lavorare a leggi ad personam tenendo in ostaggio Fini invece che usare la maggioranza di governo... sapete come si chiamerebbe? violenza privata!

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  32. Francesco ha detto tutto quello che si poteva dire e condivido appieno. Aggiungo solo che libertà e democrazia ci sono state regalate da quei giovani antifascisti che hanno usato la violenza e le armi per rispondere alla violenza della dittatura e in tantissimi casi hanno perso la vita. Sono convinto che quei giovani non erano violenti, penso che avrebbero voluto vivere in pace, pacificamente. La domanda che ci dobbiamo porre quindi è se sia giusto fare la stessa cosa nel caso in cui democrazia e libertà venissero di nuovo minacciate. Se non riusciamo a immaginare niente di simile, allora ho paura che non stiamo meritando il regalo che ci è stato fatto. E francamente quello del lancio di monetine contro quel fascista provocatore non mi sembra un tema ben scelto per discutere di pacifismo. Il gesto non era nemmeno violento in senso stretto, si è trattato di un modo per tirargli simbolicamente in faccia un po' della merda che meriterebbe.

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  33. "con le minacce invece che levando i fondi", appunto. Certo che le minacce sono "violenza privata", ma lo stesso non si può dire per i tagli alla spesa pubblica!

    Sono francamente costernato dall'inquietante leggerezza con cui si mescolano allegramente concetti che, in uno stato liberale, dovrebbero essere distinti come il giorno e la notte. La forzatura linguistica e l'abuso delle parole si spingono fino ad equiparare la malapolitica ad un'aggressione fisica. O a paragonare impropriamente la dittatura del Ventennio (o l'occupazione nazista) alla democrazia liberale in cui viviamo tuttora.

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  34. Ma insomma Metil,
    dire che una monetina è un oggetto contundente mi sembra un po' esagerato. Dipende dalla moneta. Ti sfido a fare un benché minimo male a qualcuno lanciandogli una moneta da 5 o 10 centesimi

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  35. Alberto...
    erano monete da 1 centesimo e due centesimi...
    e qui parlano come se li avessero presi a sassate. Io mi ritiro in buon ordine ripetendo che a furia di fare troppa attenzione ai principi, l'opposizione ha fatto una brutta fine.

    AUGH!!!

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  36. ORGANIZZIAMO la nostra ira, facciamo un po' di ordine, l'indignazione è insufficiente. I partigiani erano tanti, diversi ed armati.

    «Dappertutto c'erano villaggi che stavano bruciando, e così finalmente ho capito. Quelli che erano arrivati dal mare non erano una banda di predoni, come ce n'erano già state in passato. Erano centinaia, forse addirittura migliaia: un intero popolo di soli uomini, e volevano la nostra terra e le nostre donne»
    S. Vassalli, Un infinito numero
    "Per questo ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione"
    Cesare Pavese, La casa in collina
     

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