Google+ e le sue "cerchie" stanno cercando di farmi fare una cosa che non mi è mai riuscita in quarantadue (quasi quarantatré) anni di vita: distinguere tra gli amici, gli amici degli amici, i conoscenti, quelli che ho incontrato tre o quattro volte e quindi non sono semplici conoscenti ma neanche si può dire che siano amici, quelli che mi stanno simpatici, quelli che dicono cose interessanti, e magari quelle che un giorno o l'altro varrebbe la pena di invitarle a bere un aperitivo perché non si può mai dire.
Io le cerchie non le ho mai sapute fare, manco nella vita "normale": mi è successo di raccontare i cazzi miei a persone che avevo incontrato sì e no una volta, perché per qualche oscura ragione mi ispiravano fiducia; mi è capitato di essere riservato con gente che conoscevo da trent'anni, perché non mi pareva il momento giusto per vuotare il sacco; ho diviso il pane con dei quasi sconosciuti, ho passato giornate ad ascoltare le confidenze di qualcuno che avevo visto la prima volta mezz'ora prima, mi sono nascosto per mesi agli occhi di chi mi stava accanto da quando ero alto così.
Odio le caselle, detesto le definizioni, sono terrorizzato dai ruoli.
Le cerchie di Google+ sono una metafora straordinaria di tutto quello che non voglio essere.
Condivido al 100% ma... non è un po' lo stesso anche su Facebook? (Chiedo perché non sono registrato neanche lì).
RispondiEliminaCiao,
Emanuele
E' che il "mondo chiuso" è algoritmicamente più trattabile. A Google fa comodo poter ontologizzare i messaggi scambiati, al fine di ricavare conoscenza (e quindi veicolare meglio la pubblicità).
RispondiEliminaBen detto. Parole sante.
RispondiEliminaè semplice, elimina tutte le cerchie e fanne una sola dove ci metti tutti senza distinzione
RispondiEliminaInfatti esiste l'opzione di condivisione Pubblica, proprio per venire incontro alle tue esigenze :)
RispondiEliminaQuando scrivi
RispondiElimina"mi è successo di raccontare i cazzi miei [...] mi sono nascosto per mesi agli occhi di chi mi voleva bene." ti contraddici. Non crei altro che un paragrafo in cui cataloghi (come su google e facebook) le tue conoscenze.
Questo è quello che ti permette di fare un filtro come quello di facebook o google+ proprio perchè tu possa -scegliere- con chi fare o non fare certe cose (e non farle a prescindere con tutti), sia esso qualcuno che conosci da 30 minuti oppure qualcuno che conosci da 30 anni.
Avrebbe più senso, a sostegno della tua tesi (che non condivido) dire "in genere racconto i cazzi miei in teatro, dopo aver invitato sia i miei amici recenti che quelli pluriennali."
"hey ragazzi ci vediamo stasera al campo di calcetto alle 8 invece che alle 7, perché c'è stato un problema con la prenotazione. ok per tutti?"
RispondiEliminaseleziona cerchia "calcetto", invia.
@Angelo: il rilievo è formalmente corretto. Spero si capisse cosa volevo dire nella sostanza.
RispondiElimina@tutti gli altri: d'accordo. Sarà pratico, ci sarà modo di "correggere" (io ho messo tutti negli "amici" e via). Ma è proprio la filosofia di base, che mi atterrisce.
C'è gente che è stata licenziata per colpa di uno status update di facebook! Questo atterrisce.
RispondiElimina@Metil
RispondiEliminail mio rilievo era mirato a farti notare che naturalmente dividi le amicizie anche nella vita quotidiana. Non bisogna avere timore di "catalogare" quando ci viene data la libertà di farlo per una nostra comodità.
Non possiamo arrabbiarci anche con la rubrica telefonica perchè crea dei ghetti dove andiamo a rinchiudere tutti gli amici che cominciano per la lettera B, C o D.
Tutto quel che non vogliamo essere, non sarà una tecnologia a farcelo diventare.
Filosofia? I circoli di Google non sono 'fan club' dove giudichi gli amici, ma solo strutture comode per mandare update solo ad alcune persone, o vedere solo i loro. Mi pare più che naturale poter vedere distintamente i post delle persone che sento tutti i giorni da, che so, quelli con cui gioco online o del circolo di fotografia.
RispondiEliminaAggiungendo il fatto che comunque i circoli non sono né visibili né mutui (esistono solo per chi li crea), per me si tratta proprio di un non-problema.
Metil, sono un tuo affezionato lettore e uno scettico dei social network, tuttavia questa volta devo dissentire. Il servizio delle cerchie non fa altro che permetterti di creare dei gruppi a cui inviare dei messaggi particolari, per degli usi particolari. E l'origine del sistema è facile: su facebook, si condivide qualcosa e tutti lo leggono, e ciò può diventare pesante alla lunga, perché non tutto quello che si scrive interessa necessariamente a tutti. Quindi hanno detto "facciamo in modo che possono scegliere a chi mandare i messaggi". Ma la cerchia è un elemento "aperto", non un elemento definitivo. Quindi si possono mandare messaggi a una parte della cerchia, a tutta la cerchia e qualcun altro, a più cerchie.. Oppure a tutti e basta semplicemente (default fra l'altro.) Non è altro che un metodo originale e da un certo punto di vista, umano (non credo che quando si chiama la gente per uscire la sera si vada ad avvertire il padre, il nonno e il macellaio no?) per smistare le informazioni. Ricordandosi sempre che sono elementi più "fluttuanti" che "rigorosi" (come dimostra il fatto che ogni persona può appartenere a più cerchie, fondamentale dal punto di vista "filosofico" imho).
RispondiEliminaSpero che questa mia riflessione possa aiutarti a rivalutare la "filosofia" di base di un social network che, purtroppo, rimane un ente digitale, un aggregato di server che, non sapendo pensare, si adegua come può alla società.
Ma guarda, io non devo rivalutare niente. Alla fine lo userò, come sempre. Però l'immagine che mi continua a rimbalzare in testa (e tu hai ragione, e lo spieghi bene, ma è un'associazione, non so se rendo) continua ad essere sgradevole. Tutto qua.
RispondiEliminaNella mia "cerchia" nerd nessuno direbbe 'ste cose... ^.^
RispondiEliminaAlla fine della fiera è un semplice modo per fare un distinguo fra persona e persona e rendere più semplici e utilizzabili le impostazioni della privacy, secondo me non c'è da farci sopra chissà quale riflessione.
RispondiEliminaAnche a me da un poco fastidio l'idea che la mia vita sociale debba conformarsi all'immagine schematica che gli ingegneri o designer di google (o di facebook) hanno dei rapporti umani...
RispondiEliminaLife by design... Quanto siamo noi ad usare le tecnologie e quanto sono loro a trasformare le nostre vite? La domanda può sembrare paranoica, ma vi invito a riflettere per un attimo su quanto facebook ha già cambiato la nostra società, in meglio e in peggio.
"Facebook, Google+, myspace gruppi e cerchie ma intanto nessuno sa dirmi chi m'ha fregato la bicicletta"
RispondiEliminaSe io non fossi eterosessuale, giuro, sarei follemente innamorato di te anche non avendoti mai incontrato.
RispondiEliminaPerò eterosessuale per il momento è una delle poche etichette che son sicuro di poter indossare.
Mmv
Però, però...
RispondiEliminaA mio parere una delle cose più fastidiose di Facebook è proprio la mancanza di differenza tra l'amico del cuore e il tizio che hai conosciuto l'altro giorno in birreria e ti ha chiesto l'amicizia. Forse il termine "cerchia" è brutto e sgradevole, suona tanto "loggia", ma il concetto non mi sembra così campato in aria...
Beh Alessandro. Io vedo le cerchie solo come uno strumento (più avanzato di FB) di catalogare i contatti, non le persone. Insomma: ho una cerchia dii colleghi di lavoro, ed una di amici stretti. Ai colleghi sono visibili la mia email ed il mio cellulare, ma non le foto delle vacanze. Ma alcuni colleghi sono anche amici, e quindi li ho inseriti anche nella cerchia "amici", che ha accesso a tutte le mie foto, e con cui condivido anche i post più idioti. E fra gli amici c'è anche mio cugino, che ho inserito anche nalla cerchia "famiglia", l'unica con cui condivido il video del battesimo di mio nipote.
RispondiEliminaÈ un sistema davvero pratico, se non fosse che quei cerchi animati sono enormi e assediano mezzo schermo (un bell'elenco nella sidebar non era meglio?)
Il discorso che tu esponi non fa una piega se parliamo di "amici". Mentre le cerchie acquistano -cinicamente- senso se parliamo di "condivisione dati". Su Facebook le due espressioni sono dei sinonimi, e molte persone non riescono a capirlo. E non c'è nulla di meglio della schematicità, per quanto approssimativa, per trasmettere il concetto. Anche se è un po' un abominio sociale/sociologico, come giustamente sottolinei.
RispondiEliminalo strumento - da quanto ho letto - può essere utile per aumentare la rilevanza delle informazioni scambiate, ma è vero che indirizza ad essere rigidi nelle catalogazioni dei contatti.
RispondiEliminapuò essere anche utile per controllare la diffusione delle informazioni, a mantenere una certa distinzione tra la propria immagine pubblica nel mondo lavorativo e quella nella propria cerchia di contatti personali (per chi ancora riesce a distinguere le due cose). ma da questo punto sono molto più talebano: trovo un'aberrazione che in un social network si usi il proprio nome anagrafico, ed infatti in facebook uso uno pseudonimo e quando vedo apparire un collega di cui non ho la massima fiducia lo blocco a priori.
forse l'argomento più forte contro le cerchie è quello di Marco S. Nobile: in questo modo si danno al gestore del social network, e quindi a chi compra informazioni da lui, informazioni più ricche circa la propria rete di relazioni.
cancellati....
RispondiEliminaIl problema è non riuscire a distinguere. Siamo una società fortemente individualista in cui il sociale, inteso come socializzare coi tuoi simili, è delegato ad un social network. Questo da un lato rende più facili i contatti, ma dall'altro inibisce la conoscenza delle persone reali. E' sicuramente più comodo e questa è la funzione della tecnologia( migliorarmi la vita).
RispondiEliminaCi devono però essere anche elementi "scomodi": per tentare di spiegare, qui sul blog posso essere d'accordo o in disaccordo con te; ci vuole però anche il filtro della realtà: potrei trovarti simpaticissimo pur non condividendo neanche un po' il tuo pensiero, o potresti starmi qui, pur essendo d'accordo in toto con ciò che dici.
Il limite dei social network è proprio questo: ti danno la possibilità di entrare in contatto con un numero inimmaginabile di "identità", senza però poter conoscere le persone che ci stanno dietro.
@autoreblog: guarda che puoi tranquillamente mettere tutti nello stesso cerchio ed evitare così tutti i problemi psicologici conseguenti alla suddivisione.
RispondiEliminaIl problema magari arriverà se vorrai comunicare qualcosa che interessa solo la tua famiglia o solo quelli che giocano a calcetto con te.
Metil, perdona l'OT, ma vorrei proprio sapere la tua opinione sul mio blog... tenendo in considerazione che tra un po' lancerò anche un progetto letterario online (che non è del livello del tuo, ovviamente)...
RispondiEliminaIo penso sia "umanissimo" avere rapporti diversi con persone diverse. Tu porti ad esempio dei casi particolari, come quello di raccontare la tua vita ad uno sconosciuto, ma un social network (mezzo per le masse) non si può basare sulle eccezioni, ma semplicemente si adegua a quello che è il comportamento normale delle persone: dividere in cerchie.
RispondiEliminaNon è infatti Google che ha inventato questo concetto, l'ha semplicemente tradotto. Tutti noi abbiamo una cerchia di amici, una cerchia di conoscenti, una cerchia di colleghi, una cerchia di amici che ci stanno un po' sulle palle...
E se proprio non ti va, metti tutto in una, nessuno te lo vieta. Io penso che questa sia una critica gratuita, dato che a Facebook viene imputato esattamente il problema opposto (e lì sono state inserite le "liste").
Tu come le avresti strutturate le amicizie?
Beh, è un social Network, che ti da la possibilità di tutelare la tua privacy, se lo vuoi... Altrimenti metti tutti in una sola cerchia e via! problema risolto.
RispondiEliminaGoogle plus ti permette di rispecchiare esattamente la tua vita. Io come te mi sento di condividere tutto con veramente quasi tutti, per questo ho creato una sola cerchia da escludere alcuni dei miei post, tutti gli altri sono i benvenuti! Nessun obbligo!
Ciao Metil,
RispondiEliminaio invece nella filosofia di Google+ ho trovato una risposta proprio a ciò mi rendeva diffidente verso altri social: il giusto grado di attenzione e rispetto verso (il tempo de-) gli altri.
I commenti che ho letto al tuo post propongono numerosi ed ottimi esempi concreti sul perchè il sistema delle cerchie sia uno strumento pratico e molto aperto al modo più congeniale a ciascuno di esprimersi (compreso parlare sempre ad un'unica cerchia aperta...).
Tuttavia apprezzo la riflessione più ampia che il senso del tuo messaggio porta: quella sull'etica alla quale improntare la condivisione dei nostri pensieri con gli altri.
Proprio in questo -credo- sta il merito più importante del nuovo servizio di Google: ancora una volta BigG ha saputo innovare, cambiando il punto di vista corrente sui social e riportando il dibattito sul COME si comunica on-line, prima che sul COSA.
Sarò un ingenuo, ma mi piace pensare che Larry Page e Sergey Brin credano davvero nel motto 'don't be evil', che a loro dire avrebbe ispirato la crescita di Google.
In fin dei conti la vita reale è ben più cruda e spietata nel disegnare cerchie entro le quali tutti noi finiamo - volenti o nolenti - e dalle quali è molto più arduo venire fuori: sei uno 'che conta' oppure uno 'sfigato'? 'c'hai i soldi' o sei 'un morto di fame'? sei 'figo' o sei un 'cesso'?
Da anni noi stessi disegnamo le nostre cerchie e molto più spesso ci finiamo inclusi, malgrado tutto.
In Google+ viene data un'opportunità: dare alle cerchie uno scopo alto, che ci obbliga a rivolgere un pensiero più attento a chi riceverà i nostri messaggi.
In un mondo che è nato con il DNA dello spam e che negli anni ha pensato soprattutto a come estendere il raggio d'azione, beh... è quasi una rivoluzione copernicana!
Ti sei mai presentato a una riunione formale in ciabatte e bermuda? Hai sempre usato lo stesso linguaggio, alla Cerimonia come all'addio al Celibato? Hai rivelato ai tuoi zii le tue fantasie sessuali?
RispondiEliminaOk, estremizzo anch'io, ma giusto per dire che sono anch'io tra quelli, questa volta, che non condividere l'assunto. Qualunque teoria di psicologia sociale dà per assodato che l'individuo cambia, a seconda dei gruppi e del contesto. E non è forzatamente un male, anzi.
Post bellissimo e verissimo, indipendentemente dal giudizio che si puo' avere Sulla funzionalita' di google+.
RispondiEliminaMerita un posto nell'antologia dei tuoi migliori posts.
Fai un errore fondamentale, consideri le cerchie di G+ come catalogazioni di persone. Non è così, le cerchie sono solo e semplicemente mailing list, gruppi di indirizzi, modalità comode per distribuire le informazioni.
RispondiEliminaPuoi farne 100 o solo una e la flessibilità della cosa rende G+ utilizzabile come messaggistica personale privata, come group mail, come area di discussione, come twitter, e in tanti altri modi.
Hanno toppato un sacco di volte, ma G+ è un win.