Per preparare un'insalata bisogna prendere un cespo di lattuga fresca, tagliarlo a strisce in senso longitudinale (30 secondi), sciacquarlo sotto l'acqua (40 secondi), asciugarlo con un panno da cucina (40 secondi), metterlo in un contenitore (10 secondi), condirlo con un goccio d'olio, un pizzico di sale e -facoltativamente- una spruzzata d'aceto (20 secondi): in tutto fanno 140 secondi, diciamo tre minuti volendosi tenere larghi.
Per cucinare un sugo al pomodoro e basilico occorre sbucciare uno spicchio d'aglio (15 secondi), metterlo in una padella con un filo d'olio (15 secondi), aspettare che soffrigga (60 secondi), aprire un barattolo di polpa di pomodoro (5 secondi), buttarcelo dentro (1 secondo), salare (5 secondi), aspettare che si scaldi (240 secondi) e terminare la cottura dopo averci aggiunto qualche fogliolina di basilico: in tutto fanno 341 secondi, diciamo approssimativamente sei minuti.
Ebbene, voi credete davvero che tutti quelli che comprano l'insalata in busta già tagliata e lavata, o il sugo pomodoro e basilico già pronto nel vasetto, non abbiano tre o sei minuti liberi per ottenere lo stesso risultato in modo più genuino e spendendo la metà? Mi pare chiaro che la risposta è no.
Eppure nei supermercati le insalate in busta e i sughi pronti, oltre a tutta una serie di ulteriori prodotti simili che non sto ad elencare per brevità, vanno via come il pane; il che equivale a dire che le persone li comprano, strafottendosene di mangiare una cosa più buona ed economica, nonché di rilassarsi facendo una cosa semplice per loro stesse, in ragione della supposta necessità di risparmiare una manciatina di minuti.
Non sto parlando, badate, di un esercito di cretini: conosco un mucchio di individui intelligenti che comprano quotidianamente quella roba, e questo post non è in alcun modo un attacco alla loro libertà di scelta. Dico soltanto che a mio parere li stanno fregando, che stanno facendo loro il lavaggio del cervello, che li stanno scientificamente convincendo ad adottare comportamenti insensati.
Mi pare un'ottima metafora del tempo in cui viviamo: oltre a farci spendere il doppio ci raccontano che ci stanno facendo risparmiare tempo, mentre in realtà quel tempo ce lo rubano. Lo sottraggono a noi stessi, quel tempo, alle piccole cose che potremmo fare con gioia, e dopo avercelo portato via se lo fanno anche pagare, come se fosse loro. E magari, sotto sotto, ci suggeriscono che i minuti strappati al taglio dell'insalata o al soffritto dell'aglio potremmo sommarli, metterli via, unirli tutti insieme e infine dedicarli ad attività più costruttive e gratificanti.
Tipo uscire e comprare qualche altra cosa.
Possibilmente inutile, sennò poi magari finiamo per dedicarle del tempo.
Secondo me il problema è un altro e riguarda il piacere della cucina e del mangiar bene: se ti piace cucinare e ti piace mangiare bene, te ne freghi del tempo speso e prepari la tua pietanza con il maggior impegno possibile; chi invece ritiene che il cibo e la cucina servono solo per rimanere in vita, cercheranno di impegnarsi il meno possibile per poi dedicarsi ad altro. Un'altra coda da considerare, sono i gusti personali: ad esempio, io odio le verdure e compro solo insalate in busta che poi affogo nell'aceto, poi però amo gli stracotti e posso stare due-tre ore ai fornelli per vedere come procede la cottura e se c'è bisogno di aggiustarne il sapore.
RispondiEliminaUn utilizzo interessante è quello delle miste.
RispondiEliminaSe il consumo è ridotto eviti di dover acquistare diversi tipi in quantità che non riusciresti a consumare....
Un Sorriso
Assolutamente, totalmente d'accordo.
RispondiEliminaTi rispondi da solo nel momento che parli di "piccole cose che potremmo fare con gioia". Se per me lavare l'insalata è una rottura di maroni, i due minuti risparmiati a non farlo (e che magari uso appunto per preparare il sugo, o una torta) sono tempo speso meglio, magari con più gioia, e che vale il suo prezzo.
RispondiEliminaio a fare il sugo ci metto almeno mezzora... l'insalata pronta non la compro mai, il sugo pronto solo se è in superofferta e in qualche modo speciale (non al basilico per intenderci...)
RispondiEliminacmq sono generalmente daccordo, ci dicono che ci fanno risparmiare tempo e denaro ma ci fregano sempre.
Io sono un amante dell'insalata in busta. Non spreco acqua per lavarla, non sporco posate per tagliarla, panni per asciugarla e soprattutto tempo. Apro la busta (1 secondo) condisco (20 secondi). 21 secondi contro 140. Tu pensi di mangiare in modo più genuino solo perché non è dentro una busta di plastica?
RispondiEliminaNon è tanto una questione di genuinità e di pulizia (tutte da verificare!!), ma di prezzo. Le insalate già pronte costano fino a 10 volte in più di quelle sfuse. Se però queste cose non contano ....
Elimina"tre o sei minuti liberi per ottenere lo stesso risultato in modo più genuino e spendendo la metà? Mi pare chiaro che la risposta è no."
RispondiElimina... ma che analisi e'??? Per fortuna conosci un sacco di persone intelligenti che comprano questi prodotti: fatti una domanda... non e' che forse la non intelligenza sta altrove?!
Lavaggio del cervello da parte di chi??? Quanta pubblicità si vede in TV relativa a insalate in busta? Forse chi la compra e torna ad acquistarla ha fruito di un servizio soddisfacente, no?
Quest'analisi un po' facilotta e alla ricerca di consenso populista lascia il tempo che trova... se uno vuole il prodotto già pronto bene, altrimenti troviamo pomodori e insalate sfuse in ogni reparto ortofrutta, senza alcuna pistola puntata alla tempia...
in linea di principio non fa una piega, ma in realtà non sono d'accordo perché chi vive da single non può comprare ingredienti freschi o è costretto a mangiare ogni giorno la stessa cosa.
RispondiEliminale microporzioni (che suonano un po' come mangime) sono ideate per la vita dei single nel periodo postindustriale. io mi sento come un animale domestico che si procura il cibo e lo mangia senza entusiasmo. è molto triste ma è la realtà.
per questo quando ho del tempo libero mi premio con qualcosa di meglio che è semplicemente qualcosa di preparato in casa, magari con qualche ospite. è un'ottima scusa per acquistare gli ingredienti e non doverli buttare via, che è una cosa a mio avviso più orrida rispetto al mangiare cibi cosiddetti industriali (cosa c'è di industriale? gli ingredienti sono sempre naturali).
La verdura dei supermercati fa schifo tanto quanto quella in busta. L'insalata "fresca" della COOP, oltre a costare di più di quella del mercato, il giorno dopo è già mezza annerita e da buttare, quella del mercato la compri il sabato mattina e la tiri tranquillamente fino al venerdì dopo. Fortuna di abitare in un paese da 15k anime dove si riesce ancora a comprare roba decente colta nei campi vicini.
RispondiEliminacmq grazie, mi hai fatto riflettere su un aspetto al quale pure ci penso, ma senza troppa riflessione. magari fra qualche tempo sarò dalla tua parte ..e chissà che non sarai tu a cambiare idea :)
RispondiEliminaC'è di più, c'è una "progressiva" sottrazione delle categorie fondamentali del pensiero, la sottrazione dello spazio, che viene contratto nella televisione, e la sottrazione del tempo che viene contratto per lasciare "libero" solo il tempo della produzione. Neanche a me piace parlare di intelligenza più o meno acuta ma non posso fare a meno di osservare che molti comportamenti sono espressione di automatismo per il quale un homo sapiens è sprecato, basta molto meno!
RispondiEliminaConsiglio sanitario, l'insalata va sfogliata e lavata più volta in abbondante acqua, quindi asciugata bene e poi tagliata. Se vuoi farlo bene per evitare rischi di gastroenteriti (come l'epidemia di Escherichia ci ha insegnato la scorsa primavera) 3 minuti per lavare l'insalata sono pochi. Le insalate in busta vengono coltivate in soluzioni idroponiche in mezzi di coltura sterili, vengono lavate e asciugate prima di essere imbustate. Io sono una che si pianta la verdura in giardino, ma se mi capita di prendere l'insalata pronta lo faccio perché il risparmio di tempo c'è, se le cose vuoi farle bene.
RispondiEliminaAnch'io mi sono arruolata da tempo nell'esercito dei compratori del tutto pronto, si mangia! Ma non per mancanza di tempo, per pigritudine mentale.
RispondiElimina700 minuti di applausi.
RispondiEliminaCi educano a disprezzare il tempo dedicato per la cura del cibo e della famiglia. Pauroso.
Momo docet.
RispondiEliminaIl tempo rubato è un argomento di discussione importante,e vedo che tutti i commenti sono focalizzati sul cibo a me invece viene da pensare agl'ultimi vent'anni rubati,penso ai sei anni del tuo blog ed alla poca importanza che gli viene dato(i finanziamenti li hanno dati alla carta stampata)penso alle ore di lavoro inesistente inventati per pagare stipendi,penso al tempo perso nel non sfruttare le energie nuove o rinnovabili,penso al tempo buttato davanti ad un monitor a guardare quattro sciacalli che si divertono al posto tuo..Bel post complimenti
RispondiEliminaO tempora O mores Signora Mia. Io cucino solo di week-end e faccio largo uso di costosissime insalate pronte con tanto di condimenti a peso d'oro dentro per i pranzi in ufficio. Ovviamente perché sono molto pigra ed ho soldi da buttare. Parlare a sproposito generalizzando su vite altrui che manco si conoscono è sempre una pessima idea, si tende a fare brutte figure. Come minimo.
RispondiEliminaOnestamente io ho sempre comprato l'insalata in busta (i sughi pronti no però)
RispondiEliminada oggi comprerò l'insalata a piante e me la farò io da solo..
Grazie!!!
Ottimo post!
La realtà, come per un'infinità d'altre cose (es. Parcheggiare in quadrupla fila, pur di fermarsi proprio davanti ad un negozio), è che siamo diventati profondamente pigri mentalmente. Di questo ne approfittano i produttori per venderci ciò che in fondo "vogliamo", come l'insalata pronta. Non ci rendiamo conto di diventare sempre più schiavi del "sistema". Ad esempio, detto da un single "peccatore", che compra scatolette o sughi pronti (ma non l'insalata), l'insalata dell'articolo arriva a costare fino a DIECI volte il prezzo della fresca (controllato da me nei supermercati). Se non è follia questa!
RispondiEliminaLa realtà, come per un'infinità d'altre cose (es. Parcheggiare in quadrupla fila, pur di fermarsi proprio davanti ad un negozio), è che siamo diventati profondamente pigri mentalmente. Di questo ne approfittano i produttori per venderci ciò che in fondo "vogliamo", come l'insalata pronta. Non ci rendiamo conto di diventare sempre più schiavi del "sistema". Ad esempio, detto da un single "peccatore" come me che compra scatolette o sughi pronti (ma non l'insalata), l'insalata dell'articolo arriva a costare fino a DIECI volte il prezzo della fresca (ho controllato nei supermercati). Se non è follia questa!
RispondiEliminaTendenzialmente concorde. Ma a onor del vero... ha in parte ragione chi dice che chi è single ha più difficoltà a comprare cibi freschi. Inoltre a cucinare un sugo ci vuole un po di più e sopratutto pulire la padella unta è noisoso e dilunga ulteriormente i tempi.
RispondiEliminaDetto ciò, sono la differenza a livello di genuinità ed economico giustifica lo sforzo, che può essere tale i primi tempi, ma poi ci si fa l'abitudine e non risulta più nemmeno tale.
Concordo ma sono problemi loro.
RispondiEliminaIo sono arrivato al punto di farmi il pane (con la macchina del pane) e non riesco a concepire chi compra il preparato già pronto al doppio del costo di farina, pressoché uguale al prezzo del pane già pronto.
Comunque sulle piccole cose non c'è percezione di risparmio o spreco, per esempio se ti compri la bottiglietta d'acqua da mezzo litro fuori casa ti costa come il litro mezzo del supermercato o il metro cubo del rubinetto
io lo ammetto, sono pigro, e compro l'insalata in busta.
RispondiEliminalo so che e' sbagliato. lo so...
comunque e' vero che per i single e' piu' difficile, perche' se ti compri un'insalata fresca, e se non vuoi mangiare *solo* insalata per giorni, la meta' alla fine la butti via.....
e poi io se sono da solo ho zero voglia di preparare, cucinare, ecc ecc...
tra l'altro i single (o anche gli accoppiati che per motivi vari vivono da soli dal lunedi' al venerdi') sono tanti... ma nessuno pensa a loro...
siamo una categoria non protetta!!!! :-P
Anche se lo ha già scritto qualcuno ribadisco che anche io compro l'insalata in busta perchè vivo da sola e se mischio più varietà, come mi piace mangiarla, dovrei buttarne via un sacco. E non posso sempre passare al mercato a comprare la misticanza che mi piace in assoluto più di tutte.
RispondiEliminaE non mi sento schiava del sistema, anzi.
I sughi pronti e le passate invece mi fanno schifo e concordo con te, ma per quello che posso cerco di non prendere prodotti lavorati. Ad esempio mi faccio il pesto da sola e poi lo surgelo in barattolini singoli, oppure compro il basilico a mazzetti una volta ogni due-tre mesi, arrotolo qualche fogliolina e le metto in un contenitore per il ghiaccio e le surgelo, così ho sempre basilico fresco e non mi va a male bel frigorifero.
TE L'AVEVO DETTO CHE NON TI ERI SBAGLIATO MA ERA UNA QUESTIONE DI LUNGIMIRANZA...
RispondiEliminahttp://metilparaben.blogspot.com/2011/09/22-settembre.html
Non ce lo rubano il tempo, ce lo vendono e come tale ce lo fanno pagare. Semplice, elementare, ma evidentemente non abbastanza per te.
RispondiEliminaTe lo spiego con un esempio: tu cosa fai? Il commercialista? Mi pare di sì, ma anche se così non fosse continuo con il mio esempio. Il tuo lavoro in cosa consiste? Banalizzo al massimo: compili la dichiarazione dei redditi per conto di altri. E questi altri perché non se la fanno da soli? Si tratta di compilare dei moduli sulla base di disposizioni di legge che, come tali, sono pubbliche.
Perché non lo fanno? Perché non sanno farlo? E perché non imparano? Si tratta di utilizzare il loro tempo per imparare qualche legge: si tratta di acquisire cultura, avere più coscienza di sé, eppure non lo fanno, vengono da te, ti pagano per fare quello che potrebbero realizzare da soli, passando il loro tempo studiando e acculturandosi.
Ne consegue che tu, secondo il tuo ragionamento, rubi il loro tempo e ti fai pure pagare.
PS: chiedo scusa per non aver letto gli altri commenti che, credo, siano sullo stesso tenore del mio; purtroppo vado di fretta.
Riferisco un commento di un'amica, che ha le idee più chiare di me su questi argomenti:
RispondiElimina---
L'unica cosa sulla quale concordo è che il fresco (ma non il
conservato e/o conservabile, attenti) già preparato in busta è il Male
Assoluto.
E infatti io non sono una compratrice di insalate in busta del super,
anche perché esiste una via di mezzo: una fruttarola che la verdura la
lava lei, la taglia lei e la mischia lei, e poi te ne dà quanta te ne
serve senza sprechi. E anche per i sughi, ci sono ottime passate,
anche bio, a prezzi concorrenziali e in confezione riciclabile,
soffritti già pronti per chi detesta sminuzzare le verdure, e poi
olive, capperi, alici sott'olio, pancetta a dadini, e chi più ne ha...
che riescono sia a restituire il piacere di fare da sé, sia a far
risparmiare tempo. Comunque sia: un tema cruciale, svolto molto male.
Innanzitutto i tempi di preparazione indicati dal signor Metil sono un
po' troppo stretti, per amore di retorica; poi si dilatano
incontrollabilmente se mentre sciacqui, asciughi (quale panno? È
ridicolo, per l'insalata ci vuole la centrifuga altrimenti poi nella
ciotola trovi un lago d'acqua), tagli ecc. hai uno o più bambini che
reclamano la tua attenzione, ben che mi renda conto che quello non è
un problema di tutti... ma può essere agilmente sostituito con un/a
compagno/a di vita petulante, un genitore anziano bisognoso di
attenzioni, il call centre di Sky che insiste a chiamarti proprio a
ridosso dell'ora di cena, et cetera. Le cucine vuote e silenziose
della pubblicità esistono solo nella pubblicità. Tuttavia, il punto
fondamentale è un altro: «quelli» non ci fanno pagare il tempo (perché
se compriamo quella roba siamo stati noi a consegnarglielo,
cazzarola), bensì ci fanno pagare a un prezzo forse accettabile il
lavoro altrui - e vorrei anche vedere - e soprattutto la plastica
dell'imballo. La fottuta plastica del fottuto imballo. Bisogna cercare
di evitare il fresco in busta - evitarlo del tutto se si ha un altro
lavoro che non sia la massaia è fucking impossible - perché implica
un'immissione sconsiderata di immondizia nell'ambiente a fronte di un
vantaggio davvero minimo. Mi spiego? I tortellini Rana: buoni,
vantaggio temporale rispetto a stendere la sfoglia, preparare il
ripieno, farcirli, lasciarli riposare ecc. incomparabile, imballo
tutto plastica che se vivi in un comune che fa una differenziata seria
si ricicla, ecc. Quindi: sì. Insalata in busta che magari va
nell'indifferenziato perché non è proprio di plastica: No. Non ci sono
scuse. Ma la colpa non è di chi la fa, è di chi la compra. E chiudo:
osserviamo solo gli ultimi cinquant'anni, e sarà facile capire che le
donne le ha liberate non già il Movimento femminista, ma l'industria
alimentare-conserviera. A cui sia lode e gloria imperitura. Basta che
non sfrutti il prossimo e non inganni i consumatori. E questo oggi lo
si può controllare, e decidere di non dare i propri soldi agli
sfruttatori. N'est-ce pas?
D'accordissimo con chi ti fa notare che tanto lavaggio del cervello sulle insalate in busta io francamente non ne vedo in giro, e con chi ti dice che lavare l'insalata in un minuto e mezzo vuol dire prenotarsi per un ricovero in ospedale, ma poi soprattutto è un problema di priorità e di libertà di scelta, libertà che ti viene dal trovare negli scaffali frigo le insalate imbustate e nel reparto ortofrutta quelle in cespo (o al mercato del quartiere, in caso). A me i sughi pronti fanno schifo e non li mangio mai, preferisco prepararli, ma invece i 10 minuti che impiego per lavare bene l'insalata me li risparmio volentieri, e anche se è più cara mi premio volentieri con una imbustata (che comunque sciacquo), alla modica spesa di un mezzo euro in più, risparmiandomi quel fastidio, e impiegando quei minuti risparmiati per vedermi un pezzo in più di film, o leggermi un libro o un post sul tuo blog. Cosa c'è di insensato nel risparmiare tempo? Per andare a firenze, prendi ancora un sano interregionale che ci mette 3 ore e mezzo o preferisci metterci un'ora e mezza con l'alta velocità (ovviamente se non ci sono impedimenti finanziari)? Non è che l'interregionale sia come una sana e piacevole passeggiata, per me è solo più lento e noioso. Ora, per alcuni cucinare è noioso, è una perdita di tempo, prima dovevi per forza beccartela, ora puoi scegliere, dov'è la fregatura? Perché attribuisci ad un fantomatico lavaggio del cervello il fatto che i tuoi amici intelligenti vogliono rinunciare ad un po' di qualità e genuinità (e, nel tuo caso, anche al brivido della mancanza di igiene ;)) in cambio di una ventina di minuti da dedicare a quello che a loro piace di più?
RispondiEliminaLa morale comunque è: se mi inviti a cena, la verdura la lavo io, ok? tu pensa al sugo... ;-)
Personalmente la vedo come una questione di libertà di scelta. E sono solo felice che ci siano più possibilità possibili. Tu vuoi la lattuga biologica, vuoi lavartela con cura, preparartela e pregustartela mentre lo fai? E' un tuo sacrosanto diritto farlo. Io voglio prendere l'insalata in busta per avere un contorno pronto quando rincaso tardi dopo essere stata in piedi una giornata a lavorare (eh sì, c'è gente che lavora in piedi e a sera stare ulteriormente in piedi per altri 10 minuti è una tortura) è giusto che io abbia la possibilità di farlo.
RispondiEliminaL'importante è la scelta e la libertà di poter scegliere, per risparmiare tempo, per avere prodotti freschi e misti, per non dover sprecare il cibo, ma anche per pigrizia ed incapacità pratica (conosco persone adulte normodotate che non hanno idea di come si lavi e si tagli un cespo di insalata, e non sto scherzando)
Insomma, non siamo qui a fare a gara di cosa sia migliore in assoluto, perché non esiste un migliore assoluto, tutto qui.
Ero indecisa: Momo di M.E., oppure S.-E.
RispondiEliminaAlla fine, ecco chi ha vinto:
"Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete.
Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva piu' il bisogno di bere.
"Perche' vendi questa roba?" disse il piccolo principe.
"E' una grossa economia di tempo", disse il mercante.
"Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano cinquantatre' minuti la settimana".
"E che cosa se ne fa di questi cinquantatre' minuti?"
"Se ne fa quel che si vuole..."
"Io", disse il piccolo principe, "se avessi cinquantatre' minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana..."
è la riflessione sul «vendere tempo» quella interessante, a prescindere le considerazioni, seppur utili, di tipo alimentare
RispondiEliminaforse in effetti la nostra mente di inurbati post moderni è disabituata all’idea di dedicare molto tempo al soddisfacimento di esigenze elementari fisiologiche di base
in qualche modo «ragioniamo» a scatti frenetici, mentre probabilmente un essere umano di secoli or sono, abituato ad un mondo non automatizzato, non percepiva nessuna lentezza in azioni che si potevano svolgere solo ad una moderata velocità
oggi più che fretta abbiamo una sensazione malsana di lentezza, ci pare lento ciò che è invece nel giusto ritmo e ci pare normale ciò che invece è frenetico
alla velocità artificiosa ci si abitua, in una spirale senza fine, del tutto omologa allo spaventoso e inevitabile incremento della produttività lavorativa
siamo ormai creature malate di tempo falso
ahahah che c'è sei a corto di argomenti,oppure ormai metti sul blog anche la prima cosa che ti viene in mente?
RispondiEliminaMa la cosa curiosa è che su Uva nessun commento e sull'insalata mille.bah!
Dove sono io la valeriana nei supermercati la vendono solo dentro le buste in plastica e già lavata e se la voglio mangiare sono costretto a comprarla così(non posso scegliere, dovrei cercare un fruttivendolo che non ci sono quasi più o un contadino). E comunque se vai all'estero tipo nei paesi anglosassoni nei supermercati tutta la frutta e la verdura è impacchettata, non c'è merce sfusa... sinceramente quando mi avevo notato questa cosa mi ha dato fastidio e temo che man mano andremo avanti sarà così anche nei nostri supermercati.
RispondiEliminaUhmmm... quando sono solo in casa mangio spesso surgelati, amo la buona cucina (ieri ho fatto l'amatriciana con il guanciale e ho anche fatto una ricca insalata mettendoci però anche tonno funghi mais e fagioli in scatola) ma se devo cucinare per me solo un po' mi rompo. Un bel po'. In estate mi faccio l'insalata di riso che mi dura 4 giorni. Così mi sbatto una sola mattinata a lessare riso, tagliare pomodori, bollire uova, affettare wurstel e aprire scatolame vario, dai vari condiriso al tonno all'olio o al naturale.
RispondiEliminaPerò riflettevo. Settimana scorsa ho mangiato un pacco di ravioli ricotta e spinaci al pomodoro. Surgelati. Di una grande industria. Quella, esatto. Costo, circa 4,50 euro. Metto due cucchiai d'olio in una padella, scaldo, metto il contenuto della busta (tutto, sono un'idrovora), copro, ogni tanto li giro, 6 minuti e sono fatti. Si raffreddano un pochino, gnam, slurp, finiti. Lavo la padella e la forchetta. Fine del pranzo.
Avessi voluto farli normalmente: costo dei ravioli, 1 euro-1,50. Facciamo un euro, va. Costo della polpa di pomodoro o della passata circa 0,75. E siamo a 1,75 euro. Differenza: 2 euro e 75. Olio e sale non li contiamo (olio è pari, sale costa talmente poco che non mette conto considerarlo). Però: accendiamo 2 fornelli (grande e medio) e non uno (medio). Tempo: 15 minuti per far bollire l'acqua + la cottura dei ravioli, che può essere di 2-3 minuti come di 7-8 minuti, dipende dalla marca e dalla preparazione. Ma già abbiamo nel migliore dei casi il triplo del tempo, e oltre il triplo del gas (fornello grande versus medio) per la sola cottura della pasta. Se mettiamo lo stesso tempo anche per cuocere il sughetto, il tempo sarà sempre il triplo, il gas sarà più del sestuplo.
Non so a questo punto se ci sia vero risparmio, e fino a che punto. E le cose da lavare diventano 2 (la pentola della pasta, facile da lavare ma sempre una cosa in più).