Buongiorno a tutte/i!
Una delle ragioni per le quali Minerva è esasperata dai politici attualmente al potere è che l'immaginario mediocre, deprimente, disumano e patetico cui ci hanno sottoposto - e che continuano a tirare a inculcarci come modello di felicità, benessere e successo (ma per favore!) - si nutre di parole che costoro ci hanno rubato e delle quali fanno un uso perverso, ben distante dal loro significato originario.
Per quanto apparentemente questa potrebbe sembrarci cosa di poco conto, in realtà è attraverso le parole che diamo forma ai concetti e alle nostre esperienze. Ed è vero che la lingua cambia col tempo nell'uso quotidiano che ne fanno coloro che la parlano, ma quando il nuovo significato è frutto della scelta intenzionale di una corrente politica per mascherare i propri interessi e le proprie prospettive - fingendo che le cose siano come non sono - non va più tanto bene.
In un post molto agguerrito di alcuni mesi fa indicavo, ad esempio, il caso della parola 'libertà' in bocca a chi pretende di regolamentare questioni così private che investono la medesima gestione personale del nostro corpo - un evidente paradosso, nonché un abominio. E pensiamo parimenti a come è stata svalutata la dimensione di competenza, piacere, creazione e partecipazione alla costruzione del mondo e della comunità insita in tanta trattazione filosofica del concetto di 'lavoro', oggigiorno ormai percepito unicamente come un tragico soffocante distruttivo fardello - ancorché insicuro, precario, e potenzialmente
schiavistico - dopo il tempo del quale e l'alienazione che ci provoca comincia la nostra vera esistenza (se riusciamo ancora ad avere energia e fiato per viverla).
E vogliamo dire qualcosa di quel concetto meraviglioso che sarebbe contenuto nel termine 'amante' venuto invero ormai a indicare persone in ruoli affettivi precari, e comunque riprorevoli agli occhi dei più? E che dire delle parole 'vincere/vittoria', ormai inutilizzabili non tanto per via del motto, anche sottoscrivibile, erroneamente attribuito a De Coubertin, quanto per l'uso che ne fecero certi protagonisti della storia italiana al punto tale da convincere anche le generazioni a venire a provare una certa ritrosia nell'utilizzarle pure in situazione potenzialmente appropriate (con le mafie vogliamo partecipare, convivere, pareggiare o le vogliamo provare proprio a vincere?).
Benissimo. Abbiamo ora la possibilità di partecipare a un progetto collettivo per cominciare col riprenderci le parole, custodirle e difenderle: la Società Dante Alighieri, che sostiene la diffusione della lingua italiana, lancia il progetto "Adotta una parola", con il quale chiunque può candidarsi (volontariamente, ma anche senza alcuna spesa) a divenire custode per un anno di una parola a sua scelta della lingua italiana - impegnandosi a diffonderne il significato corretto e a segnalare alla società in oggetto gli usi errati (o perversi!) della medesima.
Non vi sembra questa una mirabile occasione - pur se non sta nel loro progetto, ma nel nostro di resistenza sì - per riprenderci, custodire e difendere altri immaginari e altre prospettive sulla vita, le relazioni, il mondo in cui viviamo associate al significato originario di quelle parole?
In sintesi, possiamo cominciare a cambiare le cose anche solo riappropriandoci della lingua che parliamo - imparando ad approfondire noi stessi i significati delle parole che usiamo e poi a difenderli da chi ne fa un uso distorto e cerca di mettere questi ultimi significati arbitrari e truffaldini nelle nostre teste: resistenza è anche questo.
Non vi sentite già dotati delle armi migliori - ovvero la scrittura, l'intelligenza e un po' di strategia? E, ciliegina sulla torta, lo facciamo all'interno del 'sistema', con i
suoi stessi strumenti (date un'occhiata ai credits della società...).
PS1: grazie a Giuliana per la segnalazione del progetto.
PS2: Grazie ad Ale e Giada per le utili conversazioni in merito a questo post.
PS3: il sito è sottodimensionato per le connessioni che sta ricevendo, quindi se incostraste intoppi nella scelta+adozione della parola, abbiate pazienza e riprovateci in altro momento. Sarà mica il dover ritentare più volte che può farci desistere, no? Forza! Riprendiamoci le parole! ;-)
Giorni fa ho adottato il lemma "partenopeo".
RispondiEliminaRiappropriarsi delle parole è sicuramente un modo per resistere.
Da napoletano ho sentito il bisogno di adottare proprio una parola che potesse riassumere il mito, la leggenda e la meraviglia della città di Napoli
Fabrizio
http://www.laboratorionapoletano.com
le parole sono importanti. a volte insufficienti, ma spesso non abbiamo altro che quelle, e quindi. io ho adottato "invalicabile" e "fisiologico"; ne volevo adottare altre, ma per il momento non ci sono riuscito. riproverò.
RispondiEliminaLa lotta ai contronimi ideologici: "Prevenzione"
RispondiEliminaNel sito della Dante Alighieri ho cercato di propormi come “custode” della parola “prevenzione”. Ma non la considerano tra le parole da proteggere. Eppure è una parola che da benemerita è divenuta pericolosissima. E’ di questi giorni la notizia della proposta, abbastanza allucinante, di estendere agli adolescenti maschi il vaccino HPV, autorevolmente criticato anche dall’ortodossia (v. “Dalla parte delle bambine”, documentario della tv svizzera); e per il quale occorre dubitare che sia anche teoricamente in grado di prevenire il carcinoma della cervice uterina:
http://menici60d15.wordpress.com/2011/09/22/liceita-giuridica-del-battesimo-dei-neonati/
Si sta affermando finalmente che questo screening non salva sostanzialmente vite, ma aumenta il peso del cancro diagnosticandolo precocemente o falsamente (Welch, Frankel, Likelihood that a woman with screen-detected brest cancer has had her “life saved” by that screening. Arch Int Med, oct 24, 2011). Da noi invece si cerca di espandere la frode alle donne giovani e alle adolescenti:
http://menici60d15.wordpress.com/2011/10/16/teenage-cancer/
Gran parte di ciò è stato ottenuto con il misnomer “prevenzione”, che dovrebbe voler dire “ Azione diretta a impedire il verificarsi o il diffondersi di fatti non desiderati o dannosi” (Devoto-Oli) e invece nella pratica significa l’opposto, medicalizzazione iatrogena della popolazione sana:
http://menici60d15.wordpress.com/2011/02/25/anche-gli-psicologi-vogliono-le-spadare/
“Prevenzione” è così divenuta un “contronimo”, una di quelle parola che racchiudono due significati diametralmente opposti, spesso a causa di manipolazioni ideologiche. (V. “contronimi” nel mio sito). E’ un dato di fatto che attualmente per “prevenzione” si intendono interventi medici; che comunque li si voglia valutare di fatto esulano dal significato originario. Inviterei la Dante Alighieri e gli altri che hanno a cuore la lingua e la sua funzione sociale a considerare anche l’adulterazione della parole comuni; e in particolare la formazione di contronimi ideologici. Per ora, invito a riflettere sulle parole profetiche di Maccacaro, caso raro di medico e comunista che ci credeva davvero:
“La diagnosi precoce, il check-up, gli screenings di laboratorio, i test multifasici: tutte queste cose che sono assordantemente propagandate e reclamizzate, […] sono assolutamente inefficaci e inopportune per la tutela della salute […]. La loro reale funzione è quella di tranquillante sociale, compiuta col dépistage di qualche “vero” malato organico (cancro, diabete, eccetera il cui destino resterà purtroppo immodificato) per dare agli innumerevoli altri la falsa rassicurazione necessaria al prolungamento nel tempo del loro possibile sfruttamento.
La vera medicina preventiva […], l’unica che abbia senso e verità, non è quella che il capitale ci propone ma quella cui il capitale si oppone. E’ la medicina che rintraccia le cause patogene e le elimina invece di trattenersi agli effetti e mascherarli con la finzione del loro riconoscimento precoce. Però se le cause sono nel modo di produzione, nella gestione sociale, nella costrizione di vita che il capitale ha imposto ed impone, cioè se il capitale è – come è – esso stesso patogeno, potrà mai combattere contro di lui e per l’uomo la medicina che si è fatta mediatrice dle suo comando sull’uomo?” (In: Francese D. Sanità SPA, 2011).
io, custode della parola "inventivo" http://qumodink.blogspot.com/2011/10/custode-inventivo.html
RispondiEliminaqualche mesi fa scrissi questo post, ladri di parole, http://www.ipaziaevviva.com/2011/05/ladri-di-parole.html.In questi anni ci hanno rubato di tuto, ma senz'altro il furto culturale e morale più perverso è stata la risemantizzazione e ricollocazione di alcune parole/valori che solitamente riguardano la dimensione privata in ambito pubblico. Quindi se dovessi adottare una parola adotterei proprio la parola privato, rivestendola di quel pudore e valore perduto.
RispondiElimina@ Fabrizio Reale: bellissimo il lemma "partenopeo"!
RispondiElimina@ ganfione: amen, fratello! :-D
@ menici60d15: argomentazione molto interessante, grazie di questo stimolo alla riflessione.
@ inki: bravo! :-)
@ Manuela Mimosa Ravasio: bellissimo post, in cui risuona molto del lavoro controculturale - si dirà così? - che molti stanno già facendo per riappropriarci di ciò che ci è stato rubato: sento in particolare, tra ciò che tu indichi, le parole, il concetto di libertà e quello di bellezza. Continuiamo - che sia un'erosione continua, capillare e diffusa, per riprenderci ciò che è nostro ;-)
Letto l'articolo, forse tornerà utile pure
RispondiEliminaun protettore dei nomi propri: De Coubertin.
Letto l'articolo, credo serva pure un protettore dei nomi propri: De Coubertin.
RispondiEliminazuzzurellone
RispondiElimina@ (At): hai stra-ragione, corretto subito! Grazie!!! :-D
RispondiEliminaMe ne scuso con te e con i lettori, ho gli occhi che mi si incrociano ormai e di fatto mi tocca spesso riprendere i post e correggerli a distanza di qualche ora.
La fretta, altra cosa di questa società in cui viviamo che mi sta veramente mandando in bestia. Grazie ancora :-)
Le parole sono un po' come i soldi: alcune creano inflazione
RispondiEliminaHo adottato arcobaleno, lo sapevi già. Ciao.
RispondiEliminaavrei voluto adottare la parola "affatto", ma nei dizionari proposti non esiste.
RispondiEliminache faccio, mi accontento di "contraffatto"? c'entra, mi pare...
avrei voluto adottare la parola "affatto", ma nei dizionari proposti non esiste.
RispondiEliminache faccio, mi accontento di "contraffatto"? c'entra, mi pare...
avrei voluto adottare la parola "affatto", ma nei dizionari proposti non esiste.
RispondiEliminache faccio, mi accontento di "contraffatto"? c'entra, mi pare...