Buongiorno a tutti! Minerva Jones è un po’ frastornata da
tutta questa baraonda che va avanti da settimane, ma l’occasione le è gradita
per spendere anche qui due parole su immaginari, bellezza, sensorialità, e vari
altri elementi che possono rendere la nostra esistenza un po’ più felice – pur
nella landa desolata della tristezza politica e mediatica con cui ci
confrontiamo ogni giorno e nella fatica di vite quotidiane in cui sopravvivere
è diventata la scalata di una parete rocciosa a mani nude.
Minerva, in effetti, è disgustata per l’incoerenza tra il dire e il fare, infastidita per l’ignoranza,
l’incompetenza e la volgarità assurte a valori positivi e premesse ineluttabili
alla carriera politica, e infine indignata
per la retribuzione di tutti costoro con i soldi di noi cittadini – ma non su
questo vuole invitarvi a pensare.
Lei, soprattutto, non riesce proprio a stare dentro immaginari
contaminati da squallore, ignoranza, volgarità – e rimane convinta che la
condizione e le relazioni umane potrebbero far provare ben altro, se mutassimo
punto di vista e ci predisponessimo a viverlo.
Tristezza e mediocrità davanti ai miei occhi – questo vedo e
da questo intendo fuggire!
Minerva continua a pensare, per esempio, che il sesso sia meraviglioso non tanto se
è ‘libero’, quanto se è eros (Marcuse docet) – ovvero un
insieme di desiderio, passione, complicità, comprensione, comunicazione e condivisione
in cui tu, semplice essere umano, per un istante accedi all’assoluto, diventi
‘eterno’, annulli lo spazio e il tempo, e poi porti con te la positività che
hai provato in quell’istante nella tua vita quotidiana, investendola di
‘energia vitale’ (un mix strepitoso di endorfine, ossitocina, serotonina e via
dicendo). Vogliamo comparare questo con un paio di palpatine a pagamento?
Perché il mio immaginario erotico deve allora essere impoverito
al livello del Drive In (carne da
macello) – che mi propina una televisione ripetitiva e stanca o una politica
che mette mano al portafoglio – se invero per me è moto dell’anima, situazione
magica, tensione verso il piacere che pur posso vivere nella mia vita quotidiana
ogni volta che un profumo mi porta in un’altra dimensione della memoria, un
alimento mi stimola tutti i sensi, una conversazione mi riempie il cuore, la
vista del mio innamorato me lo riduce in mille pezzi?
E scostandoci dal discorso erotico, per parlare piuttosto di
relazioni sociali, sarò un’idealista ma ritengo che i rapporti tra le persone
non dovrebbero più modellarsi su categorie e ruoli che in ultima analisi
hanno privato tutti noi della libertà di espressione, vincolandoci a espliciti
o impliciti compiti e limiti di azione: finché ci sarà una donna che verrà
trattata come una povera scema oggetto di dominio maschile, ci sarà un uomo che
verrà dileggiato se vorrà esprimere le proprie fragilità e i propri sentimenti.
Che siamo uomini, donne, ‘corpi universali’ – che m’importa?
Io vorrei poter essere persona tra
persone, non avere nessun ruolo oppure avere tutti i ruoli possibilmente
contemplabili con gli interlocutori con i quali mi accompagno per condividere momenti
delle nostre vite – mutualmente complici, amici, alleati, compagni, padri,
figli, fratelli, amanti, che negoziano direttamente e liberamente tra loro, di
volta in volta, regole e limiti di una relazione che fa stare bene entrambi.
E vorrei infine, a chiusura parziale di una lista dei
desideri che sarebbe davvero troppo lunga, cominciare con il riappropriarmi di parole che poteri
perversi hanno declinato a finalità in aperta antitesi a ciò che esprimevano in
precedenza. La parola ‘libertà’ in bocca a chi pretende di regolamentare
questioni così private che investono la medesima gestione personale del nostro
corpo io lo trovo un evidente paradosso (nonché un abominio), così come il
termine ‘amante’ – potenzialmente ricchissimo di connotazioni di dono d’amore
appassionato (e gratuito) – è ora decaduto a designare persone che vivono ruoli
sgradevoli in relazioni fasulle.
Revolution starts at
home, preferably in the bathroom mirror (“La rivoluzione comincia a casa,
preferibilmente davanti allo specchio del bagno”), scrivevano gli Hüsker Dü.
Ciascuno di noi ha un proprio ‘mondo immaginario/immaginato’
– un’inedita e unica intersezione di memoria e desiderio. La storia
dell’umanità, nei suoi piccoli e grandi cambiamenti, ci insegna che la
trasformazione di una società e di una cultura avviene nel momento in cui alcuni
iniziano a percepire i mondi immaginari/immaginati come ‘mondi possibili’ – potenziali
collocazioni e proiezioni future di sé (e non sto parlando di politica, di
partiti, di rappresentanze: sto parlando proprio
delle nostre vite quotidiane e delle nostre relazioni faccia-a-faccia).
Forse già solo questo – affermare
la nostra presenza, in questa
società in crisi, come presenza consapevole, riflessiva, e segnata dall’intenzione,
dal desiderio, dalla tensione verso un certo nostro immaginario – potrebbe essere ‘rivoluzionario’.
E voi? Quali sono gli elementi che vi
rendono felici, le componenti del vostro
immaginario, a prescindere da quello che invece vi viene proposto come modello
mediatico e politico oggi? E se sono già presenti nelle vostre vite quotidiane - questi elementi - potreste spingerli magari ‘oltre’? Perché, in tal caso, non cominciare a farlo ora?
Uhm... il mio immaginario? Dunque, il mio immaginario si compone di (censura) ma anche di (censura) e poi di (censura). Si capisce così tanto che sono un berlusconiano? Ovviamente sto scherzando, e tu, cara Minerva, forse non te ne sei resa nemmeno conto, ma hai scritto un manifesto, quello della leggerezza consapevole. Propongo uno slogan: vedo tutto ma non sopravvivo, vivo.
RispondiElimina"finché ci sarà una donna che verrà trattata come una povera scema oggetto di dominio maschile, ci sarà un uomo che verrà dileggiato se vorrà esprimere le proprie fragilità e i propri sentimenti."
RispondiEliminaQuesto è il pezzo che mi è piaciuto di più perchè mi ci ritrovo.
NEL MIO IMMAGINARIO ANCHE UNA CAMMINATA IN CAMPAGNA CON LA DONNA CHE AMO MI RENDE FELICE
Penso ci sia poco da aggiungere sulla telelobotomia inferiorizzante che molti italioti, in fondo, si MERITANO. Un applauso alla sensibilità e all'intelligenza che sprizzano dalle tue parole, quelle sull'Eros e quelle sull'imbecillità e banalità mistificatoria dei Ruoli. I ruoli rigidi stereotipati maschio/femmina vanno bene per gioppini, burattini e personcine banali. Tutto il resto è intelligenza e Anima.
RispondiEliminaMi riconosco anch'io nel bel passo sottolineato da Inneres, visto che a causa del mio Esprimere liberamente il mix maschiofemmina che c'è in ognuno di noi (oltre al dichiararmi Gay Onorario) mi sono beccato del "mezzo frocio" sul mio blog da uno scimmione inferiore che davanti a me si dovrebbe inginocchiare per baciarmi gli alluci (cosa che ovviamente io NON gli lascerei fare...)
Bravissima, Amica mia! :D
Non sapevo scrivessi anche qui, ma che piacere leggerti dopo una lunga assenza, la mia ovviamente.
RispondiEliminaBene avrò altri modi per ammorbarti con i miei commenti.
Se c'è una cosa che mi piace, nel confronto con le persone di sesso maschile che frequento nella mia vita, è proprio il verificare la complessità dei loro pensieri e della loro anima nel momento in cui viene data loro la possibilità d'essere ascoltati e il tempo affinché loro stessi superino l'inquietudine legata agli stereotipi che si accompagnano ancora al 'maschile' - quelli per cui sarebbero degli immondi buzzurri dotati giusto di due neuroni.
RispondiEliminaDonne, vogliamo ogni tanto trattenerci dall'invadere di parole e crisi ormonali l'altra metà del cielo e magari costruire un ambiente rispettoso e disponibile (ma non materno, per carità!, non ricadiamo di nuovo in uno stereotipo mentre cerchiamo di superarne un altro), in cui gli uomini possano esprimersi?
@ Venerdì Sushi: "leggerezza consapevole" è un'espressione che mi fa danzare il cuore. Grazie. :-)
Ah, e so bene che l'espressione "altra metà del cielo" di norma si riferisce al femminile, ma se c'è una metà, c'è pure l'altra - pertanto io uso di volta in volta questa espressione per parlare liberamente sia degli uni che delle altre...
RispondiEliminaMinerva for president.
RispondiEliminaDove si firma?
Giorgio
Il booklet di "Warehouse: Songs and stories"! Stima.
RispondiEliminaUn cosi' bel post con cosi' pochi commenti e tutti scritti da maschi… tranne Zio Scriba che è una Persona ( avercene come lui )
RispondiEliminache spreco accidenti.
Fai una domanda impegnativa,sono cosi' tesa a difendermi che ho perso di vista le mie naturali e sane inclinazioni goderecce.Mi sento assediata da valanghe di cacca,non apro a chi non conosco, non accetto caramelle, filtro le telefonate e il tasto mute del telecomando è il mio migliore amico.
Non è facile vivere sotto assedio, al mattino allo specchio faccio sgroarr
ma anche oh cazzo un altro giorno. Passerà
ciao Minerva
Bisogna andare fuori dai luoghi comuni. Solo lì possimao incontrare persone interssanti come te ;)
RispondiEliminasolo dieci commenti? io farei cominciare la rivoluzione da questo post. dopo aver letto, ho deciso di ricominciare a scrivere il mio blog, postando integralmente i pensieri di minerva jones, e dandone diffusione sulla mia pagina facebook. io ci voglio credere.
RispondiElimina@ tutti: Leggere questi vostri commenti mi ha regalato un grande sorriso e la voglia di rispondervi (e magari un po' incoraggiarvi). La lunghezza del mio post è sicuramente ragione per cui non in molti hanno voglia di leggere e commentare: abbiamo permesso che ci imponessero un ritmo di vita per cui consumiamo malamente le cose, non ascoltiamo, non ci diamo 'tempo da perdere' (e invece perdersi talvolta è foriero di tali scoperte!). Ma stavolta volevo presentarmi, e quindi più sintetico di così non poteva essere.
RispondiElimina@ stellarossa: commenti scritti da uomini, che vorrebbero veder saltare le aspettative tradizionali sul 'maschile' in nome della libertà e della possibile espressione di sé, e tu te ne rammarichi? Io ne sono entusiasta! ;-)
E poi la vita è durissima, ma l'amore per noi stessi, il cercare ogni giorno di vivere almeno un po' delle cose che ci danno piacere, il darci le pacche sulle spalle da soli quando ce le meritiamo possono aiutarci a reagire a questa società insulsa - e appunto, forse, a cambiarla. Quindi coraggio, scava nella memoria e ricordati cosa ti faceva stare bene ;-)
@ Alligatore: anche tu stai facendo un gran bel lavoro in questa direzione. Bravo!
@ ganfione: mi fa davvero piacere. Non importa che le reazioni siano a 'catena' (cambiare uno solo intorno a noi) o a 'cascata' (cambiarne molti) - l'importante è attivare questo processo. Il sottotitolo del tuo blog mi ricorda ciò che scrive Boccia Artieri http://mediamondo.wordpress.com/2011/01/05/la-funzione-del-blog-in-italia/
Ora che ci penso, magari in futuro su questo farò un post...
In bocca al lupo a tutti, che sia per voi una luminosa giornata (o, almeno, che l'affrontiate con questo spirito)! :-)
Chicca
RispondiElimina"La vita è durissima, ma l'amore per noi stessi, il cercare ogni giorno di vivere almeno un po' delle cose che ci danno piacere, il darci le pacche sulle spalle da soli quando ce le meritiamo possono aiutarci a reagire a questa società insulsa - e appunto, forse, a cambiarla. Quindi coraggio, scava nella memoria e ricordati cosa ti faceva stare bene ;-)".....Non è scritto per me ma me lo 'rubo', ne ho un gran bisogno. Grazie a Minerva
@Minerva: ma veramente tu ci hai visto tutti questi intenti nobili nei commenti? Io no.
RispondiEliminaSto pensando intensamente a quello che mi "faceva stare bene prima" poi ti racconto,un bacio.
@ stellarossa: sì, li ho visti, e vedo cosa stanno provando a fare con i loro blog che seguo da tempo :-) Se ho ancora speranza, è anche merito loro: non abbatterti, abbi fiducia, proviamoci ancora.
RispondiEliminaAspetto le tue riflessioni, e parlo sul serio, un bacio a te :-)
Revolution starts at home, preferably in the bathroom mirror l'avevo scambiata per una massima zen piuttosto che per il "manifesto" di un gruppo punk :-)
RispondiEliminaAd ogni modo, sarebbe da tatuare su almeno uno dei due ventricoli e su qualcuna delle millemila anse del cervello.
Ma il punk è zen! :-D Tutta la retorica del "No Future" può benissimo venire intesa a viversi intensamente il presente - ovvero stando pienamente nelle situazioni, con corpo e mente, in ogni istante ;-)
RispondiEliminaBuddismo puro! :-D
RispondiEliminaè molto tardi e per adesso voglio solo dirti: Grazie!
RispondiEliminahttp://nishangainberlin.blogspot.com/2011/02/regali-controversi-di-un-cielo-sempre.html