Dall'atto di indirizzo sul pluralismo televisivo messo a punto dal senatore del PdL Alessio Butti:
È opportuno che i temi prevalenti di attualità o di politica trattati da un programma non costituiscano oggetto di approfondimento di altri programmi, anche di altre reti, almeno nell'arco di otto giorni successivi alla loro messa in onda. (...) L'intervento di un opinionista a sostegno di una tesi va calibrato con uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali. Ciò è ancora più necessario per quei programmi, apparentemente di satira o di varietà, che diventano poi occasione per dibattere temi di attualità politica.E poi hanno la faccia tosta di dire che sono gli altri, quelli che adottano gli stessi metodi della DDR.
Già su ilfattoquotidiano.it il 20/01, è un bene comunque ripeterlo :)
RispondiEliminahttp://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/20/gia-il-titolo-promette-tanto-atto-di-indirizzo/87314/
"Ciò è ancora più necessario per quei programmi, apparentemente di satira o di varietà, che diventano poi occasione per dibattere temi di attualità politica."
RispondiElimina"apparentemente". no, perché, la satira di che deve parlare? del colore più di moda quest'anno? mah...
Bavaglio,Censura.
RispondiEliminaWhat else?
Censura di regime.
RispondiElimina