12 gennaio 2012

Da esseri umani liberi

Non essendo un esperto di diritto penale, non so se lo status di Gianluca Iannone su Facebook e i successivi commenti configurino effettivamente il reato di istigazione a delinquere; so, tuttavia, che se dovesse essere così dovrebbe essere considerata istigazione a delinquere, probabilmente a maggior ragione, anche l'alzata d'ingegno di intonare dei coretti del tipo "Dieci, cento, mille Acca Larentia" o "Camerata basco nero, per te c'è solo il cimitero".
Ciò detto, e a prescindere dagli aspetti strettamente giuridici, l'occasione mi è gradita per comunicare che tutti e due gli episodi sono molto lontani dal mio modo di intendere la politica e la vita, e per questo mi provocano un certo disagio: non sono solito, infatti, né felicitarmi su Facebook per la morte di qualcuno, né canticchiare giocondo in mezzo alla strada un motivetto dedicato all'omicidio di chicchessia.
Ecco, a prescindere da tutto il resto mi piacerebbe molto che entrambi fossero stati segnalati dai giornali perlomeno con la stessa enfasi: e che qualcuno avesse il coraggio di dire, una buona volta, che inneggiare alla morte delle persone non è un granché a prescindere dall'appartenenza politica di chi lo fa.
Una cosa tipo avere un giudizio da esseri umani liberi, avete presente?

7 commenti:

  1. vergognoso! cmq io che studio legge ne so qualcosa: chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati è punito, per il solo fatto dell'istigazione (art. 414) Se si accerta la sua pubblicità, il soggetto è penalmente perseguibile, da pene pecuniarie fino alla reclusione.

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  2. la aiuto io a ponderare le differenze. i fascisti aggrediscono e a volte uccidono. i presìdi antifascisti no.
    iannone è una specie di rock star che gode di ottima stampa, di un diritto di tribuna assolutamente sproporzionato rispetto alle sue doti retoriche e rispetto al ragionevole interesse pubblico per la diafana offerta culturale e i temi proposti dalla sua, ehm, associazione. se iannone appone in bacheca le felicitazioni per la morte di un magistrato antiterrorismo, converrà che c'è qualche considerazione da fare in più rispetto ai commenti d'occasione sul cattivo gusto dei messaggi anonimi a margine di un corteo. o magari non converrà. ora che ci penso, c'è una seconda distinzione da fare tra i militanti antifascisti e quelli di casa pound: nella mia città, come nelle altre, si assiste regolarmente e senza batter ciglio a sgomberi di centri sociali, vituperio e ostilità da parte delle amministrazioni verso le attività e le manifestazioni proposte dagli stessi e via reprimendo. due righe in cronaca, tutto va bene.
    quando invece un fascista scorreggia, in questo paese, l'espresso gli dedica un'inchiesta, e i liberali di varia denominazione corrono a tirar fuori voltaire, chomsky, mentre si preparano raccolte di firme, cordoni sanitari, quasi che a non salvaguardare la cinghiamattanza e i cuori neri ci ritrovassimo senza accorgercene ad aver instaurato una dittatura di tipo birmano.
    e allora: iannone con le sue entrature politiche e il suo talento pubblicitario accetti lo scotto di essere finito nello stardom/mondezzaio della grande stampa, e con ciò si becchi pure le maggiori attenzioni degli inquirenti e i richiami alla moderazione nelle sue scelte di, ehm, comunicazione. anonimi e privi di interesse per i blogger come lei e per gli autori dei pezzi di colore sui giornali, gli anarchici e le zecche resteranno anonimi anche quando cantano in coro e la canzone magari non le piace.

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  3. la aiuto io a ponderare le differenze. i fascisti minacciano il nocciolo minimo della convivenza civile. metono in questione l'esercizio del diritto democratico e l'incolumità fisica dei cittadini, deliberatamente e secondo un indirizzo, ehm, ideologico. i presìdi antifascisti no.
    iannone è una specie di rock star che gode di ottima stampa, di un diritto di tribuna assolutamente sproporzionato rispetto alle sue doti retoriche e rispetto al ragionevole interesse pubblico per la diafana offerta culturale e i temi proposti dalla sua, ehm, associazione. se il leader, il frontman iannone appone in bacheca le felicitazioni per la morte di un magistrato antiterrorismo, converrà che c'è qualche considerazione da fare in più rispetto ai commenti d'occasione sul cattivo gusto del folclore e dei messaggi anonimi a margine di un corteo. o magari non converrà. ora che ci penso, c'è una seconda distinzione da fare tra i militanti antifascisti e quelli fascisti: nella mia città, come nelle altre, si assiste regolarmente e senza batter ciglio a sgomberi di centri sociali, vituperio e ostilità da parte delle amministrazioni verso le attività e le manifestazioni proposte dagli stessi e via reprimendo. due righe in cronaca, tutto va bene.
    quando invece un fascista esterna un peto, l'espresso gli dedica un'inchiesta, e i liberali di varia denominazione corrono a tirar fuori voltaire, chomsky, mentre si preparano raccolte di firme, cordoni sanitari, quasi che a comprimere un po' spazi e termini di espressione del meteorismo nero ci ritrovassimo senza accorgercene ad aver instaurato una dittatura di tipo birmano.
    e allora: iannone con le sue entrature politiche e il suo talento pubblicitario accetti lo scotto di essere finito nello stardom/mondezzaio della grande stampa, e con ciò si becchi pure le maggiori attenzioni degli inquirenti e i richiami alla moderazione nelle sue scelte di, ehm, comunicazione. anonimi e privi di interesse per i blogger come lei e per gli autori dei pezzi di colore sui giornali, gli anarchici e le zecche resteranno anonimi anche quando cantano in coro, e la canzone magari non le piace.

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  4. Certo, teoricamente siamo d'accordo, ma la responsabilità penale è individuale, come faresti ad accusare di istigazione a delinquere i coristi degli stadi? Gettando una rete sulla curva nord o la curva sud ed identificandoli? Quando? dovrebbe accadere nel momento stesso in cui stanno intonando il coro, oppure?

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  5. difficile rimanere obiettivi di fronte a certe cose.
    Sarebbe una bella politica quella "signorile" che pensi tu, ti stimo molto per questi interventi.

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  6. Ma nn eri tu che difendevi la libertà di espressione a qualunque costo?

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  7. La penso come te Metil.
    Inoltre aggiungo che inneggiare alla morte non può rientrare nel concetto di libertà di espressione, anche quando, come me, si ritiene in diritto di dire anche le cose che possono essere aberranti possano essere dette. Questo almeno fino a che non esisterà una legge che ti permetta si di esprimere e di inneggiare la morte, ma che poi ti ritiene mandante morale nel caso in cui la persona di cui hai inneggiato la morte effettivamente muoia.

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