In Italia milioni di persone lavorano tutto il giorno. Escono di casa che i negozi sono ancora chiusi (e anche se fossero aperti non potrebbero trarne alcuna utilità, perché devono volare in ufficio) e tornano che stanno tirando giù le serrande. Se arrivano a casa e scoprono che manca qualcosa, dal detersivo per la lavatrice all'olio per condire l'insalata, sono fottuti. Nel week end gli tocca prendere su, andare al supermercato e fare la scorta per i sette giorni successivi, senza dimenticarsi niente sennò se ne riparla il sabato che viene; in più devono organizzarsi per le normali operazioni che riguardano la vita di ognuno, tipo andarsi a tagliare i capelli, fare la ceretta, comprare quello che serve per vestirsi, capire se manca qualcosa a casa, fare due o tre lavatrici e via discorrendo, il tutto cercando contestualmente di scambiare due parole due con la moglie/marito/compagna/compagno/fidanzata/fidanzato ed eventualmente con i figli e nei casi più audaci perfino con un paio di amici, tutte personcine con cui durante la settimana ci si vede giusto in tempo per darsi la buonanotte. Se non lo fanno, magari perché si concedono un paio di giorni fuori, oppure hanno un matrimonio, o magari si beccano l'influenza, restano con il frigo vuoto, i capelli lunghi, i peli sull'inguine, i pantaloni vecchi che andarci al lavoro è da vergognarsi, l'ultimo paio di calzini puliti nel cassetto e così via.
Sono milioni di persone, non due o tre.
Poi, finalmente, qualcuno consente ai negozianti di restare aperti negli orari che preferiscono, e questi milioni di persone tirano un sospiro di sollievo: hai visto mai che riuscirò a comprare un chilo di frutta alle nove di mercoledì, con un minimo di calma, mentre torno dal lavoro? Hai visto mai che il parrucchiere decide di farmi la messa in piega, dico per dire, alle ventitré, così ceno e poi ci vado e mi faccio pure un sonno sulla poltroncina? Hai visto mai che sabato prossimo, per una volta, potrò avere la sensazione di vivere in un giorno festivo, perché qualche impiccetto l'ho già sbrigato durante la settimana?
A quel punto i negozianti si incazzano. Forse, tiro a indovinare, perché hanno paura che qualcuno di loro abbia più voglia di lavorare, o magari che lavori lo stesso numero di ore ma si ingegni per cambiare l'orario in cui resta aperto, e che in questo modo porti via loro i clienti. I quali clienti, secondo il loro dio, non devono andare da loro perché li scelgono in base alla qualità del servizio che ricevono, ma semplicemente perché vi sono costretti.
Sotto casa mia c'è già, un negozio che resta aperto un pochino più degli altri. Sono là da un mese e mi ha già salvato le chiappe tre o quattro volte. Il suo titolare, guarda caso, è uno straniero: e magari, tiro ancora a indovinare, siccome è straniero non ha ancora sviluppato la curiosa convinzione che quello che incassa gli sia dovuto per grazia divina.
Io sono felice che ci sia, e sarò ancora più felice se tra qualche mese ce ne saranno degli altri: semplicemente perché mi consentirebbero di vivere un tantino meglio.
Sarà che ho fatto la commessa, ma a me invece 'sta cosa non piace. Anzi.
RispondiEliminaTradotto, per i commessi e le commesse, sarà solo lavoro in più. Andatevi a leggere il nuovo meraviglioso contratto del commercio, è esplicativo già da solo. Chi è così fortunato da averne uno, sarà schiavizzato legalmente. Chi lavora in nero, sarà schiavizzato peggio. Compresi i festivi.
Triste ed annosa questione che mi trova completamente d'accordo con te. Ricordo che gli italiani, a suo tempo, hanno bocciato un referendum promosso dai radicali sulla liberalizzazione degli orari. Anche allora i commercianti si incazzarono come oggi e chi votò contro questa riforma forse era più "anestetizzato" di oggi.
RispondiEliminaMi resta solo un dubbio: la parrucchiera aperta 0/24 7/7 quando riuscirà a farsi una ceretta? :)
RispondiEliminaDetestabile l'opposizione a questa liberalizzazione, tanto più che concedere l'opportunità di tenere aperto non significa certo costringere a farlo.
RispondiEliminaInsomma, decidiamoci, prima vogliamo le liberalizzazioni all'americana per poter comprare anche alle tre di mattina e poi quando timidamente si prova a farne qualcuna (anche se non sono queste quelle davvero necessarie) succedono le rivolte.Questo paese non crescerà mai perché è incapace di adeguarsi ai rinnovamenti, di guardare alle novità senza paura, e per novità intendo tutto, anche quel che riguarda i diritti civili degli omosessuali, per esempio. Non si fanno le leggi perché "non è il momento" e "la gggente non capirebbe". Quando la finiremo di farci trattare come un ammasso di idioti sarà sempre troppo tardi.
RispondiEliminapermettimi un appunto...
RispondiEliminaSe io faccio il primo turno 8-14 ho il tempo nel pomeriggio di fare la spesa, se faccio 14-22 ho la mattina "libera" se faccio la notte 22-8 ho tempo durante il giorno tolte le ore di sonno.
Se lavoro in ufficio "normalmente" alle 16 o alle 18 esco ho ancora ALMENO ancora un ora per comprare qualcosa...
C'è da dire che poi dipende le tipologie di negozi e le località in cui sono ubicati, un negozio che vende scarpe non è che abbia un gran ritorno a stare aperto fino alle 23?
Insomma non è una gran utilità, salvo specifici tipi di negozi...
@Arguzia e @cielomiomarito: non si tratta (tratterebbe) di aprire 0/24 e 7/7 quanto di decidere quando fare le 8 ore lavorative... se di giorno o di notte o come meglio si crede. Ovvio poi che lo sfruttamento esisterebbe ancora... ma non mi pare un buon motivo per rinunciare in partenza.
RispondiEliminaIo ho sempre pensato che negozi aperti più a lungo = più guadagno grazie proprio agli altri milioni di potenziali clienti durante la settimana = più posti di lavoro perchè ovviamente servirebbero più commessi. Se poi purtroppo questo in Italia si traduce in commercianti scontenti e/o commessi schiavizzati e costretti a lavorare fino alle 22 anche la domenica è un altro discorso...
RispondiEliminaAnche perchè spesso i commercianti si lamentano del fatto che sono costretti a chiudere perchè tutti vanno nei grandi supermercati e centri commerciali: peccato che quando esco dal lavoro il centro commerciale è l'unico esercizio aperto, ed il sabato, se voglio trovare il tempo per fare altro, non posso girare diecimila negozi e quindi vado di nuovo al centro commerciale...
In Germania dopo le 19 vanno tutti a casa o al Biergarten...non mi pare che siano messi così male..anzi!
RispondiEliminaHai ragione, vivere in una località in cui i supermercati tengono aperto fino a tardi è quasi l'eden, per chi lavora tutto il giorno. Quante volte ho pensato 'il vero paese civile è quello dove il market rimane aperto 24/7'. Dimentichiamo però che quei milioni di persone di cui ti fai portavoce nel post sono probabilmente anch'essi - in parte - lavoratori in esercizi commerciali (dall'abbigliamento, al bar, al parrucchiere ecc.), per l'appunto persone che si troveranno costrette a lavorare a qualsiasi ora, trovandosi nuovamente in difficoltà per andare a fare la spesa e quant'altro. Il che può stare anche bene, si dice, in tempi di crisi. Come se il sacrosanto diritto al riposo (senza eccessi, certo)valesse di meno in momenti di difficoltà.
RispondiEliminaNon possiamo dimenticare, per altro, che le grandi aziende hanno capitali e organizzazione per permettersi dei dipendenti al lavoro ad ogni ora del giorno e pure la domenica, e.g. i centri commerciali, mentre i più piccoli esercizi non possono sostenere simili sforzi. Risultato, il negozio del centro chiude e a te tocca andare fino al centro commerciale.
forse è meglio fare come sempre allora, come si fa tutti: pulisci casa, fai la spesa, paghi il bollettino in posta quando ne hai il tempo. anche il sabato, anche se ti piacerebbe che fosse veramente festivo. altrimenti per altri non ci saranno mai più né il sabato né la domenica.
Ti seguo sempre con piacere,
Ciao, Stefano
Per noialtri fruitori il ragionamento è condiviso. Poi però ci sarebbero anche i lavoratori dei supermercati (e dei negozi) che già sono assunti come si sa, fanno orari e straordinari che se va bene hanno una mancia in nero e per questo la Regione Toscana sta con loro (commessi e collaboratori): arriva il ricorso alla Corte Costituzionale contro il provvedimento del Governo. La questione è complessa. L'unica risposta sarebbe quella del buon senso. Che non è propriamente una categoria giuridica. Quindi buoni dubbi a tutti.
RispondiEliminad'accordo con te se però il nuovo orario di apertura non si tradurrà in sfruttamento legalizzato. inoltre temo che questa liberalizzazione favorirà i grandi centri commerciali a scapito dei negozi in centro. ad es., come faranno ad adeguarsi i piccoli esercizi a conduzione familiare? non potranno mica lavorare non stop 24h su 24! nonostante mi farebbe comodo poter acquistare la cartaigienica alle dieci di sera, rimango un po' perplessa...
RispondiEliminaio invece ne sarei felice perchè sono una di quelle persone descritte nel post di Metilparaben, che ormai guardano al sabato come al giorno più difficile della settimana...
RispondiEliminail fatto che la liberalizzazzione degli orari dei negozi implichi una schiavizzazione dei commessi non è una conseguenza naturale, è una perversione tutta italiana (perchè negli USA ad esempio gli esercizi commerciali stanno aperti anche 24/24h 7/7d e i commessi semplicemente fanno a turno)
e se il proprietario non vuole o purtroppo proprio "gna fa" ad assumere una persona in più (che quanto ce ne sarebbe bisogno invece!!!) potrebbe anche organizzarsi in modo da spalmare le ore diversamente... che ne so, il mercoldì sera sta aperto e recupera tenendo chiuso il giovedì mattina e così via
prometto che faccio la spesa solo il mercoledì sera, e non vengo più a tampinarvi trafelata all'orario di chiusura :)
Sarà che vivo nella zona che ha più centri commerciali aperti sempre pro capite dell'universoma a me questa cosa piace poco perché fanno lavorare i dipendenti tutte le domeniche fino alle nove, alla fine i poveretti escono dai loro negozi e non sopportano neanche la musica dello stereo in macchina, cercano solo il silenzio. E somigliano tutti a Charlie Chaplin in Tempi moderni, con l'apertura dei negozi senza regole ( in _italia si scrive liberalizziamo ma si legge "facciamo un po' come c@zzo ci pare")lo sfruttamento toccherà punte epiche anche nei negozietti.
RispondiEliminain parte sono d'accordo ma il rischio diventa questo: i commercianti/negozianti/commessi quante ore devono lavorare per sopravvivere a questa giungla già difficile di per se stessa? e loro quando troveranno il tempo per la loro famiglia?
RispondiElimina5 minuti fa · Mi piaceNon mi piace più.
Condivido in pieno,e non credo si debba schiavizzare i commerciamti ma soltantO dar loro la liberta' di gestione.
RispondiElimina@cielomiomarito Nessuna parrucchiera sarà costretta a rimanere aperta 0/24 7/7.
RispondiEliminaNon viene introdotto l'obbligo di fare gli orari forzati, ma la libertà di fare gli orari che si vuole.
@AlessioBiancucci: la regione toscana non sta dalla parte dei commessi né dei collaboratori, non l'ha mai fatto. la regione toscana sta con le coop, dove governatori e governatorini hanno ingenti interessi economici.
RispondiEliminabho sara ... io faccio 9 - 19 con due ore di treno (8 - 9 e 19 20) se va bene e non trovo ritardi. se anche restassero aperti i negozi 24/24 , non è che la commessa debba stare 24 in negozio ....come in qualsiasi posto di lavoro che fa le notti , faranno i turni.
RispondiEliminaE basta con questa idiozia che i negozianti sono sempre i poveretti che lavorano tanto e non ce la fanno a arrivare a fine mese... Provate a vivere con uno stipendio e ne riparliamo!!! LIBERALIZZIAMO TUTTO (TAXI, FARMACIE, ORARI DEI NEGOZI, AVVOCATI, NOTAI, GIORNALISTI, ASSICURAZIONI, ATTI DI COMPRAVENDITA, AGENZIE VARIE...) TUTTO TUTTO TUTTO!!!
RispondiEliminaavete mai provato a spiegare a uno straniero perchè i negozi in italia alla domenica sono chiusi?
RispondiEliminami chiedo anche... ma chi ci va dal barbiere alle 15 e 30 di giovedì?
RispondiEliminail parrucchiere sotto casa mia già qualche anno fa ha cambiato l'orario per un paio di giorni a settimana (10.30-19 anziché 9-18) in base alla semplice considerazione che molta clientela potenziale che lavora, ma non vive, in zona, in questo modo avrebbe avuto la possibilità di fermarsi per farsi sistemare i capelli evitando la bolgia (e la corsa) della pausa pranzo.
RispondiEliminaQuesto solo per dire che si possono cambiare un po' gli orari senza cadere necessariamente nello schiavismo legalizzato. No?
Condivido in pieno. Dopo essere vissuta per 6 anni in un posto sperduto del Sinai, dove i negozi erano tutto aperti fino a mezzanotte, la chiusura dei negozi alle 19.00 è stata delle abitudini più difficili da riprendere.
RispondiEliminaGià vicino casa mia c'è un pakistano che chiude alle 9.. santo sia lui e il suo supermercatino =)
RispondiEliminaIo dal barbiere ci vado quasi sempre alle 15,30 del martedì... è così strano?
RispondiElimina(Fra l'altro il mio barbiere apre alle 15:00... s'è liberalizzato da solo?)
E se il presupposto fosse sbagliato? Se fosse questa vita da schiavo succube di un lavoro che ti da il minimo per comprare cose che non servono il vero problema?
RispondiEliminaIo opterei volentieri per una vita più semplice e meglio organizzata piuttosto che avere la possibilità di fare la spesa alle 23...
Basterebbe semplicemente che, alla liberalizzazione degli orari, corrispondesse comunque un limite massimo alle ore di apertura settimanali possibili. Copertura 24/7 sì, ma da un pool di negozi piuttosto che da uno solo.
RispondiEliminaRiguardo allo sfruttamento dei dipendenti, cosa cambierebbe rispetto a oggi? Ho amici che sono e sono stati commessi e che spesso e volentieri, tra turni e sostituzioni e reperibilità, hanno lavorato 16 ore al giorno e/o sette giorni su sette, tutto nella piena legalità. Se c'è un problema nei contratti di lavoro dipendente non è colpa della liberalizzazione degli orari.
Mi vanno benissimo le liberalizzazioni ma che siano per tutte le categorie nessuna esclusa. Avvocati, notai, farmacie, taxi, ecc. Così non si liberalizza ma si ghettizzano certe categorie a scapito di altre. O tutti o nessuno,
RispondiEliminama lavorare un pò di meno no!?!?! così da dedicarne un pò alle cose di tutti i giorni.
RispondiEliminaad artilibere: http://www.firenzetoday.it/economia/liberalizzazione-commercio-ricorso-regione-corte-costituzionale.html informati
RispondiEliminaIo ho diversi dubbi sulla bontà della scelta, tanti sono già stati condivisi ma quello che mi sembra assurdo è che la si spaccia per una misura anti-recessione!! Questo governo sta sbagliando grossolanamente gli obiettivi. Vuole far lavorare come muli chi ha la grazia di avere un lavoro (finché non prenderà il posto che gli spetta in una clinica) e lasciare tutte le corporazioni chiuse e con loro le posizioni di rendita che sono il vero cancro per noi e per il paese intero.
Chi ha paura del farmacista ... Per favore
Mi sembra follia il voler andare contro questa deregulation.
RispondiEliminaIo sono un lavoratore pendolare: arrivo a casa tardissimo, l'apertura oltre le 20 mi farebbe comodo.
Io non capisco come si possa scambiare una possibilità per un obbligo: se il negozio/barbiere/parrucchiere sotto casa tiene aperto due volte alla settimana, io se ce l'ho a portata e so che è aperto, non vado a prendere la macchina per andare al centro commerciale: ci vado in pochi minuti a piedi!
A me sembra che i commercianti semplicemente non vogliano pagare la turnazione aggiuntiva dei dipendenti. E i politici gli vanno dietro.
liberi di fare gli orari che si vuole ma pagando di più i commessi che lavorano a delle ore atipiche.
RispondiElimina@artilibere http://www.firenzetoday.it/economia/liberalizzazione-commercio-ricorso-regione-corte-costituzionale.html informati
RispondiEliminaIo ho diversi dubbi sulla bontà della scelta, tanti sono già stati condivisi ma quello che mi sembra assurdo è che la si spaccia per una misura anti-recessione!! Questo governo sta sbagliando grossolanamente gli obiettivi. Vuole far lavorare come muli chi ha la grazia di avere un lavoro (finché non prenderà il posto che gli spetta in una clinica) e lasciare tutte le corporazioni chiuse e con loro le posizioni di rendita che sono il vero cancro per noi e per il paese intero.
Chi ha paura del farmacista ... Per favore
In Svizzera sono aperti dalle 8h00 alle 18h00 dal lunedì al sabato, e per le altre tranche orarie ci sono dei negozietti alla stazione; questo è fatto per tutelare i diritti dei lavoratori, ma anche perché se uno si organizza bene riesce a fare la spesa a delle ore normali.... Poi nella vita mica c'è solo il commercio e il consumo, è giusto che in certi giorni o in certi momenti (per esempio la notte) i negozi restino chiusi.
RispondiEliminaA proposito di commessi, si potrebbe anche cominciare a considerare l'ipotesi "americana" della percentuale sulle vendite. Una base di stipendio e la partecipazione agli incassi del negozio (o del bar o del ristorante). Cambierebbe di molto il punto di vista sul cliente, anche di quello che entra all'ultimo momento. Tutti noi lavoriamo per guadagnare, non per hobby.
RispondiElimina@Luca Chirico beato te che fai i turni. Io come mastrobardo lavoro dalle 9:30 alle "boh" (ma difficilmente prima delle 19:30, senza straordinari ma questo è un altro problema) e avere i negozi aperti non sarebbe per niente male. Fortunatamente a Milano i supermercati restano aperti fino alle 21 e un giorno a settimana fino alle 22.
RispondiEliminail tizio del bangladesh che ti ha salvato le chiappe trascorre probabilmente tutta la sua vita in quel negozio.
RispondiEliminaTi sei chiesto perchè lo fa?
Ipotesi proprietà italiana, negozio abbigliamento, 1 commesso dipendente + 1 titolare, 6 giorni apertura su 7, giovedì pomeriggio chiuso, orario 9:00-13:00 15:00-19:00
Il commesso assunto in regola 40 ore settimanali
8 ore x 5 giorni + 4 del giovedì = 44 ore
2 persone in servizio contemporaneamente
Stesse ipotesi, ma apertura 7 giorni su 7, 16 ore al giorno.
16 x 7 = 112 ore
112 / 40 = 2,8 ovvero 3 commessi + il titolare
per avere 2 persone contemporaneamente, ipotizzando che il titolare faccia anch'esso le 40 ore o poco più, servono 2 ulteriori commessi.
Quindi se il proprietario italiano aumenta l'orario di apertura del 250% i costi triplicano o quadruplicano, mentre gli incassi ovviamente non triplicano, soprattutto in un momento di crisi e recessione come ora.
Il tuo amico bangladesh invece trascorre la sua vita in quel negozio.
16 ore al giorno alla cassa del suo mini market è il successo della sua vita, se paragona la realtà che ha abbandonato per trasferirsi nel nostro ipocrita paese.
Allora a questo punto dobbiamo fermarci a riflettere e dire chiaramente che idea abbiamo della vita lavorativa delle persone. Dobbiamo lavorare 16 ore al giorno tutti i giorni fino a 67 anni e poi morire? E' giusto? Siamo bestiame da soma? E' lecito volere avere del tempo per se stessi? Dobbiamo diventare tutti cinesi?
Ora tu scrivi le tue opinioni verso i negozianti che si incazzano, ma io ti invito a metterti nei panni loro ed ad aprire il tuo negozio, a diventare un piccolo imprenditore e a provare a capirne i problemi connessi.
io ho vissuto 4anni in Spagna e nella mia grande città i supermercati aprivano alle 9.15 fino alle 21.15, negozi piccoli chiudevano a pranzo e TUTTI la domenica rimanevano chiusi, solo a dicembre le classiche 3 sett prima di Natale si lavorava un po' di più. Nessuno si è mai strappato i capelli perchè non riusciva a vivere o a far la spesa.
RispondiEliminaIl fatto di liberalizzare l'orario non significa spostare le classiche 8h a piacimento. Vuol dire solo tenere aperto di più e far lavorare i dipendenti ad orari assurdi e possibilmente a nero!
Io credo che il problema principale stia nell'orario di chi non fa a turno (uffici per esempio). Invece di lavorare 50h a settimana per uno stipendio ridicolo, perchè non ne lavoriamo 35h?sicuramente ci sarebbe posto per un altro dipendente e per una vita più dignitosa..
Avete già detto tutto e di più...aggiungo solo quanto succede a casa mia: mia moglie lavora in un negozio medio con altre 4 persone. Ormai da anni in negozio devono rincorrere le aperture e gli orari dei centri commerciali ma le difficoltà economiche (oggi ancora di più) non permettono di assumere altre persone per fare dei turni anche più prolungati (equazione ricavi-costi a totale sfavore). Risultato: mia moglie esce alle 8 e rientra alle 20 (come molti lavoratori) anche il sabato e 2 domeniche su 4. Non ha il tempo nè le forze per fare altro nelle ore rimaste libere, nè per andare dal parrucchiere nè per organizzare uno weekend rilassante con me.
RispondiEliminaSuccederà che prima o poi dovranno chiudere con grande felicità dei grandi centri commerciali: è il progresso a favore dei cittadini?
Vedete un po' voi.
Marco
come dire, io ho una bottega di fiori, categoria pressochè senza orari, purtroppo capita di avere dei funerali, ebbene, essendo il negozio a conduzione amiliare nei casi come quello citato si inizia ad infiorare alle 4 di mattina se la cerimonia è per il primo pomeriggio, come di solito avviene,dopo di che orario continuato fino alle 19. siamo in un piccolo paese della tuscia, che già ha pochi negozi, in quanto la gente "per risparmiare" prende l'auto e vai ai centri commerciali, distanti anche decine di km, con consumo di carburante che non viene mai calcolato, però son contenti, vagli a chiedere di comprare in paese. Secondo me, se non si aiuta il piccolo commercio e l'artigianato vero questo paese si snaturerà a tal punto che non lo riconoscerete più, le botteghe chiuse sono un dolore per gli occhi, nei bellissimi borghi storici d'Italia sono state la leva per il turismo, e fanno cultura.
RispondiEliminaBravo! anzi bravi !milioni di poveri disgraziati fanno una vita impossibile e invece di pensare a come migliorare lo stile di vita gli concediamo di farsi la ceretta a mezzanotte.
RispondiEliminaMi ricorda quella vecchia barzelletta sulla rivoluzione russa allorchè i rivoltosi promisero di portare la luce elettrica nelle campagne,e i contadini capirono che li avrebbero fatti lavorare anche di notte.
Ovviamente non sono contrario di principio, ma prima di sparare argomenti a caso conviene pensarci.
A Roma ci sono decine di farmacie notturne, puoi mangiare a qualsiasi ora, cos'altro ti serve alle due di notte?
Inoltre ho sentito poca gente contenta di lavorare di notte.
tutto si può migliorare, ma bisogna farlo anche con gli interessati, non credi?
Abbiamo scoperto l'esistenza di un'altra casta, quella dei proprietari di piccoli esercizi commerciali
RispondiEliminaScusate, non vorrei essere banale, ma i medici ospedalieri? Gli infermieri? I commessi degli autogrill? I casellanti? Sono tutti gente che lavora di notte da tempo immemorabile, e non mi sembra che si siano mai lagnati... Questo è il solito vizio all'italiana di difendere i privilegi, invece che i diritti. Difendere il diritto ad essere assunti regolarmente, ad avere ferie, malattia ed orari di lavoro umani è sacrosanto. Difendere il privilegio di non sentirsi neanche chiedere se si vuole lavorare di notte o nei festivi (adeguatamente retribuiti, è ovvio) è un capriccio, e come tale va trattato.
RispondiEliminaE va bene che ‘sti commercianti sono ladri per principio e evasori per vocazione ma adesso non hanno neanche voglia di lavorare?
RispondiEliminaE capisco anche che milioni di persone vogliano vivere un tantino meglio. Resta da chiedersi se ‘sti negozianti hanno diritto a farsi la ceretta, tagliarsi i capelli, comprarsi il maglioncino, fare la spesa e magari chissà anche loro avranno un marito, una moglie, dei figli e perfino degli amici.
Naaaa, il negoziante no, avido fannullone, “non tiene famiglia”, diciamo pure che non “tiene” una vita! E se proprio vuole, si organizzi gli orari in modo da averne una, un po’ come può fare qualsiasi libero professionista (deve proprio tagliarsi i capelli o comprarsi il maglioncino la notte? Si organizzi gli orari!). e i dipendenti? Beh, i dipendenti si considerino fortunati ad avere ferie, giorni di riposo e festivi e perfino la malattia o la maternità (per i piccoli negozianti sono lussi).
Da negoziante non sono contraria alla liberalizzazione degli orari. Ognuno ne faccia ciò che crede, perfino un buon uso. Urta assai invece il piglio con cui sembra lo si pretenda.
Sarà forse per il mio sangue bastardo, un po’ italico un po’ extracomitario, che conferisce attitudine allo spezzarsi la schiena per bene, anche io come il signore sotto casa sua ho prolungato l’orario, un giorno alla settimana perfino fino alle 22. Certo lasciando a casa marito e figli, l’ultima quasi partorita al lavoro, e aspetto, aspetto fiduciosa questi milioni di italiani che, ahime, più che non avere il tempo per spendere, non hanno i soldi!
Ah che triste guerra tra poveri!
Sono un commerciante, ho una tabaccheria e sono favorevole alla liberalizzazione totale degli orari. Detto questo però voglio far presente che un commerciante che protesta non lo fa per pigrizia o per paura che qualcuno possa rubargli il cliente (almeno per molti commercianti non è questo il caso). Protestano perchè l'apertura ad orari non convenzionali non è sempre possibile, questo perchè per avere degli orari atipici servono delle condizioni precise: sicurezza (in un quartiere poco sicuro non si può di certo stare aperti di notte, ma anche essere l'unico negozio aperto in certi contesti è estremamente rischioso), una certa disponibilità economica (o hai un po' di commessi, che casomai paghi poco, o hai pochi commessi che paghi tanto, inoltre l'apertura in orari non convenzionali costa in luce e riscaldamento)... Inoltre stare in una zona piena di attrattiva può essere conveniente, perchè dove ci sono attrazioni (cinema ristoranti pub e via discorrendo) ci sono di certo più possibilità di avere clienti anche la sera per esempio, chi invece vive nei quartieri residenziali ha di certo meno possibilità. Comprendo quindi chi protesta perchè credo che in una certe condizioni precise il tutto si trasformerebbe in una specie di concorrenza sleale, perchè chi ha attività in zone periferiche, poco sicure e residenziali potrebbe perdere clienti a favore di quelle attività situate in zone ricche sicure e con una spiccata vitalità. Quindi il rischio resta sempre quello, levare al povero per dare al ricco. Attenzione però parlo di possibilità non di certezza, perchè ovviamente il mondo del commercio non si basa solo su questo.
RispondiEliminaForse alcuni commentatori non hanno mai sentito parlare di lavoro su turni; forse non hanno mai visto degli alimentari aperti 24/24 in altri Paesi; forse non hanno necessità di certi servizi perché lavorano 8 ore al giorno compreso di pausa pranzo e vanno a lavoro a piedi, o hanno qualcuno che faccia la spesa al posto loro; forse non hanno mai tratto vantaggio da un negozietto aperto dopo le 9 di sera, o non hanno mai pensato che il latte fresco si può comprare la notte, prima di tornare a casa, quando viene a mente; o semplicemente non pensano che ci sia gente disposta a fare il turno di lavoro di notte come fanno medici, tassisti, farmacisti, carabinieri, ricercatori, operai, barman, fornai, receptionist, camionisti, macchinisti, eccetera.
RispondiEliminaA meno che non reputiate "etico" - termine con cui in Italia ci si fa i gargarismi - esclusivamente il lavorare 8 ore nella fascia 8-19 e tutto il resto è merda da far fare a persone di altri Paesi (che poi pagano le tasse, ma ci rubano il lavoro, vero?).
Patetici e anche lievemente bigotti.
@Guido Fraietta prova tu a vivere senza la certezza dello stipendio e ne riparliamo, tutte le attività hanno vantaggi e svantaggi (escludendo solo i contratti a progetto). Io commerciante se ho l'influenza devo lavorare, mio padre ha lavorato con spalla lussata e tendine d'achille spezzato. Un dipendente se ne starebbe a casa. E quando si sbaglia qualche ordine sono guai, guai per migliaia di euro. Il tutto senza dimenticare che stiamo alla mercè di disperati, sbandati, pazzi di chiunque voglia puntarti un'arma in faccia per farti l'incasso...
RispondiEliminasono totalmente d'accordo con l'apertura libera dei negozi; non potrà che favorire i piccoli...
RispondiEliminaanche se questa misura non rivitalizza certo un settore in crisi profonda (vedi fallimento dei centri commerciali naturali, vedi il suicidio dei saldi, puntalmente anticipati dalla grande distribuzione...)
peccato solo che questa misura arriva troppo tardi, quando i soldi sono già quasi tutti scappati... ho fatto orario continuato per circa 20 anni con apertura 7 giorni su 7 dall'inizio di novembre alla fine dell'anno ma...già avevo solo una libreria
non c'è obbligo di stare aperti 24 ore al giorno per 7 giorni la settimana ma solo la possibilità di diversificare gli orari.
RispondiEliminaquesto consentirà di avere negozi più aperti non tutti sempre!
questo è quello che fa paura ai commercianti che cono liberisti nimby e molto corporativi.
....sapeste quante volte in Spagna la farmacia sotto casa aperta 24/7 mi ha salvato la vita!
RispondiEliminaTanti anni fa, quando ancora da noi il mercoledì era impossibile comprare un tozzo di pane perché gli alimentaristi erano tutti chiusi "per turno", feci uno dei miei primi viaggi all'estero e scoprii con metaviglia che a Bruxelles alle 24 ti potevi comprare calzini e cravatte senza problemi ...
RispondiEliminaComunque il macellaio della mia zona sta aperto 7-15 e 18-19, per adfeguarsi alla clientela, quindi se uno vuole si puo' organizzare benissimo.
ma secondo voi, chi lavora in un negozio non ha uno stipendio? Secondo voi può scegliersi i turni? Secondo voi può decidere SE fare il turno notturno? E' frustrante, ve lo assicuro, non essere mai a casa per le feste, la domenica, il sabato, lavorare quando amici e famiglia sono a casa o magari quando ci sarebbe l'occasione di uscire, socializzare, stare con gli altri, che sono cosciente non siano cose indispensabili per vivere quanto mangiare e dormire, ma ogni tanto farebbe piacere, ecco.
RispondiEliminaPoi non ci si lamenta, per carità, come ci viene cosantemente ricordato dai datori di lavoro quando facciamo qualche richiesta, siamo già fortunati ad avere un lavoro e dobbiamo baciarci i gomiti, scherziamo? A chiedere gli straordinari pagati o un giorno di riposo settimanale sotto natale (uno ogni 15, eh, mica esageriamo) ci si sente mangiare la faccia e dare degli ingrati e il pubblico, i clienti, voi insomma, non sono da meno, vedo. Umilmente chiniamo la testa e ringraziamo.
Vorrei farvi presente però che esiste già un modo per fare gli orari diversificati...
RispondiEliminaLe ore massime di apertura concesse al momento solo 13 quindi uno volendo può aprire dalle 7 alle 12 e dalle 16 alle 24...
Perchè non lo si fà? Perchè salvo eventuali casi è economicamente controproducente e perchè anche chi ha un negozio a gestione familiare ha diritto di avere una famiglia e passare del tempo con essa...
Ripeto che liberalizzino pure gli orari (ognuno ha diritto a lavorare come vuole quando è in proprio), ma questa non è la soluzione del problema...
Ho letto tantissimi commenti in cui parlavano dei negozi all'estero aperti anche H24... dimenticano però queste persone che negli altri paesi il costo del lavoro è decisamente più basso, si i salari in molti casi saranno più alti, ma senza quel carico di tasse, l'inps e spese varie che sono tipicamente italiane.
RispondiElimina@Tanachvil
RispondiEliminaDa ex-militare, m'e' successo di non avere l'occasione di passare festivita' con il parentame. Da infermiere, mi succede ancora.
Perdonami se quindi tendo a non empatizzare eccessivamente con i tuoi problemi relativi l'impossibilita' di passare certi giorni con i familiari: lo provo sulla mia pelle, e non ho mai sentito qualcuno che si preoccupasse per me eccetto i miei affetti.
A parte la questione personale (sia chiaro, non desidero alcuna empatia: l'ho fatto, l'ho faccio, mia scelta) il problema e' evidente: tu, come altri, manchi di individuare come la questione non riguardi la liberalizzazione degli orari di lavoro ma l'assenza di tutele per il lavoratore.
E cosa si fa? Ce la si prende con una proposta che porterebbe benefici invece di chiedere maggiori tutele. Avere degli orari di apertura degli esercizi commerciali piu' flessibili non equivale necessariamente a maggiore sfruttamento: quello c'e' gia', e anche se ritengo assai probabile che orari piu' flessibili genererebbero maggiore sfruttamento e' inutile prendersela con i primi, perche' non sono loro la causa.
In UK dove risiedo è già così. I negozi sono aperti tutti i giorni, e siccome sono uno stracciapalle, quando un commesso mi chiede "how are you" (formula d'obbligo, qui), io gli rispondo, richiedo lo stesso e chiedo anche a che ora staccherà.
RispondiEliminaSono così venuto a sapere che la maggior parte dei commessi nei supermercati lavora 12 ore filate per 5/6 giorni la settimana. Così come i camerieri ed i cuochi e chissà chi altro.
Chiamala evoluzione.
Bella monti.
In Europa, dove vai vai, un twentyfour/seven c'è quasi dappertutto, per non dire degli Usa.
RispondiEliminaSolo da noi era proibito, il che non vuol dire che da ora diventi obbligatorio, solo che si può fare. Se non interessa a nessuno non si farà, se avrà una clientela invece si. Non è questo il succo della concorrenza? Ah, già, viviamo nel paese anti-concorrenza per definizione, ecco perchè tutti si affrettano sempre a definirsi liberisti, se lo fossero sul serio non avrebbero certo bisogno sottolineare un'ovvietà.
Sono d'accordo sulle liberalizzazioni a patto che:
RispondiElimina-Non valgano per la grande distribuzione, che sfrutta già orribilmente i lavoratori e farebbe la parte del leone nel finire di strangolare i negozietti
-Vengano messe ferre regole di tutela per i lavoratori: se sei il proprietario fai quello che vuoi, ma non puoi spingere i tuoi dipendenti a rovinare la loro vita privata in cambio di uno stipendio. Quindi limitazioni strettissime al numero di ore notturne e festive, raddoppio della retribuzione per queste due fasce di lavoro e divieto assoluto di contratti a termine se non per un periodo iniziale di prova.
In alternativa, reintroduciamo direttamente la schiavitù.
Ho sempre lavorato almeno 12 ore al giorno. Per molti anni non ho cosciuto nè il Ferragosto, nè la Pasqua e pasquetta e nemmeno il Natale ed il Capodanno. Uscire e divertirmi con la famiglia al di fuori delle feste comandate è stato spesso più bello che non il celebrarle con il rituale comune. Penso che però occorra anche riflettere che il 24 ore su 24 ore sui servizi commerciali non serva ad innalzare la qualità delle vite; semmai a renderci ancora più estranei al naturale svolgersi della vita: c'è il dì e c'è la notte, un tempo per lavorare ed un tempo per riposare. Aver dimenticato di comprare una bistecca comporterà due uova al tegamino. L'acquisto di un paio di scarpe, dopo le venti lo si potrà rimandare ad un giorno successivo. Non esageriamo dunque: riprendiamoci anche le regole per le nostre scorribande commerciali.
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