13 aprile 2012

Protervia

Ricapitoliamo, se non vi spiace:
  • nel 1993 gli italiani, attraverso un referendum, hanno detto esplicitamente che non volevano più dare i loro soldi ai partiti politici;
  • i partiti politici, da parte loro, se ne sono strafregrati e quei soldi hanno continuato a prenderseli, mediante un trucchetto da quinta elementare consistente nel cambiare formalmente la motivazione dell'incasso da "finanziamento pubblico" a "rimborso elettorale";
  • oltretutto, non contenti di aver disatteso la volontà dei cittadini continuando a intascare i loro quattrini, i nostri amici hanno spesso e volentieri distratto quei fondi imboscandoli, sottraendoli e in generale rubandoli nei modi più fantasiosi che sia dato immaginare;
  • trascorsi vent'anni, sotto la pressione dell'opinione pubblica inferocita da un vivamaria di scandali, i partiti si degnano finalmente di "riflettere" -sic- sulla faccenda, arrivando a concedere con augusta magnanimità -ma non è sicuro- non certo l'abolizione di quei finanziamenti o perlomeno la loro diminuzione, ma semplicemente l'accettazione del fatto che qualcuno controlli cosa ne fanno e si accerti che non li usino per scopi personali.
Se qualcuno, a prescindere da come la pensi sul finanziamento pubblico, riesce a fornirmi una metafora del concetto di protervia più calzante di questa storia, gli vado a cucinare a casa a pranzo e a cena per un anno.

6 commenti:

  1. Hai dimenticato un punto il rimborso elettorale ha anche quadruplicato il finanziamento ai partiti.

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  2. Io quasi quasi li taglierei davvero di netto, 'sti finanziamenti ai partiti.
    Così gli italiani si accorgerebbero di quale danno arrecherebbero alla democrazia sostanziale.

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  3. http://territoriumani.blogspot.com/2012/04/ma-questa-gente-sa-cose-la-democrazia.html

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  4. a questo punto, direi di guardare con interesse l'UNICO partito che per scelta e per principio non vuole il finanziamento pubblico.

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  5. @ale è un buon inizio ma non mi sembra sufficiente come programma elettorale

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