04 maggio 2012

Un pezzo di plastica

Poi scendi un minuto per prenderti qualcosa da mettere sotto i denti e incontri un papà con il figlio sui dodici anni, felice come una pasqua per quel fazzoletto di pizza con la mozzarella che gli stanno scaldando, che chiede alla ragazza dietro al banco di non piegarlo in due precisando che così se lo gusta di più.
E si capisce che non nuotano nell'oro perché hanno i vestiti logori e le scarpe consumate, ma anche perché il ragazzo non sta nella pelle ed è chiaro che quella merenda è un'eccezione assoluta; si gira, guarda il padre, sorride, dice grazie e allora il padre arrossisce come un bambino, risponde sottovoce una cosa tipo te l'avevo promesso e si vede che è felice pure lui per essere stato di parola.
E succede che proprio in quel momento ti vibra il cellulare, tiri fuori l'android tutto colorato che ti sembrava una meraviglia fino a tre minuti prima e mentre leggi il messaggio che ti hanno mandato sollevi la testa per guardare il ragazzo che sta addentando la pizza e ti godi lo spettacolo di una felicità così abbacinante che ti viene da fare tre passi indietro per non prenderla tutta insieme.
Abbassi lo sguardo, finisci di leggere il messaggio e ti accorgi che al cospetto di quel ragazzo e del suo fazzoletto di pizza con la mozzarella l'android tutto colorato è tornato ad essere un pezzo di plastica.
Sono cose che danno da pensare.

20 commenti:

  1. Grazie per averlo condiviso. Se è accaduto davvero, è molto triste.

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  2. Stiamo regredendo infatti... Ormai non ci si può permettere nemmeno il pezzo di pizza.

    Per carità, ho un iPhone 4, regalato per i 2/3 in verità, ma ora come ora sono nelle condizioni del padre, come la maggior parte della gente.

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  3. Sono cose che danno da pensare .. a chi sa guardare con altri occhi quello che gli avviene intorno. Grazie!

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  4. ho tre fette di pizza in frigo... le scambio per il tuo pezzo di plastica.
    (ironia, in realtà trovo che sia un bell'articolo... e uno spunto di riflessione)

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  5. È vero.
    Dovremmo cercare di esserne sempre consapevoli, anche quando non c'è il termine di paragone a rammentarcelo.

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  6. bellissimo davvero, porca paletta questa sì che è felicità. loveeeee

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  7. Parlo sempre a mia figlia, del valore delle cose. Che se rompe un giocattolo, sarà difficile ricomprarne uno nuovo. Anche se potremmo senza problemi (ma non glielo dico). E mi rendo conto che capirebbe bene solo se le cose che le dico, le vivesse davvero. E penso che forse crescerebbe meglio se fossimo davvero poveri.

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  8. ho già letto questo post tempo fa, ma nella versione precedente invece del padre e del figlio c'era una coppia di coniugi, e anzi che in pizzeria l'apologo si svolgeva in pasticceria.

    la dialettica "android tutto colorato/pezzo di plastica" è un po' falsa. la si può superare con un uno sforzo di concentrazione, che permetterà di vedere, oltre il feticcio e oltre la plastica, l'immagine latente delle manine che hanno assemblato l'oggetto. contestualmente, sarà possibile lanciare un secondo sguardo alle scarpe e poi agli occhi luccicanti del padre e del figlio in pizzeria. risulterà evidente a quel punto che la luce negli occhi di costoro non esprime stuporosa letizia nel godimento del trancio bisunto, ma una sovrana, razionale, fiammeggiante scaturigine di odio omicida, veicolo del messaggio subliminale: "cazzoguardi?"

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  9. sì, bello.
    dovremmo soffermarci tutti un po' di più su quello che ci circonda, imparare di nuovo a dare il giusto valore alle cose.

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  10. Volevo commentare quanto mi era piaciuto questo pezzo, ma il cinismo di don aminado me lo ha fatto andare di traverso. Non bisognerebbe mai leggere i commenti alle cose belle.

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  11. Volevo commentare quanto mi era piaciuto questo pezzo, ma il cinismo di don aminado me lo ha fatto andare di traverso. Non bisognerebbe mai leggere i commenti alle cose belle. E forse nemmeno scriverli.

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  12. Bellissimo. Ti ringrazio per avermi fatto riflettere e reso un po' orgoglioso del mio cellulare modello patacca con solo le funzioni telefono SMS :)

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  13. Non sono d'accordo con il post di Metil. Mi è capitato di essere felice per la pizza, per l'iPhone nuovo e anche per una bella giornata di sole. Credo che la felicità per l'iPhone nuovo diventi una malattia se e solo se si ritiene che l'iPhone nuovo sia indispensabile per essere felici.

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  14. "Non bisognerebbe mai leggere i commenti alle cose belle."

    "Non bisognerebbe mai leggere i commenti alle cose belle. E forse nemmeno scriverli."

    e men che meno rimuginarli.

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  15. Più che altro, come non bisogna mai dire "il mio dolore ha più valore del tuo perché io sono povero/malato/altro", forse non bisognerebbe farlo nemmeno per la felicità.

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  16. Mi ha commosso molto questo post.. spero che non venga utilizzato in nessuna pubblicità. Ciao

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  17. Non ho mai capito chi si fa piegare in due la pizza, effettivamente. Se c' la mozzarella poi, e' un disastro: esce tutta dai lati, il pomodoro, magari bollente, sgoccia tutto intorno e ti macchia le scarpe logore e poi per pulirsi e' un casino che lo sanno tutti che nelle pizzerie al taglio frequentate dai poveracci con i pantaloni lisi non ci sono i kleenex ma solo quei surrogati di fazzoletto fatti con lo stesso materiale usato per incartare la pizza. E con le mani bisunte sull'iPhone (1-2-3-4-5 che sia- io per esempio prendo solo le edizioni dispari, come per i tatuaggi)non e' che si riesce a lavorare bene con il touch screen. No no, se ognuno andasse alla pizzeria sua, saremmo tutti piu' contenti

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  18. la stessa scena ad occhi meno attenti e cuori un po' troppo chiusi non avrebbe detto niente.

    complimenti per la capacità di godere di una "felicità così abbacinante che ti viene da fare tre passi indietro per non prenderla tutta assieme".

    http://ilariabrunelli.wordpress.com

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