15 dicembre 2008

La Casa di Tonia [di Malvino]

Vi sarà certamente capitata sotto gli occhi la carrellata di volti noti e meno noti del mondo artistico napoletano prestati allo spot televisivo de La Casa di Tonia, iniziativa dell’arcivescovo di Napoli, il cardinal Crescenzio Sepe. Per intenderci, è quello nel quale Beppe Barra (se non lui, un altro tra gli altri) dice: “L’idea è robba di Sua Eminenza”, o qualcosa del genere, comunque con tono molto caldo e complice. Spot fighissimo, chissà quando sarà costato spararlo così spesso e in fasce orarie solitamente salatissime. Cioè: chissà quanto sarà stato scontato, perché caritatevolmente indirizzato. L’iniziativa, infatti, invoglierebbe.Si tratta di costruire – recita il sito web de La Casa di Tonia – “un asilo nido multietnico intitolato a Tonia Accardo, madre coraggio di Torre del Greco morta a causa di un tumore non curato per portare a termine la gravidanza e consentire alla sua bambina di nascere”. In tv non c’era tempo per spiegare chi fosse Tonia, c’era da chiedere l’euro tramite sms (l’obolo, a differenza dell’ovulo, può servirsi della Techne).Tutto molto bello, ma se il mio euro servisse a pagare proprio la targa sulla porta dell’asilo, intitolata ad un esempio di vita ch’io non condivido?Soprattutto, a voler sollevare una questione ingenua fino all’insultante: con un solo pezzo del tesoro di San Gennaro quanti asili si possono costruire per intitolarli a tutte le sante preferite? Ma dove sta scritto che solo lo Stato può dismettere e la Chiesa mai? Pure la regina Elisabetta ogni tanto mette all’asta qualche chincaglieria per benificenza. La monarchia vaticana è quella che ha la manina più rattrappita sui propri gioielli. I principi della Chiesa scenderanno mica nottetempo in duomo per indossarli?Ecco, visto? Si finisce con l’usare argomenti da anticlericali di stampo ottocentesco, di fronte a un clero di stampo ottocentesco.

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