… Il suo risultato elettorale è, quindi, una responsabilità comune, che deve coinvolgere ogni struttura, ogni circolo del PD. E’ perciò necessario che in tutto il materiale elettorale compaia l’indicazione di voto per il capolista e che egli sia fortemente supportato in iniziative, incontri e in ogni momento della comunicazione politica di questa campagna elettorale. Ti chiedo di informare ogni livello comunale che poi analizzeremo insieme il risultato dei capilista nei loro territori.Guardate coi vostri occhi come è andata: ecco gli eletti. Risultato complessivo nel collegio Nord-Ovest: 23,03%, migliora appena su scala nazionale: 26,13%. Davvero pochino, soprattutto perché solo un anno fa la cifra era ben diversa (33,2% alla Camera e 33.7% al Senato). Io credo che il numero di voti presi a queste elezioni, che sapevamo sarebbero andate male, rappresenti il numero minimo ed imperdibile di elettori democratici. Quelli che qualunque cosa accada, il proprio voto al partito non lo negano. Gli aficionados, i fedelissimi insomma. Non per niente, infatti, questi elettori hanno rispettato alla lettera, come dicevo sopra, le indicazioni di apparato. Della serie: peggio di così non può andare, perché questo è il minimo garantito che un partito fortemente organizzato sul territorio come il Pd si porta dietro come rendita naturale dei decenni di storia politica delle sue componenti originarie. Ora io mi domando: si poteva fare di meglio che accontentarsi dei soli voti dello zoccolo duro? Gli errori sono stati tanti: tanto per cominciare la composizione delle liste (a tratti impresentabili), piovute nei collegi dall’alto della Segreteria nazionale che le ha confezionate ignorando quasi del tutto le indicazioni provenienti dai territori, ma anche le faide interne (persino ostentate), i pizzini, i distinguo, le “amalgame mal riuscite”, le “fusioni a freddo”, e chi più ne ha più ne metta. Ma ai miei occhi, se non si fosse capito, il disastro maggiore è rappresentato dal fatto che nessun dirigente di rilievo nazionale ammetta la disfatta. E conseguentemente si dimetta. Il Pd perde 7 punti, lo ripeto. Un dramma. Ed oggi, di fronte ad una perdita colossale (abbiamo perso 4 ilioni e mezzo di voti) i dirigenti del Pd esultano (!) dicendo “Abbiamo fermato la destra” o spiegano all’IdV, che ha fatto il pieno di voti, che l’antiberlusconismo non paga (quel genio della Melandri). Intanto a Roma si incontrano, sempre gli stessi, per stabilire chi tra loro sarà il prossimo segretario. Bersani, D’Alema, Marini, Franceschini, Rutelli, ecc. ecc. Possibile che nessuno parli di dimissioni? Squadra che perde, non si cambia? La chance di lasciare il posto a qualcun altro che, chissà, forse potrebbe fare di meglio, ce la vogliamo del tutto negare? Non doveva essere un partito aperto, contendibile, il nostro? O erano solo parole?
09 giugno 2009
Pd: squadra che perde si cambia?
I candidati che hanno collezionato il maggior numero di preferenze nel mio collegio (Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) sono stati quelli indicati dal partito: Cofferati, Panzeri e Toia in Lombardia, Cofferati, Susta e Placido in Piemonte, Cofferati Balzani e Bonanini in Liguria (la Valle d’Aosta troppo piccola per vincere un proprio eletto).
Il Partito aveva dato indicazione affinché nei territori e attraverso i circoli fossero supportate le predette candidature e, in particolare, quella di Cofferati, non proprio amata dalla base, come anche noi avevamo avuto modo di ricordare…
In favore di quest’ultimo, addirittura, è stata inviata ai segretari di Federazione una lettera minacciosa:
Veltroni si è dimesso per molto meno e questi non vogliono capire che o danno la segreteria alla Serracchiani e se ne vanno tutti a casa oppure a casa li mandiamo comunque noi.
RispondiEliminagli impresentabili che avete "presentato" sul blog non sono riuscita a votarli, il mio voto finché candidano questa gente l'hanno perso
Concordo in pieno con Sun. La Serracchiani è giovane, intelligente e brava ed in più, essendo donna, fa pure immagine.
RispondiEliminagià. sarà proprio interessante vedere come finisce questo dilemma fra "poltrona" e "ideale".
RispondiEliminafino ad ora, sembra che abbia sempre vinto Poltrona. curioso, perché di solito ciò lo si critica agli avversari. infatti, la gente, anche se non sempre coscientemente, intuisce questo e perde la fiducia nei propri rappresentanti.
la conseguenza? astensioni al voto e sensazione che, votare gli uni o gli altri, non cambi poi molto.
un vero peccato, causato, manco a dirlo, dall'ego trabordante di coloro che non capiscono che è ora di mettersi da parte.
Però è vero che l'antiberlusconismo non paga: il partito meno antiberlusconista di tutti, il PDL, ha preso 10.800.000 voti. Quindi, io propongo che il PD appoggi le candidature del PDL, così si vince di sicuro.
RispondiEliminaMa che volevate, che prendessimo subito il 45%? Lasciamo lavorare Franceschini fino ad Ottobre e poi si tireranno le somme...non divertiamoci ad autoflagellarci con dimissioni e crisi annunciate tanto per rimanere al passo con la moda.
RispondiEliminaBeto
La seconda che hai detto! Io guardo dall'altra sponda (politica, si intende che Sircana è diverso da me) e dico due cose: uno è troppo facile ma inelegante prendersela con la ballerina di Malindi e due che purtroppo siamo in Italia e quindi riusciamo ad eleggere (come italiani) persino un giovanotto con una carriera ultradecennale com Ciriaco (De Mita, scusa il termine).
RispondiEliminaUna spinta a cambiare i dirigenti sarebbe venuta da una vera batosta. (questa non l'è stata,dai)Un prezzo troppo alto che ci sarebbe dispiaciuto pagare.Aspettare che un gruppo di potere si autoepuri,però,è una pia illusione.
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