Voi lo sapete, chi è un blogger?
Un blogger è uno qualsiasi, un individuo, un cittadino, che un bel giorno inizia a scrivere quello che pensa in un piccolo spazio (generalmente) gratuito che qualche provider gli mette a disposizione nel mare magnum di internet.
Possono volerci mesi, e talora anni, prima che qualcuno si accorga di lui: non è infrequente, quindi, che un blogger qualsiasi si ritrovi per un periodo di tempo indefinito a scrivere decine, forse centinaia di migliaia di battute con la consapevolezza che nessuno, nemmeno uno, le leggerà. Eppure continua, credendo -o sperando- nella possibilità che prima o poi le sue idee -quali che esse siano- possano raggiungere qualcun altro e, come si dice, germinare.
Nei casi più fortunati questo momento, lentamente, arriva: certo, ci vogliono fatica, rigore e fantasia; c'è bisogno di conquistarsi le visite una dopo l'altra, con pazienza e disponibilità, inventando ogni giorno un modo nuovo ed efficace per dire quello che si vuole dire e ogni giorno correndo il rischio di perdere tutti i propri lettori in un colpo solo per aver scritto una baggianata, per essersi lasciati sfuggire una considerazione superficiale, per non aver mantenuto lo standard di qualità al quale gli altri si sono ormai abituati. E soprattutto bisogna continuare, possibilmente sempre meglio, ché quelli che leggono i blog sono -per fortuna- esigenti di brutto, e basta un'inezia per perdere quel minimo di credibilità che si è acquisita con tanta dedizione.
Non che tutto questo serva al blogger per campare, ci mancherebbe: in molti casi non gli vengono in tasca che poche decina di euro ogni mese, ottenute a stento dalla pubblicità che vende sul blog senza neanche poter chiedere esplicitamente ai propri lettori, giacché non costa nulla, di cliccare tutti i giorni sui banner che sono sul blog, ché altrimenti gli inserzionisti si incazzano e gli portano via quei quattro soldi che ha pazientemente accumulato.
Fare il blogger, insomma, costa una gran fatica e non porta alcun guadagno. Lo si fa perché ci si crede: si crede -ingenuamente, dice qualcuno, aggiungendo più o meno esplicitamente che siamo dei poveri coglioni- che le parole di una singola persona, e la loro successiva rielaborazione da parte di quelli che le leggono, possano alla lunga cambiare qualcosina; e che quella cosina -magari minuscola- possa pian piano muoverne un'altra un tantino più grande, e poi magari un'altra ancora, e poi chissà.
Ciò premesso, accade continuamente che un blogger esprima le proprie opinioni, riporti delle notizie che trova scritte su un giornale, o più raramente che dia conto delle testimonianze che ha raccolto per conto suo; può ben darsi, naturalmente, che quelle opinioni ("secondo me il Vaticano ha protetto i preti pedofili"), quelle notizie ("pare che durante il Consiglio dei Ministri Berlusconi abbia detto...") e quelle testimonianze ("uno che è stato in carcere mi ha raccontato che...") non siano dimostrabili: ma poiché il blogger non è un editore -il che equivale a dire, tra l'altro, che non incamera i cospicui contributi statali che agli editori sono riservati- egli non possiede gli strumenti di verifica né le competenze legali di cui invece i giornali possono dotarsi.
Ed eccoci arrivati al dunque; il tanto discusso "ddl intercettazioni" contiene una norma che non è stata rimossa neppure dopo le liti feroci che hanno spaccato in due la maggioranza: una norma che costringe tutti i blogger a rettificare ciò che hanno scritto, su richiesta degli interessati, entro lo stringente termine di 48 ore dalla notifica, pena una sanzione di 12.500 (dicasi dodicimilacinquecento) euro.
Ebbene, proprio perché -come dicevo prima- col lavoro di blogger non si campa, può essere ben possibile che in quelle 48 ore il malcapitato abbia la necessità di fare tutt'altro: lavorare, per esempio, oppure litigare con la fidanzata, o cullare il figlio piccolo che sta mettendo i denti, o andarsene al mare, o dedicarsi alle altre consuete occupazioni che caratterizzano la vita degli esseri umani; potrebbe essere che il blogger abbia espresso un'opinione propria, non fondata su prove documentali ma piuttosto su ragionamenti, congetture, ipotesi; così com'è assai probabile, infine, che di fronte ad una richiesta di rettifica il disgraziato non disponga degli strumenti giuridici per verificare se essa sia fondata o si tratti semplicemente di un'intimidazione finalizzata a fargli ritrattare quello che ha scritto perché dà noia a qualcuno.
Sapete, allora, come andrà a finire?
Andrà a finire che la maggior parte dei blogger, temendo di dover sborsare cifre proibitive per togliersi lo sfizio di scrivere quello che pensano, e stanchi di doversi precipitare a pubblicare una rettifica ogni volta che glielo chiedono, la pianteranno là e si dedicheranno ad altre cose: e che gli altri, quelli che proprio non potranno fare a meno di esprimersi, vivranno in un perenne stato di tensione aspettandosi da un momento all'altro un'allegra raccomandata in cui un avvocato sconosciuto intima loro di rimangiarsi le proprie opinioni.
E sapete chi ci rimetterà?
Ci rimetteranno coloro che frequentavano quei blog, perché evidentemente trovavano divertente, costruttivo e perfino utile leggere quello che c'era scritto e discuterne insieme.
Ci rimetteranno tutti quelli che non saranno più raggiunti dalle notiziole scomode per i potenti e dai ragionamenti fastidiosi per il regime che solo i blogger, svincolati come sono da qualsiasi considerazione legata al profitto, alla convenienza e alle amicizie che contano, si possono permettere di far circolare.
Ci rimetterà la partecipazione alla vita civile del paese, la circolazione libera delle idee, la grande opportunità che internet non si trasformi -come alcuni vorrebbero- in un'altra televisione, ma rimanga uno spazio di discussione, confronto e dibattito autenticamente libero.
Forse non è tanto vero, allora, che i blogger sono degli idealisti un po' coglioni; forse non è vero che le cose non si possono cambiare dal basso, con pazienza, parola dopo parola, aggregando una persona dopo l'altra a un'idea, un progetto, una finalità comune.
Perché se così fosse, se quello di cui i blogger si occupano fosse solo fuffa senza corpo né sostanza, allora non cercherebbero di metterli a tacere in questo modo.
La verità, quella vera, è che hanno paura di noi.
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Grazie a Daniele per il costruttivo confronto.
jes
RispondiEliminanon ho sbagliato, è sì in esperanto :)
E' il post più esaustivo che abbia mai letto riguardo al tema. Condivido pienamente tutto!
RispondiEliminaBel post, grazie Metilparaben. E speriamo che sarà ancora possibile, in futuro, leggere i tuoi ragionamenti e quelli dei tanti altri bloggers che scrivono delle belle cose in tutta libertà.
RispondiEliminami viene una domanda in mente..ma dove le pescheranno le notizie molti di quei giornalisti che scopiazzano allegramente dai blog? Dovranno scrivere di meteo o di cucina..perchè i blogger potranno scrivere solo di frivolezze. Sì..hanno tanta paura del web.
RispondiEliminaFantastico post sull'argomento, con considerazioni davvero belle.
RispondiEliminaBravo Metil!
bel post davvero. hai ragione da vendere, anche se sei seduto dalla nostra parte, quella di chi ha torto
RispondiElimina:)
Forse sbaglio, ma se io ho un blog su wordpress.com, blogger.com, blogspot.com e altre piattaforme NON italiane, su server NON italiani e NON in Italia, non dovrei essere tenuto alla rettifica visto che questa barbarie è solo italiana.
RispondiEliminaQuindi ad essere obbligati alla rettifica sarebbero solo quelli che hanno un blog "autonomo" ad esempio su wordpress installato su server italiani, ma basterebbe scegliere un manteiner straniero per stare tranquilli.
Questo non toglie nulla alla barbarie di cui sopra, ma la rende solo inutile e dimostra, ancora una volta, l'incompetenza dei legiferatori italiani su cose che riguardano il web. C'è di buono che dovranno avere ancora paura di noi. Un blogger.
Complimenti per il post. In effetti il web è la nostra "Radio Londra", va difeso in quanto senza quest'ultima oasi di libertà di comunicazione, non rimarrebbe piu' nulla
RispondiEliminaOttimo post: le migliori cose che letto in merito. Non escludo che i blogger (come me) siano idealisti e pure un po' coglioni, ma è senz'altro vero che tante idee, tante informazioni, tante opinioni si scambiano attraverso Cannocchiale, Wordpress, Blogger, Myblog... forse anche più che attraverso la Repubblica o il Corriere online...
RispondiEliminaMi sa che questo post lo distribuisco agli amici.
Ciao
Già, come si fa a non concordare? Ma suona come un addio. Un addio alla libera informazione. Stanno trovando il modo di controllare anche internet?
RispondiEliminaGrazie
RispondiEliminaNo Anonimo, vige il principio di territorialità: rispondi alla legge del tuo Stato, dello Stato della "vittima" e dello Stato dove avviene il reato.
RispondiEliminaTrovandomi a gestire un gran numero di casi simili (di presunte diffamazioni) noto quante di esse siano in realtà fuffa, non ci vuole molto che chi minaccia capisca che se riesce a tirare il discorso per due giorni (cosa facilissima) può costringere l'avversario alla resa.
Cioè se passata 'sta legge ed un blogger americano dice qualcosa che non va bene, ad esempio, ad un politico italiano, sarà obbligato alla rettifica entro 48 ore? Giuseppe
RispondiEliminaSolo in italia possono fare porcate simili....
RispondiEliminaMetil, se ti togli quei baffoni ti bacio... ottimo post.
RispondiEliminaAlessandro
Alessandro, grazie per la riflessione e la passione.
RispondiEliminaG
Ovvio che hanno paura dei Blogger, anche io ne avrei se volessi nascondere la verita` alla gente.
RispondiEliminaMeglio avere solo giornalisti selezionati e tutti rigorosamente 'a libro paga'.
Io ho la sensazione che sia più che altro incompetenza e disinteresse.
RispondiEliminaIn tutti i casini che hanno creato non hanno voglia e tempo di occuparsi anche degli emendamenti che riguardano la rete, strumento di cui ancora non hanno capito la forza e l'utilità (per non parlare del funzionamento!)
Beh, non è vero che i blogger siano tutti giornalisti o opinionisti. E' vero che i giornalisti si sono accorti, con ritardo, di poter fare anche i blogger. Anni fa si era tutti anonimi, non c'era il nome noto che aveva il suo blog (lo so, io c'ero). Chi scrive un blogger lo fa per i più disparati motivi e, secondo me, solo una minima parte lo fa sperando di avere "audience" e farci soldi (minima parte composta per la maggiornaza dai giornalisti di cui sopra).
RispondiEliminaComunque se passerà la norma, vorrà dire ad ogni post in cui si citerà qualcuno che potrebbe poi rompere, seguirà subito dopo, intendo 3 secondi dopo, un post di smentita preventiva. In fondo gli italiani sono abituati a questo.
non sono un blogger ma un frequentatore assiduo, tra gli altri, del tuo ma non mi chiamo fuori dalla schiera degli (eterni) idealisti un po' (rin)coglioni(ti).
RispondiEliminase la norma rimane così com'è - e temo proprio di si - non ti resta che installare un produttore automatico di smentite che entre le 48 ore smentisca ogni notizia con le modalità previste
hai visto mai...
Trovo il tuo blog molto interessante.
RispondiEliminaChe Paese sta diventando questo?
Iniziative per lottare contro questa norma?
però la pubblicità ad e-campus con Sgarbi è insopportabile...
RispondiEliminasi troverà una soluzione..è chiaro che il libero pensiero e la diffusione di idee e di informazioni spaventa, ma per fortuna un po' di fiducia nel genere umano ancora resiste.. magari ci si trasferirà in islanda...
RispondiEliminaqualcuno sa spiegarmi se e in che modo questa nuova legge potrà aiutare anche la blogosfera residente in italia?
I blogger fanno molta paura. Perché lo fanno per degli ideali, e gli ideali non hanno un prezzo, non sono collocabili economicamente, non si mettono nei contratti o nelle note spese.
RispondiEliminaCiao, e' la prima volta che capito da queste parte e trovo che nel tuo post ci siano tante cose vere e tante su cui riflettere!
RispondiEliminaBuona giornata
Penso che ci ritroviamo in quello che hai scritto. Grazie.
RispondiEliminaL'America, l'America ha paura
RispondiEliminaAltrimenti non si spiega come faccia
A vedere in uno stato in miniatura
Questa orribile minaccia...
@Anonimo del 26 luglio 2010 01.50.00
Il principio di territorialità ci dice che si risponde alla legge del TERRITORIO su cui viene commesso il reato (indipendentemente dalla nazionalità della vittima o del colpevole...) quindi il quesito interessante diventa: nel momento in cui io dall'Italia produco del testo e lo memorizzo su un pc poniamo inglese, da cui poi questo diviene pubblico... Rispondo alla legge italiana o a quella inglese? Il reato, nel caso io diffami qualcuno, è avvenuto in Italia (dove il testo è stato scritto, ma nessuno poteva leggerlo) o in Inghilterra (dove il testo è diventato di dominio pubblico)?
io sento sempre più puzza di myanmar...
RispondiEliminagrazie metil per la resistenza
Son rovinato!!!! :-D
RispondiEliminavenite tutti a Roma il 29 luglio - catena umana a MOntecitorio contro la legge bavaglio. Forza , insieme contro il bavaglio!
RispondiEliminaio non ho un blog, ma seguo molti di voi blogger con molto interesse per gli spunti di discussione, per certe informazioni che riescono a circolare e rimbalzare solo in rete e a volte, perchè no, anche per farsi 2 risate in leggerezza....
RispondiEliminase questa legge passa in questo modo, saremo tutti più poveri di libertà e conoscenza, purtroppo voi rischiate di esserlo anche nel portafoglio!!!
però vorrei ricordarvi una cosa: proprio in virtù della tua chiosa, metil, l'unione fa la forza, sempre...sarà banale, ma io ci credo!
Si, GRAZIE METILPARABEN...
RispondiElimina...il tuo blog e` il mio preferito.
Grazie per la resistenza, grazie per la costanza...
GRAZIE
Un post lucidissimo. Complimentoni.
RispondiEliminaTi cito e ti applaudo anche dalle mie parti, spero non ti dispiaccia.
E adesso Concita ti metta in prima, ecchecavolo!
RispondiEliminaMica ho capito, che c'entra Concita?
RispondiEliminapiccoli bracieri possono essere pericolosi, covano, indisturbati ed invisibili, grandi incendi" meglio spegnerli!!"Ma per spegnerli, devi sapere quali di questi sono accesi,penso che noi blogger siamo considerati piccoli bracieri accesi ciao
RispondiEliminaMi ci ritrovo nella descrizione e nel tuo giudizio
RispondiEliminaPaura non saprei, ma prurito al di dietro questo è sicuro. Ottimo post.
RispondiEliminaLa mia idea è di pubblicare subito in calce ad ogni post la rettifica. Vi assicuro che l'effetto è, dal punto di vista satirico, esilarante.
RispondiEliminaEsempio: dopo aver scritto della Fiat, di Marchionne e di Termini, basta scrivere in fondo: "Sergio Marchionne è un grandissimo imprenditore che ha a cuore solo gli interessi degli operai italiani".
Ottimo articolo, come sempre.
RispondiEliminaÈ vero, hanno paura di noi. Temono le nostre idee, le nostre critiche, le nostre proteste. Se questa legge non dovesse cambiare per noi lettori che tiriamo un sospiro di sollievo leggendo le notizie sui blog (questo e/o altri) e per noi bloggers saranno devastanti.... stavolta dobbiamo farci sentire!
Oggi è uscito il mio primo post con rettifica incorporata. Ho precisato che il post è frutto di fantasia e tutto ciò che vi è affermato è falso. Poi sta al lettore, ovviamente...
RispondiEliminaConcordo con bellobello, Lameduck e Debora: rettifica preventiva in calce con riferimento standard alla legge. Dopo un po' di confusione i lettori capirebbero (e anche gli altri, ma non so a cosa potrebbero appigliarsi: la legge censura attraverso l'obbligo di rettifica, non può impedire di scrivere). A furbo, furbo e mezzo, o meglio, come diceva Franco Fortini: "candidi come volpi, astuti come colombe"
RispondiEliminaOvviamente rimarremo noi, in prima linea, quelli che vivono all'estero e che usano IP esteri. Siamo intoccabili. Qui abbiamo leggi che proteggono la liberta' di espressione, anche su Intenet, di ferro. Berlusclown e accoliti ci mettono un dito addosso e si ritrovano L'unione europea addosso (che gia' sta osservando queste leggine fascistelle con un occhio di sospetto. Tranne in Gran Bretagna dove del fascista corrotto a Berlusconi ed al suo governo glielo danno apertamente, quotidianamente ed anche sugli organi di informazione di stato). Vi daremo volentieri asilo politico sui nostri blog, la resistenza puo' continuare da qui.
RispondiEliminaCorsi e ricorsi storici, eh? :(
Condivido tutto, anche come esposizione e chiarezza, elementi sempre più difficili da trovare. Non a caso hai giustamente trovato spazio su "l'Unità".
RispondiEliminaResistenza, come scrive Martina Di Renzo? Ebbene sì, non mi pare ci sia l'alternativa e, comunque, si avvicina per Cesare il 25 luglio (come nel '43), poi seguirà - nei corsi e ricorsi storici - anche Piazzale Loreto.
Complimenti per il post, hai conto in pieno l'anima del blogger. Una ulteriore anima, umile e in fila con gli altri, si unisce al tuo progetto di cambiare il mondo, dal basso (ma puntando in alto).
RispondiEliminaforza firmate l'appello sulla valigia blu forza forza
RispondiEliminaAh no.
RispondiEliminaNessuno potrà farmi rettificare ciò che penso dei miei pompini.
Si può spegnere un incendio, ma non far sparire il fuoco dal mondo.Bravo Alessandro, avanti tutta e in caso di approvazione della legge, post con rettifica preventiva incorporata.
RispondiEliminaOh, che discorso. In realtà è molto complesso; dubito che la legge sia "giusta" ma lo dubito per un pregiudizio; ovvero immagino che questo governo di peracottari non possa partorire provvedimenti intelligenti, in realtà non ho letto il ddl.
RispondiEliminaDetto ciò, io credo che un blogger possa essere libero di scrivere "secondo me il Vaticano ha protetto i preti pedofili", così come può parlare del sesso degli angeli.
Però io credo che se un blogger scrive: "Don Antonio della parrocchia di via Turati a Castelvetrano tocca i bambini" debba essere obbligato alla rettifica, magari anche querelato e costretto a pagare ben più di 12mila euro....almeno fino a quando Don Antonio non venga denunciato, processato e giudicato colpevole.
Continuare a sostenere che un blog può scrivere quello che vuole perchè il blogger non è un professionsta, significa screditare l'informazione che produce. L'informazione, per essere definita tale, deve essere credibile, corretta, e quando non corretta, rettificata. Altrimenti si tratta solo di ciance nel nulla, diari on line, opinioni magari piacevoli o interessanti ma prive di costrutto.
E i blogger non possono definirsi fonti di informazione o "citizen journalist" per poi dire: "Sì, però non ti posso garantire che ciò che ho scritto è corretto perchè non sono pagato per farlo e in ogni caso poi il week end vado a mare..."
"Togliersi lo sfizio di scrivere ciò che si vuole" è sacrosanto. Ma fare informazione è un'altra cosa. Quindi pensateci, o blogger, a cosa volete fare e cosa volete essere. Il ddl sarà pure demenziale (forse) ma paradossalmente vi conferisce sul piano teorico un'autorevolezza della quale dovete assumervi la responsabilità. Se volete. Se non la volete siete/siamo tutti liberi produttori di fuffa e ci andrà bene così.
Per finire; fare informazione significa fornire fatti, possibilmente documentandoli. Non ce ne rendiamo conto perchè ormai anche i cosiddetti "mezzi di informazione" lo fanno poco. Si fermano alla raccolta delle opinioni. Per questo i blogger, che per lo più si limitano a esprimere la propria o linkare quella degli altri, si sentono tirati in causa. C'è però parecchia confusione: le opinioni personali non possono essere documentate, ne rettificate... e dunque come si fa?
Oh, che discorso. In realtà è molto complesso; dubito che la legge sia "giusta" ma lo dubito per un pregiudizio; ovvero immagino che questo governo di peracottari non possa partorire provvedimenti intelligenti, in realtà non ho letto il ddl.
RispondiEliminaDetto ciò, io credo che un blogger possa essere libero di scrivere "secondo me il Vaticano ha protetto i preti pedofili", così come può parlare del sesso degli angeli.
Però io credo che se un blogger scrive: "Don Antonio della parrocchia di via Turati a Castelvetrano tocca i bambini" debba essere obbligato alla rettifica, magari anche querelato e costretto a pagare ben più di 12mila euro....almeno fino a quando Don Antonio non venga denunciato, processato e giudicato colpevole.
Continuare a sostenere che un blog può scrivere quello che vuole perchè il blogger non è un professionsta, significa screditare l'informazione che produce. L'informazione, per essere definita tale, deve essere credibile, corretta, e quando non corretta, rettificata. Altrimenti si tratta solo di ciance nel nulla, diari on line, opinioni magari piacevoli o interessanti ma prive di costrutto.
E i blogger non possono definirsi fonti di informazione o "citizen journalist" per poi dire: "Sì, però non ti posso garantire che ciò che ho scritto è corretto perchè non sono pagato per farlo e in ogni caso poi il week end vado a mare..."
"Togliersi lo sfizio di scrivere ciò che si vuole" è sacrosanto. Ma fare informazione è un'altra cosa. Quindi pensateci, o blogger, a cosa volete fare e cosa volete essere. Il ddl sarà pure demenziale (forse) ma paradossalmente vi conferisce sul piano teorico un'autorevolezza della quale dovete assumervi la responsabilità. Se volete. Se non la volete siete/siamo tutti liberi produttori di fuffa e ci andrà bene così.
Per finire; fare informazione significa fornire fatti, possibilmente documentandoli. Non ce ne rendiamo conto perchè ormai anche i cosiddetti "mezzi di informazione" lo fanno poco. Si fermano alla raccolta delle opinioni. Per questo i blogger, che per lo più si limitano a esprimere la propria o linkare quella degli altri, si sentono tirati in causa. C'è però parecchia confusione: le opinioni personali non possono essere documentate, ne rettificate... e dunque come si fa?
Scusate la lunghezza. ciao
quanto dice RossoNaturale mi trova d'accordo. se si vuole scrivere una notizia occorre documentarla. e questo il più delle volte, nei blog più seri, succede. ricordo che fin dai tempi di Usenet (magari qualcuno ricorda ancora i vecchi newsgroup), dopo un po' si riusciva a scremare il troll dalla persona seria, ed una volta che eri etichettato come troll era difficile toglierti l'etichetta di dosso.
RispondiEliminase esiste una pressione sociale anche su internet, i blog di chi spara sciocchezze e chi invece esprime opinioni, o illustra notizie recuperabili facilmente, allora tale pressione dovrebbe servire per mettere al bando, isolare, diminuire fino a quasi zero il ranking di quel blog.
è vero che anche il Giornale di Feltri ha i suoi lettori, ma certo non può paragonarsi a il Sole24Ore, almeno per veridicità delle notizie e qualità delle opinioni espresse (per non parlare del linguaggio).
Chissà se può essere possibile trovare una soluzione che prescinda dalle querele per diffamazione, un mettere alla berlina virtuale i blog che sparano sciocchezza.
Detto che va ovviamente elogiato il commento della sig.ra RossaNaturale come il migliore del presente thread (migliore, di gran lunga, anche del post), è doveroso segnalare, per meriti opposti, il commento del sig. edit (25 luglio 2010 20:21:00 GMT+02:00) che, se davvero in questa occasione ha letto "le migliori cose... in merito" sta messo male, quanto a letture. Si noti anche come venga dato per certo l'idealismo dei blogger (come lui), ma si ritenga parziale, e sotto sotto ipotetica, la coglioneria (o coglionaggine). L'infelice situazione del sig. edit quanto a letture è dimostrata dalla sua genuina convinzione per cui "tante idee, tante informazioni, tante opinioni si scambiano attraverso Cannocchiale, Wordpress, Blogger, Myblog", paragonabili ai pamphlet illuministici, che però il conte Giacomo definiva, chissà se a torto, "gazzette". Che poi le gazzette possano far persino meglio di Repubblica o del Corriere online mi pare nell'ordine naturale delle cose, trattandosi di competizione tra gazzette, e l'affermazione sarebbe valida (affinché non si equivochi) anche se citasse il giornale o libero o che altro. La conclusione, infine, spinge a ipotizzare una certa desolazione intellettuale, tra gli amici del sig. edit.
RispondiEliminap.s.
RispondiEliminaSig. Rolando, da noi si usa mettere alla berlina i fessi, e dal momento che i fessi spesso sono tenutari di blog, anche i blog riconducibili al tenutario. Ma lo si fa solo in base al grado di evidente e (quella sì) documentata fessaggine, non certo per la validità documentaria delle opinioni espresse o dei fatti narrati. Insomma, mi pare che di blogger che fanno informazione, per così dire, dal fronte, ce ne siano pochini. Da noi, quanto a mettere alla virtual berlina chi spara sciocchezze, qualcosa si è combinato e si combina, ma procedendo rigorosamente sulla base della logica: e badi che tralasciamo il problema di chi è tenuto a giudicare quando ci si trova di fronte a sciocchezze o no, tema che come Lei certamente immagina non è di così semplice soluzione.
Noi, ci siamo eretti ad autorità, ma soltanto presso noi stessi, e non auspichiamo isolamento alcuno dei blog che a nostro parere sparano sciocchezze, in quanto essi costituiscono quel poco di buono che si trova sul web, ovvero la fonte ininterrotta di genuino divertimento.
Saluti.