25 luglio 2011

Non c'è pericolo

E non è tutto: Breivik rischia di scontare "solo" 21 anni in un carcere pulito, non sovraffollato, con la doccia in cella, nel quale probabilmente gli sarà consentito perfino di leggere dei libri, di essere portato tempestivamente in infermeria se non si sente bene, di lavorare e di fare sport.
Si chiama civiltà, e con ogni evidenza è l'unica strada da percorrere per fare in modo che i fondamentalismi, nessuno escluso, scompaiano dalla faccia del pianeta.
Si chiama civiltà, e non è gratis: costa sacrificio, abnegazione e una gran voglia di superare la rabbia, la vendetta, la violenza per farne qualcosa di utile, costruttivo, umano.
Si chiama civiltà, ma detto tra noi non è il caso che ve ne preoccupiate: finché vi capiterà di trovare l'avverbio "solo" scritto in quel modo sul sito web di uno dei quotidiani più venduti del paese, non c'è pericolo che ci dobbiate fare i conti.

24 commenti:

  1. Civiltà è anche dare una giusta pena a chi non rispetta le regole che la società e il buon senso impongono. In questo caso, una pena di 21 anni sarebbe a mio avviso sproporzionata rispetto al crimine commesso. Non è questione di vendetta, ma di giustizia.

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  2. forse a quelli del giornale in questione piacerebbe che, invece che norvegese, l'attentatore avesse agito in Texas, o magari in Cina (riferimento alla pena di morte, giusto per chiarirsi...)!

    un saluto

    Ale

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  3. Mi dispiace, ma in questo caso sono d'accordo con la testata giornalistica. 21 anni, per aver ucciso 93 persone sono ridicoli. Sono d'accordo con te sul fatto che il periodo di carcere debba essere condotto in modo dignitoso e non inumano come avviene qui in Italia, ma sul fatto che la pena sia breve, sono d'accordo.

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  4. Vado a memoria, e cito un esempio ma se ne potrebebro fare tantissimi......banda della uno bianca, più di 100 morti e nessuno dei componenti ha avuto 21 anni di carcere e uno è già fuori! Se gli dessero 21 anni e li scontasse tutti (cosa molto più probabile in Norvegia che in Italia!) sarebbero sempre più civili di noi, dove all'uscita lo premierebbero e con interviste, libri film e forse anche con una partecipazione al grande fratello!!

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  5. Secondo me si tratta di applicare le leggi: se in Norvegia un crimine così viene punito con 21 anni di carcere, perdipiù umano e non bestiale, bisogna accettarlo, non é con la vendetta che si può andare avanti. E' difficile, ma é così, checché ne dicano i vari belpietro e co...

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  6. a quanto pare, è ancora netto il confine tra le società che pensano che ogni individuo, per quanto malvagio, sia recuperabile alla società stessa e quelle che preferiscono vendicarsi.
    una domanda, poi: che pena vorremmo comminare ai mandanti di questa strage - e non vorrei esser costretto a nominarli?

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  7. sommessamente ricordo che:
    - in Italia, dove vige l'ergastolo, la durata massima della detenzione è 25 anni (quindi "solo" 4 in più di quelli norvegesi)
    - bisognerebbe fare un attimo mente locale su quanti sono 20 anni (basta riferirsi alla propria vita, per scarsa di avvenimenti sia stata finora...)
    - dal punto di vista sociale ritengo che il deterrente migliore resta la certezza della pena, non la minaccia di 8 ergastoli per poi essere a spasso dopo 10 anni
    - infine concordo che la via norvegese di intendere la carcerazione è l'unica che porta ad un mondo migliore. Se potete, andate a visitare il sito worldwithouthate.org. E' di un immigrato bengalese in USA che è stato accecato con una revolverata da un emulo del vendicatore norvegese; c'è solo da imparare...

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  8. non sono un'esperta di diritto nè saprei dire se 21 anni siano una pena giusta/efficace, sinceramente non mi permetto di giudicare le leggi di un altro paese. mi chiedo solo se qui in Italia, dove tutti si stanno già scandalizzando, siamo veramente convinti che quest'uomo avrebbe davvero scontato tanti anni. non so, ma io sono un pò scettica e preferisco portare rispetto alla giustizia di un paese che in molti altri campi si dimostra più civile del nostro.

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  9. Credo che sia difficile esprimersi con certezze assolute sull'adeguatezza della pena di fronte a un atto criminale così efferato. Alla fine ciò che conta sarà verificare se alla fine del suo percorso di espiazione Breivik sarà un uomo diverso o rimarrà un pericolo per la società.
    Un bel dilemma....

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  10. Il popolo confonde spesso giustizia e vendetta. Chi comanda (e i loro servi) di solito conosce benissimo la differenza ma preferisce favorire l'errore.

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  11. (incidentalmente il corriere.it secondo me un brutto esempio di giornalismo in termini di titoli, scelta delle notizie, svolgimento delle stesse e contenuti in generale. E questo accade, apparentemente, per superficialità e - a volte - incompetenza.)

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  12. Mi dispiace dover esprimere un'opinione così diversa e tanto estrema dal mio consueto modo di pensare. Ma una persona che ha compiuto una strage di queste proporzioni, con una premeditazione così lunga, una rabbia e una crudeltà quasi uniche non merita una seconda possibilità, non merita altro che di finire in una cella (ovviamente sulle condizioni della cella e della detenzione neanche discuto, sono scontate) e di non uscirne mai sulle sue gambe.

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  13. Con i media infarciti di cronaca nera supportati da pelosissimi reportage sui morti ammazzati da amici e parenti e nessun reportage sull'utilità di carceri sovraffollate ed ergastoli senza che ci sia la pratica della reimmissione (se possibile) di un individio folle come il norvegese, ovvio che 21 SEMBRINO POCHI.
    Ma nessuno che dica che in Norvegia è possibile che 21 ANNI si facciano TUTTI, senza sconti, libri e ospitate in tv.
    Magari in Norvegia riescono a capire perchè una follia assurda come quella possa essere passata inosservata e cosa l'ha fatta crescere fino a quel punto.
    Da noi tutt'alpiù compaiono inopportuni giornalisti o starlette televisive che chiedono ai parenti di quei ragazzi se POSSONO PERDONARE.

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  14. un'occasione come un'altra per parlare male della Norvegia

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  15. il fatto che in norvegia la criminalità sia praticamente assente, forse, lo si deve anche al loro sistema giudiziario. Dove magari i criminali, una volta pagato il loro debito con la società, escono non incazzati come delle iene, visto che la detenzione è stata di un certo tipo. Umana, diciamo.

    Poi ci può stare il killer di 93 persone, che magari tra 21 anni uscirà inneggiando al III reich. Ma le leggi sono fatte per l'interesse generale, e se facciamo due conti, 93 morti ogni quinto di secolo sono un piccolo prezzo da pagare, rispetto alle centinaia di morti che abbiamo qui ogni anno facendo uscire individui a cui è stata tolta ogni dignità.

    Quando la società si vendica su di te, in parecchi aspettano solo il momento in cui potranno vendicarsi di nuovo su di essa.

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  16. Il tasso criminale della Norvegia è così ridicolo che lì le strutture carcerarie possono REALMENTE riabilitare i detenuti. Non hanno un sistema penale che deve far fronte a mafia, gangsterismo e roba simile. Questo è stato un caso unico. Abbiamo poco da scandalizzarci, se pensiamo a quanti stupratori sono liberi e quanti assassini se la sono cavata con poco. E noi non siamo la Norvegia.

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  17. In fin dei conti, secondo Feltri, non è nemmeno colpa sua http://letteraviola.it/2011/07/strage-in-norvegia-feltri-shock-quei-giovani-sullisola-incapaci-ed-egoisti-foto/ ... senza parole.

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  18. @Matteo: grazie Matteo, me l'ero persa. Proviamo a immaginarci cosa sarebbe successo se vittime dell'attentato di un fanatico fossero stati ragazzini cristiani presi di mira in quanto cristiani: tutti a gridare e stracciarsi le vesti; se a morire sono socialdemocratici presi di mira in quanto socialdemocratici nella migliore delle ipotesi se la sono andata a cercare perché di manica troppo larga in materia di immigrazione, nella peggiore sono pure dei vigliacchi. Gli unici che non sono mai responsabili sono i razzisti e i fascisti: chissà perché.

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  19. senza entrare nel paragone del cosa sarebbe successo in Italia, che secondo non è neanche da fare, oggettivamente devo dire che 21 anni non mi sembrano adeguati per un crimine di tale efferatezza, contando la premeditazione e la convinzione radicata nella persona, difatti come hanno capito subito, se si è fatto catturare così facilmente è stato per fare da cassa di risonanza alle sue idee. Detto questo sono d'accordo sul fatto che il Corriere si dovesse astenere dall' esprimere un' opinione che sà così tanto di vendetta. Qui sicuramente si vede la differenza di civiltà

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  20. Ma per piacere.
    Carcere a vita per una strage del genere.

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  21. 21 anni probabilmente sono pochi ma in fondo chi siamo noi per giudicare? Dobbiamo affidarciu alla giustizia che è fatta da uomini i quali hanno dei difetti, anche in Norvegia. D'altro canto sono d'accordo con chi dice che 21 anni li farà tutti mentre da noi un boss della mafia diventa ministro

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  22. Certa gente merita il carcere a vita. Se fosse possibile, la riconversione della personalità.

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  23. http://www.corriere.it/gallery/esteri/07-2011/oslo/10/per-breivik-carcere-5-stelle_70d0dfcc-b813-11e0-a142-4db684210d8b.shtml#2

    Ecco di questo tipo di articolo mi schifo anche io. Un articolo volto a insinuare che cosa? che invece di stare in un carcere civile dovrebbe stare in una cella 3x2 con 5 detenuti e dormire nelle proprie feci e sguazzare nelle proprie urine? Questo è il classico articolo che ci fa capire quanto indietro siamo sotto molti aspetti dei diritti civili

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  24. C'è da aggiungere una cosa: la legge prevede un massimo di 21 anni, ma se si ritiene che l'individuo sia un pericolo per la società lo stato ha il potere di trattenerlo in custodia per un periodo più prolungato, rinnovabile di quinquennio in quinquennio. Chissà perché si sono dimenticati questo piccolo particolare... Fa comodo spostare il mirino dell'indignazione dalla situazione giudiziaria e carceraria italiana...

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