Già che ci siamo, visto che il dibattito ha preso una piega interessante, l'occasione mi è gradita per precisare come la penso.
Finché non arreca un danno agli altri -e il danno dev'essere oggettivo, dimostrabile e misurabile, non una mera opera di fantasia o una sensazione impalpabile- ciascuno dovrebbe essere libero di fare quello che gli pare e piace: bruciarsi il cervello con la droga -per carità, non ricominciamo con la solfa che chi si droga è pericoloso perché delinque, visto che con ogni evidenza ciò è dovuto al proibizionismo, non alla tossicodipendenza-, prostituirsi, avvalersi della prostituzione, mangiare fritti e dolci fino a diventare un pachiderma, ammazzarsi di pippe davanti ai film porno e via discorrendo.
Dopodiché, discutiamo pure sulla misura in cui gli eventuali costi di questi comportamenti debbano o non debbano gravare sulla collettività: ma senza che ciò implichi un giudizio sullo stile di vita degli altri, che ciascuno è certamente libero di formulare ma che nessuno dovrebbe permettersi di innalzare a legge.
Non volete pagare le tasse per curare chi si buca? Benissimo. Allora io non voglio pagarle per operare quello che si è rotto il ginocchio giocando a calcetto con gli amici e avrebbe dovuto starsene a casa perché era fuori allenamento. Perché per me, checché ne dicano i soliti benpensanti che pretendono di avere in tasca la verità, drogarsi e giocare a pallone sono attività che riguardano entrambe l'insindacabile sfera personale degli individui, e nessuno -dico nessuno- dovrebbe avere l'autorità per metterle in classifica come piace a lui e imporre quella classifica a tutti gli altri.
Piantatela, una buona volta, di fare gli illiberali travestiti da democratici: e andate a ripassarvi, se vi avanza un po' di tempo, cosa dovrebbe significare vivere in uno stato di diritto.
Perché a quanto pare il concetto vi sfugge.
Non ho guardato i commenti ai post precedenti, perché mi parevano ovvietà lapalissiane che ritengo qualunque essere umano dotato di comprendonio ha assimilato, fuori dai palazzi del potere e degli interessi internazionali (facendo 1 + 1 su produzione di droga illegale e certi impegni militari...). Anzi, penso sia chiarissimo anche ai potenti, solo che gli fa comodo prenderci per i fondelli. Davvero c'è qualcuno così stolido da venire qui a criticare tali banalità senza farlo per soldi?
RispondiEliminaNaturalmente si può non essere d'accordo, ma non pretendere che tale opinione abbia un fondamento ragionevole e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Con ragionamenti, non con vana retorica e strategie sofistiche da talk show politico.
Se c'é gente che davvero pensa di poter obiettare qualcosa di ragionevole a quanto hai ribadito (bene, complimenti) in questi post, allora non sono del tutto inutili. Sarebbero perfino utili se chi non è in grado di ragionare fosse capace almeno di rendersene conto.
Umilmente, non condivido le tue premesse.
RispondiEliminaforse tu sei un uomo forte che può scegliere sempre e comunque di quello che può fare della propria vita.
Tanti altri vivono forme di debolezza (perché poveri o perché malati) e non possono scegliere (usando i tuoi indelicati esempi su prostituzione o obesità).
Idealmente non auspico una società individualista come tu forse vorresti, in cui ognuno fa quel che vuole sempre e comunque fino a che "non faccio male agli altri"... e come lo dimostro?
@Matteo dD,
RispondiEliminatutti scelgono, anche se non sono capaci di farlo. La prostituzione libera non c'entra niente con lo sfruttamento, giusto? Non si parla di costringere nessuno a fare uso di queste o quelle droghe.
Come si dimostra che non si fa male agli altri? Nei fatti, no?
A parte che nessuno e può dimostrare che questa o quella droga, anche fatte le debite proporzioni, è più nociva che so, dell'alcol - certo assunto responsabilmente, ma pure quelle, se è per questo...
Ma chi e come si dimostra che alcune scelte sono alla portata di tutti e altre no, solo di alcuni o da impedirsi a tutti? La santa inquisizione?
A questo punto perché lasciare il diritto di voto? Non è forse facile sostenere che molti, esercitando questo diritto di scelta, abbiano fatto più danni al prossimo che qualunque iperdrogato? E non pensi che sia facile e logico, secondo parametri ragionevoli, togliere il diritto di voto a chiunque abbia votato qualunque forza parlamentare?
Non so Metilparaben, ma personalmente non mi auguro alcuna società individualistica e ho sempre sostenuto e partecipato o teso a farlo realtà comunitarie, collettive, soggettività non individuali. Il che non significa rinnegare i valori libertari che, peraltro, sono alla base di tutto ciò che di buono ha fatto la cultura occidentale dall'illuminismo (con radici nel nostrano rinascimento) in poi. Personalmente sono favorevolissimo al fatto che i cattolici, o altri, vietino non solo la droga, ma pure l'aborto, il divorzio e pure la masturbazione, anche punendo chi vi fa ricorso. Ma solo ai cattolici, tutto qui. I musulmani si vietano gli alcolici senza rompere le palle a noi (e lo fanno anche dove sono la stragrande maggioranza assoluta - se vai in un paese arabo non è facile trovare alcolici, ma è legalissimo e se ti interessa ce la fai tranquillamente) e nonostante esso faccia molto più male dell'hashish - che hanno proibito perché costretti da noi - in questo si dimostrano infinitamente più laici e civili di noi.
caro padrone di casa, è fiato (vabbè...) sprecato; legga il commento di matteo dD e si rassegni.
RispondiEliminamatteo dD:
" in cui ognuno fa quel che vuole sempre e comunque fino a che "non faccio male agli altri"... e come lo dimostro?"
ma magari dovrebbe essere "gli altri" a dimostrare che io GLI faccio male, per dire, sparandomi due pippette... ma dimostrarlo... qui di solito non si va oltre a "degradante" "sgradevole" "cattivo maestro" "dio non vuole"...
Hai scritto bene dei ragionamenti che filano! Nulla da obbiettare, forse solo un piccolo desiderio...
RispondiEliminaNell'augurarmi che le tue parole diventino realtà, non bisogna dimenticare chi, nella droga, nell'alcool, nelle varie patologie che danno dipendenza, ci casca per sua debolezza. Basta poco, una depressione mal valutata, una perdita di un parente, di un amore, di un lavoro, e si può entrare in un tunnel senza uscita. La droga, l'alcool ecc sono terribili se diventano delle prigioni! Per questo, a una sana liberalizzazione si dovrebbero affiancare servizi sociali degni di questo nome.
Ecco, vorrei affiancare questo desiderio a quello della liberalizzazione.
In una società giusta ognuno deve poter fare scelte libere, ma deve trovare anche aiuti se queste scelte si sono rivelate dannose.
Altrimenti possiamo anche proibire le sigarette, l'alcool - vini-birre e grappini, le motociclette, i deltaplani, l'alpinismo, il lardo di colonnata, lo strutto e la nutella.
@Matteo Id: se leggi fino in fondo vedi che Metiparaben polemizza contro quelli che non vogliono pagare le tasse per curare chi si buca. Quindi è solamente un approccio diverso al problema e non un negare il problema. E secondo l'autore del post (e lo penso anch'io) la sua proposta è più utile ad aiutare chi sta male rispetto alla normativa esistente. Di efficacia e non di morale, si dovrebbe discutere.
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/salute/alimentazione/2012/02/16/news/allarme_obesit_nel_2025_saranno_20_milioni_un_costo_sociale_inostenibile-29979401/
RispondiEliminaMa certo, paragoniamo lo sport al veleno.
RispondiEliminaNon prendiamoci in giro, su. Cerca di mantenere una minima dose di dignità e onestà intellettuale.
Lo stato DEVE vietare il veleno. L'hanno fatto con gli additivi al piombo nella benzina, l'hanno fatto con conservanti cancerogeni, l'hanno fatto con l'eternit, sono obbligati a farlo con qualsiasi droga che a bassi dosaggi sia velenosa.
E, ben chiaro, il veleno non è sempre qualcosa che ti uccide all'istante, ma qualsiasi sostanza tossica che sia bioaccumulabile a basse dosi o dannosa a livello sistemico e non.
Altrimenti legalizziamo tutto:
-porto d'armi libero, in quanto ognuno può fare quel che vuole;
-risse in strada sportive, perché ogni tanto fa bene beccarsi un cazzotto sul naso;
-eliminiamo le licenze di qualsiasi categoria, perché restrittive della libertà.
In definitiva aboliamo qualsiasi regola scritta o morale. Meglio virare verso l'anarchia.
E che sia chiaro, il punto cruciale è che il danno può essere tanto palesemente dimostrabile quanto vuoi, ma sempre danno rimane. Lo stato si impegna a PREVENIRE il danno. Non a punirlo.
E' questa la democrazia, prevenire il danno prima che sia fatto.
E' illiberale causare problemi alle persone, è un dovere punire i resposabili di tali gesti: ma è ancora più bello impedire che qualcuno si faccia male ed evitare di mandare un povero cristo dietro le sbarre.
Parliamo con competenza, per piacere, e argomentiamo con discorsi concreti e oggettivi.
Una cosa sono le leggi proibizioniste, che mi vedono in totale disaccordo, altra le scelte di uno Stato di lavorare affinché certe condotte pericolose per i cittadini si diffondano sempre meno, sia per una questione di costi sociali sia di sostegno alla debolezza di chi vorrebbe ma non può rinunciarvi. Per cui no al proibizionismo, ma sì a campagne informative (sull'obesità, sull'alcool, ivi compreso il vino, sul fumo, sulla droga, sulla pornodipendenza etc etc) e consultori e affini per aiutare (a spese di tutti) coloro che necessitano di un supporto.
RispondiEliminaL'atteggiamento dello stato liberale dovrebbe essere questo. Se poi uno scientemente decide di bucarsi o di mangiarsi il fritto due volte al giorno, sono cavoli suoi, però lo Stato deve metterlo in condizione di conoscere i rischi a cui va incontro.
Solo due cose:
RispondiElimina1) Qui si fa tanto parlare di danni, malattie, incidenti, infortuni, lesioni permanenti, jatture e quanto altro legati all’ uso degli spsicoattivi. E quando vi deciderete a parlare dei lati positivi? Come per ogni attivita’ umana c’e’ un bilancio che si deve fare tra costi e benefici. Se qualcuno vi venisse a dire che lui e’ piu’ che cosciente dei rischi legati all’ uso dell’ eroina (faccio un esempio) e che pero’ i benefici che riceve dal bucarsi sono molto maggiori? Inoltre, lasciando da una parte le sostanze di sintesi che forse si sono un po’ troppo aggressive, vogliamo parlare di tutte le altre sostanze – piante usate dall’ uomo ormai da millenni per esempio per mettersi in contatto con la Divinita’? Non e’ questo un beneficio molto grande? E vogliamo rinunciarvi solo perche’ qualche imbecille ne abusa?
2) Non dovrebbe essere compito dello stato, anziche’ proibire, cercare in tutti i modi di limitare i danni? Mi spiego: non e’ che siccome i motorini sono pericolosi, si e’ giunti alla conclusione che e’ meglio proibirli. Lo stato ne ha regolamentato l’uso: casco obligatorio, divieto di condurre per i minori di una certa eta’, caratteristiche tecniche del mezzo di un certo tipo, conoscenza del codice della strada etc etc etc. Allora: una cosa del tutto normale in campo di autotrasporti e’ considerata abberrante in campo di sostanze spicoattive, anzi le si proibisce facendo cosi’ molti piu’ danni. Quando si vedono le cose in questo modo ci si accorge che non cic sono ragionamenti logici in gioco ma solo assiomi di fede, andate a rilgeggere: “ Il mito della droga. La persecuzione rituale delle droghe, dei drogati e degli spacciatori”. Illuminante direi.
Approfitto che qui i commenti riesco a lasciarli per chiedere a Metil: ma quando continui il tuo thriller a puntate? Il fiato sospeso così a lungo non ce lo posso tenere!
RispondiElimina@Fabietto, @enrigoletto:
RispondiEliminanon parlo per Metilparaben solo perché non lo conosco affatto, ma nessuno ha mai sostenuto, per il fatto di ritenere logicamente ingiustificabile la proibizione di alcune droghe piuttosto che altre (per inciso, alcune proibite innocue al confronto di droghe e sostanze legali assunte da tutti) e sbagliato proibire ognuna in una società che abbia un minimo di rispetto per la libertà individuale (e anche associativa, senz'altro), che si debba negare assistenza e supporto a qualcuno per qualche motivo.
Logicamente, è lo stesso argomento che sostenere che chi propugna il diritto (non la costrizione, ovviamente) all'eutanasia o al suicidio assistito voglia perciò negare il diritto all'assistenza sanitaria, psicologica, antidolorifica a malati terminali, depressi e quant'altro. Questo è un non sequitur aberrante che non pensa nessuno, o almeno nessuno osa esprimerlo, ma il ragionamento è il medesimo.
Il fatto è che sono due necessità sociali entrambe fondamentali, ma non una subordinata all'altra, anche se la mancanza dell'una o dell'altra ha comunque effetti venefici.
Certo, efraim, ma secondo me lo Stato una piccola differenza tra chi mette in essere condotte pericolose per se stesso e chi si comporta con prudenza deve attuarla. Per cui una cosa è dichiarare di non voler pagare le tasse per il drogato che deve essere curato, altra la totale indifferenza al comportamento di chi poi richiede assistenza pubblica. Non per fargli la morale, sia chiaro, ma per distribuire le risorse pubbliche in modo giusto tra "formiche" e "cicale". Se vuoi essere cicala, benissimo, ma un po' lo fai a tue spese. Se uno si scassa le ossa perché fa il paracadutista dovrebbe avere l'accortezza di farsi un'assicurazione privata perché io invece cerco di non fare cose pericolose, e ritengo che in una società liberale queste differenze siano comunque da conservare.
RispondiElimina@enrigoletto,
RispondiEliminad'accordissimo, volendo è facile impostare imposte sui prodotti più nocivi in ragione della loro oggettiva nocività (anche se non è semplice non penalizzare chi fa uso responsabile a parte che essendo limitato il danno lo è altrettanto). Vedi, se non sbaglio in Norvegia o in qualche paese scandinavo, la tassazione sul burro: si tassano i pacchetti di sigarette e i lanci paracadutistici, l'alcol e i grassi, l'eroina e il caffè in ragione della loro nocività. Non è "alla romana", ma ha i suoi vantaggi entro certi limiti, ma è un discorso ulteriore, siamo d'accordo?
Da un lato, potrei anche darti ragione, ma trovo che tu la faccia un po facile.
RispondiEliminaParagoni il bucarsi al rompersi una gamba in una partita di calcetto, ma capirai che il grado di pericolosità per eroina è un po' più elevato e quindi sono anche maggiori i costi per la collettività. E non si può obiettare che se il costo per la collettività supera una certa soglia, allora si lascia il drogato a sé stesso, poiché il diritto alla vita è un diritto di tutti, anche di chi fa di tutto per rinunciarvi (a meno che non si tratti di scelta consapevole, ovvero suicidio razionale), indipendentemente da quanto questo costi: questo significa vivere in un Paese democratico. Quindi, alla libertà di drogarsi va affiancato il diritto di uno Stato a limitare il più possibile il numero di drogati.
Inoltre, non consideri che le droghe pesanti, così come alcune droghe leggere come il tabacco, provocano dipendenza, la quale limita la libertà individuale.
Quindi, serve un compromesso. Per ciò che mi riguarda, ma è solo la mia opinione, sono favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere, che vanno trattate come alcol e tabacco: solo per i maggiorenni, sottoposte a tassazioni e pubblicità vietata (giusto, vieterei la pubblicità per il superalcolici, per i motivi espressi sopra).
Per ciò che riguarda le droghe pesanti, ho qualche dubbio in più. Penso che lo stato dovrebbe fare il possibile per disincentivarne l'uso (per i danni alla società e per la forte dipendenza che creano), ma non penso che il proibirlo sia la strada giusta. Sarei favorevole alla parziale legalizzazione, con assunzione sotto controllo medico per evitare overdose e con sostanze fornite dallo Stato (a pagamento, ovvio) per evitare partite difettose e per evitare che la mafia si arricchisca. Chi vuole bucarsi sarà ancora libero di farlo, ma non incentivato. Su questo però devo ancora farmi un'idea precisa, trovo non sia una questione semplice.
Quindi, sono favorevole alla legalizzazione, ma credo che la differenza tra droghe pesanti e leggere non vada dimenticata.
Poi, certo, questa è solo la mia opinione, non pretendo che sia giusta.
@enrigoletto
RispondiEliminae cosa sono le cose 'pericolose'??? Sai quante persone si fanno male (non parlo di morti, basta una tibia rotta) sciando? Che costi hanno per la collettività, tra spese mediche e assenza dal posto di lavoro?
Il tuo 'pericolose' non è diverso da quelli che dicono che la nicotina è legale e la cannabis no.
Tra gli sciatori ci sono quelli che si fanno solo piste blu come quelli che vanno di fuoripista in periodo di valanghe. Come conosco persone che si fanno due canne al mese una sera con gli amici e altre che hanno lo spinello costantemente in bocca.
Quindi, o ci graviamo dell'oneroso compito di valutare sempre caso per caso (e i costi di tale valutazione, leggi tribunali, sarebbero superiori alle spese di un'eventuale assistenza), oppure vietiamo categorie intere e ne consentiamo altre seguendo il 'common sense' (quello che si fa oggi) oppure lasciamo che le persone decidano come e se farsi del male.
Ci sono dei costi? Certo. Io non seguo il calcio da anni e non ho l'auto, ma non mi sogno di non pagare le tasse al comune per la pavimentazione stradale, oppure di incazzarmi perchè ci sono un fottio di poliziotti allo stadio ogni domenica.
Pago e sto zitto, anche se in cuor mio penso che chi va allo stadio a vedere 22 uomini in mutandoni che inseguono una palla sia un po' fesso. Ma come sto pagando per qualche decina di migliaia di persone che vogliono guardare un simile spettacolo, non potrei anche pagare per l'assistenza a qualche decina di migliaia di persone che vogliono vedere elefanti rosa?
Si vede che non hai mai fatto il professore.
RispondiEliminaTutti bei discorsi, ma che si fa quando una masnada di giovani con forte disponibilità economica non vedono l'ora di passare il fine settimana a sballarsi?
Sai che bellezza era vedere mezza scuola al lunedì mattina arrivare ancora distrutta dal giorno prima.
Sai che bellezza vedere i sedicenni a metà mattina dopo l'intervallo con gli occhi fuori dalle orbite e incapaci di articolare un discorso sensato.
Avevamo un bel fare programmi di prevenzione dell'abuso di alcool, per non parlare dell'abuso di altre sostanze.
Non oso immaginare come sarebbe stata la mia scuola con l'eroina in vendita libera, con un qualsiasi neodiciottenne che raccoglie i soldi dagli altri e la compra per tutti quanti. Cero, lavoravo in una zona particolarmente degradata...
La maggior parte delle dipendenze nasce durante la minore età, quando l'essere umano non è in grado di gestirsi o capire la pericolosità dei propri comportamenti.
Quindi i tuoi discorsi sulla responsabilità e sulla libertà sono fuori centro: l'età coinvolta è un'età in ci la responsabilità non c'è ancora. Nè da un punto di vista legale nè da un punto di vista dello sviluppo della persona.
scialuppe
@amicidelcampetto
RispondiEliminaSe sei un professore, dovresti sapere meglio di tutti che nel fumare, bere, drogarsi ma anche semplicemente nel saltare la scuola, il gusto maggiore è quello della trasgressione, del proibito. Avevo amici al liceo che fumavano, anche se detestavano le sigarette. Infatti hanno smesso sui 18-19, quando alla società non importava più nulla della cosa.
Se il tuo ragionamento reggesse, l'olanda dovrebbe essere abitata solo da tossici. Invece se guardi i dati di vendita dei coffee shop, ti accorgi che il 90% del loro budget se lo fanno coi turisti dello spinello. Gli olandesi consumano droghe leggere, ma in maniera molto blanda e soprattutto controllata. Il numero dei tossicodipendenti (droghe pesanti) è addirittura in lieve calo, e la criminalità è bassissima.
Non conosco nessun docente in una scuola ad amsterdam, ma dubito che insegni in una classe di zombie.
Non sono più professore, lo sono stato. La maria non dà la dipendenza fortissima e di veloce acquisizione che dà l'eroina.
RispondiEliminaInfatti sulla legalizzazione delle droghe leggere non ho niente da obiettare, era folle che i miei studenti non fossero in grado di controllarsi e si facessero cannoni a stordimento nell'intervallo (non tutti, ma c'erano) ma immagino che gran parte di loro non abbia avuto grossissime conseguenze. Ma son contrario alla liberalizzazione dell'eroina, che a mio parere è un capitolo a parte: se al posto della maria i miei studenti si fossero bucati, le conseguenze sarebbero state ben peggiori di qualche ora di matematica saltata per rincoglionimento.
scialuppe
Forse Metil dovresti separare il discorso tra droghe pesanti e leggere, come dicevo nell'altro post... o sei d'accordo a liberalizzare anche quelle?
RispondiEliminaNel tuo discorso pare di si ... e penso che i consensi si dimezzerebbero
dillo a tuo figlio che invece di farsi una partita di pallone puo farsi benissimo una pera tanto il rischio è lo stesso
RispondiElimina...niente da fare Metilparaben non si riesce proprio a volare alto con questa gente. La scuola di pensiero per loro è la televisione.
RispondiEliminaAntico detto cinese: "quanto il Saggio indica la Luna lo sciocco guarda il dito".
ebbene sì, devo confessare di essere un illiberale, non conosco lo stato di diritto e sono totalitarista, dal momento che ritengo che drogarsi sia peggio di giocare a pallone e sono disposto ad imporre questa classifica alla collettività. vi chiedo scusa
RispondiElimina@ matica: certo che se uno che non la pensa come te viene automaticamente classificato come sciocco rincoglionito dalla televisione che non riesce a volare alto, mi pare che siamo messi male in quanto a rispetto delle opinioni altrui.
RispondiEliminaDevo dire che a questa critica si espone anche il padrone di casa, con il titolo se non altro un po' presuntuosetto secondo cui "proprio non ci arriviamo". Magari ci arriviamo, ma continuiamo a pensarla diversamente, mi sembra lecito.
Scialuppe
Eh, bella idea. Io allora propongo che lo Stato mi fornisca di stipendio, casa, fidanzata, auto blu e vacanze pagate. Ma quei rompiscatole di economisti sostengono che non è un sistema sostenibile!
RispondiEliminaVogliamo le libertà assolute per ognuno? Per me va bene, ma come tu sei libero di "bucarti", io devo essere libero di non pagare le tue cure mediche (e solo tu devi essere responsabile della tua salute).
Altrimenti, dal momento che le tasse sono obbligato a pagarle, lo Stato deve rendere illegali certi comportamenti che comportano una spesa pubblica troppo alta.
Nella vera società libertaria, così come hai la libertà di fare quello che vuoi, hai anche la piena responsabilità delle tue azioni. Se ti fai male, giocando a calcetto o sondandoti di dolci o distruggendoti di droga, sono beneamati cavoli tuoi. Se sei stato intelligente, ti sei messo da parte qualche soldo per pagare le cure mediche, altrimenti... magari riesci a convincere qualche amico a prestarti il denaro necessario...
Una piccola constatazione che può forse far pensare un proibizionista che ne sia capace.
RispondiEliminaSecondo le stime ufficiali (a mio avviso più che ampiamente sottovalutate e lo dico con cognizione di causa avendo partecipato a un libro sulle tossicofilie nel sistema penale minorile italiano secondo i cui dati sarebbero stati solo un migliaio i casi di ragazzi reclusi con problemi attinenti...) il mercato della droga in Italia vale oggi 24 miliardi all'anno.
Ammettiamo che siano solo questi; non è tanto il fatto che evidentemente, come dimostra tanto l'eseperienza di chiunque giri per strada con gli occhi aperti o gli esami tossicologici sulle acque dei fiumi (che indicano quantità molto maggiori) chiunque, se non è proprio stupido o isolatissimo, può comunque procurarsi qualunque tipo di droga, se gli va, perfino con meno problemi che per un commerciante non emettere scontrino.
Il punto è che tutti quelli che dicono che loro le tasse per curare i tossici non le vorrebbero pagare (e non mi metto a supporre che San Patrignano ne riceva abbondantemente in modo magari opinabile), non considerano questo fatto: se le pagherebbero abbondantemente i suddetti. Su un mercato legale di 24 miliardi, oggi come oggi minimo, ma minimo proprio, 10 se ne vanno in tasse. L'ultima manovra Monti lacrime e sangue è stata da 5. Tutta la sanità nazionale è sostenuta dall'IRAP che in tutto fa sui 34 miliardi. Questi sono fatti.
Se poi volessimo fare conti più realistici, il tutto diventerebbe ancora più eclatante, ma già così è indiscutibile: non sarebbe il bacchettone a dover pagare la sanità ai "drogati", si legalizzasse l'uso delle sostanze: sarebbero i "drogati" a pagare pronti soccorsi decenti a lui.
P.S. @allascopertadime,
RispondiEliminanon confondiamo la società libertaria, non necessariamente individualista, con quella liberista: una vera società libertaria può essere compiutamente solidale senza alcuna incoerenza.
@ efraim: "sarebbero i drogati a pagare pronti soccorsi decenti a lui"
RispondiEliminaQuesto è sbagliato. Ti faccio un esempio: lo stato spende in cure per i tabagisti più di quanto guadagni dalla vendita delle sigarette. Perchè non alza ancora il prezzo allora? perchè tutti si rivolgerebbero alle più economiche sigarette di contrabbando.
Accadrebbe lo stesso a maggior ragione con l'eroina, che è molto più letale del tabacco. Economicamente non sarebbe sostenibile.
Vorrei far notare un'altra cosa: su cento persone che giocano a calcetto, novantanove ne ottengono giovamento in termini di salute (e quindi risparmio per lo stato) e una si fa male (spesa per lo stato). Il bilancio è positivo per la spesa sanitaria.
Lo stesso si può dire dell'eroina? Non direi proprio.
Ultima cosa: non tiriamo in ballhttp://blog.mfisk.org/o la società libertaria per favore! Come ho già detto, sia in Italia negli anni settanta che in Grecia al giorno d'oggi che in tantissimi altri contesti gli anarchici facevano la guerra agli spacciatori. L'eroina è un ottimo sistema di controllo sociale in momenti di fermento e di protesta, che le forze dell'ordine l'abbiano ripetutamente lasciata dilagare nei quartieri più di sinistra delle metropoli è un dato di fatto su cui concordano tutti i testimoni di quegli anni.
scialuppe
@amicidelcampetto,
RispondiEliminapremetto che sono d'accordo sulla funzione di controllo sociale dell'eroina (e aggiungerei molto altro...), che la medesima sostanza mi fa schifo e la cocaina pure di più (e anche qui ne avrei) e che so come autonomi e anarchici - non certo depositari della verità, ma per me a ragione nel contesto (anche questa sarebbe lunghetta) - abbian(m)o contrastato fortemente lo spaccio della prima e discretamente quello della seconda. Non voglio entrare nel personale, ma posso dire che in buona parte è anche la mia storia e non la rinnego affatto (ma trovo di pessimo gusto parlare di me, su un blog altrui poi...).
Detto questo, il discorso su una società libertaria al giorno d'oggi è praticamente improponibile senza premesse che eccedono lo spazio di un commento e lo evito. Ho solo fatto notare che essa non coincide con una società liberista e lo rivendico.
Faccio invece notare il fatto che le cure mediche per gli eroinomani le paghiamo già e che legalizzare le droghe nocive non significa pubblicizzarle e promuoverle, cosa che invece oggi avviene massicciamente negli ambienti più esposti. Ma si potrebbe anche discutere, per quanto trovi triste questo conteggio, di come le cure mediche per l'eroina siano infinitamente meno dispendiose di quelle per alcol o tabacco, allo stato attuale. E, volendo, dell'utilità sociale prodotta da quell'uno su cento di drogati che producono arte o invenzioni che fan bene a tutti rispetto ai giocatori di calcetto. Sarebbe curioso.
Ma stando ai soldoni, che tristemente sono l'argomento più caro al proibizionista (il che potrebbe farci chiedere se non ci sia qualcosa peggio della droga), il tuo discorso avrebbe senso solo se potessi argomentare a) che il numero di eroinomani (o cocainomani o...) crescerebbe sensibilmente in caso di legalizzazione - l'evidenza empirica non mi pare certo dalla tua - e b) che le spese mediche derivate dall'incremento di bisogno d'assistenza relativo eccederebbero l'enorme mole di incassi sottratti alla criminalità organizzata (che fa i suoi bei danni collaterali difficilmente quantificabili ma indubbiamente cospicui). Entrambe affermazioni apodittiche, dogmatiche che, in mancanza di fatti che a dir poco mi sfuggono, sono meno credibili delle armi di distruzione di massa di Saddam.
Resta il fatto che volendo essere umani, invece che portafogli pensanti, il problema non è qui più che altrove se ci si debba far carico collettivamente degli errori od orrori personali, ma a) stabilire se e quanto ognuno può esser libero di fare ciò che vuole, anche se ciò limita la sua libertà (occhio, perché più condizionante della maggior parte delle droghe è praticamente ogni forma di pubblicità); b) se questo può valer anche per ciò che può danneggiare chi lo fa e indirettamente il prossimo (occhio, perché per esempio il consumo cospicuo di prodotti di origine animale oggi è infinitamente più devastante, oggettivamente, in una prospettiva niente affatto remota, di qualunque consumo di droga privato); c) se convenzioni, mode, tabù culturali etc. possono permettere a chi vuole seguirli di discriminare chi vuole conformarsi ad altri.
@efram: come giustamente hai scritto al riguardo “che già paghiamo per la eventuale assistenza agli eroinomani”, farei notare a tutti che anche gli eroinomani pagano, in misura proporzionale - del resto come noi a loro - per i nostri “hobby” o per le nostre sventure di vita.
RispondiEliminaNon solo, mi spingo oltre. Tutto quello che vediamo oggi l'abbiamo creato e/o pagato noi in proporzione alla nostra disponibilità e al nostro sapere. Purtroppo il ritorno è minimo, addirittura il bilancio è negativo per molti, ma non per questo mi commuoverei difronte al paradosso del “benestante che riceve meno per quel che da” perché questo è un Valore Universale, do per quello che posso perché sono sicuro che anche gli altri faranno altrettanto senza chiedermi perché.
Purtroppo nella società liberista il suo omonimo è : Valore di Mercato
@efraim "non confondiamo la società libertaria, non necessariamente individualista, con quella liberista: una vera società libertaria può essere compiutamente solidale senza alcuna incoerenza."
RispondiEliminaCerto, ma la solidarietà sarebbe comunque *volontaria* e non obbligata dalla mano armata dello stato.
@matica,
RispondiEliminaspero sia chiaro che concordo su tutto quello che hai scritto; se c'è un elemento critico i confronti di quanto ho scritto, mi sfugge.
@allascopertadime,
sono d'accordo anche con te, con solo un piccolo distinguo non necessario ma possibile a seconda della nozione di libertà adottata. In un'ottica di libertà solo "negativa" o "libertà da", non c'è nulla da aggiungere. Se si contempla (anche) quella "positiva" o "di", la uguale libertà si dà solo nelle pari opportunità (la massima nelle massime per tutti) e, dunque, la solidarietà diviene elemento costitutivo della socialità e ragione stessa della possibilità, una volta che c'è, di rifiutare qualunque costrizione ulteriore. Non viene meno la libertà perché la costrizione a questa solidarietà liberante ne è condizione di possibilità imprescindibilmente reale.
Non mi permetto di sostenere che Metilparaben (che leggo pure aver a che fare con il Partito Radicale dal quale proprio questo punto a mio avviso misconosciuto mi ha sempre fatto stare alla larga) la pensi allo stesso modo, ma per me è questa seconda forma di società libertaria, peraltro con una storia mi pare più solida della prima, tanto da contraddistinguere spesso il termine "libertario" stesso, a essere valida e sensata, quella cui ho cercato di dar corpo con tutta la mia storia, nonché quella che si distingue dal modello liberista.
@efraim: assolutamente no
RispondiEliminaHo semplicemente evidenziato l'aspetto di reciprocità già in essere e citato un parallelismo.
Grazie.
mi scusi ma lei ha subito un infarto perchè ha mangiato troppe frittelle alla crema, mi spiace ma la spesa per il suo ricovero non può essere a carico dello stato perchè le spiego: drogarsi, giocare a pallone e abbuffarsi di frittelle alla crema, sono attività che riguardano entrambe l'insindacabile sfera personale degli individui
RispondiElimina