Sapete cosa? Non ne posso più dell'adagio secondo il quale gli anarchici vorrebbero scatenare il caos.
Documentatevi, una buona volta, e scoprirete che il caos ha a che fare con l'anarchia quanto gli hamburger col veganesimo.
Sono semplicemente convinti, gli anarchici, che la responsabilità di ogni individuo debba essere adoperata senza che qualcuno la imponga.
Anzi, per la verità ritengono che si tratti dell'unico modo possibile per farlo: giacché non c'è responsabilità senza scelta, non c'è scelta senza libertà e non c'è libertà dove esiste imposizione.
Non sono gli anarchici, a creare il caos, ma gli altri: quelli che magari sono arrivati alla soglia della vecchiaia ma non hanno mai mosso un passo se qualcuno non ha detto loro di farlo, e perciò non hanno mai sviluppato alcun senso di responsabilità individuale.
Sono loro, appena si ritrovano col guinzaglio un tantino più lento, a diventare davvero pericolosi.
Altro che gli anarchici.
Proprio perché sono perfettamente d'accordo con te che la coscienza o responsabilità individuale si sviluppa solo nella libertà, da mezzo secolo mi definisco libertario e non anarchico per due buoni motivi. Il primo è culturale, in quanto ritengo il mito del buon selvaggio reso cattivo dalla civiltà (J.J.Rousseau), appunto, un mito letterario ma antiscientifico: nel DNA umano ci sono entrambe le potenzialità e senza norme sanzionatorie liberali che stabiliscano che la tua sacrosanta libertà di tirare pugni finisce dove comincia il mio naso non ci sarebbe il regno della libertà ma la legge della giungla.
RispondiEliminaIl secondo è politico: l'aggettivo e il sostantivo anarchico è stato sfruttato storicamente da individui e movimenti che non sono riusciti a chiarire il rapporto tra violenza, dittatura e democrazia; si è così lasciata aperta la strada a infiltrazioni di ogni tipo, da fascisti neri e rossi fino a quelle di cui all'intervista di Cossiga che tu hai meritoriamente ripubblicato.
Parlare degli anarchici come fai tu non tiene conto dell'ambiguità del termine, anche se, come diceva Gandhi, il nonviolento è molto più vicino al violento che all'indifferente o rassegnato.
A tal proposito, ti segnalo una sintesi chiara e veloce in rete che s'intitola "L'anarchia non è caos" - l'ho ripresa sul mio blog da "Terra Battuta", ma chi fosse interessato a una lettura più approfondita (sebbene sempre introduttiva) può scaricare gratuitamente il dossier "A come Anarchia" realizzato dal gruppo Gruppo Errico Malatesta di Roma http://acrataz.oziosi.org/IMG/pdf/acomeanarchia.pdf
RispondiEliminaE insomma dopo vegano diventi pure anarchico :)
RispondiEliminaAvanti con la logica, un giorno potrai pure smettere di fumare :P
santissime parole! un esempio di ciò ce l'ho avuto in casa: mio padre, a cui mia madre aveva sempre tenuto il guinzaglio corto, non appena diventato vedovo ha cominciato a combinar cazzate... delle quali son venuto a conoscenza solo dopo la sua morte. dopo cinque anni non ne sono ancora venuto a capo. diffidate di chi non si muove mai.
RispondiEliminaSi certo, viva la legge della giungla in pratica, perchè per sua Natura l'uomo che è chiamato ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni, delle proprie scelte e delle proprie libertà se si troverà nella possibilità sceglierà di schiacciare il più debole. Le regole e una certa limitazione delle libertà individuali servono a garantire a tutti lo stesso grado di libertà, altrimenti sarà solo la legge del più forte e quindi (come sopra) la legge della giungla.
RispondiEliminabellissimo, anche se forse un po' teorico.
RispondiEliminame lo sono segnato nel blog, purtroppo non so come farti "trackback" o che altro possa linkarti... se me lo dici provvedo ;)
ciao
bellissimo, anche se forse un po' teorico.
RispondiEliminame lo sono segnato nel blog, purtroppo non so come farti "trackback" o che altro possa linkarti... se me lo dici provvedo ;)
ciao
Draghi annuncia che il welfare europeo non ce lo possiamo più permettere (io aspetto che dicano che pure la democrazia, quel poco che ne è rimasto, ormai è un lusso) e a creare il caos sono gli anarchici?
RispondiEliminaVogliamo parlare di responsabilità? Ripartiamo da William Beveridge: "[...] lo Stato ha il compito di garantire a ogni cittadino una completa tutela sociale, che lo possa accompagnare per tutta la vita, affrontando i rischi e le congiunture meno favorevoli. Soltanto in questo modo potranno svilupparsi quel senso di responsabilità e quella serenità pubblica e privata senza i quali la fiducia nelle istituzioni è destinata a vacillare pericolosamente."
Facciamo un po' di ordine almeno dove possibile.
RispondiEliminaChi scrive è un anarchico, per ora limitiamoci a dire questo.
Esistono vari tipi di anarchia, stiamo parlando di idee e concetti nati molto tempo fa, in un mondo molto differente da quello attuale e che hanno subito migliaia di mutazioni e contaminazioni durante i secoli.
Principalmente possiamo dividere gli anarchici in collettivisti e individualisti, questa distinzione è banale e riduttiva ma comunque rende già l'idea di due frange, chi crede in una società più impostata sul valore della collettività e chi punta più sul valore del singolo, "l'Unico e la sua proprietà" e non a caso è scritto tra virgolette.
Non esiste comunque, ne all'interno di queste due frange, ne in altre nessuno che voglia realizzare la "regola della giungla" questo viene suggerito da giornali e televisioni per la semplice ragione che suggerire che le idee anarchiche portino al caos ha permesso di tenere lontane le masse da queste idee appunto.
La ricerca della rivoluzione e quindi di azioni violente sono sempre state una componente presente nel movimento anarchico e nell'ideologia anarchica in generale ma questo è ben differente dalla ricerca di un caos disordinato senza alcuna logica.
Vorrei far notare a tutti i benpensanti che la violenza che tanto fa inorridire quando "presentata" all'interno di progetti di cambiamento anarchico viene, da questi benpensanti moralisti, accettata di buon grado quando a proporla è il governo di turno per calmare un gruppo di studenti, fermare un barcone di immigrati o "esportare la democrazia".
La verità è che la violenza, purtroppo, è sempre stata la principale arma del potere per comandare i popoli e all'interno delle ideologie anarchiche sin dalle origini alcuni pensarono che per fronteggiare la violenza del potere sarebbe stato necessario opporre altra violenza.
Ide discutibile e probabilmente in molti casi anche sbagliata ma non dettata dalla ricerca cieca e assurda di un caos sregolato e pazzo quale si vuole ora appiccicare sulla bandiera anarchica.
Un'ultima cosa, non sempre quelli che si dicono anarchici lo sono, il fenomeno strumentalizzazione, infiltrazione, emulazione ealtro è molto diffuso in questa galassia di pensiero.
Un saluto
Deadly (un anarchico individualista)
Uhm... io la metto un po' più sul pratico e ti faccio notare che le prime segnalazioni riguardanti gli anarchici sono emerse a Genova ( subito dopo la gambizzazione del dirigente dell'Ansaldo) e guarda caso proprio da quegli ambienti dai quali sono partiti gli ordini contro la Diaz...
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