31 agosto 2007

Emofobia

Da una lettera firmata al Corriere della Sera:

Ho 28 anni, mi chiamo Massimo, non ho mai fatto uso di droghe, non sono anemico, non ho malattie importanti come tumori o diabete (grazie a dio), non sono sieropositivo, non ho mai avuto nessun tipo di epatite e non ho comportamenti a rischio per le malattie a trasmissione sessuale. Ma sono gay e non mi hanno permesso di donare il sangue. Il signor Sergio Casertelli si dice preoccupato perché quest’anno la raccolta delle sacche è scesa del 15%. Ma la dottoressa che mi ha vietato la donazione mi ha spiegato che il Policlinico non accetta donatori gay a priori.

Chissà se al Policlinico accettano il sangue dei deputati dell’UDC.
A priori.

1980

« Cerco di esprimere il concetto della ricerca interiore per trovare la perfezione. La perfezione sta dentro ad ognuno di noi. Nessuno è perfetto, però può esserlo. Potremmo non raggiungerla mai, ma è meglio lottare piuttosto che no. »

Questo diceva Prince Roger Nelson nel 1980. E giocava. Poi, giocava con la sua persona, con il suo strumento, la chitarra, con la sua ricerca felice del bello e del migliore da sè. I suoi modelli, Stevie Wonder, James Brown, Jimi Hendrix, lo perseguitavano come la sua aspirazione, pura come il desiderio di assomigliarvi. Prince Roger Nelson giocava a parlare dei Beatles, dei Queen, Di Frank Zappa, nei suoi pezzi nascondeva note come perle dentro ostriche, ma lo faceva per gioco. Idolo di una generazione gay, e non solo. Di quanti si sono fatti prendere, dal suo girotondo. Difficilmente un suo lavoro contiene un solo stile musicale, aveva paura di essere ripetitivo, cambiava giro. Provocava, giocava, sprizzava gioia. Ha scritto pezzi che non si somigliano affatto. When you were mine, è divertente, e giocoso come lui. Ma non è lui. Lui non è un solo pezzo, un solo motivo, una sola ispirazione. E' un gioco, un mosaico che è impossibile ricomporre.


Tunnel of love, la conosciamo tutti. Mark Knopfler, nel 1980, non poteva mancare. Un chitarrista obliquo ed estremo, un base jumper senza protezione, nasce nel periodo del punk rock e sviluppa un rock and roll plastificato, di sicuro successo. Tale è la voglia prorompente di successo, che l'immediatezza espressiva di cui è dotato si trasforma in una chitarra da un ritmo perenne, portando alle estreme conseguenze quello che ha a disposizione, allungando il brodo con un'interminabile serie di soli da saltello, simmetrie da polsino e nessuna emozione: alla fine dell'operazione, ovviamente, non rimane niente. Making Movies è come un grande buco: più lo ascolti, meno riesci a guardarci dentro e a trovare qualcosa. Il suo successo, è tutto nel guscio: lucido, fragile, contingente. Da anni '80.



Stevie Wonder, storia della black music. Si sente immediatamente il basso che accompagna la Sua tastiera, la delicatezza, l'armonia del suono, dei fiati, delle percussioni. Si sente anche quello che non c'è. Perfetto, perchè è espressione a 360°. Master Blaster. Non è la sua peculiarità, nè la coscienza sociale, a renderlo unico. E' il suono che esce dal suo intimo. E' la leggerezza e la potenza con cui percepisce le note e ce le fa risentire, così come le prova. Lievi ed esatte, sgorgano e ti accompagnano dolcemente, ti sorprendono ad ogni istante, perchè non sono note comuni. Sono sempre un morso di semitono in più, di quello che ti aspetti, e di quello che puoi pensare di riuscire a percepire.

Mongolismo superficiale (*)

Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita, ha ieri affermato che
L'aborto è sempre un male, ma la selezione embrionale aggiunge ingiustizia ad ingiustizia, tanto più se ricordiamo che ci sono famiglie disposte ad adottare un bambino down e che il mongolismo consente oggi di condurre una vita felice.
Da fratello di persona con Sindrome di Down, sono ben consapevole (e me ne rallegro) del fatto che negli ultimi anni la qualità della vità delle persone con Trisomia 21 sia decisamente migliorata; l'equazione proposta da Casini, secondo la quale le persone con Sidrome di Down condurrebbero oggi una vita felice, è tuttavia a dir poco semplicistica, poiché non tiene conto delle grandi difficoltà che molte famiglie in cui vive una persona con Trisomia 21 debbono tuttora affrontare quotidianamente.
Ha idea, Casini, degli sforzi che occorrono per assicurare a una persona con Sindrome di Down un livello di vita non felice, ma appena accettabile? E' consapevole, Casini, che in taluni casi l'esito di quegli sforzi, per quanto convinti e incessanti, può essere tanto modesto da generare in coloro che li hanno posti in essere angosciosi sensi di colpa? Ha riflettuto, Casini, sul dramma di alcuni genitori, che si domandano chi potrà provvedere, dopo di loro, ai bisogni di un figlio con Sindrome di Down? Ha nozione, Casini, delle problematiche di ordine psicologico che le persone con Sindrome di Down debbono fronteggiare, allorché si rendano consapevoli della loro condizione e si trovino a doverla affrontare?
La risposta a queste domande è tutta nella parola che il Presidente del Movimento per la Vita sceglie per il suo comunicato: "mongolismo"; parola desueta già trent'anni fa, inesatta, antiscientifica e mortificante, unanimemente respinta da tutti gli operatori del settore.
Una parola che la dice lunga sulla superficialità con la quale Casini ha inteso affrontare la tematica della Sindrome di Down e dell'eventuale scelta di interrompere la gravidanza da parte delle donne cui essa viene diagnosticata: una superficialità che, a prescindere dalla rispettive posizioni sul tema dell'aborto terapeutico, è oggettivamente offensiva per le persone con Trisomia 21 e per le loro famiglie. Una superficialità della quale il Presidente del Movimento per la Vita farebbe bene a scusarsi.

(*) Il testo del comunicato è stato pubblicato oggi sul sito dell'Associazione Luca Coscioni.

30 agosto 2007

Irresponsabilità differenziata

Preoccupato monito di Joseph Ratzinger dalle colonne del Corriere:

«In questi giorni alcune regioni geografiche sono devastate da gravi calamità: mi riferisco alle inondazioni in alcuni Paesi orientali, come pure ai disastrosi incendi in Grecia, in Italia e in altre nazioni europee. Davanti a così drammatiche emergenze, che hanno causato numerose vittime e ingenti danni materiali, non si può non essere preoccupati per l’irresponsabile comportamento di taluni che mettono a rischio l’incolumità delle persone».

Parole sacrosante.
Peccato che se uno le usa, identiche, parlando dell’AIDS in Africa e rivolgendole a chi si ostina a proibire l’uso del preservativo, diventa un laicista miscredente che mina le fondamenta della collettività.
Mah.

Marketing prenatale

Padre Fernando Pascual, docente di Filosofia e Bioetica presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma:

E’ necessario evitare un uso eccessivo delle diagnosi, in funzione del rispetto che merita ogni figlio, sano o malato.

E poi, aggiungo io, dove la mettiamo la questione relativa alla sopravvivenza della Chiesa Cattolica? Perché, a voler pensar male (non è un vizio cui indulgeva anche uno dei vostri?1), i sofferenti sono un bacino d’utenza niente male, per chi promette eterna felicità in un’ipotetica vita futura e chiede in cambio un assegno in bianco tratto su quella presente: specie se l’offerta prevede un premio tanto più sostanzioso da ritirare domani, quanto più atroce è il dolore al quale ci si sottopone oggi2.
Joseph Ratzinger, soltanto qualche mese fa, ebbe a dichiarare:

L’uomo che soffre ci appartiene.

L’avete mai vista, voi, un’impresa che non si batta fino alla morte per conservare il proprio mercato?

1. "A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca". (Giulio Andreotti)
2. "Beati gli afflitti, perché saranno consolati". (Gesù Cristo)

29 agosto 2007

With a little help from 1ps

Allora, gente, le cose stanno così: qualche settimana fa ho iniziato a mettere sul blog tre canzoni per ogni anno, a partire dal 1970; insieme ai pezzi scrivevo un piccolo post di presentazione, tanto per segnalare che avevo cambiato musica, ma niente di più.
Poi è arrivato anche per me il momento di andare in vacanza qualche giorno, e ho chiesto a questa donna di continuare a mettere la musica al mio posto mentre non c'ero, esortandola a scrivere nel post di presentazione qualsiasi cosa le venisse in mente; il che comprendeva, evidentemente, la possibilità di criticare le mie scelte e, ove lo ritenesse opportuno, di stroncarle.
Non c'era modo di controllare il blog nel posto dov'ero; così ieri, quando sono tornato, ho letto i post della perfettastronza tutti in un colpo, e ho pensato che:
  1. i suoi post musicali sono molto più belli dei miei;
  2. mi piace da morire il fatto che la scelta della musica e il suo commento siano fatti da due persone diverse;
  3. il contributo di 1ps sul mio blog mi fa piacere, a prescindere da tutto il resto.
Stante quanto sopra, ho chiesto a Cristina di proseguire, e siccome lei ha accettato, vi annuncio che i commenti ai pezzi che ho scelto continueranno ad essere scritti da lei.
E' tutto.
Saluti.

Chiarimento eugenetico

Lucetta Scaraffia su Avvenire:

Il caso dell’aborto delle due gemelline di Milano non può essere derubricato a semplice errore medico, come si è cercato di fare anche per la morte, per molti versi analoga, del bimbo di Careggi: è invece un esempio significativo dello stravolgimento culturale che sta prevalendo nel nostro Paese.

Paola Binetti sul Corriere della Sera:

Quello che è stato praticato al San Paolo non è un aborto terapeutico ma un aborto eugenetico.

Nerella Buggio su Cultura Cattolica:

Vi rendete conto? Siamo arrivati a questo e lo chiamiamo gesto d’amore, tragica fatalità. Invece è ABORTO SELETTIVO, come accade in Cina per i feti femmina, come accadeva nei lager.

Eugenia Roccella su Avvenire:

Dopo alcuni giorni, però, tutto torna come prima, e una pesante coltre di silenzio e indifferenza copre la terribile marcia che stiamo compiendo verso la selezione genetica, travestita da libera scelta dei genitori. In questo modo stiamo approdando a risultati di pulizia etnica che nemmeno la peggiore violenza razzista dei governi totalitari è mai riuscita ad ottenere.

Marina Corradi su Avvenire:

Tuttavia, non fare nascere un uomo è la negazione più totale del suo diritto fondamentale, che è vivere. Che il nulla, l’annichilimento siano preferibili, nella cultura corrente, al nascere malati, è comprensibile. Che però ci si chini sul ventre di una donna, e diagnosticando una malattia si pratichi l’aborto affermando di difendere il figlio, è una notevole manipolazione della realtà.

Assuntina Morresi sull’Occidentale:

Eppure la legge 194 non prevede l’aborto eugenetico, cioè non consente l’aborto a causa di malformazioni o anomalie del concepito.

Legge 22 maggio 1978 n. 194, articolo 6:

L’interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi novanta giorni, può essere praticata:
a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna;
b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.

Sarei davvero grato alle Signore Scaraffia, Binetti, Buggio, Roccella, Corradi, se fossero così gentili da chiarire di che diamine stiano parlando.
Grazie.

Terento

Un assaggio delle foto che ho scattato durante la scorsa settimana. Saluti.

Esclusività clericale

Torno dalle vacanze e apprendo che la decisione da parte dell’Unione Europea di chiedere informazioni su alcuni vantaggi fiscali concessi dallo Stato italiano alla Chiesa Cattolica ha suscitato una lunga serie di indignate proteste; la schiera degli offesi, ovviamente, è capitanata dal quotidiano Avvenire, secondo il quale i privilegi prospettati non esisterebbero, e l’inchiesta dell’UE sarebbe semplicemente il frutto di una diabolica macchinazione ordita (guarda caso) dai Radicali.
Siccome verificare l’effettiva sussistenza dei benefici fiscali in questione è un’operazione piuttosto semplice, vi propongo di giudicare da soli, sulla base della normativa che vado qui di seguito ad illustrare.

L’articolo 7, comma 1, lettera i) del Decreto Legislativo 504/1992, istitutivo dell’ICI, stabilisce che sono esenti dall’imposta:

Gli immobili utilizzati dai soggetti di cui all’articolo 87, comma 1, lettera c), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché delle attività di cui all’articolo 16, lettera a), della legge 20 maggio 1985, n. 222.

Andando a consultare il DPR 917/1986 e la L. 222/1985, la norma si può tradurre come segue:

Sono esenti dall’ICI gli immobili utilizzati dagli enti non commerciali, destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché allo svolgimento delle attività dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana.

Ci siamo, fin qui? Gli immobili degli enti religiosi sono esentati dall’ICI nel caso in cui siano destinati esclusivamente all’esercizio di attività di culto, cura delle anime, formazione del clero, catechesi, educazione cristiana.

Nel 2007, tuttavia, arriva il Decreto Legge Bersani, che all’articolo 39 stabilisce quanto segue:

L’esenzione disposta dall’articolo 7, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, si intende applicabile alle attivita’ indicate nella medesima lettera che non abbiano esclusivamente natura commerciale.

Il che equivale a dire che se un ente religioso è proprietario di un immobile in cui gestisce una scuola, una palestra, un cinema, una piscina o un albergo (per citare soltanto le fattispecie più comuni), esercitando quindi una vera e propria attività attività commerciale (in concorrenza con le normali imprese), pagherà l’ICI soltanto se in quell’immobile viene svolta esclusivamente l’attività commerciale in questione: gli sarà quindi sufficiente inserire nel fabbricato una piccola cappella (tanto per proporre l’esempio più immediato) per far venir meno il requisito dell’esclusività e godere dell’esenzione integrale dall’imposta.

Monsignor Betori, segretario della CEI, ha commentato la vicenda dichiarando:

L’esenzione dall’Ici si applica alle sole attività religiose e di rilevanza sociale.

Norme alla mano, ci vuole un fiscalista per capire che ci sta prendendo per il naso?

28 agosto 2007

Back to the earth

Il caso dell'aborto delle due gemelline di Milano non può essere derubricato a semplice errore medico, come si è cercato di fare anche per la morte, per molti versi analoga, del bimbo di Careggi: è invece un esempio significativo dello stravolgimento culturale che sta prevalendo nel nostro Paese".
Lucetta Scaraffia, dalle colonne di Avvenire, mi segnala gentilmente che la mia settimana di vacanze è finita.
Grazie per la sveglia.

1979

Non mi metterò a pontificare sui Pink Floyd, perchè, volontariamente, non ci sono cresciuta. Tutti i pezzi di The Wall sono monumentali nella loro inquietudine, opprimono, ma attraggono come potenti magneti. Uscito in fretta per esigenze commerciali, e registrato a pezzi (le tastiere vengono aggiunte per caso, dopo la prima registrazione delle basi) è un album studio, uno show, un film, dal quale Hey You è l'unico pezzo escluso. The Wall è più che mai una chitarra paralizzante, l'emblema dell'alienazione e dell'estraniazione dal mondo. Come una bolla di sapone insonorizzata che ti racchiude, e vola verso l'alto. Una barriera, che il suono riesce alla fine a sfondare, maestoso. Il concept nasce da un contrasto tra Waters e un suo fan, durante un concerto, che porta Waters a un gesto estremo, che lo fa riflettere. L'incomunicabilità, la distanza psicologica tra l'artista e il pubblico.

Ai concerti, il gruppo era stato murato dentro, il pubblico lasciato di fronte ad una barriera enorme, bianca.

"Is there anybody out there? "
"Il miglior punto di The Wall è trovarsi in cima ad esso", dirà Gilmour.
« La nostra musica può darvi i peggiori incubi, o lanciarvi nell'estasi più affascinante. Solitamente si verifica questa seconda opzione. Ci accorgiamo che il nostro pubblico smette di ballare: rimangono tutti in piedi, a bocca aperta, in estasi.»




Bee Gees (Brother Gibbs), Tragedy. Puro falsetto di fine anni '70 che, a metà carriera, ne decreta il successo per altri due decenni. Girando intorno al Pop (soft), al country, con qualche spruzzata di folk sono in effetti le hits più ballate perchè semplici, melodiche, versatili e per nulla pretenziose, spensierate e leggere come volevano sentirsi, ballando la disco music, le generazioni di allora. Tornati dall'Australia in Inghilterra, loro paese di origine, riuscirono persino ad avere successo a convivendo con i Beatles. Ricevettero parecchi riconoscimenti, tra cui American Music Awards, Brit Awards e World Music Awards, e palco dell'Ariston di Sanremo. Alla fine di dicembre del 2002, furono nominati baronetti dalla Regina Elisabetta II. Seguì un lento declino, legato probabilmente al ciclo di vita del genere, Fu così che, negli anni Ottanta, i Bee Gees, ormai in fase calante come band, si dedicarono a numerose collaborazioni con altri artisti, tra cui Felder, il chitarrista degli Eagles. Easy-listening.




10.15, Saturday Night. Ci sono sonorità strane, nel primo pezzo del disco d'esordio dei Cure. Three imaginary boys singin' in my sleep. Poco basso, la batteria ancora nel sound tra new-wave e fine punk e un perenne pendolo di chitarra ritmica orientata al pop inglese, con la tonalità come unico accenno dark.

and i'm crying for yesterday
and the tap drips
drip drip drip drip drip drip drip...

it's always the same...

La musica, urgente e frenetica, parte in quinta e va in crescendo, la voce e il testo sono belli da causare dolore. Robert Smith, un dandy come cantante. "Poetico, triste, esagerato, magico, isterico, narcotico, liquido, amnesico, suadente, sognante, umido, notturno Peter Pan. Un basso cupo e invitante. Cattiveria, dolore, disincanto." E' solo l'inizio. The Cure.

Every person can connect to The Cure's dreamworld where life can be insane, melancholy, anger, lost, hysterical and joyful, all at the same time.


E' con queste note, da me molto amate, che sono felice di chiudere.
Presto riavrete Metilparaben.
« Il poeta è un fingitore.

Finge così completamente
Che arriva a fingere che è dolore

Il dolore che davvero sente »

26 agosto 2007

1978

Well, someone told me yesterday That when you show your love away
You act as if you dont care

You look as if you' re going somewhere...
I primi Police, quelli di Roxanne. I primi, quelli con il basso e la voce di Sting, con il reggae che fa capolino, sostituito subito da obbligate sonorità punk, da una cassa che si fa rock, che entra timida come il modo in cui si affacciano al successo, ma che prosegue decisa, unica, come sarebbero sempre stati da allora.
So lonely...
Energia cinetica, che, prendendoti per mano ti trascina fuori dallo stato d'animo dei Police, e non ti accorgi che continua, a raccontarti di un amore triste.





Ooooh ... Ramones. Influenti, Ramones. Prorompenti. Fanno eccezione. Anticipano di poco Sex Pistols e Clash. Con un suono, un look, una storia che sconvolge il mondo del punk rock. Non si dimenticano. I "fratelli Ramone", non hanno mai suonato una cover in vita loro. Creativi, svogliati e in constante confronto parallelo ed inconscio con i Beatles, scrivono i loro brani, la loro musica, i loro testi. Danzano sui loro limiti, falliscono spesso e volentieri, dal vivo. Ma sono strabilianti, per cosa contengono. Un critico inglese li saluta come «i salvatori del rock 'n' roll». Credo non se ne siano mai resi conto.
"Se un uomo può dire di essere arrivato al successo nella vita in base al fatto di avere dei grandi amici, allora io ho avuto molto successo."
Johnny Ramone.



Billy Joel è un musicista classico. E si sente, l'impostazione del ritmo, della voce delicata, gli strumenti che tra loro si abbracciano. Amava Beethoven. E componeva con la delicatezza del jazz, musica per tutti. Questo pezzo ricorda il suo passato, non anticipa il grande successo ma riassume cosa è stato dall'età di 14 anni, quando ha iniziato, fino a quel momento. L'incipit mi ricorda Emerson Lake a Palmer. Poi si sgonfia. Il resto, è Billy Joel. L'inventore di una cortese, sognante, ridondante orchestra da piano bar.

24 agosto 2007

1977


C'est que c'est. Far. Filastrocca psicotica, ballata morbosa, adorabile incalzare enfatico. New wave, ma non "intellettuale", come dissero. Funky, bizzarro, ripudia urlante il 1977, dall'ufficio di un grattacielo di Manhattan. Propulsione di note. Basso e batteria. Attenzione. Crea dipendenza.
You start a conversation you can't seem to finish it
You're talkin' a lot but you're not sayin' anything
When I have nothing to say my lips are sealed
Say something once why say it again!






Eno. NATO Rock and Roll. Musicista, scultore, pittore, cultore del "non". Palindromo, eterna affermazione e negazione, perennemente ossessionato dal fare, dal voler penetrare espressivamente emozioni e percezioni, dal volerle a tutti i costi spiegare. Quintali, tonnellate di produzioni artistiche. Raffinatissime. Memorabile, un concerto con i Velvet Underground, e Hero, con David Bowie. Solo quello.
The boy who tried to vanish to the future or past
Is no longer here with his sad blue eyes.
Here he comes
He floated away and as he rose above reason...




Dial 99999. Punk begins, il messaggio dei Clash. Ma c'erano rockabilly, ska, R&B, una precisa linea politica e tanta cura nell'esecuzione, nel gruppo punkrock inglese più lodato dalla una critica. Se all'inizio compirono blandi gesti rivoluzionari (Sten Guns in Knightsbridge, Under Heavy Manners) nell'ostentazione di crimini minori per far arrivare la denuncia del vuoto e delle sofferenze, finirono per invocare una presa di coscienza della condizione proletaria dei kids. Un messaggio positivo, insomma, a differenza che per gli altri gruppi punk. Li definirono per questo "The only band that matters". Si trovarono malissimo con i Sex Pistols. Nonostante questo, Strummer nel 1977:
"Valgono più due minuti di Johnny Rotten che due ore di 101' ers".

22 agosto 2007

1976


Mad man Moon ... è già Phil Collins. La musica, una leggera autostrada di nuvole. Il testo, un desiderio irrealizzabile, che le aderisce perfettamente. Lo capisci, anche senza conoscerlo bene. La luna, quella si. Un brivido, la follia.

Happy birthday. You've just stumbled upon.


Make it easier ... Uno dei pezzi più puri di Marley. Il basso, ti scalda dentro come il sole che fa capolino dopo la pioggia. ti fa cambiare umore. E' un giorno nuovo, candido, come l'amore pensato. Non ha bisogno di nulla. E l'unica professione di libertà che mi sia mai capitato di scorgere, nella fede.

Emancipate yourselves from mental slavery, no one but ourselves can free our minds



She's got style that woman
Makes me smile that woman
She's got spunk that woman
Funk that wo
man
She's got speed
my lady
Got what I need my babe
She's got the abil
ity, hey
To make a man outta me...

Musica ad alto voltaggio. Scossa elettrica, amplificata. Chitarra. Voglia di suonare, fino a consumarsi le dita. Le note dure, ma composte. Studiata. Alternating Current/Direct Current. E' l'anno del loro grande successo.

20 agosto 2007

1975

1975. " The Britain's biggest unknown band". Avantgarde. Voci leggere scorrono fluide, si sovrappongono, volano, ma nascondono urla, inconscio, viscere.
Still you stay
tied in your way
changing times

watching the signs
The humour of the band was such that there was no chance for anyone to become arrogant" (D.S.)
Lo hanno chiamato progressive rock, ma è da museo. Definizione troppo stretta. E' espressione in musica di un potenziale emotivo. Al quadrato.





One of these nights. Uno dei singoli numero uno per la billboard, usa gli usa. Registrato esclusivamente in studio, è da pazzi. Ho solo un anno, e mi incanto sul semplice controtempo iniziale.
You got your demons
you got desires

well, I got a few on my own




Patti Smith. Potrei scriverci un poema, sospirando, ma questo è solo il suo primo album. Un lungo trillo disperato. Che riesce a mancarti dopo tre decenni, persino se l'hai rivista solo un mese fa.
Jesus died for somebody's sins but not mine..
Dolore forte, rabbia, morte. Disperata, dolente, maledetta febbre, demoni da esorcizzare fantasmi da evocare, peste.
Melting in a pot of thieves wild card up my sleeve
Thick heart of sins my own
Thy belong to me.
Me.
Cibo per l'anima.


Postino

Nella sua eccessiva sincerità e volitiva determinazione, si sa che quest'uomo in vita sua ha già abbondantemente peccato di anticlericalismo e personalismo, nella accezione più radicale del termine. Questo è inevitabilmente dimostrato dagli eventi, che fanno sì che attraverso una inesorabile imperitura legge del contrapasso, si trovi a chiedere ad un'altra persona di continuare a scrivere per lui mentre (ci credete?) si gode le ferie isolato dal mondo, e che questa persona sia poi verosimilmente una, se pur splendida, suora-con-cicca.

"La musica non dimentica mai sé stessa, essa non deve mai cessare di essere musica."
(W.A. Mozart)

Le modifiche superflue

Da Wikipedia:

Il processo all’arcivescovo di Zagabria comincia il 30 settembre 1946, sulla base dell’atto d’accusa firmato dal magistrato Jakov Blazevic. I principali capi d’accusa a carico dell’imputato Alojzije Stepinac sono sei:

  1. il sostegno fornito dall’arcivescovo agli occupanti nazifascisti e la sua collaborazione con la dittatura ustascia dall’aprile 1941 al aprile 1945. Ne sono prova le pubbliche dichiarazioni dell’episcopato in quegli anni, gli scritti della pubblicistica cattolica del periodo, l’attivismo filo ustascia delle varie organizzazioni cattoliche capeggiate dal primate di Croazia, le molte cerimonie religiose officiate in favore del regime (come le messe solenni del 10 aprile di ogni anno per celebrare l’avvento dello Stato indipendente croato);
  2. la diretta responsabilità dell’arcivescovo nell’organizzare e praticare le “conversioni” forzate al cattolicesimo dei serbo-ortodossi di Croazia, Bosnia e Erzegovina, “conversioni” ottenute sotto la minaccia del massacro;
  3. la responsabilità di monsignor Stepinac nel genocidio etnico religioso di serbi, ebrei e rom, in quanto Vicario apostolico militare delle forze armate ustascia, cioè capo di tutti i cappellani che assistevano spiritualmente le milizie assassine;
  4. le responsabilità dell’arcivescovo di Zagabria per non avere mai adottato alcun provvedimento a carico di quella nutrita schiera di religiosi che si sono macchiati di orrendi delitti, partecipando in prima persona ai massacri ustascia;
  5. l’attivismo politico di monsignor Stepinac nell’ultima fase della dittatura di Pavelic per tentare di evitare il crollo del regime ustascia, tentativo culminato con l’occultamento, presso l’arcivescovado di Zagabria, “dell’archivio del ministero degli Esteri dello Stato indipendente croato e della Prefettura presso il Poglavnik”;
  6. il sostegno di monsignor Stepinac all’attività eversiva dei “krizari” e degli ustascia Lisak e Gulin, impegnati clandestinamente a organizzare la riscossa del nazionalismo croato.
Dopo il processo il vescovo Stepinac fu condannato alla perdita della libertà attraverso lavoro forzato per 16 anni e alla perdita di tutti i diritti politici e civili per 5 anni.

Alla luce di questo esempio, non mi meraviglierei se le voci recentemente diffuse fossero effettivamente infondate, e il Vaticano, in realtà, non avesse modificato alcuna voce su Wikipedia: il vescovo Alojzije Stepinac è stato beatificato da Papa Giovanni Paolo II nel 1998, nonostante i crimini commessi e in barba al fatto che quei crimini fossero di dominio pubblico.
Il Vaticano, evidentemente, non ha interesse a modificare quello che c'è scritto su internet: cancella direttamente la storia e risolve il problema alla radice.
Converrete con me che si tratta di un metodo più efficace.

18 agosto 2007

Il business, la coda, la paglia

Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, su Zenit:

«Il business che ha accompagnato gli scandali sessuali non ha nulla a che fare con il rispetto della persona umana, con l’aiuto alle vittime, e neanche con il recupero del colpevole, che non possiamo abbandonare all’inferno. Il business creato negli Stati Uniti attorno a questo scandalo è veramente intollerabile».

Il discorso, in estrema sintesi, è il seguente:

  1. tanto per cominciare, io ti violento;
  2. tu chiedi il risarcimento dei danni che hai subito, e per far meglio intendere le tue ragioni ti avvali della consulenza di un avvocato;
  3. a questo punto io comincio a lamentarmi del fatto che tu, a partire dall’abuso di cui sei stato vittima, abbia creato un business, consistente nel risarcimento che ti verrà corrisposto, e in subordine nell’onorario spettante all'avvocato che ti ha assistito;
  4. siccome io sostengo che le mie scuse dovrebbero bastarti (in fondo non è successo granché, sei stato solo stuprato), e aggiungo che il tuo violentatore non deve essere abbandonato alle fiamme dell’inferno (in definitiva si è macchiato di un peccatuccio da niente, non stiamo mica parlando di Welby), concludo che il business che hai creato (tu l’hai creato, quel business, mica il prete che si è approfittato di te) è veramente intollerabile.

A quanto pare, invece, è tollerabile la circostanza che a versarti il risarcimento non sarò io, ma una compagnia assicurativa con la quale avevo previdentemente stipulato una serie di cospicue polizze.
Questo, evidentemente, non configura un business.
E' semplicemente coda di paglia.

17 agosto 2007

Preferenze alternate

Davide Rondoni, su Avvenire, ci delizia con una serie di considerazioni sulla violenza contro le donne:
«Non a caso Dio ha scelto una donna, che oggi si festeggia, per trovare uno spazio adeguato al Mistero della sua incarnazione. Ogni offesa alla donna è, si può dire, un'offesa a questa stessa preferenza di Dio».
In questo paese, Dottor Rondoni, è in vigore una legge che regolamenta la fecondazione assistita; tale legge, tra le altre cose, limita a tre il numero massimo di embrioni che si possono produrre per ogni ciclo di stimolazione ovarica, costringendo le donne a ripetere il pesante trattamento in caso di insuccesso, e prevede che tutti gli embrioni prodotti debbano essere impiantati contemporaneamente, equiparando il ruolo delle donne a quello di vere e proprie incubatrici viventi.
Stante il fatto che la legge in questione è stata approvata grazie alla solerte iniziativa del fronte cattolico, di cui Ella è un autorevole esponente, è legittimo che a un laicista come me sorga qualche dubbio sulle presunte preferenze del Dio di cui parla?
Oppure, come al solito, è solo questione di mettersi d'accordo sul significato della parola "offesa"?

14 agosto 2007

Seduzione clericale

Umberto Folena su Avvenire:

«Promette quel che non può mantenere. Dice il falso? No, si limita a non dire tutta la verità, celando quel che non gli fa comodo. Ad esempio, spaccia per definitivo ciò che è temporaneo… Chi sarà mai, questo seduttore con così poca fantasia da adottare le tecniche stagionate dei seduttori d’ogni epoca, vecchie e stravecchie eppure sempre buone, visto che ieri come oggi funzionano? Il seduttore è una seduttrice e si chiama pubblicità ingannevole».

Ah, ecco. Io avrei detto Chiesa Cattolica, ma insomma…

Le storie di ieri

Senta: lo so bene che ha fatto schifezze di ogni genere, la Marchi. Mediaticamente, però, è una fuoriclasse. Per me, a livello di pura tecnica televisiva, resta un modello. (Michela Vittoria Brambilla, Intervista, Corriere della Sera, 2007)

E i cavalli a Salò sono morti di noia: a giocare col nero perdi sempre; Mussolini ha scritto anche poesie. (Francesco De Gregori, Le Storie di Ieri, Rimmel, 1975)

13 agosto 2007

L'indice e l'uccello (per Metilparamal)

Riporto qui di seguito un commento, a firma di un certo Metilparamal, che ho trovato sul mio blog al ritorno dal fine settimana in campagna:
Ma perchè voi pensate che sia immorale che un politico o un uomo qualunque vada con una prostituta? Un certo Calogero Martorana, ateo come Capriccioli ed esponente sia dell'UAAR che del CICAP, sostiene che la prostituzione sia un mestiere dignitoso come gli altri, se per caso avesse ragione lui allora i politici hanno il diritto di andare a puttane.
Ora, non è che io sia abituato a scrivere un post per ogni commento che ricevo: tuttavia, quando i limiti della decenza vengono superati con simile, brutale spudoratezza, mettere giù un paio di considerazioni, per puntualizzare che farmi prendere per naso da un cicciobello qualsiasi non è esattamente il mio sport preferito, diventa pressoché obbligatorio.
Tu, gentile Metilparamal, sembri far parte di quella combriccola secondo la quale è immorale più o meno tutto: abortire, prendere la pillola, usare il preservativo, convivere senza sposarsi, chiedere una morte dignitosa, ricorrere alla fecondazione assistita, guardare film porno, ascoltare musica rock, entrare nei sexy shop, fare l'amore con persone dello stesso sesso, contestare la presenza dei crocifissi nei tribunali, promuovere la ricerca scientifica sugli embrioni, farsi le pippe.
Alla stessa allegra brigata appartiene (a quanto pare, vi appartiene ancora adesso) quel personaggio da operetta dell'Onorevole Mele, il quale, senza neanche fare in tempo a finire di inveire insieme ai suoi sodali contro la rivoltante pletora di miscredenti, senza dio, froci, lesbiche, peccatori, laicisti, scientisti, relativisti, agnostici, adoratori di satana che a suo dire lo circondavano da ogni lato, si è fatto prendere col sorcio in bocca mentre si dava ad orgiastici trastulli in compagnia di un paio di squillo e qualche grammo di coca.
L'asino, mio affezionato lettore, casca in questo punto esatto: perché si dà il caso che tuonare anatemi contro gli altri sia una strategia praticabile (ancorché a mio parere comunque inaccettabile) solo a patto di adottare un comportamento esemplare, ineccepibile, al di sopra di ogni sospetto.
Altrimenti va a finire che i senza dio come me si convincono che i bacchettoni della tua risma siano sempre pronti a puntare l'indice come una sciabola quando si tratta di impedire a un povero cristo di curarsi, di morire in pace, di dare un bacio alla persona che ama; ma che siano altrettanto lesti a ritirarlo, con l'aria bovinamente gongolante di chi si illude che nessuno lo veda, allorché si tratti di difendere il proprio diritto di infilare l'uccello (e il naso) dove meglio credono, alla faccia dei comandamenti che cercano di imporre agli altri.
Spero che adesso la mia posizione ti sia più chiara.
E che la decenza ti induca ad astenerti da ulteriori, maldestri tentativi di rivoltare la frittata.
Cordialità.

Niente è più terribile di un'ignoranza attiva (*)

Vittorio Messori illustra in un’intervista alla Stampa il suo punto di vista sui casi di pedofilia e violenza sessuale all’interno della Chiesa:

«E poi su quali basi la giustizia umana santifica l’omosessualità e demonizza la pedofilia?
(…)
Nessuno osa più comandare, si pretende dalla Chiesa il dialogo invece della disciplina. Ci si scandalizza del sacerdote molestatore, poi però il vescovo diventa un odioso despota se nega l’ingresso in seminario ad un gay.
(…)
Chi dimostrava tendenze gay veniva messo fuori. Poi il no alla discriminazione ha permesso l’ingresso in forze degli omosessuali e ora la Chiesa paga quell’imprudenza.
(…)
Si resta casti solo se si ha fede salda, fiducia nella vita eterna. Il deficit non organizzativo, ma di fede. E non si risolve abolendo il celibato ecclesiastico perché l’80% sono casi gay. Deviazioni sessuali di preti che mettono le mani addosso agli uomini e ai ragazzini».

Il tenore del Suo intervento, Dottor Messori, mi induce a dubitare del fatto che Ella abbia mai posseduto un vocabolario della lingua italiana; tuttavia, nel caso in cui ne conservasse una copia in cima a qualche dimenticato scaffale, Le consiglio vivamente di fare un’eccezione e consultarla: dopo aver soffiato tra le pagine impolverate, scoprirà con meraviglia che le parole “omosessuale” e “stupratore” non sono sinonimi.
Dia retta: per il futuro lo tenga a portata di mano, quel vocabolario. Vedrà che Le sarà utilissimo ad evitare altre brutte figure.

(*) Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno, 28 agosto 1749 – Weimar, 22 marzo 1832)

Respinta omofoba

Il potere dell'agitatore è di rendersi stupido quanto i suoi ascoltatori, in modo che questi credano di essere intelligenti come lui. (Karl Kraus)
Penso che l'omosessualità sia moralmente sbagliata, ma da qua a dire che la città respinge i gay ce ne passa. Se dovessimo respingere tutti i peccatori, la città rimarrebbe vuota. (Rocco Buttiglione)

1974

Eccoci al 1974: altro anno scintillante, non c'è che dire, tanto che scegliere è stato un problema.
Dopo una lunga e sofferta riflessione, vi propongo i King Crimson al top della loro eleganza, uno straripante Eric Clapton (no, non sono un suo fan, ma questo disco è davvero qualcosa) e Leonard Cohen, semplicemente di un'atra categoria.
Il tutto, come sempre, in alto a sinistra.
Buon ascolto.

10 agosto 2007

Superpremio finale "Stronzata di Platino"

Negli ultimi tempi ho preso l'abitudine di lanciare qualche concorso speciale e assegnare insieme a voi una serie di prestigiosi premi: poteva mancare, prima delle vacanze, una fase finale con la quale decidere chi debba essere il Campione dei Campioni? Nel sondaggio che segue troverete tutti i vincitori dei concorsi per i quali, di volta in volta, avete votato: vi chiedo di pronunciarvi ancora una volta, per stabilire a chi assegnare, tra i finalisti, la prima edizione del "Premio Stronzata di Platino". Per pronunciarvi su questo sondaggio, che rappresenta una vera e propria Champions League dell'idiozia, avete tempo fino a lunedì, allorché proclameremo il vincitore e decideremo (stavolta lo facciamo davvero) come fargli pervenire l'agognato trofeo. Che altro dire? Come al solito, votate, votate, votate!

09 agosto 2007

Reality: dieci squillo per dieci onorevoli

Dopo la nota vicenda dell’Onorevole Mele mi arriva una mail di Darkzero (assiduo lettore del blog), che mi segnala la possibilità di ricavare dalla storia il format di un nuovo reality.
Vi incollo qui di seguito i dettagli, consigliando contestualmente a Darkzero di brevettare l’idea prima di essere bruciato sul tempo dalla RAI o da Mediaset.
Divertitevi.

DIECI SQUILLO PER DIECI ONOREVOLI

In un albergo tre stelle ci sono 10 onorevoli e 10 ragazze, di cui solo 5 sono delle squillo: ovviamente i parlamentari non sanno quali tra le ragazze siano davvero delle lucciole, e quali invece siano le attrici pagate dalla produzione per cercare di ingannarli.
Nella prima fase eliminatoria, le ragazze cercano di farsi rimorchiare dai parlamentari, convincendoli di essere delle squillo (nessuna può dichiararlo apertamente, ma tutte devono cercare di far capire che lo sono): quando un onorevole crede di aver capito che una certa ragazza è una lucciola, le fa un “regalo in denaro” (una cosetta da nulla, per carità): se la ragazza non è una squillo l’onorevole viene eliminato, e la tipa si becca i soldi, nonché una crociera sponsorizzata dal partito di appartenenza del parlamentare.
Gli onorevoli eliminati vengono radiati dal partito e interdetti a vita da ogni attività politica.
A fine cena restano quindi 5 coppie onorevole-squillo, che si apparteranno in altrettante stanze. Sulla porta di ogni stanza ci sono frasi-indizio del tipo “la coca non è qui”, “la coca non si trova nella stanza 3”, “la scritta sulla porta 1 è falsa”, e ogni coppia deve autonomamente cercare di capire quale sia l’unica stanza senza coca e raggiungerla entro un tempo limite.
La coppia che individua la stanza senza coca abbandona il gioco ma vince automaticamente un premio: per lei un posto fisso da opinionista, per lui la promozione a segretario di partito (se lo sono già, la squillo diventa conduttrice fissa e l’onorevole diventa ministro).
Le quattro coppie superstiti, quindi, sono quelle che sono capitate nelle stanze con la coca: dopo averne consumata in abbondanza, devono tutti trasferirsi in un’ampia sala comune in cui ci sono tre letti e tre ambulanze: le ragazze (che si sentono male) devono precipitarsi nell’ambulanza, e gli onorevoli (che si addormentano) devono accaparrarsi un letto; se un membro della coppia non riesce, l’intera coppia viene eliminata, e per punizione i suoi componenti si scambiano i ruoli: l’onorevole diventa squillo e la squillo diventa onorevole.
Si prosegue, diminuendo di volta in volta le ambulanze e i letti disponibili, finché rimane una sola coppia: a questo punto i due componenti diventano avversari, e si devono produrre nelle scuse più improbabili e nelle giustificazioni più patetiche per accusare l’altro quando arrivano i Carabinieri. La vittoria è decisa dal televoto.
Se vince lei, diventa presidente di Retequattro; se vince lui, diventa Presidente del Consiglio.
Chi perde torna al catechismo.

Vota anche tu la frase più razzista di Giancarlo Gentilini

Dev'essere il momento dei sondaggi; stavolta l'occasione mi viene servita su un piatto d'argento dal Vicesindaco di Treviso Giancarlo Gentilini, che ha avuto modo di cimentarsi ancora una volta nel suo sport preferito: aprire bocca e lasciarsi scappare frasi di rara caratura razzista. Siccome, come dicevo, lo "sceriffo" leghista non è nuovo a simili esternazioni, ho pensato di raccogliere il meglio della sua produzione e sottoporlo al voto dei lettori: il compito, lo premetto, sarà arduo, perché il buon Gentilini può vantare un palmares di dichiarazioni da brivido, una più raggelante dell'altra. Ve la sentite di sceglierne una sola?
Create polls and vote for free. dPolls.com

08 agosto 2007

Vota per il "Banalino d'Oro" dell'estate 2007

E' estate; fra un po' ci ritroveremo tutti in montagna o sotto l'ombrellone, vicino a persone nuove: come intavolare una conversazione? Per venire incontro ai problemi dei nostri lettori, Galatea e io abbiamo pensato di fornire, a blog unificati, un rapido e facile prontuario di frasi banali da riciclare in qualsiasi momento della giornata, con gente di qualsiasi estrazione sociale e/o credo politico. E già che c'eravamo, ci siamo detti: perché non farne anche un sondaggio? Così, tanto per vedere qual è il luogo comune che andrà per la maggiore in questo torrido agosto. Alla frase più votata sarà assegnato il premio "Banalino d'Oro 2007"; una sorta di Ambrogino d'Oro, ma con il vantaggio che non te lo consegna la Moratti Che dire? Conversate, conversate, conversate. E, naturalmente, votate, votate, votate!
Create polls and vote for free. dPolls.com

Good day, sunshine

Alessandro Maggiolini sul Giornale:

«La verità prevale sulla libertà dei singoli».

Ecco, cominciamo bene.

07 agosto 2007

Generatore casuale di giustificazioni dell'Onorevole Cosimo Mele

Non mi sono proprio potuto trattenere: da qualche giorno le fantasiose giustificazioni di Cosimo Mele mi mancavano troppo, e così ho deciso di scrivere un piccolo software che me ne creasse una nuova di zecca ad ogni refresh della pagina.
Come al solito, il generatore è posizionato in alto a destra.
Buon divertimento.

Mele, Effezeta e la caduta del mondo

F.Z.:
«Una notte da incubo. Potevo morire, mi hanno lasciata lì, nuda, sdraiata sulla moquette».
Cosimo Mele:
«Mi sento il mondo cadere addosso. Lo so, è una frase fatta, ma è proprio quello che sento».
Sì, Onorevole Mele. E' decisamente una frase fatta.

I soliti sospetti

Ricapitoliamo: prima Don Gelmini afferma che è in atto un complotto della lobby ebraico radical-chic; il giorno dopo si corregge, chiede scusa e se la prende con i massoni; poi arriva Maurizio Ronconi che, per non saper né leggere né scrivere, dice che è colpa della sinistra ampiamente intesa.
Ora, io non vorrei mettervi fretta, ma all’appello mancano (almeno) i radicali, gli omosessuali, i laicisti e i relativisti: vedete di darvi una mossa, che io tra qualche giorno parto.

Update: Darkzero (grazie!) mi segnala che ai laicisti ha pensato il Vescovo Luigi Negri. Forza, sotto a chi tocca, che se vi impegnate chiudiamo la vicenda in giornata.