La notizia di oggi è che nessuno è stato accusato di omicidio (né volontario, né preterintenzionale e neanche colposo) per la morte di Stefano Cucchi: quindi, a rigor di logica, bisogna dedurne che il ragazzo non è stato ammazzato.
D'altra parte le accuse formulate ipotizzano soltanto che sia stato pestato a sangue dalle guardie e poi abbandonato dai medici che avrebbero dovuto curarlo, finché non ci ha lasciato le penne.
C'è una differenza abissale, no?
30 aprile 2010
29 aprile 2010
Aborto? Ma quale aborto?
A parte il merito dell'iniziativa, sul quale pure ci sarebbero da muovere un sacco di obiezioni, se i giornalisti del Corriere avessero la compiacenza di spiegarci che minchia c'entri l'aborto con la contraccezione d'emergenza ci farebbero davvero un gran favore: perché in questo modo, ne converrete, si finisce per fare un gran casino, favorendo inevitabilmente i soliti integralisti che pescano nel torbido.
La pillola del giorno dopo non è abortiva, e per saperlo non ci vuole una laurea: basta farsi un giretto su Wikipedia prima di mettersi a scrivere.
E' chiedere troppo?
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Grazie a Peppe per la segnalazione.
Crea il tuo libro di Berlusconi!
Buon divertimento!
Ammazzato di botte e rianimato per finta
Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare che ha indagato sul caso Cucchi:
Abbiate pazienza, mi viene da vomitare.
Si tratta di qualcosa di drammatico, il fatto che Cucchi ha subito dei traumi senza i quali non si sarebbe in qualche modo avviata la sequenza di eventi che ha determinato il ricovero, il suo rifiutare cibo e acqua, e il determinarsi di quella condizione clinica che ha portato al decesso.Dagli atti della Commissione:
Quando è stato soccorso, «intorno alle 6:05 del 22 ottobre», Stefano Cucchi mostrava «una rigidità dei muscoli del collo e una incipiente rigidità dell'articolazione temporo-mandibolare», segni «di un incipiente rigor mortis» che «secondo l'esperienza comune, si manifestano nel corso di due o tre ore rispetto al momento in cui il soggetto è morto. Pertanto pensiamo che il paziente fu rianimato per precauzione e non perchè ancora vivo e che probabilmente la sua morte si deve a due o tre ore prima» e «probabilmente anche il medico che amministrava queste misure sapeva già che il paziente era morto e da tempo».In estrema sintesi: prima pestato a sangue, poi rianimato per finta quando i medici sapevano già che era morto.
Abbiate pazienza, mi viene da vomitare.
Chi è Romiti?
Marco Perduca, senatore radicale eletto nelle liste del PD, mi ha appena mandato questa mail che vi incollo qua sotto tale e quale.
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Tra i privilegi dei parlamentari c'è anche quello di poter passare i controlli a Fiumicino attraverso un'entrata riservata a "passaporti di servizio" e "crew".
Mentre passo arriva uno della "sicurezza" e chiama da parte una collega per dirle con grande circospezione che sta per arrivare Romiti. Raccolgo le mie cose e chiedo a voce alta alla stessa signora: "Perché, Romiti passa di qui?" Silenzio prolungato. La signorina, un po' imbarazzata, mi dice: "E' parlamentare, no?" E io: "No". "Ah, allora in passato è stato uno di qui, un direttore", dice un altro; e io: "In passato, ma oggi?" "Beh, è anziano" fa uno seduto, "di qui passano disabili e anziani". Io lo guardo con faccia interrogativa della serie "che me stai a pijia' per...", e la signorina mi dice gentilmente: "Ma perché s'arrabbia con me?" E io: "Si figuri, chiedevo solo perché venga addirittura annunciato, ho visto sottosegretari fare regolarmente la fila e a noi vengono fatte aprire anche le valige...".
A questo punto tutti quelli della security son fermi con l'aria di quelli che sentono di dover intervenire, senza peraltro avere il coraggio di farlo; quello che aveva citato i disabili dice: "Se si dovesse sta' dietro a chi passa da qui..." Mentre lo guardo come a dire che in effetti sì, si dovrebbe, arriva un altro e mi dice, molto gentilmente: "Perché non lo chiede alla polizia?", indicando un ufficio nel quale in effetti ci sono molti poliziotti indaffarati a non far niente. Gli rispondo che l'avviso dell'arrivo di Romiti era stato dato da uno della sicurezza e non dalla polizia, la quale comunque non gestisce l'aeroporto.
Brusio. Dico: "Mah".
Finisco di vestirmi mentre tutti sembrano chiedersi con gli occhi cose del tipo "Anvedi questo", "Mo' je risponno io", "Chi è Romiti?"
Già, chi è Romiti?
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Tra i privilegi dei parlamentari c'è anche quello di poter passare i controlli a Fiumicino attraverso un'entrata riservata a "passaporti di servizio" e "crew".
Mentre passo arriva uno della "sicurezza" e chiama da parte una collega per dirle con grande circospezione che sta per arrivare Romiti. Raccolgo le mie cose e chiedo a voce alta alla stessa signora: "Perché, Romiti passa di qui?" Silenzio prolungato. La signorina, un po' imbarazzata, mi dice: "E' parlamentare, no?" E io: "No". "Ah, allora in passato è stato uno di qui, un direttore", dice un altro; e io: "In passato, ma oggi?" "Beh, è anziano" fa uno seduto, "di qui passano disabili e anziani". Io lo guardo con faccia interrogativa della serie "che me stai a pijia' per...", e la signorina mi dice gentilmente: "Ma perché s'arrabbia con me?" E io: "Si figuri, chiedevo solo perché venga addirittura annunciato, ho visto sottosegretari fare regolarmente la fila e a noi vengono fatte aprire anche le valige...".
A questo punto tutti quelli della security son fermi con l'aria di quelli che sentono di dover intervenire, senza peraltro avere il coraggio di farlo; quello che aveva citato i disabili dice: "Se si dovesse sta' dietro a chi passa da qui..." Mentre lo guardo come a dire che in effetti sì, si dovrebbe, arriva un altro e mi dice, molto gentilmente: "Perché non lo chiede alla polizia?", indicando un ufficio nel quale in effetti ci sono molti poliziotti indaffarati a non far niente. Gli rispondo che l'avviso dell'arrivo di Romiti era stato dato da uno della sicurezza e non dalla polizia, la quale comunque non gestisce l'aeroporto.
Brusio. Dico: "Mah".
Finisco di vestirmi mentre tutti sembrano chiedersi con gli occhi cose del tipo "Anvedi questo", "Mo' je risponno io", "Chi è Romiti?"
Già, chi è Romiti?
28 aprile 2010
Otto per mille: dove vanno a finire i soldi dello Stato?
Dopo aver parlato del singolare meccanismo che sta alla base dell'8 per mille, e dopo aver indagato un po' più a fondo sul modo in cui la Chiesa impiega i fondi che riceve, vale la pena di completare il discorso verificando che fine facciano i (pochi) quattrini che attraverso questo istituto arrivano allo Stato.
Ebbene, avvalendoci dell'aiuto di Wikipedia, apprendiamo che nel 2004 lo Stato ha ricevuto dall'8 per mille circa 100 milioni di euro (un decimo di quelli che si è accaparrata la Chiesa, by the way), e che ha impiegato tali fondi nel modo che segue:
Per le calamità naturali non resta che un quarto dei fondi; i quali sono già una miseria di per sé, ma diventano una somma addirittura ridicola se si pensa che in drammatiche circostanze come il terremoto in Abruzzo si sarebbe potuto attingere a quel capitolo esortando gli italiani a dare l'8 per mille allo Stato, magari con una martellante diffusione di spot televisivi, ma in realtà ci si è ben guardati dal farlo, evidentemente per non sottrarre risorse alla Chiesa.
Insomma, gente, pare che non se ne esca: giratela pure come volete, ma gran parte dei quattrini dell'8 per mille vanno a finire alla Chiesa non solo se uno glieli dà o se non li destina esplicitamente a nessuno, ma perfino se li vuole donare allo Stato.
E poi hanno pure il coraggio di dire che si tratta di una libera scelta.
Ebbene, avvalendoci dell'aiuto di Wikipedia, apprendiamo che nel 2004 lo Stato ha ricevuto dall'8 per mille circa 100 milioni di euro (un decimo di quelli che si è accaparrata la Chiesa, by the way), e che ha impiegato tali fondi nel modo che segue:
- 44,64% conservazione beni culturali legati al culto cattolico;
- 24,73% calamità naturali;
- 23,03% conservazione beni culturali civili;
- 4,44% fame nel mondo;
- 3,16% assistenza rifugiati.
Per le calamità naturali non resta che un quarto dei fondi; i quali sono già una miseria di per sé, ma diventano una somma addirittura ridicola se si pensa che in drammatiche circostanze come il terremoto in Abruzzo si sarebbe potuto attingere a quel capitolo esortando gli italiani a dare l'8 per mille allo Stato, magari con una martellante diffusione di spot televisivi, ma in realtà ci si è ben guardati dal farlo, evidentemente per non sottrarre risorse alla Chiesa.
Insomma, gente, pare che non se ne esca: giratela pure come volete, ma gran parte dei quattrini dell'8 per mille vanno a finire alla Chiesa non solo se uno glieli dà o se non li destina esplicitamente a nessuno, ma perfino se li vuole donare allo Stato.
E poi hanno pure il coraggio di dire che si tratta di una libera scelta.
Daje de tacco, daje de punta, la genetica de Donna Assunta
Donna Assunta Almirante si pronuncia sugli ebrei:
Voi che ne dite, qualcuno le avrà spiegato che le leggi razziali si fondavano proprio su quello?
Screditare la Chiesa e una certa condotta aggressiva è nel DNA genetico degli ebrei, ce lo ha dimostrato la storia.Ecco. Geneticamente anticattolici e aggressivi. Cominciamo bene...
Ed oggi alcune reazioni scomposte lo confermano. Io non accuso tutto il mondo ebraico, ma frange particolari ed estremiste. Questo non mi fa cancellare il mio giudizio negativo sulle leggi razziali che furono una vergogna ed un insulto all'umanità.Vediamo se ho capito: Donna Assunta si guarda bene dell'accusare tutti gli ebrei e si pronuncia assai negativamente sulle leggi razziali, ma intanto parla di "DNA", e tanto per non essere fraintesa ci mette accanto un "genetico" che non servirebbe (il DNA, fino a prova contraria, è sempre genetico) ma che sicuramente rafforza il concetto.
Voi che ne dite, qualcuno le avrà spiegato che le leggi razziali si fondavano proprio su quello?
It's all gonna fade
She seemed so glad to see me, I just smiled
And we talked about some old times and we drank ourselves some beers
Still crazy afler all these years
Oh, still crazy after all these years
I'm not the kind of man who tends to socialize
I seem to lean on old familiar ways
And I ain't no fool for love songs that whisper in my ears
Still crazy afler all these years
Oh, still crazy after all these years
Four in the morning, crapped out, yawning
Longing my life a--way
I'll never worry, why should I?
It's all gonna fade
Now I sit by my window and I watch the cars
I fear I'll do some damage one fine day
But I would not be convicted by a jury of my peers
Still crazy after all these years
Oh, still crazy
Still crazy
Still crazy after all these years
Paul Simon, Still crazy after all these years, 1976
Confidenza, familiarità e ironia
Supponete che una coppia di poliziotti sia stata filmata mentre si dedicava alle seguenti attività:
Ebbene, sapete che iniziativa hanno intrapreso i due poliziotti? Quella di proporre ricorso al TAR, ritenendo la deplorazione un provvedimento "eccessivo" perché il disabile e la ragazza del parcheggio erano loro conoscenti e amici, e perché tutto si era svolto in un clima "giocoso, di confidenza, familiarità e ironia".
Il Tar, per fortuna, ha respinto il ricorso, ma a me rimane un dubbio: prescindendo dal disabile e dalla ragazza, sui quali ci sarebbe da discutere anche nel caso in cui fossero davvero due amici degli agenti, non trovo giustificazioni sulla vicenda del tizio maltrattato in questura. Anche quello era un loro amico? Direi proprio di no. Anche in quel caso il clima era "giocoso" e nell'aria si respiravano "confidenza", "familiarità" e "ironia"? Non mi pare proprio.
Ci vuole un bel coraggio, a parlare di un provvedimento "eccessivo", non trovate?
- irridere un tizio che era stato portato in questura per essere identificato facendolo sdraiare per terra seminudo, interrogandolo con insolenza e promettendogli in regalo "uno sfollagente con manico zigrinato nella parte posteriore";
- prendere per i fondelli un disabile facendogli "scherzi di cattivo gusto" e "ledendo la sua dignità di persona”;
- importunare una ragazza ubriaca e irridendola mostrando manette, facendo battute pesanti, chiamandola "bestiaccia" e "mongola" e offrendole denaro per filmarla.
Ebbene, sapete che iniziativa hanno intrapreso i due poliziotti? Quella di proporre ricorso al TAR, ritenendo la deplorazione un provvedimento "eccessivo" perché il disabile e la ragazza del parcheggio erano loro conoscenti e amici, e perché tutto si era svolto in un clima "giocoso, di confidenza, familiarità e ironia".
Il Tar, per fortuna, ha respinto il ricorso, ma a me rimane un dubbio: prescindendo dal disabile e dalla ragazza, sui quali ci sarebbe da discutere anche nel caso in cui fossero davvero due amici degli agenti, non trovo giustificazioni sulla vicenda del tizio maltrattato in questura. Anche quello era un loro amico? Direi proprio di no. Anche in quel caso il clima era "giocoso" e nell'aria si respiravano "confidenza", "familiarità" e "ironia"? Non mi pare proprio.
Ci vuole un bel coraggio, a parlare di un provvedimento "eccessivo", non trovate?
27 aprile 2010
Poveri noi
"Il popolo italiano è triste e confuso, il popolo italiano ha perso la sua umanità. Insieme possiamo ridare al triste popolo italiano un sorriso per il futuro."Ronald Samako, fondatore di Poveri Voi, la prima ONG africana che porta aiuta umanitari all'Italia.
Per colpa di chi?
Può succedere che le notizie si combinino sulle home page dei quotidiani in modo molto istruttivo: il Gazzettino, per esempio, ci informa del fatto che i giovani italiani sono i peggio informati d'Europa in materia di sesso, e poco più in giù rivela che 40.000 nostri connazionali sono sieropositivi senza saperlo.
Saranno contenti tutti i crociati che gridano allo scandalo ogni volta che si propone di incentivare l'informazione sessuale nelle scuole, menando il can per l'aia con la solita fandonia dell'astensione come efficace mezzo di protezione dal contagio (e dalle gravidanze indesiderate) e mettendosi la coscienza in pace a forza di ipocrisia, anatemi e catechismo.
Grazie di cuore, per tutto quello che fate.
Saranno contenti tutti i crociati che gridano allo scandalo ogni volta che si propone di incentivare l'informazione sessuale nelle scuole, menando il can per l'aia con la solita fandonia dell'astensione come efficace mezzo di protezione dal contagio (e dalle gravidanze indesiderate) e mettendosi la coscienza in pace a forza di ipocrisia, anatemi e catechismo.
Grazie di cuore, per tutto quello che fate.
Avanti il prossimo (21)
Non aggiungo commenti all'ennesimo suicidio nelle carceri di questo paese indecente: ormai la lista parla da sola.
- Pierpaolo Ciullo, 39 anni - 2 gennaio - carcere di Altamura, asfissia con gas;
- Celeste Frau, 62 anni - 4 gennaio - carcere Buoncammino di Cagliari, impiccagione;
- Antonio Tammaro, 28 anni - 7 gennaio - carcere di Sulmona, impiccagione;
- Giacomo Attolini, 49 anni - 8 gennaio - carcere di Verona, impiccagione;
- Abellativ Sirage Eddine, 27 anni - 14 gennaio - carcere di Massa, impiccagione;
- Mohamed El Aboubj, 25 anni - 16 gennaio - carcere S. Vittore di Milano, asfissia con gas;
- Ivano Volpi, 29 anni - 20 gennaio - carcere di Spoleto, impiccagione;
- Cittadino tunisino, 27 anni - 22 febbraio - carcere di Brescia, impiccagione;
- Vincenzo Balsamo, 40 anni - 23 febbraio - carcere di Fermo, impiccagione;
- Walid Aloui, 27 anni - 23 febbraio - carcere di Padova, impiccagione;
- Rocco Nania, 42 anni - 24 febbraio - carcere di Vibo Valentia, impiccagione;
- Roberto Giuliani, 47 anni - 25 febbraio - carcere di Rebibbia (Roma), impiccagione;
- Giuseppe Sorrentino, 35 anni - 7 marzo - carcere di Padova, impiccagione;
- Angelo Russo, 31 anni - 10 marzo - carcere di Poggioreale a Napoli, impiccagione;
- Detenuto italiano, 47 anni - 27 marzo - carcere di Reggio Emilia, asfissia on gas;
- Romano Iaria, 54 anni - 3 aprile - carcere di Sulmona, impiccagione;
- Carmine B., 39 anni - 7 aprile - casa circondariale di Benevento, impiccagione;
- Detenuto italiano, 40anni - 11 aprile - casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, asfissia con gas;
- Daniele Bellante, 31 anni - 13 aprile - carcere di Rebibbia a Roma, impiccagione;
- Giuseppe Palumbo, 34 anni - 23 aprile - carcere di Firenze, impiccagione;
- Gianluca Protino, 34anni - 26 aprile - carcere di Teramo, impiccagione.
Otto per mille: come vengono impiegati i fondi?
L'altro giorno vi ho parlato dell'otto per mille, spiegandovi il meccanismo perverso in base al quale alla Chiesa Cattolica affluiscono un sacco di quattrini da gente che non è neppure consapevole di averglieli dati.
Oggi, per approfondire il discorso, vorrei soffermarmi su un altro aspetto tutt'altro che secondario: vi siete mai chiesti come vengono impiegati quei fondi?
Negli spot televisivi con cui la Chiesa chiede l'otto per mille agli italiani, che sono ormai un "classico" dei palinsesti pubblicitari primaverili, vengono sistematicamente reclamizzate finalità come l’assistenza ai disabili e agli anziani, il sostegno dei paesi in via di sviluppo, l’accoglienza dei senza tetto e via discorrendo: si tratta, in sostanza, di quelle che nel linguaggio quotidiano vengono chiamate "opere di carità".
Se ci si prende la briga di verificare come vengano effettivamente impiegati quei soldi, tuttavia, ci si accorge che la realtà è piuttosto lontana da quella che sembra.
All’indirizzo internet della CEI è possibile consultare il rendiconto di spesa dei fondi assegnati alla Chiesa con l’otto per mille: l’esposizione, per la verità, è piuttosto contorta e farraginosa, ma se ci si arma di una calcolatrice e di un pizzico di pazienza se ne può venire a capo nel giro di un paio d’ore. Prendendo come riferimento i fondi assegnati nell’anno 2005, ad esempio, si possono ricavare i seguenti dati:
Orbene, tralasciando il fatto che un miliardo di Euro all'anno è una sommetta davvero niente male, esaminiamo una per una le singole voci.
L'importo più significativo (circa il 32% del totale) si riferisce al sostentamento dei sacerdoti, che attraverso questo meccanismo viene quindi abbondantemente finanziato dallo Stato italiano. Nel sito Internet della CEI è spiegato che per l’anno 2005 il 57% dei fondi necessari al sostentamento del clero deriva dall’otto per mille: si tratta, ne converrete, di una quota decisamente sostanziosa, specie se si considera che un ulteriore 22% del fabbisogno viene finanziato attraverso gli stipendi dei sacerdoti che lavorano (come ad esempio gli insegnanti di religione, che vengono pagati dallo Stato, il quale peraltro non ha neanche la facoltà di sceglierseli), e quindi che, in un modo o nell’altro, lo Stato italiano mantiene i sacerdoti per una quota che sfiora il 70%.
La seconda voce di spesa (circa il 28% del totale), è denominata “Culto e Pastorale”: scartabellando sul sito internet della CEI ci viene spiegato che in questa dicitura (piuttosto oscura per un profano) è ricompreso il finanziamento delle seguenti attività:
Circa il 13% del finanziamento totale viene poi destinato alla cosiddetta “Edilizia di culto”, cioè agli interventi edilizi in favore delle parrocchie, delle case canoniche, delle aule per il catechismo (ma non dei parcheggi, delle palestre, degli impianti sportivi, delle aule scolastiche, come viene esplicitamente specificato nel sito della CEI). Dando per scontato che le voci “Carità” e “Terzo mondo”, pari complessivamente al 20% del totale, siano rappresentative di attività più o meno corrispondenti a quelle reclamizzate, che gli impieghi in favore dei “Beni culturali”, pari al 7% del totale, finiscano in un modo o nell'altro per arrecare dei benefici sia pure indiretti alla collettività, e trascurato il trascurabile accantonamento al “Fondo di Riserva”, si possono tirare le somme e tornare a riflettere sui messaggi pubblicitari di cui si diceva all'inizio.
Ebbene, i risultati del nostro ragionamento sono decisamente sorprendenti, se è vero che il 67% dei fondi ricevuti con l’otto per mille nel 2005, pari alla bellezza di 660 milioni di euro, sono stati destinati a utilizzi che non corrispondono affatto a quelli reclamizzati negli spot televisivi, ma che riguardavano piuttosto il mantenimento dell’apparato della Chiesa Cattolica, dei suoi dipendenti e dei suoi fabbricati; solo il 33% dei fondi è stato speso per attività in qualche modo corrispondenti agli appelli mediatici sui quali la Chiesa Cattolica ha investito, negli ultimi anni, tante risorse (probabilmente a loro volta finanziate con l’otto per mille degli anni precedenti).
Il che equivale a dire che per ogni dieci euro di IRPEF che l’ignaro contribuente decide di versare nelle casse della Chiesa Cattolica, solo tre vengono effettivamente destinati alle lodevoli finalità che presumibilmente l’hanno spinto a operare la sua scelta.
Se aggiungete che più della metà di quei soldi, come vi dicevo nell'altro post, provengono alla Chiesa da persone che neanche sanno di averglieli dati, il quadro è completo.
Dite la verità, a voi sembra un quadro chiaro e trasparente?
Oggi, per approfondire il discorso, vorrei soffermarmi su un altro aspetto tutt'altro che secondario: vi siete mai chiesti come vengono impiegati quei fondi?
Negli spot televisivi con cui la Chiesa chiede l'otto per mille agli italiani, che sono ormai un "classico" dei palinsesti pubblicitari primaverili, vengono sistematicamente reclamizzate finalità come l’assistenza ai disabili e agli anziani, il sostegno dei paesi in via di sviluppo, l’accoglienza dei senza tetto e via discorrendo: si tratta, in sostanza, di quelle che nel linguaggio quotidiano vengono chiamate "opere di carità".
Se ci si prende la briga di verificare come vengano effettivamente impiegati quei soldi, tuttavia, ci si accorge che la realtà è piuttosto lontana da quella che sembra.
All’indirizzo internet della CEI è possibile consultare il rendiconto di spesa dei fondi assegnati alla Chiesa con l’otto per mille: l’esposizione, per la verità, è piuttosto contorta e farraginosa, ma se ci si arma di una calcolatrice e di un pizzico di pazienza se ne può venire a capo nel giro di un paio d’ore. Prendendo come riferimento i fondi assegnati nell’anno 2005, ad esempio, si possono ricavare i seguenti dati:
Impiego dei fondi assegnati
Sacerdoti | € 315.000.000 |
Culto e pastorale | € 271.000.000 |
Edilizia di culto | € 130.000.000 |
Carità | € 115.000.000 |
Terzo mondo | € 80.000.000 |
Beni culturali | € 70.000.000 |
Fondo di riserva | € 3.000.000 |
Totale dei fondi assegnati | € 984.000.000 |
Orbene, tralasciando il fatto che un miliardo di Euro all'anno è una sommetta davvero niente male, esaminiamo una per una le singole voci.
L'importo più significativo (circa il 32% del totale) si riferisce al sostentamento dei sacerdoti, che attraverso questo meccanismo viene quindi abbondantemente finanziato dallo Stato italiano. Nel sito Internet della CEI è spiegato che per l’anno 2005 il 57% dei fondi necessari al sostentamento del clero deriva dall’otto per mille: si tratta, ne converrete, di una quota decisamente sostanziosa, specie se si considera che un ulteriore 22% del fabbisogno viene finanziato attraverso gli stipendi dei sacerdoti che lavorano (come ad esempio gli insegnanti di religione, che vengono pagati dallo Stato, il quale peraltro non ha neanche la facoltà di sceglierseli), e quindi che, in un modo o nell’altro, lo Stato italiano mantiene i sacerdoti per una quota che sfiora il 70%.
La seconda voce di spesa (circa il 28% del totale), è denominata “Culto e Pastorale”: scartabellando sul sito internet della CEI ci viene spiegato che in questa dicitura (piuttosto oscura per un profano) è ricompreso il finanziamento delle seguenti attività:
- opere pastorali di varia natura, quali famiglie religiose e volontariato laicale (49 milioni di euro);
- fondo catechesi per l’educazione cristiana (60 milioni di euro);
- tribunali ecclesiastici regionali (7 milioni di euro);
- fondi attribuiti alle diocesi (cioè ai vescovi) per il finanziamento di varie attività quali cura delle anime, formazione del clero, catechesi (ancora?) e formazione cristiana, facoltà teologiche e istituti religiosi (155 milioni di euro).
Circa il 13% del finanziamento totale viene poi destinato alla cosiddetta “Edilizia di culto”, cioè agli interventi edilizi in favore delle parrocchie, delle case canoniche, delle aule per il catechismo (ma non dei parcheggi, delle palestre, degli impianti sportivi, delle aule scolastiche, come viene esplicitamente specificato nel sito della CEI). Dando per scontato che le voci “Carità” e “Terzo mondo”, pari complessivamente al 20% del totale, siano rappresentative di attività più o meno corrispondenti a quelle reclamizzate, che gli impieghi in favore dei “Beni culturali”, pari al 7% del totale, finiscano in un modo o nell'altro per arrecare dei benefici sia pure indiretti alla collettività, e trascurato il trascurabile accantonamento al “Fondo di Riserva”, si possono tirare le somme e tornare a riflettere sui messaggi pubblicitari di cui si diceva all'inizio.
Ebbene, i risultati del nostro ragionamento sono decisamente sorprendenti, se è vero che il 67% dei fondi ricevuti con l’otto per mille nel 2005, pari alla bellezza di 660 milioni di euro, sono stati destinati a utilizzi che non corrispondono affatto a quelli reclamizzati negli spot televisivi, ma che riguardavano piuttosto il mantenimento dell’apparato della Chiesa Cattolica, dei suoi dipendenti e dei suoi fabbricati; solo il 33% dei fondi è stato speso per attività in qualche modo corrispondenti agli appelli mediatici sui quali la Chiesa Cattolica ha investito, negli ultimi anni, tante risorse (probabilmente a loro volta finanziate con l’otto per mille degli anni precedenti).
Il che equivale a dire che per ogni dieci euro di IRPEF che l’ignaro contribuente decide di versare nelle casse della Chiesa Cattolica, solo tre vengono effettivamente destinati alle lodevoli finalità che presumibilmente l’hanno spinto a operare la sua scelta.
Se aggiungete che più della metà di quei soldi, come vi dicevo nell'altro post, provengono alla Chiesa da persone che neanche sanno di averglieli dati, il quadro è completo.
Dite la verità, a voi sembra un quadro chiaro e trasparente?
Un bus chiamato squadrismo
Certo che di notte 'sti mezzi pubblici sono proprio mal frequentati: come se non bastassero i negri, adesso pure i froci si permettono di andarsene in giro con l'autobus come se niente fosse.
Per fortuna c'è ancora qualche giovane ariano che si dà da fare generosamente per dare una bella ripulita alle nostre città.
Sennò chissà dove andremmo a finire, signora mia.
Per fortuna c'è ancora qualche giovane ariano che si dà da fare generosamente per dare una bella ripulita alle nostre città.
Sennò chissà dove andremmo a finire, signora mia.
26 aprile 2010
Mancano solo i cappucci
Mettiamo che una ragazza si stia divertendo con gli amici in un locale.
Mettiamo che la ragazza sia di colore.
Mettiamo che a un certo punto arrivi un nutrito gruppo di squadristi.
Mettiamo che gli esuberanti giovanotti decidano di comunicare alla ragazza, rumorosamente e ripetutamente, di volerla "candeggiare".
Mettiamo che la ragazza, per evitare guai peggiori, sia costretta a cambiare aria.
Mettiamo che l'edificante episodio non sia ambientato nel Mississippi del 1964, e nemmeno nel Sudafrica del 1985, ma nella Treviso dei giorni nostri.
Ecco, questo è il punto a cui siamo arrivati.
Non è meraviglioso, vivere in un paese così?
Mettiamo che la ragazza sia di colore.
Mettiamo che a un certo punto arrivi un nutrito gruppo di squadristi.
Mettiamo che gli esuberanti giovanotti decidano di comunicare alla ragazza, rumorosamente e ripetutamente, di volerla "candeggiare".
Mettiamo che la ragazza, per evitare guai peggiori, sia costretta a cambiare aria.
Mettiamo che l'edificante episodio non sia ambientato nel Mississippi del 1964, e nemmeno nel Sudafrica del 1985, ma nella Treviso dei giorni nostri.
Ecco, questo è il punto a cui siamo arrivati.
Non è meraviglioso, vivere in un paese così?
Hahaha
Il prof. Vladimir Putin terrà una lezione a Villa Gernetto, l'università liberale di Berlusconi.Durante la lezione si assisterà alla resurrezione dei giornalisti morti ammazzati e all'apertura delle gabbie militari in Cecenia.
Nessuno, ma proprio nessuno, potrà perdersi questa presa per il culo.
Es nuestro sudor lo que los mantiene
pero ellos viven de lo que tu estas pagando
y si te tratan como a un delincuente (ladrón)
no es tu culpa, dale gracias al regente
hay que arrancar el problema de raiz (aha)
y cambiar al gobierno de nuestro país
a la gente que esta en la burocracia
a esa gente que le gustan las migajas
yo por eso me quejo y me quejo
porque aqui es donde vivo
y yo ya no soy un pendejo
que no wachas los puestos del gobierno
hay personas que se estan enriqueciendo
gente que vive en la pobreza
nadie hace nada porque a nadie le interesas
la gente de arriba te detesta, hay más gente que quiere que caigan sus cabezas
si le das mas poder al poder mas duro te van a venir a cojer
porque fuimos potencia mundial
somos pobres nos manejan mal
dame dame dame dame todo el power
para que te demos en la madre
gimme gimme gimme gimme todo el poder
so i can come around to joder
damele damele damele damele todo el poder
damele damele damele damele todo el power
porque no nacimos donde no hay que comer
no hay porque preguntarnos ¿como le vamos a hacer?
si nos pintan como a unos güevones
no lo somos viva Mexico cabrobes!
que se sienta el power mexicano, que sienta
todos juntos como hermanos porque somos más
halamos más parejo ¿porque estan siguiendo a una bola de pendejos?
que los llevan por donde les conviene y es nuestro sudor lo que los mantiene
los mantiene comiendo pan caliente
ese pan es el pan de nuestra gente
dame dame dame dame todo el power
para que te demos en la madre
gimme gimme gimme gimme todo el poder
so i can come around to joder
dame dame dame dame el poder
dame dame dame dame todo el power
el pueblo unido jamás será vencido
dame dame dame dame el poder
dame dame dame dame todo el power
Molotov, Gimme tha Power, 1997
Avanti il prossimo (20)
Cominciamo a perdere il conto: l'AdnKronos dice ventuno, a me sembra che siano venti, quelli di Ristretti sono a diciannove. Tanto alla fine della fiera si tratta solo di qualche delinquente in meno: a parte quei quattro scemi che si ostinano a considerare le condizioni di vita nelle carceri uno degli indici della civiltà di un paese, a chi volete che interessi?
- Pierpaolo Ciullo, 39 anni - 2 gennaio - carcere di Altamura, asfissia con gas;
- Celeste Frau, 62 anni - 4 gennaio - carcere Buoncammino di Cagliari, impiccagione;
- Antonio Tammaro, 28 anni - 7 gennaio - carcere di Sulmona, impiccagione;
- Giacomo Attolini, 49 anni - 8 gennaio - carcere di Verona, impiccagione;
- Abellativ Sirage Eddine, 27 anni - 14 gennaio - carcere di Massa, impiccagione;
- Mohamed El Aboubj, 25 anni - 16 gennaio - carcere S. Vittore di Milano, asfissia con gas;
- Ivano Volpi, 29 anni - 20 gennaio - carcere di Spoleto, impiccagione;
- Cittadino tunisino, 27 anni - 22 febbraio - carcere di Brescia, impiccagione;
- Vincenzo Balsamo, 40 anni - 23 febbraio - carcere di Fermo, impiccagione;
- Walid Aloui, 27 anni - 23 febbraio - carcere di Padova, impiccagione;
- Rocco Nania, 42 anni - 24 febbraio - carcere di Vibo Valentia, impiccagione;
- Roberto Giuliani, 47 anni - 25 febbraio - carcere di Rebibbia (Roma), impiccagione;
- Giuseppe Sorrentino, 35 anni - 7 marzo - carcere di Padova, impiccagione;
- Angelo Russo, 31 anni - 10 marzo - carcere di Poggioreale a Napoli, impiccagione;
- Detenuto italiano, 47 anni - 27 marzo - carcere di Reggio Emilia, asfissia on gas;
- Romano Iaria, 54 anni - 3 aprile - carcere di Sulmona, impiccagione;
- Carmine B., 39 anni - 7 aprile - casa circondariale di Benevento, impiccagione;
- Detenuto italiano, 40anni - 11 aprile - casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, asfissia con gas;
- Daniele Bellante, 31 anni - 13 aprile - carcere di Rebibbia a Roma, impiccagione;
- Giuseppe Palumbo, 34 anni - 23 aprile - carcere di Firenze, impiccagione.
Niente preghiere, siete islamici
A Como apre un centro culturale islamico, e quelli della Lega iniziano a fare fuoco e fiamme affinché ai suoi frequentatori venga impedito di pregarci dentro:
L'articolo 3 della Costituzione stabilisce che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali"; l'articolo 7 precisa che "tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge"; l'articolo 19 aggiunge che "tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume".
Forse la vera indecenza e l'autentica vergogna consistono nel calpestarli impunemente.
È un'indecenza, una vergogna. Il Carroccio tornerà in piazza. El Sisi ha detto chiaramente che in via Pino si potrà pregare. Questo significa che, come abbiamo sempre ipotizzato, il centro culturale islamico è solo un paravento che maschera quello che in realtà è un luogo di culto. Il portavoce della comunità islamica ha fatto affermazioni irrispettose delle regole e dei cittadini comaschi, evidenziando una palese violazione delle finalità del centro culturale. Questa è un'evidente presa in giro.
Grazie alla nostra incertezza gli islamici fanno ciò che vogliono. Non mi sembra un bel segnale per chi dichiara di voler rispettare le leggi e di volersi integrare. Siamo molto preoccupati per il quartiere e per la situazione che rischia di andarsi a creare attorno al centro culturale islamico. Vigileremo, per ora non possiamo fare altro. Chiediamo la collaborazione dei cittadini perché segnalino qualsiasi problema e difficoltà.Ora, può darsi che sia io ad avere qualche deficit di comprensione, ma la domanda è: che differenza fa? Cioè, per quale motivo una moschea dovrebbe essere più offensiva di un semplice centro culturale? Perché ai cittadini comaschi dovrebbe interessare il fatto che dentro a un edificio si chiacchieri di Maometto o si preghi? In che modo una circostanza del genere potrebbe nuocere all'integrazione? Dove sarebbero, abbiate pazienza, l'indecenza e la vergogna?
L'articolo 3 della Costituzione stabilisce che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali"; l'articolo 7 precisa che "tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge"; l'articolo 19 aggiunge che "tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume".
Forse la vera indecenza e l'autentica vergogna consistono nel calpestarli impunemente.
25 aprile 2010
Otto per mille: dai i tuoi quattrini alla Chiesa e non lo sai?
Come ogni anno, si approssima il periodo delle dichiarazioni dei redditi; e come ogni anno mi pare il caso di spendere qualche parola sull'otto per mille, che a partire da domani occuperà massicciamente i palinsesti pubblicitari di tutte le televisioni nazionali.
L’otto per mille è l'istituto con cui lo Stato italiano devolve l’8‰ del gettito fiscale IRPEF a se stesso, alla Chiesa Cattolica o ad altre confessioni religiose: il meccanismo fu messo a punto dopo il nuovo Concordato del 1984, quando il cattolicesimo cessò di essere religione di Stato, e quindi divenne impossibile pagare direttamente gli stipendi del clero con i soldi pubblici come invece avveniva a partire dal Concordato del 1929.
Negli anni successivi lo Stato ha siglato analoghi accordi anche con le Assemblee di Dio, con la Chiesa Valdese, con i Luterani, con gli Avventisti e con le Comunità Ebraiche; nel 2000, inoltre, lo Stato ha firmato intese anche con l’Unione Buddista Italiana e con i Testimoni di Geova, ma queste non sono ancora state ratificate dal Parlamento, mentre i Battisti hanno firmato un’intesa con lo Stato nel 1993 ma rifiutano di ricevere l’otto per mille.
Il meccanismo è apparentemente trasparente: ogni cittadino che presenta la dichiarazione dei redditi sceglie se destinare l’8‰ delle sue tasse allo Stato, alla Chiesa Cattolica, agli Avventisti, alle Assemblee di Dio, ai Valdesi, ai Luterani, agli Ebrei, ovvero se non operare alcuna tra queste scelte; è proprio qua, tuttavia, che si annida la parte più insidiosa della faccenda: infatti tutte le quote dell’8 per mille per le quali non è stata esercitata alcuna scelta (che, per inciso, sono la maggioranza) non rimangono acquisite al normale gettito fiscale (come sarebbe lecito attendersi) ma vengono ridistribuite tra i sette beneficiari, nella proporzione corrispondente alle scelte effettuate da chi ha esercitato l'opzione.
Per chiarire il meccanismo sarà utile fare un esempio pratico, utilizzando i dati relativi ai redditi dell’anno 2000 dichiarati nel 2001.
Ci si aspetterebbe, dicevo, che questi ultimi cinquecento e passa milioni di euro non siano stati destinati ad alcuna delle confessioni religiose, poiché i contribuenti non hanno espressamente richiesto che tale destinazione avesse luogo; invece questi fondi, come subdolamente previsto dalla legge, sono stati ridistribuiti tra i sette beneficiari in base al calcolo contorto che provo a spiegarti.
Prima di tutto si deve prendere in considerazione la sola quota di contribuenti che hanno scelto esplicitamente la destinazione del proprio otto per mille, e quindi verificare che percentuale abbiano ottenuto, relativamente a quella quota, i sette possibili beneficiari; nella tabella che segue si riportano tali percentuali, espresse nella prima colonna in rapporto alla sola quota dei contribuenti che hanno esercitato l’opzione e, nella seconda colonna, in rapporto al totale dei contribuenti:
A questo punto si prende il totale dell’8 per mille non optato (pari, come si è visto, a cinquecento milioni di euro abbondanti) e lo si ripartisce tra i sette beneficiari, nelle stesse percentuali risultanti dalle scelte di chi ha esercitato l’opzione: alla Chiesa Cattolica, quindi, andrà l’87,25% di quell’importo, allo Stato il 10,28%, e così via, con le sole eccezioni dei Valdesi e delle Assemblee di Dio, le quali nel 2001 ancora non partecipavano a questa seconda distribuzione, mentre adesso lo fanno anche loro.
L’effetto paradossale di questo meccanismo sta nel fatto che i beneficiari dell’8 per mille (e in primo luogo la Chiesa Cattolica) si vedono distribuire non solo i fondi di coloro che hanno scelto a chi erogarli, ma anche il denaro di coloro che non hanno voluto esprimere alcuna scelta; il che, in poche parole, equivale a dire che non c’è scampo: l’8 per mille dell’IRPEF di ciascun contribuente deve per forza essere destinato a uno di questi sette soggetti, che lo si voglia oppure no. Il che produce, dati alla mano, effetti ancora più paradossali.
Proviamo a leggere un’altra tabella; nella prima colonna sono evidenziati, per ciascun beneficiario, i fondi erogati in base alle scelte esplicite dei contribuenti, mentre nella seconda colonna sono riportati i fondi che ciascuno ha ricevuto da coloro che non hanno esercitato alcuna scelta:
Com'era ovvio aspettarsi, giacché i contribuenti che non esercitano l'opzione sono di gran lunga più numerosi rispetto a quelli che lo fanno, ciascuno dei sette beneficiari, ed in primo luogo la Chiesa Cattolica che in valore assoluto la fa da padrona, percepisce la maggior parte dei fondi non da chi ha voluto destinarglieli, ma da coloro che non hanno espresso alcuna intenzione in tal senso. Muovendo dal presupposto (ovvio, per la verità) che chi desidera destinare l’otto per mille della sua IRPEF alla Chiesa lo può fare (ed in effetti lo fa) apponendo semplicemente una firma sul frontespizio della dichiarazione dei redditi, si può desumere la considerazione (altrettanto ovvia) che chi non appone la firma non vuole che quella destinazione avvenga: ciononostante, circa l'85% della sua quota di otto per mille sarà comunque destinata alla Chiesa Cattolica, in base al meccanismo di ridistribuzione che abbiamo appena spiegato.
Ne consegue inevitabilmente che un sacco di gente versa i propri quattrini alla Chiesa senza saperlo, in base a un meccanismo che pare fatto apposta (ed in effetti è fatto apposta) per favorire questa inconsapevole erogazione: la Chiesa, da parte sua, ringrazia e porta a casa, senza preoccuparsi del fatto che gran parte del ricavato proviene da persone del tutto inconsapevoli di finanziarla.
Non mi sembra esattamente il massimo, che ne dite?
L’otto per mille è l'istituto con cui lo Stato italiano devolve l’8‰ del gettito fiscale IRPEF a se stesso, alla Chiesa Cattolica o ad altre confessioni religiose: il meccanismo fu messo a punto dopo il nuovo Concordato del 1984, quando il cattolicesimo cessò di essere religione di Stato, e quindi divenne impossibile pagare direttamente gli stipendi del clero con i soldi pubblici come invece avveniva a partire dal Concordato del 1929.
Negli anni successivi lo Stato ha siglato analoghi accordi anche con le Assemblee di Dio, con la Chiesa Valdese, con i Luterani, con gli Avventisti e con le Comunità Ebraiche; nel 2000, inoltre, lo Stato ha firmato intese anche con l’Unione Buddista Italiana e con i Testimoni di Geova, ma queste non sono ancora state ratificate dal Parlamento, mentre i Battisti hanno firmato un’intesa con lo Stato nel 1993 ma rifiutano di ricevere l’otto per mille.
Il meccanismo è apparentemente trasparente: ogni cittadino che presenta la dichiarazione dei redditi sceglie se destinare l’8‰ delle sue tasse allo Stato, alla Chiesa Cattolica, agli Avventisti, alle Assemblee di Dio, ai Valdesi, ai Luterani, agli Ebrei, ovvero se non operare alcuna tra queste scelte; è proprio qua, tuttavia, che si annida la parte più insidiosa della faccenda: infatti tutte le quote dell’8 per mille per le quali non è stata esercitata alcuna scelta (che, per inciso, sono la maggioranza) non rimangono acquisite al normale gettito fiscale (come sarebbe lecito attendersi) ma vengono ridistribuite tra i sette beneficiari, nella proporzione corrispondente alle scelte effettuate da chi ha esercitato l'opzione.
Per chiarire il meccanismo sarà utile fare un esempio pratico, utilizzando i dati relativi ai redditi dell’anno 2000 dichiarati nel 2001.
Importo complessivo dell’8 per mille | € 897.077.477 |
Contribuenti che hanno espresso la scelta | 39,62% |
Contribuenti che non hanno espresso la scelta | 60,38% |
Gettito IRPEF corrispondente alle scelte espresse | € 355.422.084 |
Gettito IRPEF corrispondente alle scelte non espresse | € 541.655.363 |
Ci si aspetterebbe, dicevo, che questi ultimi cinquecento e passa milioni di euro non siano stati destinati ad alcuna delle confessioni religiose, poiché i contribuenti non hanno espressamente richiesto che tale destinazione avesse luogo; invece questi fondi, come subdolamente previsto dalla legge, sono stati ridistribuiti tra i sette beneficiari in base al calcolo contorto che provo a spiegarti.
Prima di tutto si deve prendere in considerazione la sola quota di contribuenti che hanno scelto esplicitamente la destinazione del proprio otto per mille, e quindi verificare che percentuale abbiano ottenuto, relativamente a quella quota, i sette possibili beneficiari; nella tabella che segue si riportano tali percentuali, espresse nella prima colonna in rapporto alla sola quota dei contribuenti che hanno esercitato l’opzione e, nella seconda colonna, in rapporto al totale dei contribuenti:
Beneficiario | % relativa al 39,62% | % sul totale |
Chiesa Cattolica | 87,25% | 34,57% |
Stato | 10,28% | 4,08% |
Valdesi | 1,27% | 0,51% |
Comunità Ebraiche | 0,42% | 0,16% |
Luterani | 0,31% | 0,12% |
Avventisti | 0,27% | 0,10% |
Assemblee di Dio | 0,20% | 0,08% |
TOTALE | 100,00% | 39,62% |
A questo punto si prende il totale dell’8 per mille non optato (pari, come si è visto, a cinquecento milioni di euro abbondanti) e lo si ripartisce tra i sette beneficiari, nelle stesse percentuali risultanti dalle scelte di chi ha esercitato l’opzione: alla Chiesa Cattolica, quindi, andrà l’87,25% di quell’importo, allo Stato il 10,28%, e così via, con le sole eccezioni dei Valdesi e delle Assemblee di Dio, le quali nel 2001 ancora non partecipavano a questa seconda distribuzione, mentre adesso lo fanno anche loro.
L’effetto paradossale di questo meccanismo sta nel fatto che i beneficiari dell’8 per mille (e in primo luogo la Chiesa Cattolica) si vedono distribuire non solo i fondi di coloro che hanno scelto a chi erogarli, ma anche il denaro di coloro che non hanno voluto esprimere alcuna scelta; il che, in poche parole, equivale a dire che non c’è scampo: l’8 per mille dell’IRPEF di ciascun contribuente deve per forza essere destinato a uno di questi sette soggetti, che lo si voglia oppure no. Il che produce, dati alla mano, effetti ancora più paradossali.
Proviamo a leggere un’altra tabella; nella prima colonna sono evidenziati, per ciascun beneficiario, i fondi erogati in base alle scelte esplicite dei contribuenti, mentre nella seconda colonna sono riportati i fondi che ciascuno ha ricevuto da coloro che non hanno esercitato alcuna scelta:
Beneficiario | Fondi da scelte espresse | Fondi da scelte non espresse |
Chiesa Cattolica | 310.105.768 | 472.594.304 |
Stato | 36.537.390 | 63.644.505 |
Valdesi | 4.513.860 | 0 |
Comunità Ebraiche | 1.492.773 | 2.274.953 |
Luterani | 1.101.808 | 1.679.132 |
Avventisti | 959.640 | 1.462.469 |
Assemblee di Dio | 710.844 | 0 |
TOTALE | 355.422.084 | 541.655.363 |
Com'era ovvio aspettarsi, giacché i contribuenti che non esercitano l'opzione sono di gran lunga più numerosi rispetto a quelli che lo fanno, ciascuno dei sette beneficiari, ed in primo luogo la Chiesa Cattolica che in valore assoluto la fa da padrona, percepisce la maggior parte dei fondi non da chi ha voluto destinarglieli, ma da coloro che non hanno espresso alcuna intenzione in tal senso. Muovendo dal presupposto (ovvio, per la verità) che chi desidera destinare l’otto per mille della sua IRPEF alla Chiesa lo può fare (ed in effetti lo fa) apponendo semplicemente una firma sul frontespizio della dichiarazione dei redditi, si può desumere la considerazione (altrettanto ovvia) che chi non appone la firma non vuole che quella destinazione avvenga: ciononostante, circa l'85% della sua quota di otto per mille sarà comunque destinata alla Chiesa Cattolica, in base al meccanismo di ridistribuzione che abbiamo appena spiegato.
Ne consegue inevitabilmente che un sacco di gente versa i propri quattrini alla Chiesa senza saperlo, in base a un meccanismo che pare fatto apposta (ed in effetti è fatto apposta) per favorire questa inconsapevole erogazione: la Chiesa, da parte sua, ringrazia e porta a casa, senza preoccuparsi del fatto che gran parte del ricavato proviene da persone del tutto inconsapevoli di finanziarla.
Non mi sembra esattamente il massimo, che ne dite?
24 aprile 2010
Pedofilia avicola
Secondo il Cardinal Bertone, Segretario di stato del Vaticano, la pedofilia è una conseguenza dell'omosessualità; secondo Evo Morales, Presidente della Bolivia, mangiare il pollo fa diventare gay.
Mi sa che abbiamo trovato i responsabili perfetti per tutte le nefandezze che continuano a venir fuori: d'altra parte lo sanno tutti che i polli sono un manica di pervertiti, no?
Mi sa che abbiamo trovato i responsabili perfetti per tutte le nefandezze che continuano a venir fuori: d'altra parte lo sanno tutti che i polli sono un manica di pervertiti, no?
Avete fatto già troppo, mò basta però
23 aprile 2010
A chi ha risposto Berlusconi?
L'amico Rocco fa puntualmente notare che oggi il sito internet del PdL riporta tutti gli interventi dei massimi dirigenti del partito alla direzione nazionale di ieri, tranne quello di Gianfranco Fini; infatti non ve n'è traccia né nella home page:
né tantomeno nella sezione "altre notizie":
Trovano ampio spazio, tuttavia, le repliche di Berlusconi a quell'intervento, come si evince da questi screenshot:
La domanda sorge spontanea: l'intervento di Fini c'è stato oppure no? E in caso di risposta negativa, come parrebbe risultare dal sito del PdL, a chi ha risposto Berlusconi?
né tantomeno nella sezione "altre notizie":
Trovano ampio spazio, tuttavia, le repliche di Berlusconi a quell'intervento, come si evince da questi screenshot:
La domanda sorge spontanea: l'intervento di Fini c'è stato oppure no? E in caso di risposta negativa, come parrebbe risultare dal sito del PdL, a chi ha risposto Berlusconi?
22 aprile 2010
Nessun interesse particolare
Ho appena sentito per radio Maurizio Lupi che leggeva la mozione conclusiva della direzione del PdL: nessun interesse particolare, recitava tra l'altro il documento, può frapporsi allo scopo primario di perseguire il bene comune del popolo italiano.
Bisogna riconoscerlo: se c'è una cosa che a questa gente non manca è il senso dell'umorismo.
Inviato dal dispositivo wireless BlackBerry®
Bisogna riconoscerlo: se c'è una cosa che a questa gente non manca è il senso dell'umorismo.
Inviato dal dispositivo wireless BlackBerry®
Fini - Berlu: 2 a 0
Fini ha vinto. E non perché il suo discorso fosse eccezionale, o i punti da lui sollevati fossero quelli dirimenti per la vita del Pdl. Ma perché è la prima volta che Berlusconi sia stato costretto a rispondere a qualcuno che gli puntava il dito contro.
Se mai il Berlusca ha dovuto subire un contraddittorio, è stato o causa di un free-lance cacciato da La Russa, o per dei facinorosi al Duomo di Milano, cui poi è stata attribuita la responsabilità di un clima di odio che avrebbe addirittura armato la mano di Tartaglia.
Berlusconi ha dovuto rispondere punto su punto alle critiche sollevate da Fini, e diciamocelo, questa controffensiva non gli è neanche riuscita un gran che.
E infatti, alla fine, non si è neanche tenuto dall'esprimere il suo disprezzo per il confronto:
Oggi Fini ha inaugurato la politica albero-friendly. E' una data storica.
Se mai il Berlusca ha dovuto subire un contraddittorio, è stato o causa di un free-lance cacciato da La Russa, o per dei facinorosi al Duomo di Milano, cui poi è stata attribuita la responsabilità di un clima di odio che avrebbe addirittura armato la mano di Tartaglia.
Berlusconi ha dovuto rispondere punto su punto alle critiche sollevate da Fini, e diciamocelo, questa controffensiva non gli è neanche riuscita un gran che.
E infatti, alla fine, non si è neanche tenuto dall'esprimere il suo disprezzo per il confronto:
Se fai politica, lascia la Camera.P.S. Vince Fini 2 a 0, perché oltre a quanto detto sopra, ha mostrato anche un grande stile ecosostenibile: il suo discorso era scritto a penna su fogli riciclati dalla rassegna stampa.
Oggi Fini ha inaugurato la politica albero-friendly. E' una data storica.
Altri tre casi isolati, in un colpo solo
Tre vescovi in un solo colpo: questa settimana andiamo fortissimo con i "casi isolati", eh?
Ce l'abbiamo fatta, Eminenza!
Così Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio della Repubblica italiana, a Tarcisio Bertone, Segretario di Stato della Città del Vaticano, commentando l'elezione di Renata Polverini alla presidenza della Regione Lazio.
Evviva la rivoluzione liberale.
Evviva la rivoluzione liberale.
21 aprile 2010
Logica leghista
A Mogliano Veneto il 25 aprile il sindaco leghista vieta Bella Ciao.
Sarà sostituita con la più attuale: “Ehi, gran gnocca!”
Berlusconi, Fisichella e la "situazione ex ante"
Monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e cappellano di Montecitorio, si esprime così sulla comunione concessa a Berlusconi:
La regola, così come la spiega Monsignor Fisichella, è davvero singolare, giacché si potrebbe applicare anche a un tizio che, supponiamo, abbia alle spalle una decina di divorzi: l'importante è che nel momento topico non sia sposato.
Ne consegue, a rigor di logica, che per la Chiesa Cattolica è più grave sfasciare una sola famiglia piuttosto che sfasciarne due: basta che lo sfascio sia totale, ossia che dopo l'ultimo fallimento non abbia luogo neppure un tentativo riuscito.
Si vede che la felicità è proprio un peccato mortale.
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Grazie a Antonio Stango per la segnalazione.
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photo by © Monica Palermo
La Chiesa non ha mai cambiato idea: i divorziati che si sono risposati una seconda volta civilmente non possono accostarsi alla comunione. Con la separazione dalla seconda moglie, Berlusconi è quindi tornato ad una situazione, diciamo così, ex ante.Vediamo se ho capito bene: se uno divorzia, poi si risposa e si ferma là, allora la comunione non gliela si può dare; se invece divorzia, si risposa e ridivorzia allora sì, perché nel momento in cui prende l'ostia è tornato alla "situazione, diciamo così, ex ante".
La regola, così come la spiega Monsignor Fisichella, è davvero singolare, giacché si potrebbe applicare anche a un tizio che, supponiamo, abbia alle spalle una decina di divorzi: l'importante è che nel momento topico non sia sposato.
Ne consegue, a rigor di logica, che per la Chiesa Cattolica è più grave sfasciare una sola famiglia piuttosto che sfasciarne due: basta che lo sfascio sia totale, ossia che dopo l'ultimo fallimento non abbia luogo neppure un tentativo riuscito.
Si vede che la felicità è proprio un peccato mortale.
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Grazie a Antonio Stango per la segnalazione.
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photo by © Monica Palermo
As soon as you're born they make you feel small
As soon as you're born they make you feel small
By giving you no time instead of it all
Till the pain is so big you feel nothing at all
A working class hero is something to be
A working class hero is something to be
-
They hurt you at home and they hit you at school
They hate if you're clever and they despise a fool
Till you're so fucking crazy you can't follow their rules
A working class hero is something to be
A working class hero is something to be
-
When they've tortured and scared you for twenty odd years
Then they expect you to pick a career
When you can't really function you're so full of fear
A working class hero is something to be
A working class hero is something to be
-
Keep you doped with religion and sex and TV,
And you think you're so clever and you're classless and free,
But you're still fucking peasants as far as I can see,
A working class hero is something to be
A working class hero is something to be
-
There's room at the top they are telling you still
But first you must learn how to smile as you kill
If you want to be like all the folks on the hill
A working class hero is something to be
A working class hero is something to be
A working class hero is something to be
A working class hero is something to be
If you want to be a hero, well just follow me
If you want to be a hero, well just follow me
John Lennon, Working Class Hero, 1970
Uccellacci e uccellini
Alessandra Mussolini durante una pausa delle votazioni sulla caccia:
L'unico uccello a cui sparerei è quello di Italo Bocchino.Si vede che oltre a quella della delicatezza, oggi è pure la giornata nazionale del doppio senso.
20 aprile 2010
Temi di ampio respiro
La prima dichiarazione di Renzo Bossi da consigliere regionale, come vedete, è roba di profilo molto alto.
Oltre che assai adatta al chissenefrega.
Oltre che assai adatta al chissenefrega.
Alla faccia del francescanesimo
Ieri le spoglie mortali di Padre Pio da Pietrelcina sono state spostate dalla vecchia cripta della chiesa di Santa Maria delle Grazie alla chiesa inferiore del santuario progettato da Renzo Piano: il corpo del santo è stato collocato in una teca d'argento e d'oro del peso di un quintale e mezzo, tempestata da gemme preziose e decorata con i pregiati mosaici di Ivan Rupnik.
Meno male che era un frate.
Meno male che era un frate.
In una parola, senza speranza
Ringrazio quelli del sito Pontifex (avete capito bene, li ringrazio, e lo faccio senza la minima ironia) che quest'oggi ospitano uno splendido intervento di Vincenzo Andraous. Lo copioincollo qua sotto invitandovi a leggerlo e a rifletterci su. Ne vale davvero la pena.
Del carcere si parla per levarci di torno un fastidio, per non rendere giustizia a chi è stato offeso né a chi l'offesa l'ha recata. Se ne parla per rendere nebulosa e poco chiara ogni analisi, un messaggio annichilente che impedisce di intervenire. Il detenuto non è un numero, invece la realtà che deborda da una prigione è riconducibile all'umiliazione che produce il delitto, ogni delitto nella sua inaccettabilità. Risocializzare, reinserire, non sono solamente termini e concetti trattamentali da seguire e svolgere, essi purtroppo stanno a sottolineare l'inadeguatezza al dettato Costituzionale, per l'impossibilità di rendere fattivo l'intervento rieducativo, non usare questi strumenti e di contro incancrenire la convivenza, equivale a dichiarare fallito l’ideale della promozione umana.
Basterebbe osservare volti e mani di detenuti in qualche carcere, per rendersi conto del livello di abbrutimento raggiunto, di quanto questa situazione di indifferenza e solitudine imposte, di mancata applicazione di quella famosa declinazione a nome rieducazione, risulti deleteria per la persona ristretta. Un carcere che non ha più al suo interno spinta a rinnovarsi, un carcere popolato di uomini vestiti di paura e stanchezza, con la sola aspettativa di scontare in fretta la propria condanna, e ciò senza alcuna consapevolezza del presente, senza vista prospettica, senza figura del futuro.
In una sola parola senza speranza. Chi conosce poco del carcere, di questa condizione inumana, dove è vietato persino sentirsi utili, responsabili, con delle prospettive, ebbene a costui sfugge il senso di questo arbitrio. Forse qualcuno pensa che inchiodare il detenuto in uno stato di inazione e alienazione, comporti la fatica minore. Nuovamente è un inganno, perché quel detenuto non è in una situazione di attesa dove il tempo serve a ricostruire e rigenerare, è l'esatto contrario: quel detenuto non attende domani, egli è fermo a ieri, a un passato riprodotto e mascherato, a tal punto, che tutto rincula a ieri, come se fosse possibile bloccare il tempo, come se delirare fosse identico a ben sperare. Se riconosco il diritto alle regole da rispettare, quel diritto a sua volta disciplina i rapporti con l'altro, e implica il riconoscimento di tutte le persone, finanche del detenuto.
Ho l'impressione che il carcere italiano sia un involucro premeditatamente chiuso alle idee, ai cambiamenti, a tutt'oggi non lo si riesce a piegare a nessuna utilità sociale, anzi rimane il maggior riproduttore di sub-cultura: entrano uomini ed escono bambini, pacchi bomba senza fissa dimora. Se non sarà inteso come ripristino di un senso di giustizia e di possibilità a riconquistare la propria dignità, esso sfibrerà gli uomini ristretti rendendoli insensibili alla necessità di ricucire quello strappo dolente causato con il proprio comportamento.
19 aprile 2010
Almeno fatele bene, le cose
Pare che sia avvenuto così anche per il gruppo qua sopra, che a quanto mi riferiscono molti miei contatti Facebook prima si chiamava "Io sto con Emergency", ma a un certo punto è improvvisamente diventato "Roberto Saviano, sei sicuro di non essere tu il vero mafioso?".
Peccato che gli autori della simpatica iniziativa, dopo aver inserito una bella foto del buon Saviano allo scopo di dargli del mafioso con maggiore efficacia, si siano dimenticati di cancellare quello che c'era scritto sotto:
Virus
Al Comitato nazionale di Radicali Italiani ho espresso la mia contrarietà all'art. 3, comma 9, del regolamento Beltrandi, in cui prevedeva che le tribune politiche potessero essere trasmesse "anche in sostituzione" delle trasmissioni di approfondimento.
Ritengo infatti che i Radicali, contro la partitocrazia e le sue conseguenze nefaste sul paese, dovrebbero essere i primi difensori dell'informazione libera. E dell'informazione che non si ferma e non si arresta, neanche per fare spazio alle tribune: il diritto di cronaca non deve avere ostacoli.
Il discorso cambia se non si considerano Annozero, Ballarò, Porta a porta, etc., programmi di informazione: in tal caso la battaglia dovrebbe riguardare il trasferimento di quei programmi negli spazi della comunicazione politica (la differenza ha valore per la legge, che distingue fra comunicazione e informazione).
Con sorpresa ascolto il commento di Marco Pannella nella sua conversazione settimanale con Massimo Bordin:
Ritengo infatti che i Radicali, contro la partitocrazia e le sue conseguenze nefaste sul paese, dovrebbero essere i primi difensori dell'informazione libera. E dell'informazione che non si ferma e non si arresta, neanche per fare spazio alle tribune: il diritto di cronaca non deve avere ostacoli.
Il discorso cambia se non si considerano Annozero, Ballarò, Porta a porta, etc., programmi di informazione: in tal caso la battaglia dovrebbe riguardare il trasferimento di quei programmi negli spazi della comunicazione politica (la differenza ha valore per la legge, che distingue fra comunicazione e informazione).
Con sorpresa ascolto il commento di Marco Pannella nella sua conversazione settimanale con Massimo Bordin:
Bordin: Tu dici: c'è stata un'unità, non sono emerse critiche sostanziali, non ci sono state posizioni contrapposte. Questo è sicuramente vero. Però, appunto, pescando, giusto per amor di dibattito e cercando spunti, un paio di cose forse si possono trovare. Da un lato la questione dell'informazione televisiva, un intervento di Giulia Innocenzi, che si è tirata diverse critiche, e la questione ancora della proposta di regolamento, poi approvata, da parte della Commissione di vigilanza, su stesura di Marco Beltrandi. Ha creato un po' di dibattito, a un certo punto, ecco.Unica riflessione: ma a cosa serve un comitato se non a discutere di posizioni, in quanto tali potenzialmente divergenti, che fanno crescere il movimento attraverso il confronto? Basta così poco, e cioè la critica al regolamento Beltrandi, per essere considerati un corpo estraneo?
Pannella: Sì. Io l'ho trovato evocato in due o tre interventi al massimo. Cioè sul piano di non avere forse calcolato le reazioni.
Bordin: Io ne ho citato uno solo, quindi figuriamoci.
Pannella: Sì, tu dicevi giustamente. Ma io dico forse altri due o tre. Però, diciamo che Giulia Innocenzi era in un contesto così che ha fatto dire ad altri, a alcuni compagni negli interventi successivi, che si sapeva che spesso può accadere che se si pensa di inserire un virus in altri corpi, poi ci si accorge che è l'altro corpo che si immette nel nostro. Ed è francamente cosa che a proposito di Giulia Innocenzi io mi sento tranquillamente, in proprio, di dire che questa osservazione è a iosa legittimata. Per l'intervento nel suo complesso. Ma infatti, devo dire lo ritenevamo in molti piuttosto scontato e non vale la pena, appunto, di dargli troppo valore. Però fai bene a sottolineare anche questa osservazione, che è stata fatta.
Bordin: Era solo per cercare così degli spunti. Poi passiamo naturalmente ad altro.
Ritengo, e porto avanti questa posizione, che i Radicali siano all'altezza di un confronto più acceso e ad ampio raggio rispetto agli altri partiti: è questa la nostra ricchezza.
E questo è quanto ho da dare.
P.S. Tutto ciò che è stato trascritto sopra potrebbe essere sovvertito se quell'"in proprio" fosse "improprio", come ha trascritto Radio Radicale. Riascoltandolo, e inserendolo nel contesto, tuttavia, sembra proprio essere "in proprio". Anche perché altrimenti la frase non avrebbe senso.
Mi sa che è il caso di piantarla qua
Fermo restando che il nostro amico Francesco Totti avrebbe potuto evitare di aizzare ulteriormente gli animi nel momento culminante di una situazione già critica, credo che sia il caso di spendere due paroline sul contesto: perché, ne converrete con me, se dopo un'alzata d'ingegno del genere c'è un numero significativo di individui che non si limitano a farsi uscire dalla bocca un paio di sonori vaffanculo e andarsene a casa, ma decidono che è il caso di picchiare il vicino di posto o di dare fuoco a tutte le macchine che gli capitano a tiro, allora il problema (ed è un problema bello grosso) sta soprattutto altrove.
Insomma, il pupone non ha certo brillato per senso di responsabilità (anche se pare che ci sia chi si è comportato assai peggio, considerato il ruolo che dovrebbe avere), e tra l'altro mi ha fatto pure (sportivamente) incazzare di brutto: resta il fatto, tuttavia, che se uno se ne va allo stadio e prima di uscire si ficca in tasca in tasca un serramanico perché non si sa mai, le provocazioni che arrivano dal campo lasciano il tempo che trovano.
Badate, lo dico da tifoso: un tifoso della Lazio che pur avendo l'abbonamento in Tribuna Tevere aveva deciso già da qualche giorno che se ne starebbe rimasto a casa, perché dopo una trentina d'anni di frequentazione degli stadi impari ad annusare l'aria e a capire per tempo quando è il caso di non andare a cercar rogna.
Il fatto è che questo sport, ancora una volta, si è dimostrato infrequentabile: e che probabilmente è arrivato il momento che si decida (davvero) di smettere di frequentarlo, perché prendere parte (sia pure solo emotivamente) ad una forma di spettacolo i cui spettatori si scannano spesso e volentieri come animali in un clima da guerriglia urbana mi pare un'indecenza bella e buona.
Bisogna smettere di occuparsi di questa stronzata, punto e basta.
Insomma, il pupone non ha certo brillato per senso di responsabilità (anche se pare che ci sia chi si è comportato assai peggio, considerato il ruolo che dovrebbe avere), e tra l'altro mi ha fatto pure (sportivamente) incazzare di brutto: resta il fatto, tuttavia, che se uno se ne va allo stadio e prima di uscire si ficca in tasca in tasca un serramanico perché non si sa mai, le provocazioni che arrivano dal campo lasciano il tempo che trovano.
Badate, lo dico da tifoso: un tifoso della Lazio che pur avendo l'abbonamento in Tribuna Tevere aveva deciso già da qualche giorno che se ne starebbe rimasto a casa, perché dopo una trentina d'anni di frequentazione degli stadi impari ad annusare l'aria e a capire per tempo quando è il caso di non andare a cercar rogna.
Il fatto è che questo sport, ancora una volta, si è dimostrato infrequentabile: e che probabilmente è arrivato il momento che si decida (davvero) di smettere di frequentarlo, perché prendere parte (sia pure solo emotivamente) ad una forma di spettacolo i cui spettatori si scannano spesso e volentieri come animali in un clima da guerriglia urbana mi pare un'indecenza bella e buona.
Bisogna smettere di occuparsi di questa stronzata, punto e basta.
Federalista a casa, secessionista in trasferta
Umberto Bossi in un'intervista al El País:
Nuestra fuerza es la Padania. La gente del norte está cansada de una Italia que trapichea, despilfarra y cuesta mucho, una Italia que ya no siente como su nación. El norte quiere ser dueño de su propia casa y que su casa obtenga reconocimiento.Si vede che i valori dell'identità nazionale gli interessano solo quando si tratta di difendere il crocifisso davanti ai giornalisti di casa nostra.
Potete denunciarli
La pillola del giorno dopo è un farmaco contraccettivo e non abortivo: eppure c'è chi si ostina a rifiutarsi di prescriverla invocando una non meglio identificata obiezione di coscienza, paventando catastrofici effetti collaterali e suggerendo alle pazienti di pensarci, ché tanto c'è tempo.
Mentre ricordo che la contraccezione d'emergenza è tanto più efficace quanto più tempestivamente viene assunta (altro che "c'è tempo"), che sugli effetti collaterali si tende spesso e volentieri ad esagerare (al punto che negli altri paesi europei la pillola del giorno dopo viene venduta senza ricetta) e che ottenere il farmaco è un diritto delle donne che lo chiedono, ricordo a tutti che a questo indirizzo è possibile scaricare i modelli per denunciare i medici che non prescrivono la pillola del giorno dopo e i farmacisti che si rifiutano di venderla.
Date retta, non lasciate che qualcuno imponga la sua coscienza sulla vostra: usateli.
Mentre ricordo che la contraccezione d'emergenza è tanto più efficace quanto più tempestivamente viene assunta (altro che "c'è tempo"), che sugli effetti collaterali si tende spesso e volentieri ad esagerare (al punto che negli altri paesi europei la pillola del giorno dopo viene venduta senza ricetta) e che ottenere il farmaco è un diritto delle donne che lo chiedono, ricordo a tutti che a questo indirizzo è possibile scaricare i modelli per denunciare i medici che non prescrivono la pillola del giorno dopo e i farmacisti che si rifiutano di venderla.
Date retta, non lasciate che qualcuno imponga la sua coscienza sulla vostra: usateli.