31 gennaio 2009

Esemplificazioni dell'adagio "disse la vacca al mulo, oggi ti puzza il culo" /26

Violare la legge picchiando in carcere chi si è macchiato di un crimine è un modo davvero singolare, ne converrete, per dimostrare a chi volesse commettere gli stessi reati che in questo paese la legge va rispettata.

Brown: "Rischio deglobalizzazione!". Berlusconi: "Ci pensa la bellezza italiana..."

Da Davos, ecco i tre step di Gordon Brown per uscire dalla crisi mondiale:
  1. ricapitalizzazione delle banche;
  2. stimolo monetario e fiscale;
  3. che il prestito sia disponibile a tutti, soprattutto a coloro che vivono nei paesi in via di sviluppo, altrimenti il rischio è una deglobalizzazione e la perdita di capacità del mercato mondiale, con ricadute per tutti.
Da Roma, Berlusconi ha tagliato i fondi per la cooperazione internazionale segnando il record degli ultimi trent’anni, con un esile 0,1% del Pil nella Finanziaria 2009. Pensare che secondo gli accordi internazionali l’anno prossimo saremmo dovuti arrivare allo 0,5… Ma l’Italia che ci sta ancora a fare nel G8? Non sarà mica “per il sole, la bellezza, i 100mila monumenti e chiese, i 3500 musei, i 2500 siti archeologici, le 40mila case storiche” che Berlusconi contrappose a uno Schulz che gli chiedeva conto di violazioni dei diritti dell’uomo?

Solo le tette in tv hanno un che di materno?

Tutti a scandalizzarsi per il cartellone pubblicitario per le vie di Napoli in cui dei poliziotti prequisiscono e strattonano alcune ragazze poco vestite. “La dignità della donna venga rispettata” dice il sindaco Iervolino. Qualcuno si sarebbe scandalizzato, se non fosse stata agli onori della cronaca la violenza di Guidonia? Allora ne approfitto io, che alla dignità della donna ci tengo: perché dobbiamo subire a ogni programma di intrattenimento donne con le tette di fuori, con perizoma “molto vedo e poco non vedo” e che non sanno spiaccicare una parola? Qualche esempio: la soubrette di Scherzi a Parte (che se non sbaglio, si è guadagnata il posto perché ha rubato l’uomo a Nina Moric), le veline, la stallona di Papi su Italia 1. Qualcuno dirà: finché fa share, è il libero mercato a comandare. Se Mediaset può continuare a proporre una televisione che “incentiva una mentalità che considera [le donne] oggetto” - Iervolino dixit, per il cartellone che non si guarda nessuno, però - la Rai, che proprio in questi giorni mi chiede oltre 100 euro per finanziare una televisione di regime, ha una responsabilità maggiore, e dovrebbe smettersela di inseguire il trash. Anche perché non le riesce bene per niente. http://giuliainnocenzi.com

Introducing Giulia e Pouki

Come vi avevo preannunciato, a partire da ieri il blog ha un paio di autori in più. Molti di voi già conoscono Giulia Innocenzi, che ieri ha pubblicato il suo primo articolo da queste parti, e per la quale non mi pare necessario dilungarmi in presentazioni. L'altro ospite fisso sarà un personaggio misterioso che risponde allo pseudonimo di Pouki: si tratta di una persona che conosco ormai da una ventina d'anni (come passa il tempo, eh?) e che ci metterà a parte di alcuni punti di vista sul mondo che definire non convenzionali sarebbe un vero e proprio eufemismo. E' inutile dire che stimo molto entrambi i nostri nuovi amici (altrimenti non sarebbero qua) e che i loro post, conoscendo i personaggi, sono destinati a far discutere. Quindi, gente, d'ora in avanti state attenti alla piccola foto vicino al titolo di ciascun post e alla firma che troverete sotto, dai quali vi sarà possibile desumere chi ha scritto ciò che state leggendo. Non si escludono ulteriori ingressi, che mi premurerò di comunicarvi per tempo. Saluti.

30 gennaio 2009

Record di suicidi per i soldati americani in Iraq

Ma noi che ne sappiamo di cosa succede in Iraq e in Afghanistan? Oggi tutta l’attenzione dei media è rivolta al conflitto israelo-palestinese, eppure le truppe americane sono ancora là, ma nessuno ne parla più. Allora passa quasi sotto l’indifferenza generale il dato rilasciato ieri sul record del tasso di suicidi dei soldati americani: nel 2008 sono stati in 143 a metter fine alla loro vita, a fronte dei 115 del 2007. Se si sarebbe tenuti a pensare che la stragrande maggioranza degli omicidi volontari avviene sul campo di battaglia, i dati rivelano invece che più di un terzo si uccide una volta tornato a casa. I tre quarti di quelli che si uccidono in guerra, invece, sono al loro primo mandato. Anziché mostrare il video dei soldati americani che lanciano il cagnolino nel deserto, oppure quello girato nelle carceri di Abu Ghraib, ho scelto il video che mostra la paura dei ragazzi in guerra. Molti degli errori commessi sono dovuti alla mancanza di preparazione, o piuttosto alla mancanza di convinzione per quel che fanno? Non lo so, ma sono certa che se ne parla fin troppo poco. http://giuliainnocenzi.com

Metilparanticipazioni

I più attenti avranno notato che ho inserito una minuscola foto accanto al titolo di ogni post: la cosa viene generalmente usate per distinguere, ove ve ne sia più di uno, i diversi autori che contribuiscono al blog. Per cui, gente, tenetevi pronti, e nei prossimi giorni prestate attenzione a quelle faccine: sono in arrivo alcune novità. Saluti.

If I were in Your shoes

Il 14 dicembre 2008 Muntadhir al-Zaidi, giornalista iracheno di Al-Baghdadia TV particolarmente impegnato nel documentare le condizioni delle vedove e degli orfani della guerra in Iraq (e già arrestato due volte dalle forze armate americane in ragione di tale attività), lanciò una scarpa all'allora presidente George W. Bush durante una conferenza stampa a Bagdad. Dopo quel gesto al-Zadi venne picchiato, arrestato e, secondo alcune testimonianze, torturato durante la detenzione. Ebbene, nella città di Tikrit è stata presentata una statua dell'artista Laith al-Amari che ricorda quell'avvenimento in modo piuttosto esplicito: la scultura, realizzata in rame e fibra di vetro, rappresenta, per l'appunto, una scarpa, ed è completata da un'iscrizione contenente una poesia in onore di Muntadhir al-Zaidi. Chissà se qualche artista di casa nostra vorrà trarre ispirazione dalla notizia...

29 gennaio 2009

Decadenza clericale

Dal commento di un anonimo ad un mio post di ieri:
Il proliferare dello stupro è un chiaro segno della decadenza morale dei tempi: quando si insiste sulle radici cristiane dell'occidente non lo si fa mica per un un vezzo clericale, come dite voi.
Non sono sicuro di aver capito bene: stupro? Decadenza morale? Radici cristiane? Suvvia, amico mio, un minimo di ritegno...

40 gradi di valutazione

Da qualche tempo ho preso l'abitudine di scorrere tutti i giorni le notizie più votate di Digg: oggi, per esempio, viene segnalato un articolo di Cosmopolitan che suggerisce alle donne come valutare un uomo al primo appuntamento in meno di dieci minuti, basandosi su una serie di ben quaranta indizi che vengono minuziosamente elencati. Irresistibilmente attratto dalla curiosità di sapere che tipo di personalità verrebbe fuori se qualcuno si prendesse la briga di usare quei parametri per valutare me, ho approfondito la vicenda, scoprendo di essere poco propenso a stare da solo, competitivo, non indipendente intellettualmente, poco leale (!), adattabile alle nuove situazioni, ambizioso, non in grado di badare a me stesso, economicamente autonomo (ma come, se uno non è in grado di badare a se stesso...), prudente, ansioso, sicuro di sé (sequenza oscura, ne converrete), testardo, desideroso di attenzione, all'antica (questa, poi), amante delle donne semplici, con poco interesse per il prestigio, egocentrico, non aggressivo, capace di autocontrollo, inquieto, instabile, non noioso, mentalmente aperto, non pigro, pieno di senso dell'umorismo, non analitico, più responsabile che creativo o sensibile, sicuro di sé (di nuovo), saldo nelle relazioni affettive, all'antica (e sono due), meritevole di fiducia, spesso intimidatorio negli sguardi, spontaneo. Se avete voglia di ripetere il giochetto con voi stessi, o con i vostri attuali o ex compagni, potete cliccare qua. E in bocca al lupo per quello che scoprirete.

Impronte parlamentari

Il sistema costerà 550mila euro: il tutto perché qualcuno si ostina a fare il furbo senza la minima vergogna, esattamente come il tizio che cerca di saltare la fila alle poste, l'evasore fiscale che non paga una lira di tasse, il truffatore che clona le carte di credito e si intasca i soldi degli altri, il borseggiatore che sfila i portafogli nei tram. Imbroglioni, per dirla com'è. Con le impronte digitali, dicono, sarà possibile "moralizzare" il Parlamento: ma quando si arriva a questo, non vuol dire che si è già perso?

28 gennaio 2009

Coraggio o linciaggio?

Ecco, a me piacerebbe sapere dove sono, 'sti cuor di leone, tutte le volte che una donna stuprata racconta di aver gridato aiuto con tutto il fiato che aveva senza veder arrivare nessuno. Io mi limito a segnalare che il linciaggio è un gran brutto reato; dare una mano a una persona in difficoltà, invece, no. Si vede che a certi il coraggio e l'indignazione vengono fuori solo in presenza dei carabinieri e delle telecamere. Per il resto, fate un po' voi.

Estorsione fiscale

Una volta ogni tanto, gente, mi permetto di proporvi un post da commercialista: in questo caso la faccenda è interessante, e quindi vi prego di seguirmi con una certa attenzione. Supponiamo che un contribuente qualsiasi abbia regolarmente presentato la dichiarazione dei redditi per un determinato periodo d'imposta. Supponiamo che dopo un paio d'anni l'amministrazione finanziaria gli mandi un bell'avviso, nel quale c'è scritto che dall'esame di quella dichiarazione risultano delle irregolarità, in ragione delle quali si chiede al destinatario di versare imposte, sanzioni e interessi per un importo complessivo piuttosto modesto, diciamo 100 euro. Supponiamo che a questo punto il malcapitato si rechi dal commercialista che ha inviato quella dichiarazione dei redditi, e che il commercialista controlli l'avviso rilevando che esso è sbagliato, e che le somme richieste non sono dovute. Supponiamo però che il suddetto commercialista, per ottenere l'annullamento di quell'avviso mediante un'autotutela o un ricorso, debba impiegare risorse umane, tempo e lavoro, e che pertanto richieda legittimamente, a fronte di detta prestazione, il pagamento di una parcella, che a titolo esemplificativo possiamo immaginare pari a 150 euro. Supponiamo a questo punto di vivere in un paese nel quale non accade mai, fatta eccezione per circostanze straordinarie, che la parcella del professionista incaricato di svolgere quell'attività venga liquidata, come sarebbe giusto, dall'amministrazione finanziaria che ha la responsabilità di aver inviato un avviso di liquidazione sbagliato. Supponiamo quindi di trovarci nella paradossale situazione in cui il commercialista, allo scopo di non dover lavorare gratis, sia costretto a chiedere il pagamento di quella parcella al contribuente che l'ha incaricato di rettificare l'errore dell'amministrazione finanziaria. Una simile situazione, ne converrete, può ragionevolmente condurre a tre possibili esiti: o il commercialista, in virtù del rapporto col proprio cliente, si rassegna a lavorare senza percepire alcun compenso, o è costretto a consigliare al suo cliente di pagare l'avviso di liquidazione errato, giacché l'attività necessaria per annullarlo sarebbe per lui più onerosa dell'avviso stesso, oppure si limita ad invitare il proprio cliente a sbrigarsela da solo, recandosi presso gli uffici dell'amministrazione e cercando di risolvere la questione in modo artigianale, e quindi senza alcuna certezza sulla riuscita della faccenda. Ecco, amici miei, era tanto che volevo scrivervelo, e stamattina colgo l'occasione di essermi appena imbattuto in un caso simile per farlo: queste situazioni, nel nostro paese, sono all'ordine del giorno; i responsabili degli atti di liquidazione errati, specie se essi sono di piccolo importo, non vengono mai chiamati a rispondere dei loro errori. Con la prevedibile conseguenza che molti contribuenti si trovano costretti a versare somme non dovute, o alternativamente a pagare un commercialista, e quindi a dover subire comunque un esborso, pur senza essere responsabili di alcuna irregolarità. Niente male per uno stato in cui dovrebbe vigere la legalità, o sbaglio?

Ritenzione monetaria

Secondo il noto cantante Povia l'omosessualità è un istinto dal quale si può guarire. Pare invece che per l'irrefrenabile impulso di sbandierare una donazione e poi tenersi i soldi in tasca non sia attualmente disponibile alcuna cura.

Wikipedia a rischio censura?

Quelli che vedete nelle foto sopra sono Robert Byrd e Edward Kennedy. Oltre ad essere due autorevoli membri del Partito Democratico americano, i due sono accomunati da un bizzarro destino: entrambi, dopo le modifiche effettuate da alcuni utenti, risultavano morti su Wikipedia, mentre in realtà erano vivi e vegeti. La cosa, com'è comprensibile, ha aperto una polemica mica da ridere, tanto che Jimmy Wales, il fondatore di Wikipedia, avrebbe manifestato l'intenzione di introdurre un sistema di controllo per cui prima della pubblicazione di una modifica o di una nuova voce sarà necessario il vaglio di uno degli editori. Ci sarebbe da chiedersi chi se la sentirà di andarglielo a raccontare, a tutti gli utenti che aggiornano continuamente (e talora compulsivamente) la più grande enciclopedia libera del mondo, che le loro modifiche avranno bisogno di giorni (se non di mesi) per apparire sul sito; ci sarebbe da domandarsi, inoltre, se la novità prospettata da Wales non rischi di tradursi in un vero e proprio cambiamento di filosofia, che trasformerebbe Wikipedia in un sito internet qualsiasi, sistematicamente in ritardo rispetto all'attualità; e non sarebe inutile interrogarsi, già che ci siamo, sulle eventuali limitazioni alla libertà di espressione che conseguirebbero inevitabilmente all'introduzione di un "filtro" degli editori su ogni contenuto proposto dagli utenti. Insomma, gente, a quanto pare il punto è: vale la pena di passare sopra a qualche errore pur di fare in modo che Wikipedia resti quello che è? La risposta, che lascio a voi, non mi pare di poco conto. --- Se questo post ti è piaciuto, puoi votarlo cliccando OK su OkNotizie.

Crociati contro ogni evidenza

Facciamo mente locale. Sino ad oggi si sono espressi in favore del diritto di Eluana Englaro di vedere rispettata la propria volontà, e di ottenere quindi il distacco della nutrizione e dell'idratazione artificiali: A occhio e croce, direi che mancano solo il Consiglio di Elrond, il Consiglio degli Xindi e i Fantastici Quattro: dopodiché, ne converrete, si saranno pronunciati proprio tutti. Voi che ne dite, a quel punto i nostri amici crociati la smetteranno, una buona volta, di arrampicarsi sugli specchi? --- Se questo post ti è piaciuto, puoi votarlo cliccando OK su OkNotizie.

26 gennaio 2009

Se non volete trasmettere l'appello per Gaza, lo faccio da solo

Con le parole che leggete nel titolo di questo post Tony Benn, figura di spicco del partito laburista inglese e presidente della coalizione "Stop The War", ha accusato in diretta la BBC di aver disatteso gli obblighi del suo ruolo di servizio pubblico, rifiutando di trasmettere un appello per la raccolta di fondi in favore delle vittime di guerra a Gaza. Eccovi il video: se capite l'inglese, vale la pena di guardarlo. Saluti.
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On the road again

Supponiamo di vivere in un paese nel quale la violenza sulle donne costituisca un'abitudine praticata con notevolissima e raccapricciante frequenza. Supponiamo che gli episodi nei quali detta violenza si declina, allorché si verifichino in luoghi pubblici, suscitino sistematicamente un'ondata di generale indignazione, sollevando le proteste dell'opinione pubblica e inducendo il governo ad adottare radicali misure deterrenti, quali ad esempio la dislocazione di migliaia di militari nelle strade, allo scopo di impedire che gli efferati atti di violenza in questione possano aver luogo. Supponiamo, poi, che un blogger qualsiasi si prenda la briga di aprire Firefox e porti a termine, utilizzando i box di ricerca appositamente messi a disposizione dai siti dei più diffusi quotidiani, una piccola ricerca dalla quale emerga quanto segue: Supponiamo che a questo punto il blogger si sia stancato di accumulare link su link, e che rinunci, ritenendo sufficienti le informazioni si qui raccolte, a ripetere l'operazione anche per gli anni antecedenti al 2008. Supponiamo, tuttavia, che gli rimanga il desiderio di propore ai suoi lettori qualche interrogativo. Perché, tanto per cominciare, le violenze contro le donne che avvengono all'interno delle cosiddette mura familiari (numerose, com'è agevole riscontrare dall'elencazione testè prospettata, almeno quanto quelle che hanno luogo altrove) non suscitano, apparentemente, la medesima costernazione delle coscienza che si leva per ogni (esecrabilissimo, sia chiaro) abuso posto in essere fuori di casa, specie se ad opera di immigrati provenienti dall'est? Perché, inoltre, sembra suscitare maggiore allarme l'eventualità che una donna venga stuprata, picchiata o uccisa da estranei (nei confronti dei quali, evidentemente, si è soliti adoperare maggiore prudenza) rispetto all'idea che tali abusi vengano commessi da persone come i familiari, nelle quali, almeno astrattamente, sarebbe lecito riporre maggiore fiducia? Perché, ancora, i frequentissimi e drammatici atti di violenza contro le donne che hanno luogo all'interno delle famiglie configurano assai di rado, né nell'immaginario collettivo né tantomeno nell'agenda politica, quello che viene comunemente definito un "allarme sociale"? E soprattutto, in che modo pensate che 30.000 militari in più nelle città saranno utili per arginare questo allarmante (ancorché ampiamente sottovalutato) fenomeno? Al di là delle supposizioni, quindi, al blogger qualsiasi di cui sopra rimane un fastidiosissimo dubbio: non è che il problema della violenza sulle donne è (e continuerà ad essere, se non ci si decide a porvi mano con decisione) prima di tutto culturale, e militarizzare le città rendendole simili a vere e proprie caserme a cielo aperto servirà esclusivamente a dare una bella mano di vernice sulla faccenda senza risolvere un cazzo di niente? Attendo lumi. --- Se questo post ti è piaciuto, puoi votarlo cliccando OK su OkNotizie.

24 gennaio 2009

Bye bye, Windows

Scrivo questo post subito dopo aver formattato il mio portatile, eliminato definitivamente Windows e installato Ubuntu. A dire il vero mi ero preparato a passare un pomeriggio difficile, tra problemi di compatibilità e intoppi vari; invece, a quanto pare, tutto è filato liscio come l'olio: il sistema ha riconosciuto al volo le periferiche, il computer è più veloce e mi pare che tutto funzioni a meraviglia. Sarà che sono suggestionabile, ma mi sento più leggero. Mi punge vaghezza che non soffrirò di nostalgia.

Esemplificazioni dell'adagio "disse la vacca al mulo, oggi ti puzza il culo" /26

Barack Obama sulla contraccezione e l'aborto:
Occorre prevenire le gravidanze non volute, ridurre il ricorso all’aborto, e allargare l’accesso delle famiglie ai contraccettivi e ai servizi preventivi.
Il commento di Monsignor Rino Fisichella, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita:
L'essenziale è saper ascoltare tutte le istanze del Paese, senza rinchiudersi in visioni ideologiche con l'arroganza di chi, avendo il potere, pensa di poter decidere della vita e della morte.
Detto dall'esponente di un'organizzazione che il potere ce l'ha da un paio di millenni, lo esercita con l'arroganza di chi ritiene di possedere la verità rivelata, e terrorizza le popolazioni con la minaccia di scaraventare le persone all'inferno, non c'è male. Quanto all'accusa di rinchiudersi in un visioni ideologiche, lasciamo perdere. Sennò, ne converrete, diventa davvero troppo facile.

23 gennaio 2009

Metilparaben subisce un furto: la cronaca

Seguite attentamente, amici miei, ché in questa storia i dettagli sono importanti.
Giovedì 22 gennaio 2008
Ore 18:15 Arrivo in piscina insieme ai miei due figli, che alle 18:30 inizieranno la loro lezione di nuoto. Ore 18:25 Dopo aver aiutato i bambini a cambiarsi, passo dallo spogliatoio alla sala d'ingresso della piscina, dalla quale si può assistere alla lezione di nuoto attraverso un vetro. Ore 18:30 Nella sala d'ingresso incontro la madre di due compagni di nuoto dei miei figli, alla quale consegno due accappatoi in microfibra che la mia ex moglie si era presa l'impegno di comprarle e che mi ha dato quando sono andato a prendere i bambini, pregandomi di consegnarli alla destinataria: lei li prende e mi restituisce i quaranta euro del loro prezzo. Metto i soldi nel portafoglio. Ore 18:35 Propongo alla madre dei due compagni dei bambini di andare a prendere un aperitivo insieme in un bar vicino alla piscina: lei accetta volentieri e ci avviamo. Ore 18:55 Dopo aver bevuto due spritz, io e la mia amica ci dirigiamo verso l'uscita del bar: mi avvicino alla cassa e pago, ché come sapete sono un tipetto educato, oltre che un convinto maschilista. Ore 19:05 Dal bar, torniamo al centro sportivo e ci fermiamo nella sala col vetro: mentre guardo i bambini che nuotano e li saluto di quando in quando con la mano, parlo al telefono con una mia amica spiegandole la questione del testamento biologico, la non-posizione del PD e il disegno di legge della maggioranza. Ore 19:20 Sono ancora nella sala col vetro e ho finito la telefonata. Mi viene in mente di controllare quanto mi è rimasto nel portafoglio e di separare i miei soldi dai quaranta euro degli accappatoi, onde mettere questi ultimi nella tasca di mio figlio grande quando avrà finito di cambiarsi, in modo che possa darli alla madre quando l'avrò riaccompagnato a casa; il conteggio mi dice che oltre a quei soldi ho duecentosessanta euro e qualche spiccio. Metto il portafoglio nella tasca del cappotto. Ore 19:25 Dalla vetrina vedo i bambini che escono dall'acqua: mi avvio verso lo spogliatoio per aiutarli a farsi la doccia e a cambiarsi. Ore 19:27 Mi tolgo il cappotto e l'appoggio sulla mensola sopra la panca dello spogliatoio, più o meno all'altezza del punto in cui ho lasciato gli zaini dei miei figli. La stanza è piena di genitori (specialmente mamme), la maggior parte dei quali piuttosto conosciuti, e di marmocchi fradici che corrono di qua e di là: un gran casino, insomma, come succede nelle piscine frequentate dai bambini appena dopo la fine di una lezione di nuoto. Ore 19:45 Dopo aver aiutato i miei figli a lavarsi, asciugarsi i capelli e vestirsi, prendo il cappotto sulla mensola, me lo infilo e saluto i genitori ancora presenti, tra cui la mia amica dell'aperitivo. Dopo qualche passo metto la mano sulla destra del petto e mi accorgo che il rigonfiamento del portafoglio nella tasca non c'è più. Ore 19:50 Dopo aver cercato dappertutto, compresi gli zaini dei miei figli, mi rassegno all'idea che il portafoglio mi sia stato rubato. Trecento bigliettoni andati, penso, l'avessi saputo me li sarei bevuti tutti ieri sera. Ore 19:55 Mentre riporto in macchina i bambini a casa loro, telefono e blocco la Cartasi e il Bancomat che avevo nel portafoglio insieme ai soldi. Meno male che l'ho fatto subito, penso, così non potranno utilizzarli e rubarmi altri soldi oltre ai contanti che hanno già intascato.
Venerdì 23 gennaio 2008
Ore 11:00 Come ogni venerdì, mi collego al sito della banca per scaricare l'estratto conto della mia società. Già che ci sono decido di stampare anche i movimenti del mio conto personale, e mi accorgo con meraviglia che il giorno prima risulta un prelevamento di 250 euro. Rifletto un istante e realizzo di non aver fatto io quel prelievo, anche perché avevo già parecchi soldi in tasca. Capita l'antifona, mollo tutto e mi precipito in banca. Ore 11:30 Dopo un colloquio col direttore della banca appuro che il prelevamento è stato effettuato il giorno precedente alle 19:44, circa un quarto d'ora dopo aver lasciato il mio cappotto sulla mensola, e circa un quarto d'ora prima che bloccassi tutte le carte: l'operazione è stata fatta da uno sportello in centro, a qualche chilometro di distanza dalla piscina; almeno un quarto d'ora di strada, traffico permettendo, a patto di usare un veicolo a due ruote e correre parecchio. Il direttore, dopo aver fatto un'apposita telefonata, mi comunica altresì che sono stati effettuati altri due prelevamenti, rispettivamente di 25o euro e di 160 euro, utilizzando la carta di credito: il primo da una banca a qualche minuto di distanza dal centro sportivo, il secondo presso uno sportello a metà strada tra la piscina e il posto in cui è stata effettuata l'operazione col bancomat. Ovviamente, i codici PIN non erano nel portafoglio insieme alle carte: sarà difficile, tuttavia, che il gestore della carta di credito mi rimborsi l'importo dei prelevamenti fraudolenti, perché il disconoscimento delle spese, mi spiega il direttore, in genere è accolto favorevolmente solo in caso di acquisti effettuati con firma. Ore 15:00 Esco dal commissariato in cui ho sporto la denuncia: sono stati tutto molto gentili, mi hanno assicurato che controlleranno i filmati degli sportelli in cui sono avvenuti i prelevamenti e mi hanno esortato a chiedere indietro i soldi al gestore della carta di credito. Continua a pungermi vaghezza, tuttavia, che ottenere il rimborso sarà difficilissimo. Ore 16:00 Inizio a scrivere questo post, nel quale vi invito a riflettere sul fatto che qualcuno, in un contesto tutt'altro che ostile, è riuscito a fregarmi quasi mille euro in meno di mezz'ora: il tutto dimostrando una sagacia e una velocità d'esecuzione stupefacenti, percorrendo più di qualche chilometro in lungo e in largo per la città e bypassando chissà come due diversi codici segreti. Si accettano osservazioni, suggerimenti e considerazioni consolatorie. Saluti.

Il pulpito - Ovvero: chi la spara più grossa /2 [di Neoalfa]

Questo è un vecchio post del mio blog (non è pubblicità, non è pubblicità, non è pubblicità, non è pubblicità, non è pubblicità, non è pubblicità, non è pubblicità, non è pubblicità, non è pubblicità) ma mi pare che sia ancora attuale. Godetevelo... se vi va. L’Ufficio Comunicazione della Curia di Milano rende nota la seguente dichiarazione di monsignor Luigi Testore, parroco della Chiesa di San Marco in Milano, dove si svolgeranno i funerali del signor Gianfranco Funari.

A seguito di indiscrezioni che attribuirebbero l’appartenenza alla massoneria del signor Gianfranco Funari, mentre si ribadisce il giudizio negativo della Chiesa a riguardo delle associazioni massoniche, si fa presente che le esequie richieste dai familiari (raccogliendo la volontà esplicita del signor Funari), sono un gesto di preghiera con il quale la Chiesa affida a Dio coloro che sono stati battezzati, ed esprime la propria fede nella misericordia divina.

Non si tratta quindi di un rito che comporta un giudizio sulla persona che come tale spetta solo a Dio. ..... Anche se a volte qualcuno ne fa le veci, invero. Fonte: Affaritaliani Neoalfa PS: Grazie per l'opportunità di scrivere su questo bel blog Alessandro. Spero di partecipare ancora con del materiale fresco però.

22 gennaio 2009

Le nuvole dei Presidenti

L'idea mi è venuta leggendo un post del leggendario Maestro Alberto, che riportava la "cloud" delle parole più utilizzate nel discorso di insediamento di Barack Obama. Siccome la trovata mi è piaciuta molto, ho pensato di importare l'idea applicandola alle questioni di casa nostra: ragion per cui sono andato a prendermi i discorsi di insediamento di tutti i Presidenti della Repubblica Italiana e per ciascuno di essi, grazie al fantastico Wordle, ho tirato fuori la nuvoletta delle parole più usate. Vi incollo qui di seguito i risultati dell'esperimento: potete cliccare sopra le immagini per ingrandirle e guardarle nella dimensione originale. A ben guardare, ne converrete, emergono molti spunti interessanti, che lascio commentare a voi: attendo le vostre considerazioni.
ENRICO DE NICOLA (1948)
LUIGI EINAUDI (1948-1955)
GIOVANNI GRONCHI (1955-1962)
ANTONIO SEGNI (1962-1964)
GIUSEPPE SARAGAT (1964-1971)
GIOVANNI LEONE (1971-1978)
SANDRO PERTINI (1978-1985)
FRANCESCO COSSIGA (1985-1992)
OSCAR LUIGI SCALFARO (1992-1999)
CARLO AZEGLIO CIAMPI (1999-2006)
GIORGIO NAPOLITANO (2006-...)

21 gennaio 2009

PD = Perché Decidere?

Allora, gente, ve ne racconto una davvero divertente. Ieri i gruppi del PD di Camera e Senato si sono riuniti per prendere una posizione sul testamento biologico, in vista del prossimo 27 gennaio, allorché verrà presentato alla Commissione Sanità del Senato il disegno di legge predisposto dalla maggioranza. Com'era (tristemente) ipotizzabile, tuttavia, i nostri amici hanno pensato bene di non contarsi, evitando di mettere ai voti una posizione univoca e limitandosi ad esprimere un cosiddetto "orientamento prevalente": il che equivale a dire, in parole povere, che come al solito il PD ha deciso di non decidere, proseguendo così nella sfolgorante tradizione di placida inerzia che l'ha caratterizzato sin dal momento della sua fondazione. Io, da parte mia, me l'aspettavo, e quindi preferisco astenermi da ogni ulteriore commento, anche per non risultare noioso ripetendo all'infinito la mia opinione su questo curioso partito, che personalmente considero una delle esperienze politiche meno significative della storia di questo paese. L'occasione mi è gradita, tuttavia, per proporvi qualche interrogativo. Tanto per cominciare, siamo proprio sicuri che i cosiddetti teodem, ovvero quei quattro o cinque parlamentari (Binetti, Bobba e compagnia cantando) che vengono sistematicamente citati dai giornali quali difensori della catechesi nelle aule parlamentari, esauriscano la combriccola degli integralisti cattolici che operano, più o meno apertamente, all'interno del PD? E poi, è possibile ritenere, come sembrano sostenere alcuni, che definirsi "democratici" significhi semplicemente non decidere mai alcunché, invocando una democraticissima quanto fantomatica libertà di coscienza che si traduce, nella pratica, in un compiaciuto atteggiamento di immobilità? E infine, ma su questo dovete dirmi la verità: esiste ancora, in questo paese, un solo progressista autentico che possa ragionevolmente credere nel Partito Democratico quale forza in grado di portare all'attenzione dell'agenda politica le sue istanze? Datemele voi, le vostre risposte, se ne avete voglia. Io mi limito a salutarvi con la dichiarazione di Anna Finocchiaro, che ha ritenuto di commentare così l'esito della riunione di ieri: "E' un risultato molto soddisfacente; il problema non è votare o no, perché se siamo d'accordo non c'è neppure bisogno di votare". Se invece non siamo d'accordo, aggiungo io, la soluzione è ancora più semplice: basta non decidere. D'altra parte, siamo o non siamo il PD?

20 gennaio 2009

Pillola editoriale

In questo blog ho parlato spesso delle inesattezze, e talora delle vere e proprie campagne di disinformazione, di cui i giornali italiani si rendono protagonisti ad ogni pie' sospinto. Prendete, ad esempio, il caso della pillola del giorno dopo e della pillola RU486: la prima, com'è noto, è un contraccettivo d'emergenza, da assumere entro 72 ore da un rapporto a rischio, che gli integralisti si ostinano a considerare (senza alcun fondamento scientifico) un abortivo, allo scopo di giustificare i medici che continuano a negarla alle donne e le costringono a vere e proprie vie crucis notturne tra un pronto soccorso e l'altro; la seconda, invece, è un farmaco che serve a praticare l'aborto farmacologico, e dovebbe essere introdotta in anche Italia da un momento all'altro, ammesso che i soliti catechisti la smettano di stracciarsi le vesti e blaterare i loro anatemi contro il cosiddetto "aborto fai da te". A prescindere dal merito, converrete sul fatto che si tratta di due argomenti piuttosto delicati, ai quali i giornali (le rare volte che decidono di occuparsene) dovrebbero prestare un'attenzione particolare, onde evitare spiacevoli equivoci che finirebbero per confondere le idee alle persone invece che chiarirgliele. Guardate invece che succede allorché i nostri quotidiani, in via del tutto eccezionale, si degnano di riportare qualche straccio di notizia che riguarda i due temi in questione. Lo scorso 15 gennaio il quotidiano "Latina Oggi" dà notizia di una giovane che, vistasi negare la prescrizione della pillola del giorno dopo dai medici di turno di un ospedale, viene assalita dalla disperazione e si getta dal terzo piano, per fortuna senza riportare danni rilevanti. Orbene, al di là della gravità dell'accaduto (che conferma, una volta di più, l'intollerabile imposizione di coscienza cui sono sottoposte le donne nel nostro paese), è interessante notare che l'articolo parla della pillola del giorno dopo definendola "pillola abortiva" per ben due volte: potrete riscontrarlo cliccando sull'immagine a sinistra per ingrandirla e leggendo le parti sottolineate in rosso. Incredibile, nevvero? Ma non è finita qua. Già, perché due giorni dopo la Stampa informa i suoi lettori del fatto che l'inchiesta a carico di Silvio Viale, ginecologo e membro di direzione dell'Associazione Coscioni, per la presunta violazione della Legge 194 in seguito all'utilizzo della pillola RU486, è stata archiviata (detto tra parentesi, era ora); e siccome a quelli della Stampa, evidentemente, piace fare le cose per benino, ecco che aggiungono all'articolo uno schemino che in teoria dovrebbe spiegare il funzionamento della pillola abortiva: peccato, però, che in realtà il disegnino non riguardi la RU486, ma la pillola del giorno dopo (cliccare sull'immagine a destra per ingrandirla e verificare), il che dimostra che anche dalle parti di Torino i giornali hanno le idee parecchio confuse. Ora, io mi rendo conto che pretendere da un giornalista la stessa preparazione tecnica di un medico costituirebbe un'aspirazione eccessiva: sarebbe opportuno, tuttavia, documentarsi prima di scrivere, anche per mettere a tacere i maligni come me, che di questo passo finiranno per reputare certi grossolani errori tutt'altro che casuali. Sapete com'è, con tutti questi integralisti che ci sono in giro siamo già nella merda. Se vi ci mettete anche voi c'è il rischio di affogarci.