31 maggio 2011

Generatore automatico di battute esilaranti di Beppe Grillo su Pisapia

Istruzioni: fare refresh per ottenere una nuova battuta esilarante di Beppe Grillo su Pisapia

Responsabilità intellettuale

La presa di posizione di Beppe Grillo sulla vittoria di Pisapia mi dà modo di ripetere sul blog una cosa che ho già scritto ieri su Facebook: contrariamente a quanto cercano di darci a bere i professionisti della semplificazione che sembrano sempre più in auge, niente è mai uguale a qualcos'altro.
A prescindere dal merito, intendo, e al di là delle categorie del meglio e del peggio, che ciascuno attribuisce legittimamente come più gli aggrada in base alle proprie idee e alle proprie convinzioni.
Sostenere che tutti siano uguali, insomma, mi pare un'oziosa forma di autoesonero dal pensiero critico, una comoda via di fuga dalla fatica di osservare, valutare e distinguere, sia pure in condizioni difficili e in mancanza dell'opzione ideale.
Dopodiché, naturalmente, tutto è legittimo: anche decidere di non scegliere alcuna delle alternative possibili; tenendo sempre a mente, però, che tra l'una e l'altra c'è sempre una differenza.
Basta coltivare quel minimo di responsabilità intellettuale che serve per guardarla.

Happyness & rosiconi

Stupidness

L'EDITORIALE Grande psicodramma dopo le elezioni... di Alessandro Sallusti

Il centrodestra sconfitto parla di strategie e partiti, ma per riprendersi deve solo governare. La sinistra parla di città liberate, però è pronta a consegnarle a rom e islamici. Cose da pazzi

Abbiamo liberato Napoli e Milano, urlano i leader della sinistra dopo la vit­toria elettorale di ieri. A parte che Napoli era governata anche prima dalla sinistra, cioè da loro stessi sotto altre spoglie (Iervolino, Bassolino) per cui al massimo si può parlare di rego­lamento di conti interno, in effet­ti a Milano qualche cosa è suc­cesso. Una parte di moderati, non andando a votare, ha deci­so di dare il via libera a un sinda­co rifondatore comunista, Pisa­pia, già amico di terroristi prima e centri sociali poi. Nonostante esperti politologi, raffinati socio­logi e anche qualche immanca­bile teologo ci abbiano spiegato negli ultimi quindici giorni, e lo faranno ancor più oggi e nei prossimi, come tutto questo ab­bia un senso profondo e fonda­mentale per i destini del Paese, noi continuiamo a non capire e a ritenerlo più semplicemente una grande, enorme stronzata. Confortati in questo giudizio dalla prima dichiarazione di Vendola, padrino di Pisapia, sul­la vittoria di Milano: «Abbiamo liberato la città, ringraziamo i fratelli rom». Ma parla per te, gli sfruttatori di bambini e scippato­ri di vecchiette saranno fratelli tuoi, io resto dell’idea che prima li mandiamo via dalle nostre cit­tà meglio è per tutti.
Per questo credo che il centro­destra non debba cadere nella depressione da sconfitta. Dai grandi imperatori alle grandi ci­viltà, giù giù fino alla squadra di calcio è capitato a tutti di perde­re battaglie o a volte guerre. Se i milanesi hanno deciso così alla fine saranno anche affari loro. Quello che non si capisce è dove era il nemico. Possono essere Pi­sapia, Vendola, De Magistris, delle alternative al blocco mode­rato che da anni governa il Pae­se? La risposta è, ovviamente, no, non possono esserlo, né è pensabile che la maggioranza degli italiani stia dalla parte dei magistrati che ieri hanno inda­gato il presidente del Consiglio per le interviste rilasciate ai tg di Rai e Mediaset, ultimo atto di una farsa giudiziaria ormai sen­za fondo.
Evidentemente il problema sta soltanto nella maggioranza di governo, ha generato stan­ch­ezza e quindi mancanza di en­tusiasmo nel suo elettorato, in al­cuni casi attratto, come capita ai mariti annoiati, dalla mignotta di turno camuffata da dama raffi­nata. Dalla scappatella al divor­zio la strada è lunga, non mi uni­sco al coro di chi tira conclusio­ni a mio avviso affrettate e in al­cuni casi ingenerose. Il berlusco­nismo è finito? Prima o poi fini­sce tutto, anche il mondo. Il pro­blema non è questo, semmai questo è il tarlo di chi vuole pren­dere il posto del Cavaliere subi­to e possibilmente senza contar­si. La sola domanda che mi inte­ressa è: il berlusconismo può fa­re ancora qualche cosa per noi meglio e più di altri. Se la rispo­sta è sì, avanti senza paura che gli incidenti si superano, se è no non fasciamoci la testa perché cambiare sarebbe inevitabile ol­tre che giusto.
Io credo che la risposta corret­ta sia la prima, ma invito gli ami­ci del Pdl a non trasformarla ra­pidamente in quella sbagliata. Come? Riducendo il berlusconi­smo a quello che non è e che non può essere, cioè un partito regolato da norme rigide e statu­­tarie, da riti pazzeschi e assem­blee interminabili. Il berlusconi­smo è l’unica antipolitica appli­cabile a un sistema, tale è stato e tale deve rimanere. Per correg­gere i suoi eccessi e le sue bizzar­rie non servono elezioni prima­rie, alla gente non interessa se i coordinatori debbano essere uno, tre o cinque. Basta un capo che se ne occupi e un po’ di buon senso. Più che a rifare il Pdl, i leader del partito pensino a fare bene i ministri, i governa­tori, i sindaci quali molti di essi sono. Credo che ciò sarebbe suf­ficiente a evitare il ripetersi di un nuovo caso Milano. Cioè, me­no chiacchiere e più fatti.

Chi l'ha detto?

È una vittoria sonante, sono risultati straordinari. Tutta l'Italia ha mandato un segnale chiaro a xxx.
(...)
Adesso andiamo a battere cassa.
(...)
Al nord abbiamo vinto tutto quello che c'era da vincere.
(...)
In alcune realtà la forbice è enorme.
(...)
È chiaro che xxx deve tirare le somme.
(...)
Questo paese non vuole più essere governato da questa maggioranza.
Sapete chi l'ha detto? Bersani dopo i ballottaggi di domenica e lunedì?
No. L'ha detto Silvio Berlusconi all'indomani delle elezioni amministrative del 2007. E il signor "xxx", nella circostanza, rispondeva al nome di Romano Prodi.
Curioso, come cambiano gli atteggiamenti quando le parti si invertono, nevvero?

30 maggio 2011

Generatore automatico di reazioni del centrodestra ai risultati delle amministrative

Istruzioni: fare refresh per ottenere una nuova reazione del centrodestra ai risultati delle amministrative

Per la Lega Nord ci sono state o no, le amministrative?

Quello che vedete qua sopra è uno screenshot del sito della Lega Nord, ed in particolare dell'area dedicata alle dichiarazioni dei massimi dirigenti del partito, scattato qualche minuto fa, vale a dire intorno alle 19:00 del 30 maggio 2011.
A quanto pare, per loro le elezioni amministrative non hanno mai avuto luogo.
E io, scemo, che mi ero illuso che avesse vinto la sinistra.

Anche e soprattutto

Silvio Berlusconi, 16 maggio 2011:
Le elezioni del 15 e 16 maggio sono elezioni amministrative, ma dobbiamo vincerle non solo per portare il buon governo nei comuni e nelle province, ma anche e soprattutto per confermare e rafforzare il nostro governo sul piano nazionale.
Adesso, per cortesia, qualcuno mi spieghi perché il risultato delle elezioni amministrative non dovrebbe essere "anche e soprattutto" un risultato politico.

Il "primo piano" del PdL

E fu così che le elezioni amministrative scomparvero misteriosamente dalla sezione "primo piano" sul sito del Popolo della Libertà (cliccare sull'immagine per ingrandirla).
Evidentemente si tratta di fatti marginali.
---
Update: le elezioni sono appena tornate in "primo piano", sia pure dopo il ben più importante vertice Italia-Romania, con una dichiarazione di Quagliariello (e poi anche di Lupi e Capezzone). Si vede che si sono accorti di averle perse.

Volete trasformare Milano in un paesotto di provincia?

Da buon romano, campanilisticamente parlando, ho sempre invidiato un pochino il fatto che Milano fosse decisamente più proiettata verso il mondo rispetto alla mia città.
Non parlo, naturalmente, della dimensione internazionale legata all'arte e al turismo, ché da quel punto di vista Roma è imbattibile, ma piuttosto alla capacità tutta milanese di essere un crocevia mondiale in chiave moderna, di raccogliere prima delle altre le novità provenienti da ogni angolo del pianeta e di anticipare di qualche mese, se non di qualche anno, le tendenze destinate a coinvolgere l'intero paese.
Ecco, ora vengo a sapere che in una città del genere, cosmopolita e innovatrice, una considerevole -ancorché, a quanto pare, non maggioritaria- parte della popolazione non vuole che venga costruita una moschea: un po' come se la tifoseria del Barcellona, da un momento all'altro, iniziasse a schifare il calcio offensivo e brillante della sua squadra e facesse fuoco e fiamme chiedendo a Guardiola un bel catenaccio d'altri tempi, con tanto di palla in tribuna, viva il parroco e pedalare.
Da romano dovrei strafottermene, campanilisticamente parlando, e magari fare pure un sorrisetto beffardo sotto i baffi: però, se devo essere onesto, mi dispiace un po' che tanti milanesi coltivino l'ambizione di trasformare la loro città in un sonnolento paesotto di provincia, ostile alle novità e chiuso a riccio dentro le proprie mura, come se il mondo fuori non esistesse.
Pensateci un attimo: siete proprio sicuri, che volete ridurla così?

29 maggio 2011

Pubblicità ingannevole

E' da un po' che in regione (Friuli Venezia Giulia) si vedono affissioni di questi poster. In realtà la prima versione - o versione parallela, non so - era leggermente diversa: lo slogan recitava "Civiltà prodotto tipico friulano", non c'era il logo dell'europride ma erano segnalati gli sponsor (gayfriuli e arcilesbica udine). Questo solo per dovere di cronaca.
Ammetto che l'unica cosa a cui ho pensato è stata: "Civiltà in tema gay prodotto tipico italiano? Ma che è? 'na speranza o 'no scherzo?". Alla fine ho capito, quella che vedete è pubblicità ingannevole! Come ci sono arrivata? Leggendo stamattina un articolo su "Il Piccolo" on line - giornale locale - dal quale apprendo, senza la minima sorpresa, che alcune persone si sono lamentate dell'ubicazione dei poster: addirittura nei pressi di una scuola di infanzia! Non solo, i solerti genitori in questione, senza nessun tipo di sollecitazione esterna fanno notare che i suddetti cartelloni sono stati avvistati persino nelle vicinanze di una scuola elementare e di un'associazione sportiva per bambini. Tragedia e vilipendio. Chissà sti "pori regazzini" che traumi, insomma, un conto è accendere la tv a qualsiasi ora e vedere sventagliate di culi eterosessuali, ballottaggi di tette extra-size, uomini-uomini machi-machi ammiccanti, programmi in cui il partner si sceglie tra il pubblico, tra i concorrenti o in cui se sei talmente insicuro da voler mettere alla prova il tuo uomo o la tua donna gli procuri un appuntamento con l'escort di turno per vedere che fa (al masochismo non c'è fine); un altro conto è vedere due persone che si baciano, vuoi mettere?
Infatti i genitori dichiarano (il neretto è il mio):
«Non ho nulla contro gli omosessuali ma trovo sconveniente che un simile cartello venga affisso proprio all'esterno di una scuola d'infanzia - osserva Mariagrazia, mamma di un bimbo della Pollitzer e portavoce di dissenso di altri genitori - mio figlio fortunatamente non l'ha ancora notato»

I bimbi scorrazzano felici sull'erba dell'asilo, si arrampicano sulle panchine, saltellano giù dagli scalini. Molti di loro quei cartelloni accanto al loro asilo non li hanno ancora visti
Ma allora, se non ci sono bambini devastati dall'immagine di un bacio.. qual è il problema? Sono sempre i nostri prodi a darci una risposta:
«Quello che mi fa imbestialire è che oggi noi genitori facciamo di tutto per tenere lontani i figli da certi discorsi - evidenzia ancora Mariagrazia - e poi ti sbattono queste immagini in faccia».

«Non mi piace quel cartellone», ammette Radica, madre serba di due bambini di 2 e 6 anni. E rincara: «Faccio appositamente un'altra strada per non far vedere a mia figlia che in questo periodo è già piena di curiosità - riferisce Francesca, la madre di una bimba che frequenta la Pollitzer - certi temi io desidero trattarli quando ritengo sia il momento adatto e non quando uno sciocco cartello me lo impone».

«Non siamo omofobi ma i nostri figli non sono ancora in grado di capire...»
Probabilmente tutta la civiltà di cui siamo capaci si racchiude nell'incipit della prima e dell'ultima citazione: "Non ho nulla contro gli omosessuali ma" e "Non siamo omofobi ma"
Detto questo la domanda è: vista la naturale tendenza dei bambini ai baci (che dio, l'universo e la natura li preservino), sopratutto in età da scuola d'infanzia, cosa faranno mai 'sti genitori se dovessero vedere che la pargola bacia un'altra bambina o se il "muletto" in uno slancio d'affetto abbraccia e bacia un compagno di giochi? Io giocavo a "fare l'amore" con la mia migliore amica a quell'età, e nessuna delle due ha avuto bisogno dello psichiatra per questo.. quindi, chi è che provoca paure idiote? Da dove nasceranno mai i sensi di colpa con cui molti omosessuali dovranno avere a che fare da adolescenti? E i pregiudizi con cui tutti dovremo fare i conti domani?
E rincaro, visto che statisticamente ogni 10 bambini uno è gay, cosa succederà in famiglia? E tutte le lezioni di machismo o di femminilità coatta dove andranno a finire? Probabilmente tra qualche anno leggerò con interesse un qualche articolo di giornale che titolerà
"Mio figlio gay per colpa dei poster fuori dall'asilo"

28 maggio 2011

Una distrazione bella lunga

Daniela Melchiorre, sottosegretario allo sviluppo economico, si dimette perché Berlusconi parla male dei giudici.
Ottimo. A questo punto si tratta solo di stabilire dove si trovasse la Melchiorre a maggio del 2011, a ad aprile del 2011, a marzo del 2011, a febbraio del 2011, a gennaio del 2011, a dicembre del 2010, a ottobre del 2010, a settembre del 2010, a luglio del 2010, a giugno del 2010, a maggio del 2010, a marzo del 2010, nel 2009, nel 2008, nel 2006, nel 2005, nel 2004, nel 2003, nel 2001: cioè, a occhio e croce, negli ultimi dieci anni, e volendo anche prima.
Magari, come suggerisce qualcuno, si trovava su Marte.
O forse era semplicemente distratta.
Succede.

27 maggio 2011

Quelli che "a me non succederebbe mai"

Sembra una cosa impossibile, dimenticarsi un figlio in macchina sotto al sole battente e ritrovarlo soffocato dopo qualche ora.
Sembra impossibile, eppure succede: e non succede solo a qualche svalvolato, ma anche a persone con del sale in zucca, con un lavoro serio e con delle responsabilità.
Ogni volta che leggo una notizia del genere, oltre allo strazio per il dramma terribile che mi ritrovo sotto gli occhi, finisco per formulare sempre lo stesso pensiero: dire "a me non succederebbe mai" è sempre una puttanata pazzesca.
Chi ha l'abitudine di farlo, chi sostiene con disinvoltura che qualcosa -qualsiasi cosa sia- a lui non potrebbe mai accadere, o non ha mai riflettuto attentamente su quello che sta dicendo, o è molto ingenuo, oppure è in malafede.
Io, da parte mia, non riesco a non pensare che una cosa del genere, così come un'altra miriade di fatti apparentemente assurdi, potrebbe succedere anche a me.
E che diffido di chiunque sia disposto a sostenere il contrario.

Comunicazione di servizio

Ho congelato, rimuovendolo dal blog, il post che era pubblicato in cima al blog.
L'ho fatto perché per questioni logistiche non ho potuto leggerlo prima di stasera, e perché per ulteriori ragioni logistiche non riesco a contattare l'autrice del post per verificare insieme a lei, incombenza che mi purtroppo mi tocca, alcuni particolari del suo contenuto.
Sarà mia cura rimetterlo su non appena avrò avuto modo di portare a termine l'operazione.
Sorry.

Generatore automatico di scuse per sottrarsi a un pippone sui giudici di sinistra

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Generatore automatico di istituzioni da spostare da Roma

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La democrazia richiede maturità socio-culturale


Hai ragione Ale, ci vorrà molto tempo per riparare i danni culturali (se si può usare la parola cultura) che hanno prodotto quella roba che una volta venuta alla luce resiste a lungo e che poi cadrà sulle nostre spalle.
Contestualmente, però, serve anche tempo per imparare a confrontarsi in una lingua, qui sì, socio-culturale comune. Un linguaggio che permetta di comunicare gli uni con gli altri per proseguire il cammino insieme. Tu sai quanto mi interessi di questo, della realizzazione della piena uguaglianza come richiede l'art. 3 della Costituzione e della parità di accesso alle opportunità. Credimi: conciliare mentalità che provengono da ordinamenti giuridici così diversi rispetto al nostro è molto difficile. Ci sono migranti che arrivano da paesi autoritari e altri che non hanno alcuna conoscenza di regole e di come si vive nei paesi (da noi definiti) "democratici". Altri che provengono da aree senza struttura statale, dove più che ogni altra cosa, si soffre la fame. Mi prenderò le vostre critiche, ma sino ad ora ho visto tentativi di protagonismo personale, vittimismo, rifiuti pregiudiziali verso la collaborazione (in parte comprensibuili perchè sono stati sfruttati per tutta la vita e ogni oltre oltre), incapacità di mediare e antagonismo 'per principio'. Così non si va molto lontano.
Il cammino è in ogni caso lungo e doloroso per tutti, ma ineluttabie. Oggi esistono, almeno a Milano, una miriade di piccole associazioni miste o di comunità di migranti legate dalla provenienza o dalla fede. Non c'è ancora un leader, manca un filo conduttore che unisca queste piccole isole separate con i ponti che le devono avvicinare.
Putroppo in tanti casi manca anche la voglia consapevole di doverlo fare insieme, italiani e stranieri. Per onestà, manca da entrambe le parti.

26 maggio 2011

Loro seminano vento, noi raccoglieremo tempesta

A prescindere da come andrà a finire il ballottaggio di Milano, mi piacerebbe che gli italiani fossero consapevoli di quello a cui andranno incontro nei prossimi anni: perché è piuttosto evidente che con le conseguenze degli ettolitri di benzina che questi personaggi hanno buttato sul fuoco, di tutto l'odio che hanno cresciuto, nutrito e pasciuto per ottenere consensi, della gigantesca massa di pattume culturale, civile e umano che hanno lasciato accumulare in ogni angolo di questo povero paese dovremo fare i conti noi.
E' roba che non si cancella con un calo negli indici di gradimento, con una caduta di governo, e neppure con un cambio di maggioranza: è roba che una volta venuta alla luce resiste a lungo, che è difficile da mandar via, che richiede decenni di duro e paziente lavoro -ammesso che qualcuno si prenda la briga di farlo- per essere cancellata.
Loro seminano vento, ma quelli che dovranno raccogliere tempesta saranno tutti gli altri.
Ricordatevene, quando vi chiederete come sia stato possibile ridursi così.

Stopp missbrauch

Il cartello che vedete qua sopra è autentico: lo ha piazzato il proprietario austriaco di un bosco privato all'inizio di un sentiero, comunicando la decisione di vietare il passaggio ai sacerdoti che accompagnano bambini.
Come dire: nel dubbio, meglio essere chiari.

Bossi ha ragione su Zingaropoli

Infatti a Milano ci sono già ben 5 signori "Zingaropoli", 48 signor "Zingaro" e persino 67 signori "Zingarello".
Figuriamoci dopo l'avvento di Pisapia...

(grazie a Roberto per la ricerca)

25 maggio 2011

Generatore automatico di esternazioni tre giorni prima del ballottaggio

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24 maggio 2011

Come mai adesso non protestate?

Come mai gli stessi che appena tre mesi fa si infuriarono, si stracciarono le vesti e gridarono allo sperpero del denaro pubblico per i 250 mila euro concordati da Rai Uno con Benigni per la partecipazione a Sanremo, adesso non mettono in piedi un'analoga gazzarra per la multa di identico importo inflitta dall'AgCom alla stessa Rai Uno in ragione della martellante presenza televisiva di Berlusconi?
Così, tanto per sapere.

23 maggio 2011

Generatore automatico di cattivoni che sarebbero felicissimi se vincesse Pisapia

Istruzioni: fare refresh per ottenere una nuova combriccola di cattivoni che sarebbero felicissimi se vincesse Pisapia

Per non parlare della saponificatrice di Correggio

Mario Borghezio, europarlamentare della Lega Nord:
Non ci sono dubbi che i fondamentalisti islamici, in primis Al Qaida e lo stesso Al Zawahiri, sarebbero felicissimi se a Milano la Lega dovesse perdere e Pisapia diventasse sindaco.
Vabbe', allora ditelo, che mi avete copiato il codice dei generatori automatici.
(Via Gilioli)

Caffeina a go go

Dall'appello di Berlusconi per il ballottaggio:
Non credo davvero che vogliamo un sindaco che sembra vada a prendere il caffè tutti i giorni con quelli dei centri sociali.
La domanda sorge spontanea: quanti caffè prende, 'sto Pisapia?

Le improvvise folgorazioni della Biancofiore sul maschilismo del PdL

Michaela Biancofiore, 11 febbraio 2011:
La Camusso dovrebbe avere il buongusto di rileggersi tutte le iniziative che il governo Berlusconi ha posto in essere a favore delle donne, passando dalla legge sullo stalking al libero patrocinio per le donne che hanno subito violenza. Berlusconi è peraltro il presidente del Consiglio che ha maggiormente contribuito alla presenza femminile in Parlamento e al Governo. Sarebbe meglio, quindi, che la Camusso, nel suo ruolo di sindacalista, si concentrasse su ben altre battaglie a favore delle donne.
Michaela Biancofiore, 22 maggio 2011:
E certo, sei donna? Allora sei isterica. Veda cosa hanno fatto anche con la Moratti: a Milano sembra che la colpa della sconfitta sia solo sua. Gli altri si sono defilati. Per non parlare della Carfagna. Io sono stata l'unica a difenderla quando fui attaccata in Campania da Cosentino e compagni. E anche adesso che Lehner, che è ossessionato da lei, l'ha criticata.

E però le altre donne del suo partito di solito tacciono anche rispetto a cose visibilmente offensive.
Si riferisce alla selezione della classe dirigente? Ha ragione, sì. Ma perché alcune di noi si sono ben accucciate sotto la coperta del potere degli uomini.
Ricapitoliamo, vi spiace? A febbraio, secondo la Biancofiore, il PdL era una specie di paradiso delle donne: ora, dopo appena tre mesi e mezzo, la deputata altoatesina abbandona il partito dicendo che è un inferno maschilista.
Che volete, si vede che se n'è accorta all'improvviso.

21 maggio 2011

Generatore automatico di cose che succederebbero a Milano se vincesse Pisapia

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20 maggio 2011

Ilda Curti, la donna più votata d'Italia

Lei stessa spiega perché:
Il mio comitato elettorale, intanto: nessuno dei ragazzi è iscritto al PD, molti meno giovani sono iscritti e arrabbiati, altri non ci pensano nemmeno, tutti amano la politica e si appassionano alla città. Viviana, Giorgia, Marco era la prima volta che facevano qualcosa di così esplicitamente politico. Altri non hanno nemmeno il diritto di voto.
Suad vive qui da 12 anni, è nata in Marocco ed è una torinese nei modi, nella pronuncia e nella puntualità. Valter è bosniaco, rom nato a Banja Luka e qui da quasi sempre. Non hanno la cittadinanza ma esercitano, da sempre, la cittadinanza. Quella attiva, appassionata, seria, intelligente. Andare con loro nei mercati e discutere insieme di immigrazione, paura, conflitto cambia la prospettiva, vi assicuro. La prospettiva della signora Maria, intanto. Che di fronte a questi ragazzi sorridenti, intelligenti e preparati si incuriosisce, sorride e discute. Poi ci sono stati Bocar, Abdelhaziz, Hakima, Aurelia, Mohamed, Fatima, Esmeralda, Mark, Eva, Ibrhaim, Amir, Younis, Sherif, Benko... così tanti che non li elenco nemmeno tutti.
C’è stato Faousi che ha ricordato ai suoi connazionali tunisini: «noi non abbiamo il diritto di voto ma abbiamo il dovere di far votare quelli che ce l’hanno e non lo considerano un valore. Noi subiamo le scelte della politica ma non possiamo decidere. Adesso tocca a noi, perché Torino è anche nostra». E allora ci sono stati volantinaggi spontanei ai mercati, incontri con i genitori italiani dei loro figli, con i compagni di università, con i connazionali con cittadinanza, con i vicini di casa. Ho partecipato a decine di incontri così: gruppi di 20, 30 persone con le quali ho discusso di politica, di Torino, di lavoro, di scuola, di futuro.
Sono andata ad un incontro organizzato da Mohamed: 300 persone, uomini e donne, e domande sulla partecipazione, il voto, la democrazia. Molti kebabbari avevano il mio materiale sul bancone e spiegavano ai clienti chi ero. E’ così che ho conosciuto due ragazzi giovani che hanno letto il pieghevole, sono andati sul sito, hanno visto dove trovarmi e sono venuti a conoscermi. Si sono incuriositi, mi hanno detto, perché non è usuale che il proprietario di un kebap si spenda così tanto per convincere a votare una del PD. Donna, per di più. I principali centri islamici della città hanno scritto una lettera in arabo e italiano ai 2.500 arabi con cittadinanza italiana. Cominciava così: «l’articolo 3 della Costituzione Italiana a Torino è programma politico».
Nella sede del Comitato – 15 metri quadri nel cuore di Barriera di Milano –il mitico Enzo insieme a Franco e gli altri che si alternavano hanno passato le giornate a spiegare come si vota a frotte di immigrati che venivano, chiedevano, cercavano di capire la differenza tra il voto in comune e quello in circoscrizione. I ragazzi di Via Agliè – il gruppo rap di Torino Nera – sono venuti a cantare al Lapsus insieme agli Architorti, a Furio de Castro e a tanti altri. Un mio conoscente che già mi avrebbe votato ha ricevuto il mio santino dai suoi collaboratori domestici filippini. Lo stesso è capitato alla mia amica Gianna a cui il pieghevole è stato portato dalla sua signora rumena. Sono stata votata dai datori di lavoro e dai dipendenti. Ciumbia di nuovo. Hakima ha parlato con tutti gli ambulanti del mercato dove lavora suo marito. I genitori di Fedoua hanno bussato alle porte dei loro vicini italiani e hanno spiegato che votare è importante. Esmeralda, travolgente Pasionaria intelligente e coltissima, è venuta con me in giro per la città e mentre distribuivamo materiale chiacchieravamo di arte e poesia. Le sisters, fantastiche suore di strada, hanno volantinato alle donne con cui passano i pomeriggi a cucire e parlare. I ragazzini multimulti di Barbara sono andati in giro in bici per il quartiere facendo il buca a buca. I balonari hanno organizzato una cena dove si è discusso di mercati, di DURC, di usato, di 121unisti che nessuno ricorda cosa siano a parte pochi di noi e loro. Poi c’è stato anche altro, tanto altro. Così tanto e così intenso che davvero sembra un concentrato di pomodoro che sta tutto nel tubetto e bisogna diluirlo.
[...] Io non so se le 1983 preferenze arrivano da questa rete. E non saprei nemmeno dire se una rete così si può improvvisare o, piuttosto, è quella intessuta nei tanti anni di immersione nella pancia della città. Io so che sulla parola “consenso” dovremmo riflettere a lungo e imparare a gestire anche le questioni scomode con un po’ più di coraggio e meno paura di perdere. E sulla partecipazione degli immigrati sarebbe bene, anche qui, essere un po’ più articolati e meno schematici. Perché non basta metterne qualcuno in lista per conquistarsi il titolo di partito aperto e multietnico.
Non serve scoprire due mesi prima delle elezioni che un botto di loro votano anche: a Torino circa 7.000 (esclusi i rumeni). Un numero simile a quello che ci ha fatto perdere le Regionali, per dire. Non è neanche detto che siano tutti di sinistra, tutti disponibili a votare, tutti interessati alla politica. Però sono parte dei nostri potenziali elettori e spesso sono molto più motivati alla democrazia di quanto non si possa pensare.
Vale per gli immigrati, per le donne, per i giovani: la partecipazione si attiva se si è convincenti, se ci si mette la faccia, se si aprono le porte, se si attivano reti e se si è disponibili a mettersi in gioco. Serve accogliere la voglia di partecipazione, serve far crescere classe dirigente. Serve tempo, cura e attenzione. Perché la prossima volta mi piacerebbe essere io a fare volantinaggio per Suad, Esmeralda, Valter o Aurelia. E morirei di soddisfazione a veder entrare Houda in Sala Rossa con il suo foulard colorato e la sua pacata intelligenza politica.
(via Ciwati)

Lo avete detto a quelli del sito?

Silvio Berlusconi tuona:
Basta insulti, abbiamo già sbagliato troppo.
Adesso manca solo che qualcuno avverta quelli del sito web, e poi siamo a posto.

19 maggio 2011

Generatore automatico di campagne elettorali pacate per le elezioni di Milano

Istruzioni: fare refresh per ottenere una nuova, pacata campagna elettorale per le elezioni di Milano

Non fermatevi

Un ladro di automobili, un amico dei violenti, un estremista, un amante della droga, un oggettivo pericolo, un amico di Hamas, e adesso pure un matto.
Avanti di questo passo finirò per credere che vinca sul serio.

17 maggio 2011

Lo ha detto Berlusconi

Le elezioni del 15 e 16 maggio sono elezioni amministrative, ma dobbiamo vincerle non solo per portare il buon governo nei comuni e nelle province, ma anche e soprattutto per confermare e rafforzare il nostro governo sul piano nazionale.
(...)
Vota e fai votare per il Popolo della Libertà: sceglierai così un buon sindaco e una buona amministrazione per la tua città, e con il tuo voto rafforzerai anche il nostro governo, che continuerà così a garantire a te, come a tutti gli italiani, la difesa dei tuoi interessi, dei tuoi diritti, della tua libertà.
Quelli che leggete qua sopra sono l'incipit e la conclusione del videomessaggio di Silvio Berlusconi per le elezioni amministrative.
L'incipit e la conclusione, dico, mica due passaggi incidentali qualsiasi; ed in entrambi, guarda caso, il messaggio cruciale è lo stesso: se vinciamo le elezioni amministrative il nostro governo nazionale verrà confermato e rafforzato.
Se la logica politica non è un'opinione, tuttavia, un'affermazione del genere ne implica necessariamente un'altra, che è il complemento ineludibile della prima e che recita più o meno così: se perdiamo le elezioni amministrative, il nostro governo nazionale verrà smentito e indebolito.
Berlusconi, ovviamente, si è guardato bene dall'esplicitare la seconda proposizione; essa, nondimeno, è venuta politicamente alla luce nell'istante esatto in cui è stata espressa la prima, prendendo corpo con altrettanta sostanza e identica forza: se è vero, come lo stesso premier ha sottolineato nel videomessaggio, che una vittoria avrebbe confermato e rafforzato il governo, non può non essere altrettanto vero, politicamente parlando, che una sconfitta lo avrebbe smentito e indebolito.
Ebbene, l'ipotesi inespressa è esattamente quella che si è verificata: il PdL ha perso le elezioni amministrative, e di conseguenza, stando a quanto espresso nel videomessaggio agli elettori, il governo nazionale ne esce molto più debole di prima.
Badate: non lo ha detto un blogger qualsiasi, né un esponente della sinistra che divora i bambini, e neppure un magistrato eversivo che vuole sovvertire il voto popolare, ma Silvio Berlusconi in persona; è lui che ha messo sul piatto delle elezioni amministrative la solidità e la credibilità del governo nazionale.
E' a causa delle sue stesse parole, non delle calunnie, delle menzogne e delle macchinazioni di cui parla sempre, che oggi il cavaliere dovrebbe dimettersi.

16 maggio 2011

Generatore automatico di reazioni del PdL al risultato elettorale di Milano

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Scenari elettorali

A occhio e croce le cose andranno così:
  • se a Bologna e Torino la sinistra vince al primo turno e a Milano e a Napoli si va al ballottaggio, quelli del PD diranno di aver vinto, ma quelli del PdL diranno che in realtà hanno vinto loro, perché in tempi di crisi tutti i partiti che governano il paese hanno una flessione alle amministrative, ma dati alla mano il loro calo è meno pronunciato di quello degli altri;
  • se a Bologna e a Torino si va al ballottaggio e a Milano e a Napoli la destra vince al primo turno, quelli del PdL diranno di aver vinto, ma quelli del PD diranno di aver vinto loro, perché l'occupazione dei mezzi di comunicazione da parte di Berlusconi è stata così massiccia che, dati alla mano, arrivare secondi è già stato un mezzo miracolo;
  • nel caso di scuola in cui in tutte e quattro le città uno dei due schieramenti dovesse prevalere in modo schiacciante sull'altro, con una percentuale di voti superiore all'80%, allora la coalizione soccombente potrebbe prendere in considerazione l'idea di ammettere di non aver esattamente vinto, pur riservandosi di svolgere considerazioni più precise una volta analizzato il voto nel dettaglio;
  • in tutti i casi appena elencati, quelli del terzo polo e i grillini diranno, dati alla mano, di aver vinto loro.
Così, tanto per darvi un'anteprima di quello che vedrete in tv nei prossimi giorni.

Una questione di civiltà

Io la vedo così: se uno è gravemente malato, non ritiene che abbia senso andare avanti e manifesta la volontà di farla finita, aiutarlo è un gesto di dignità, di solidarietà e perfino di amore.
Ragion per cui, se qualcuno vuole prendersela con il "turismo della morte", giri pure la testa verso quelli che girano il mondo cercando qualche minorenne indifesa da stuprare, verso quegli altri che vanno a destra e a sinistra espiantando organi umani ai disgraziati per venderli ai ricchi, verso quegli altri ancora che soffiano benzina sul fuoco in ogni angolo del pianeta per vendere bombe, fucili e mitragliatori.
Ma la pianti, una buona volta, di scagliare anatemi sui malati che chiedono di poter scegliere in prima persona sulla propria vita e su coloro che decidono di dar loro una mano.
E' una questione di civiltà, altro che turismo della morte.

15 maggio 2011

Quelli che il gay pride è una carnevalata

La foto di Daniela Santanchè che vedete qua sopra, con relativa didascalia, è tratta dall'ultimo numero di Io Donna.
Me ne ricorderò, la prossima volta che la sottosegretaria e i suoi colleghi di partito definiranno i gay pride delle carnevalate.

Preferisco l'arcobaleno

Anni fa, durante una cena con degli amici di famiglia, ho scoperto con non poca sorpresa che il padrone di casa era vittima di una fobia particolare: lui era terrorizzato dai nani. Di più, nella sua argomentazione parlava di "schifo nel guardarli", di orrore nel pensare che potessero esistere storie d'amore tra persone "normali" e "nani", della necessità di dotarsi di leggi per vietare questi matrimoni, che rischiavano di contaminare il genere umano, ed "amenità" del genere. In questo suo folle ragionamento era persino arrivato a teorizzare che l'evoluzione stessa degli esseri umani dimostrava che le popolazioni "incivili" erano di bassa statura, e che la progressione della civiltà portava innegabilmente un'innalzamento della statura. Aveva addirittura programmato dei quartieri, da costruire all'interno di ogni città dove far vivere i nani, studiati per le loro esigenze, un solo esempio per tutti: cosa se ne fanno i nani di appartamenti con i soffitti a tre metri? due sono sufficienti, perdinci! Tra le altre cose si scagliò contro una delle favole più amate dai bambini.. Biancaneve e i 7 nani. Favola che, secondo il suo pensiero era diseducativa, perchè i bambini potevano anche crescere con l'idea che un nano fosse una persona come le altre.
Immagino che la quasi totalità delle persone ritenga tutto questo perlomeno stupido. Questo episodio mi è tornato in mente ieri, leggendo della proposta di Giovanardi e Casini di vietare "The Sims", il videogioco, ai minori.
La mia prima reazione è stata una risata isterica, seguita da un turpiloquio interiore. Dopo però, la mente ha cominciato a vagare come mi era successo anni fa, pensando ad un mondo dove le persone basse non fossero mai esistite. La domanda a cui cercavo di rispondere era: che mondo sarebbe se davvero censurassimo gli omo i bi e trans - sessuali e tutto quello che a livello storico, economico e culturale hanno apportato?
Dovremmo abolire le favole di Andersen: il brutto anatroccolo, la sirenetta, i vestiti nuovi dell'imperatore, la piccola fiammiferaia, la principessa sul pisello, il soldatino di stagno (e tutte le altre); dovremmo proibire i libri, i film, le bambole e ogni altro derivato delle sue fiabe.
Dovremmo rinunciare alla bellezza dei versi di Byron, di Saffo, di Garcia Lorca, di Ginsberg, di Palazzeschi, di Rimbaude, Verlaine e Shakespeare, di Oscar Wilde, di Proust e della Dickinson. Bruceremmo le pagine di Capote, di Melville, di Tasso, della Yourcenar, di Mann e di Cocteau.
Non ascolteremmo più Tchaikovsky, Beethoven nè Cole Porter, Elton John, Joan Baetz, Freddy Mercury, Bernstein, e neanche Ricky Martin, George Michael, Michael Stipe (Rem).Non potremmo godere della grazia della Rubinstein o di Nuriev (sì, lo so che sono morti).
Chiuderemmo in una stanza le opere di Warhole, Keith Haring, basquiat, Frida kahlo e di Tina Modotti.
Per non parlare del cinema, che fine farebbero i film di Visconti di Almodovar o di Pasolini, di Gus Van Sant, Joel Schumacher, Ozpetek? E i film interpretati da Rock Hudson, dalla Garbo o dalla Dietrich, da Rupert Everett, Montgomery Clift, da Cary Grant, Rodolfo Valentino, cinthya Nixon (Miranda di sex&the city, Kelly McGillis (top gun), Jodie Foster?
Non dovremmo, forse, nemmeno più indossare abiti (o imitazioni, o ispirazioni da) di Valentino, Dolce e Gabbana, Gaultier, Versace!
E dovremmo persino cancellare dalla storia Adriano (non il calciatore, ma l'imperatore) e Alessandro Magno, Platone, Foucault, Erasmo da Rotterdam, la Regina Cristina di Svezia, Federico II di Svezia, Eugenio di Savoia, Umberto II di savoia, Anna d'Inghilterra, Edoardo d'Inghilterra, Ludwig II di Baviera, James I Stuart re di Scozia ed Inghilterra, Federico II di prussia (Federico il grande), Giovan Gastone de Medici, Eleanor Roosvelt..

Non so cosa ne pensiate voi, ma secondo me sarebbe un mondo un po' più grigio, povero. Sicuramente sarebbe un mondo dove si può vivere, biologicamente parlando, ma sarebbe davvero un gran peccato rinunciare a tanta bellezza..

Nota di Rossa: tanto per essere chiari.. So (anzi spero) che nessun politico in Italia ha mai azzardato una proposta di censura così radicale. So che alcuni dei nomi elencati potrebbero provocare malumori e pruriti di vario genere, ma abbiate pazienza e non soffermatevi sul particolare, l'esasperazione è parte del volo pindarico.

14 maggio 2011

FN e le donne. Una relazione complessa

Trieste, piazza tra i rivi, 13 maggio 2011
Che già da sola l'idea di ridurre le donne a una categoria da proteggere mi irrita e il fatto sottinteso che le donne italiane siano diverse dalle altre donne mi fa accapponare la pelle. Ma vedere l'ipocrisia becera di FN (formazione violenta, razzista, xenofoba e antisemita)mi fa veramente arrabbiare: all'interno del gruppo di quelle che loro chiamano le "nostre" donne (scritto più piccolo come ogni fregatura pubblicitaria) non rientriamo mica tutte, se non siamo fasciste, eterosessuali, bianche, italiane, vestite come piace a loro, non solo non possiamo beneficiare della loro protezione (di cui personalmente faccio volentieri a meno), ma potremmo essere tranquillamente insultate, picchiate, stuprate.

Come è successo a Bologna, ad esempio, dove un dirigente provinciale di FN, assieme ad altri militanti (tra le altre cose cantante e batterista del famosissimo gruppo "legittima offesa"), aggredisce alcune persone, tra cui una ragazza, colpevoli di alto tradimento: look alternativo e bonghi alla mano.

O come è successo a Milano, dove Giuseppe Jimmy Bua, ha minacciato con una mannaia, violentato e picchiato una donna italiana, di 40 anni per 13 (TREDICI) ore.

A Castelfranco veneto, invece, una studentessa di 18 anni viene aggredita su un treno. Ma se l'è sicuramente cercata, visto che canticchiava "Bella Ciao"..

Un'altra che "è causa del suo male" è Paola (no, non è il suo vero nome), 35enne che viene violentata a Torre del Lago sulle note di "Brutta lesbica"..

A Lucca una studentessa è stata aggredita da 7 prodi fascisti per aver partecipato ad un'assemblea sulle violenze fasciste, qualche anno prima, sempre a Lucca, due ragazze dell' l’associazione “Altro Volto – Lucca gay e lesbica” vengono circondate da militanti di FN e aggredite.

A Massa, i forzanuovisti si riuniscono in convegno per ascoltare un discorso di Fiore contro la pillola RU486 e la legge 194. quando alcune donne li contestano, loro le apostrofano con "stupratele, che tanto abortiscono"

Brescia, Doriana di Giovanni ha una lunga storia di aggressioni firmate FN, la sua colpa è essere lesbica.

Ora, la domanda è: "chi protegge le donne da forza nuova (e da tutti i fascisti)?"

13 maggio 2011

Una giornataccia, blogghescamente parlando

A quanto pare quelli di Blogger hanno avuto dei seri problemi con i dati, e quindi hanno dovuto riportare tutto il sistema al precedente punto di ripristino: ciò ha comportato, oltre al fatto che i blog della piattaforma -compreso questo- sono stati visibili ma inaccessibili quasi per tutto il giorno, la temporanea -dicono- cancellazione dei post e dei commenti pubblicati ieri.
Loro assicurano che tutto verrà ripristinato prestissimo: nel frattempo, sappiate che se non trovate più alcune delle cose che avevo pubblicato il motivo è quello che vi ho appena spiegato.
Saluti.
---
Update: a quanto pare adesso è tutto a posto. Meglio così.

12 maggio 2011

Curiosi accostamenti

Stavo rileggendo un istruttivo articolo del 25 marzo 2009 sul Corriere, quando mi sono imbattuto in questo curioso "accostamento": quando si dice l'ironia della sorte, eh?
Cliccare sull'immagine per ingrandirla.

Generatore automatico di accuse a Pisapia mentre suona il gong del confronto televisivo

Istruzioni: fare refresh per ottenere una nuova accusa a Pisapia

11 maggio 2011

E poi pisciano sulla tavoletta

Ricapitoliamo: oltre ad essere degli illiberali, dei coglioni e degli eversivi che si lavano poco, adesso viene fuori che quelli di sinistra sono anche "un po' curvi".
Manca solo che qualcuno ci riveli che pisciano sulla tavoletta, e poi le abbiamo dette tutte.

Una firma per salvare dal patibolo i gay dell'Uganda

Per farla breve, le cose stanno così: in Uganda, dopo esserci già andati vicinissimi una volta, stanno tentando nuovamente di approvare la famigerata legge che prevede la condanna a morte per gli omosessuali.
Siccome la cosa sta succedendo proprio in queste ore, e domani potrebbe essere tardi, chiunque volesse dare una mano a impedire questo scempio può firmare qua la petizione di Avaaz.
Io l'ho già fatto.

Buttateci fuori dalla UE

Io credo che un paese nel quale può succedere che a un individuo venga negato il rinnovo della patente perché è gay andrebbe espulso dell'unione europea per manifesta inadeguatezza ad appartenervi.
Se questa storia fosse confermata, fate il piacere di buttarci fuori: hai visto mai che in questo modo riusciamo a prendere coscienza del pozzo senza fondo in cui siamo precipitati?

Generatore automatico di attacchi igienici ai leader della sinistra

Istruzioni: fare refresh per ottenere un nuovo attacco igienico ai leader della sinistra

10 maggio 2011

E noi non gli credemmo

Grazie a Alessandro Barchiesi.

Voglia di cambiare

E così, tanto per fare una cosa nuova, ho cambiato ancora il template.
Come sempre, siccome uno che scrive un blog è per forza un tantino maniaco, l'ho fatto ponderando la questione come se si trattasse di trasferirmi in un altro continente: e come sempre il risultato piacerà a qualcuno, sarà più o meno indifferente a qualcun altro e provocherà dei brividi di disgusto a qualcun altro ancora.
Poi, tra un pochino, ci saremo abituati tutti, e il template nuovo di zecca diventerà il solito, quello di sempre, finché non arriverà il giorno in cui mi sembrerà vecchio e lo cambierò di nuovo.
Che volete, è la vita.

Generatore automatico di colpe dei pubblici ministeri con malattia associata

Istruzioni: fare refresh per ottenere una nuova colpa dei pubblici ministeri con malattia associata

09 maggio 2011

Quella che vuole abbassare i toni

Noi non vogliamo alzare i toni, noi li vorremmo abbassare.
(Daniela Santanchè, 29 gennaio 2011)
Guardi, vuole un nome? La Boccassini. Gliel'ho detto chiaro? Sì, è una metastasi.
(Daniela Santanchè, 9 maggio 2011)

Il luogo comune della reciprocità

Ho già avuto modo di scrivere qualche riga su questo argomento, ma coi tempi che corrono una riedizione integrata e corretta non mi pare affatto inutile.
Procedendo in rigoroso ordine alfabetico, i dati dicono più o meno quello che segue: in Algeria i musulmani sono il 99% della popolazione e ci sono tre cattedrali e due basiliche; in Azerbaijan il musulmani sono il 93% della popolazione e c'è una cattedrale; in Egitto i musulmani sono il 94% della popolazione e ci sono nove cattedrali e due basiliche; negli Emirati Arabi Uniti i musulmani sono il 96% della popolazione e c'è una cattedrale; in Indonesia i musulmani sono l'88% della popolazione e ci sono trentasette cattedrali; in Iran i musulmani sono il 97% della popolazione e c'è una cattedrale; in Iraq i musulmani sono il 97% della popolazione e ci sono tre cattedrali; in Pakistan i musulmani sono il 97% della popolazione e ci sono sette cattedrali; in Siria i musulmani sono il 90% della popolazione e ci sono nove cattedrali; in Sudan i musulmani sono il 70% della popolazione, un altro 25% è seguace di credenze locali e ci sono cinque cattedrali; in Tunisia i musulmani sono il 98% della popolazione e ci sono due cattedrali e una basilica; in Turchia i musulmani sono il 99,8% della popolazione e ci sono cinque cattedrali e due basiliche.
Evidentemente potrei continuare, ma credo che il breve elenco qua sopra sia più che sufficiente per porre a tutti una domandina dalla risposta per niente scontata: siamo sicuri che quando i nostri amici politici si riempiono la bocca con la parola "reciprocità" non cavalchino, almeno in parte, un luogo comune bello e buono?

Questa l'ho già sentita

Leggo sul sito del PdL che Silvio Berlusconi, giusto ieri, ha formulato un'innovativa proposta:
I team della libertà potrebbero cominciare a raccogliere le firme per arrivare ad una legge di iniziativa popolare che dimezzi il numero dei parlamentari.
Interessante. Però ho come la sensazione di averla già sentita, 'sta cosa.
Per esempio, a dicembre dell'anno scorso:
C’è già un’intesa sui principi fondamentali riguardanti tre questioni: l’aumento dei poteri del Presidente del Consiglio la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo.
Ma anche a marzo dello stesso anno:
Oltre alla riforma della giustizia, alle intercettazioni, al fisco e alla riduzione del numero dei parlamentari, Berlusconi promette di occuparsi anche dell'elezione diretta del presidente della Repubblica.
E pure a maggio del 2009:
Sto veramente pensando a un ddl di iniziativa popolare per portare i deputati a 300 e i senatori a 150.
Ma anche a marzo del 2009:
Proporrò una legge popolare per dimezzare il numero di parlamentari.
E perfino a marzo del 2008:
Il piano dell'ex premier prevede un nuovo assunto ogni 8-10 dipendenti che vanno in pensione, informatizzazione, eliminazione delle province dimezzamento del numero dei parlamentari, dei consiglieri regionali e comunali.
Si vede che ci sta pensando proprio bene, eh?

Uguale agli altri, checché ne dica lui

Meglio essere appassionati di belle ragazze che gay.
(Silvio Berlusconi, 1° novembre 2010)
At salut, buson!
(Beppe Grillo, 7 maggio 2011)

Per la serie: proclamarsi migliori degli altri è facile come bere un bicchiere d'acqua.
Esserlo davvero è tutto un altro paio di maniche.

08 maggio 2011

La reciprocità è il contrario del cristianesimo

Mi corre l'obbligo di comunicare ai sedicenti paladini del cristianesimo -da ultimo Berlusconi in persona- che sostengono di non avere nulla contro l'Islam, ma ribadiscono l'impossibilità di concedere libertà di culto ai suoi seguaci finché analoghi diritti non siano assicurati ai cristiani nei loro paesi, che porre la condizione della reciprocità per accogliere le istanze di un essere umano sta alla predicazione di Gesù Cristo come io, che soffro il mal di mare, sto alla barca a vela.
Sarebbe il caso di documentarsi almeno un pochino, prima di aprire bocca e dare fiato.

Oltretutto, pure questo

Le donne della sinistra sono brutte, dice La Russa: o quantomeno più brutte di quelle elette nel centrodestra.
Sarà bello lui, risponde la Bindi, ed oggettivamente ha pure ragione, perché di La Russa tutto si può dire, tranne che sia un figurino.
Ma il punto, evidentemente, è un altro.
Il punto è che essere costretti ad assistere ad un dibattito politico di questo livello toglie le parole, fa passare la voglia di occuparsene, induce l'irrefrenabile impulso di saltare a pie' pari le prime venti pagine del giornale e passare direttamente alle recensioni dei libri.
Bisogna fare uno sforzo bello grosso, per decidere che vale ancora la pena, nonostante tutto, di leggere ancora le fregnacce che dicono.
Oltretutto, ci tocca pure questo.

06 maggio 2011

Il problema non è la veglia, ma il Concordato

C'è poco da fare: la Chiesa Cattolica non ammette l'omosessualità. Ragion per cui, il fatto che la curia di Palermo abbia vietato di celebrare una veglia di preghiera per le vittime dell'omofobia non mi sorprende neanche un po'.
Anzi, vi dirò di più: se la Chiesa fosse quello che dovrebbe essere, ovvero un'aggregazione privata -e quindi autofinanziata- di persone che vogliono seguire tra loro determinate liturgie, la reputerei liberissima di escludere dai loro ranghi non solo i gay, ma anche quelli coi baffi a manubrio, i fumatori di pipa, i ballerini di liscio e i guidatori di utilitarie.
Il problema vero non è che la curia si rifiuti di pregare per gli omosessuali, ma il fatto che essa, in quanto espressione della Chiesa Cattolica, sia titolare di un'indiscutibile rilevanza pubblica -con annessi cospicui finanziamenti di vario genere- che le piove addosso dritta dritta dal Concordato.
Il punto, dunque, mi pare questo: lasciamo pure che le associazioni private escludano chi vogliono loro, ma facciamo in modo che esse rimangano esclusivamente, per l'appunto, private.
Fatela lo stesso, la veglia per le vittime dell'omofobia, anche perché nessuno ha il monopolio della religione, e non credo che qualcuno possa essere definito meno credente solo perché pratica la propria fede al di fuori di questa o di quell'altra organizzazione: però, quando l'avrete fatta, vedete di tornarvene a casa senza dimenticare che il nocciolo della questione è l'abrogazione del Concordato.
Dopodiché, ognuno faccia pure i cazzi suoi.

Generatore automatico di inni per movimenti disponibili a sostenere il governo

Elaborato insieme a questo individuo: fare refresh per ottenere un nuovo inno e cantarlo a squarciagola ascoltando l'originale

Aguzzini

Siccome l'argomento sembra tornato di stretta attualità dopo l'uccisione di Bin Laden e le polemiche sui metodi che l'avrebbero resa possibile, colgo l'occasione per ribadire sinteticamente come la penso: anche se torturare un uomo dovesse garantire alla collettività un significativo beneficio, consistente nel reperimento di informazioni utili a salvare vite umane, la degenerazione dello stato di diritto che quella stessa collettività subirebbe per il fatto di aver accettato la tortura come metodo praticabile costituirebbe un danno assai più grave del vantaggio ottenuto.
Non si tratta, badate, soltanto di parole: i "metodi spicci" per cavare di bocca alle persone quello che sanno sono vecchi quanto il mondo, e sono stati praticati abbondantemente da tutti i regimi, in modo tanto più spietato quanto più quei regimi erano indifferenti alla soppressione dei diritti umani e delle libertà fondamentali che spettano a ciascun individuo.
Pensiamoci, se non vogliamo trovarci nella singolare condizione di aver sconfitto tutti gli aguzzini, per poi dover scoprire che gli aguzzini siamo diventati noi.

Speriàm ca vèn Hitler

A quanto pare la nuova sanzione prevista da alcune aziende ferroviarie italiane per gli stranieri che non fanno il biglietto è un bell'augurio di finire nei forni crematori del Terzo Reich.
Si vede che certe esternazioni leghiste sui vagoni piombati hanno fatto scuola anche al sud.

05 maggio 2011

3 marzo 2008

Mi corre l'obbligo di ricordare che allora, se avanzavi qualche timida riserva, ti davano pure del disfattista.

Immigrazione: la strada verso l'uguaglianza

L'immigrazione nel nostro Paese è un fenomeno strutturale, è in crescita costante da anni e non si fermerà. Le ragioni sono molteplici: il naturale migrare delle popolazioni dalle regioni povere del pianeta verso i paesi più ricchi, nei quali potrebbero migliorare le proprie condizioni di vita e coltivare la speranza di dare ai propri figli maggiori possibilità di crescita intellettuale e opportunità di lavoro, ma anche i profughi di guerra e i profughi climatici. In linea di principio, in ogni caso, dobbiamo tener conto che la gran parte di coloro che migrano appartenevano, nei paesi di origine, alla classe media e alla piccola borghesia, per la nota ragione che il viaggio verso il futuro costa loro, non solo migliaia di chilometri, ma anche migliaia di euro. Il livello medio di scolarizzazione dei nuovi arrivati è infatti mediamente più alto di quello degli Italiani. Oggi, in Italia, risiedono oltre 5,3 milioni di immigrati regolari, ma l'integrazione di italiani e stranieri e la formazione di una nuova (multi)cultura sono ancora lontani. Non basta essere, come ora, un paese multietnico. Serve che si compia il passaggio verso un paese realmente multiculturale. Integrazione, infatti, non deve significare “assimilazione” del diverso alla nostra cultura, ma mescolanza, arricchimento delle reciproche diversità e, quindi, apertura verso l’arricchimento della cultura italiana grazie ai nuovi apporti delle diverse culture oggi presenti sul territorio. Il rischio di un percorso diverso dall’integrazione porterebbe la società del futuro ad essere un arcipelago di isole separate, più facilmente portatrici di conflitti sociali: gruppi e clan uniti dall’identità di origine o dalla propria confessione religiosa. Per raggiungere, invece, l’obiettivo di una civile e armoniosa convivenza, dobbiamo iniziare - da subito - a progettare la cittadinanza coesa del futuro. E poiché questa prospettiva ci vede necessariamente “mescolati”, dobbiamo costruire questo processo insieme, Italiani e stranieri, comportandoci già oggi come se fossimo il futuro che abbiamo in mente.

04 maggio 2011

Pallone e pallonate

A quanto pare Silvio Berlusconi, non contento di averlo già detto un paio di volte, ha trovato il modo di ripeterlo ancora:
Il presidente che ha vinto di più dopo di me è il grande Bernabeu del Real Madrid.
Ebbene, l'occasione mi è gradita per mettere a confronto le vittorie del Milan durante la presidenza di Berlusconi (dal 1986 ai giorni nostri) e quelle del Real Madrid durante la presidenza di Bernabeu (dal 1943 al 1978):
Milan di Berlusconi:
7 campionati nazionali (1988, 1992, 1993, 1994, 1996, 1999, 2004)
5 coppe dei campioni (1989, 1990, 1994, 2003, 2007)
3 coppe intercontinentali (1989, 1990, 2007)
1 coppa Italia (2003)

Real Madrid di Bernabeu:
15 campionati nazionali (1954, 1955, 1957, 1958, 1961, 1962, 1964, 1965, 1967, 1968, 1969, 1972, 1975, 1976, 1978)
6 coppe dei campioni (1956, 1957, 1958, 1959, 1960, 1966)
1 coppa intercontinentale (1960)
6 coppe del Re (1946, 1947, 1962, 1970, 1974, 1975)
Adesso, abbiate pazienza, come si fa a sostenere che uno ha vinto meno di te quando si è portato a casa otto scudetti in più, una coppa dei campioni in più, cinque coppe nazionali in più e solo due coppe intercontinentali -per la maggior parte consistenti semplicemente in una partita secca- in meno?
Chiunque, pur essendo completamente digiuno di calcio, mastichi un minimo di aritmetica, si rende conto che i successi del Real di Bernabeu sono molti, ma molti di più rispetto a quelli del Milan di Berlusconi: eppure il cavaliere, come se niente fosse, insiste a sostenere l'esatto contrario, ripetendo che il mitico presidente delle "merengues" ha vinto meno lui.
Almeno quando si parla di pallone ci si potrebbe astenere dalle pallonate, o sbaglio?