Dopo la partita Lippi ha detto due cose: primo, non siamo stati fortunati; secondo, potevamo fare di più.
Ora, io non so quale sia il concetto di fortuna a cui faceva riferimento il nostro CT: palo a parte, però (un palo è un po' pochino, a onor del vero, se giochi contro una squadra con una velocità media di tre chilometri orari), a me pare che siamo stati fortunatissimi, perché se a una decina di minuti dalla fine il ragazzone con le guance rosse avesse tirato qualche centimetro più a sinistra saremmo fuori dal mondiale senza manco poter recriminare chissà cosa.
Quanto al fatto che si dovesse fare di più, invece, sono d'accordo: si poteva provare a giocare a calcio, tanto per fare un esempio (avete presenti quelle cose tipo smarcarsi, sovrapporsi ai compagni, tenere la palla per terra, triangolare?), invece di limitarsi a buttarla nel mezzo dalla trequarti sperando di prenderla di testa in mezzo a un nugolo di energumeni con altezza minima di un metro e ottantacinque.
Montolivo è l'unico che abbia provato a ragionare: il resto è stato un guazzabuglio inguardabile di rimpalli, rimbalzi e iniziative più o meno estemporanee senza né capo né coda.
Poche idee ma confuse, insomma, a cominciare da quelle di Lippi, che deve aver pensato di risolvere una situazione in cui alle punte non arrivava un solo pallone giocabile mettendo dentro un attaccante dopo l'altro, come se il problema non fosse lo zero che succedeva qualche decina di metri più dietro: niente movimento senza palla, niente superiorità numerica e niente idee: in sintesi, niente calcio.
Se giochi così finisce per diventare un problema perfino la Nuova Zelanda.