
27 dicembre 2008
Costantinoparaben

26 dicembre 2008
Il calendario di Metilparaben
23 dicembre 2008
Istigazione al sabotaggio

Una cosa è certa: non mancano di inventiva [di Ivo Silvestro]

Sveglia!

22 dicembre 2008
Regala anche tu il Vaticanopoly

21 dicembre 2008
Il fondo del barile /8

20 dicembre 2008
Dottrina, rete e strategie [di Masque]
Partendo dall'assunto che c'è sempre una ragione alla base dei comportamenti umani e non volendo quindi scadere in un banale ragionamento accusatorio, mi sono trovato a riflettere sul perché la Chiesa Cattolica stia lottando contro moltissime idee ormai diventate di senso comune ed accettate dalla gente indipendentemente dalla propria fede. Su che cosa causi queste idee e su come la Chiesa stia cercando di combatterle e se la sua strategia di combattimento sia quella più efficace. Prendo in considerazione essa perché, da italiano, ne sono sempre costantemente immerso, ma credo che il discorso si possa applicare a qualunque religione occidentale.Nel mio ragionamento mi sono chiesto cosa ci sia in comune fra tutte queste idee combattute dalla Chiesa e cosa le causi. Indubbiamente, buona parte di queste idee derivano dal periodo illuminista, ma le idee, da sole, non hanno capacità di diffondersi e di entrare nelle menti delle persone. Le idee derivano dal confronto con persone e culture diverse, questo frase implica che l'idea debba avere qualcosa che la veicoli.
Osservando la realtà, si capisce chiaramente quanto queste idee diventino sempre più diffuse e, al contempo, quanto le tradizioni e le dottrine religiose, siano sempre meno seguite. La maggior parte dei credenti, non segue più nessuna dottrina per intero (con dottrina, forse in modo improprio, intendo la parte sociale e politica di una religione, mentre con fede ne identifico la parte spirituale e soprannaturale): ne tengono per buona quella parte che coincide o conferma il proprio senso comune, lasciando magari inalterata la propria fede. Di questo ne danno conferma tutti i recenti sondaggi popolari riguardo ai recenti casi di Eluana Englaro, dell'introduzione della pillola abortiva ru486 o della proposta di depenalizzazione del reato di omosessualità. In tutti questi casi, la quasi totalità del campione, pur autodefinendosi cattolico, aveva un'opinione diametralmente opposta a quella espressa dai rappresentanti della Chiesa Cattolica. Nella maggior parte dei casi, questo non genera nel credente alcuna sensazione contraddizione, tanto che non hanno problemi a definirsi cattolici, nonostante non seguano sia la fede cattolica, sia la dottrina. Solo pochi rarissimi individui possono dirsi cattolici a tutto tondo, conoscendo e seguendo sia la fede che la dottrina. Fede e dottrina infatti non hanno un legame strettissimo ed indissolubile, nascono per scopi diversi, tuttavia conservano dei rapporti.
I sacerdoti dovrebbero essere considerati seguaci sia della fede che della dottrina e sono loro infatti (i cui più alti rappresentanti vengono spesso interpellati dalla stampa), a scagliarsi contro tutto ciò che va contro la dottrina. Essendone i rappresentanti, costoro hanno il potere di condurre e correggere i pensieri di quei cattolici che sentono disagio nella propria coerenza, se non seguono sia la fede, sia la dottrina. Questi sono un buon bacino di persone indecise, che pur credendo in un dio, simile a quello insegnato dalla religione tradizionale del proprio paese, inconsciamente o razionalmente non ritengono giusta parte della dottrina, perché essa va in contrasto con i propri personali valori morali ed etici. Per lo stesso motivo, gli stessi non tengono in considerazione, ignorano, negano o cercano di razionalizzare i passaggi più controversi e cruenti del vecchio e del nuovo testamento.
I rappresentanti attualmente combattono varie lotte ideologiche, che vanno dalle questioni sull'aborto, la contraccezione, tutto ciò che riguarda la sessualità e sue sfaccettature ed in generale al controllo delle nascite, la famiglia, unioni e divorzi, fino alle questioni di fine vita come quella dell'eutanasia. Essi combattono i dettagli, le foglie dell'albero, mentre invece, per avere qualche possibilità di “vittoria”, dovrebbero andare a lavorare sulle radici. La loro strategia è quindi sbagliata, perché sul lungo periodo, non avranno mai la possibilità di continuare a dirigere, tramite la dottrina, il pensiero comune. I risultati di questa strategia sono evidenti a tutti: un continuo e costante allontanamento delle persone dalla dottrina (ma non sempre dalla fede, sempre per il discorso sulla sensazione di coerenza). Ciò che invece influenza il pensiero comune, è il confronto, il dialogo e lo scambio di idee. Questi meccanismi, innati nell'uomo per via della sua natura sociale, grazie al miglioramento delle condizioni di vita in seguito alla rivoluzione industriale, si sono potenziati sempre di più, passando dalla stampa, diventata poi sempre più a portata della gente comune, alla televisione, ed infine alla rete, attuale massima espressione delle possibilità di comunicazione globale. Mentre stampa e televisione sono unidirezionali, quindi preferiti nel caso si voglia essere sicuri che la propria idea venga veicolata senza possibilità di contraddittorio, la rete non ha questa caratteristica, ed è multidirezionale.
La comunicazione è dannosa per qualsiasi tradizione e dottrina. Mina alle radici sentimenti come il patriottismo ed il razzismo. Quando le persone hanno la possibilità di confrontarsi apertamente con altre persone di diverse idee e culture, vi è sempre una qualche forma di influenza reciproca. Spesso, è sufficiente la sola osservazione: non è necessario nemmeno il dialogo. Si viene a contatto con idee diverse, che prima ci era impossibile immaginare perché venivano escluse da altre idee che, al contrario, venivano date per scontate a tal punto da non rendersi nemmeno conto che non si trattava della realtà oggettiva, ma appunto, un'idea essa stessa. Se pensate che sia impossibile dare così per scontate le idee della religione e della tradizione del proprio paese, chiedetevi in che anno siamo, e quando vi risponderete “2008”, pensate a cosa significa quel “2008” e a quante volte pensate all'anno attuale senza pensare anche al suo significato. E questo è solo uno dei più banali e visibili esempi.
Quindi è il venire a conoscenza di idee diverse a mettere in pericolo la tradizione e la dottrina. La gente scopre punti di vista differenti, che ritiene corretti e sensati, e si domanda perché questi punti di vista non gli erano mai stati mostrati prima. Il modo sereno di concepire la realtà di un buddista, a confronto con il proprio senso di oppressione e colpa derivato dalle idee sul peccato e la minaccia di una punizione eterna, ad esempio. Ciò incrina sempre più la propria fiducia verso la tradizione e la dottrina. Questo è un processo di “meticciato culturale e idealistico” inevitabile e impossibile da fermare. Tuttavia, se le religioni dogmatiche volessero preservare le loro dottrine, dovrebbero contrastare in primo luogo la capacità di comunicazione ed osservazione delle persone. Questo sarebbe il metodo migliore per avere successo. Ciò, si sa, è già accaduto. La storia moderna, ad esempio, racconta delle alleanze fra le grandi religioni occidentali ed i più svariati regimi totalitari quali il fascismo, il nazismo ed il franchismo.
Ragionando su tutto questo, mi sono sorpreso, infatti, che i rappresentanti della chiesa non si siano ancora schierati contro uno dei mezzi attualmente più potenti per la comunicazione fra individui diversi di tutto il mondo, cioè la rete.
19 dicembre 2008
Stronzate

Quando si dice che uno se la va a cercare

Pronto?

18 dicembre 2008
I have a voracious appetite for the knowledge of evil [di Astrid Nausicaa, L'altro lato del letto]
In mezzo a tutta questa bella gente mancano all’appello George Bush e Joseph Ratzinger. Quale sarà il loro piatto preferito? Lo sapevate che Fidel Castro andava pazzo per i milkshakes al cioccolato, e nel 1963 la CIA tentò di assassinarlo proprio tentando di mescolare un’aspirina avvelenata nella sua bevanda preferita? Curioso, ma molti di questi leader sanguinari, plenipotenziari del male, avevano delle particolari fissazioni per il cibo e per l’alimentazione. Adolf Hitler, ad esempio, credeva che la via della salvezza dell’umanità risiedeva nel vegetarismo. Joseph Goebbels, il ministro della propaganda del Fuhrer, affermava: «An extended chapter of our talk was devoted by the Fuhrer to the vegetarian question. He believes more than ever that meat-eating is harmful to humanity. Of course he knows that during the war we cannot completely upset our food system. After the war, however, he intends to tackle this problem also. Maybe he is right». Curioso, paradossale. I dettagli li potete trovare su EvilCuisines.com, dove potete cimentarvi anche nel trivia quiz. Io ho realizzato 5 risposte su 7. You have a voracious appetite for the knowledge of evil, mi ha detto.
Daje de tacco, daje de punta

Dare credito a un falso storico, come la mancata opposizione della Chiesa alle leggi razziali, è una scelta ideologica e opportunistica.(Luca Volontè, deputato UDC, 16 dicembre 2008)
Guardandomi bene dal pure accennare alla totale abrogazione di una legge la quale secondo i principii e le tradizioni della Chiesa cattolica, ha bensì disposizioni che vanno abrogate, ma ne contiene pure altre meritevoli di conferma.(Luigi Tacchi Venturi, gesuita, consigliere del cardinale Luigi Maglione, Segretario di Stato Vaticano, 1943)
Babbo, Ciccio mi tocca! [Di Bloggerperfecto]

17 dicembre 2008
Partito Pneumatico, ovvero Vuoto Democratico

Secondo me bisognerebbe parlare di atto eversivo che annulla decisione Cassazione.Proprio mentre il messaggio parte dal mio cellulare, però, Simona mi informa che Marco è a Strasburgo e al momento non ha il portatile con sé: tuttavia, aggiunge, ha appreso la notizia, sulla quale sta già scrivendo un comunicato stampa. La dichiarazione di Cappato arriva dopo qualche minuto, e recita testualmente così:
Il cosiddetto atto di indirizzo del ministro Sacconi é in realtà un tentativo malriuscito di eversione della Costituzione italiana e di incitazione a violare le sentenze di tribunali italiani.Sorrido, anche se sul provvedimento del Governo da sorridere c'è ben poco. Dopo un'oretta il buon Cappato si riappropria del suo cellulare e ha modo di leggere il messaggio che gli avevo mandato; mi arriva un suo sms che recita:
Non avevo il cell con me. Sintonia politica allo stato puro. :-)Già, penso, sintonia politica allo stato puro, mentre decido di farmi un giretto sui blog per vedere come hanno commentato la vicenda i miei colleghi grafomani. Il primo che consulto, come mi capita spesso, è quello di Lalli & Regalzi, sul quale trovo un puntualissimo post di quest'ultimo che è intitolato, guarda caso, nel modo che segue:
Un atto eversivo.Direi che sarebbe il caso di ricapitolare. Succede che un Ministro della Repubblica adotti un provvedimento. Succede che detto Ministro appartenga allo schieramento di centro-destra, e quindi, almeno teoricamente, al partito di coloro che dovrebbero dirsi conservatori. Succede però che tre persone tra quelle che stimo di più (una sono io, una -oltre ad essere un mio amico- è il segretario dell'associazione in cui milito, l'altra è Giuseppe Regalzi, dei cui interventi ammiro da sempre la chiarezza e l'appropriatezza), ciascuna indipendentemente dall'altra, utilizzino la stessa parola per commentare quel provvedimento. Eversione. Ebbene, evidentemente viviamo in un paese nel quale l'eversione spetta a pieno titolo ai conservatori; e nel quale l'eversione stessa, probabilmente l'unica possibile in un posto disgraziato come questo, consiste in un tentativo di reazione senza precedenti, messo in atto da qualcuno che se ne strafotte allegramente della separazione dei poteri, della Costituzione e di altre menate del genere pur di leccare il culo al Vaticano, non tanto in omaggio a chissà quali precetti morali, quanto perché, a quanto pare, è l'unico soggetto che abbia ancora voglia di dire delle cose. Il resto, a parte i disperati come Capriccioli, Cappato e Regalzi (e pochi altri, per la verità), è un vuoto pneumatico che definire imbarazzante sarebbe un eufemismo degno della peggiore moderazione democristiana. C'è n'è abbastanza, questo è pacifico, per poter affermare che qualcosa non funziona: è sulla dimensione di quel qualcosa, tuttavia, che si dovrebbero aprire gli occhi; perché quel qualcosa, a volerla guardare con una certa oggettività, è una proprio cosa grossa assai. Almeno quanto un'altra cosa che si chiama Partito Democratico, a occhio e croce. Rifletteteci, se avete un paio di minuti liberi.
Tentativi disperati

Scrivi con Metilparaben sine die (o giù di lì)

16 dicembre 2008
Scusate l'intrusione, ma dovevo [di Metilparaben]
PRONI alla meta [di Firetrip]
Non sapendo più cosa fare per soddisfare i rappresentanti della teocrazia in merito alla vicenda ENGLARO il ministro Sacconi (del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali) redige un atto di indirizzo alle regioni che stabilisce che interrompere idratazione e alimentazione artificiale per le persone in stato vegetativo nelle strutture sanitarie - sia pubbliche che private - è illegale.
Una volta si arrivava nudi alla meta ora li definirei PRONI o, meglio ancora APPECORONATI!
In omaggio a tanta disponibilità il prode Bagnasco si è subito sentito in dovere di ringraziare tanta sollecitudine.
FIRETRIP

Tizio, Caio, Sempronio & me [di Bloggerperfecto]
Mi ha detto Tizio che gli ha detto Caio che Sempronio, guardando la pioggia scorrere a fiumi sui vetri della sua stanza, dondolava la testa come trasportato da una musica che solo lui audiva. Allora ho chiesto Tizio di chiedere a Caio di domandare a Sempronio se non fosse stato il rumore stesso della pioggia la musica alla quale si abbandonava.
‘Proprio così’ aveva risposto Sempronio a Caio e ‘proprio così’ aveva riferito Caio a Tizio e Tizio a me.
Come dio comanda [di 'O Munaciell']

Finalmente Libero [di Gerardo90]
Sapete, è proprio davanti alla debolezza del singolo individuo che viene fuori la forza della collettività, e questa è compatta, irremovibile, cosciente, soprattutto quando si parla di libertà e diritto all'autodeterminazione. Purtroppo, in uno stato come il nostro, molto spesso gli ideali della collettività vanno a contrapporsi agli interessi di quei pochi che giocano con gli equilibri tra i poteri forti, senza pensare che il potere più forte è quello del popolo...
Ma si sa, meglio lasciar fare alla classe dirigente, perché se il popolo dimostra la sua forza, i politici sono costretti a cambiare i loro schemi minuziosamente progettati per il beneficio di pochi. Perché dico questo? Perché non è giusto che, dopo anni di lotte e di conquiste, il tutto debba ridursi ad un dialogo tra governanti ed ecclesiastici. E ciò si vede soprattutto nel caso di Eluana Englaro, una giovane vita mutilata nella fisicità, ma non nello spirito. Il corpo si butta, ma l'anima è eterna, e se il corpo è irrimediabilmente danneggiato non c'è ragione di costringere un angelo a restare senza ali. Proprio a questo proposito ho scritto una poesia, che non vuole assolutamente essere un elaborato tecnico e metricamente perfetto, ma un messaggio che viene dal cuore, dal cuore di chi soffre vedendo che le sofferenze altrui persistono sia nel corpo che nello spirito. Perché non dimentichiamo che la libertà non è un valore aggiunto, ma un valore intrinseco, innegabile e assolutamente non negoziabile, il diritto di vivere è anche decidere di morire per non soffrire inutilmente, visto che non c'è alcuna speranza che Eluana si risvegli.
La poesia si intitola Finalmente Libero
Finalmente Libero
Soffro molto nell'attesa
la mia vita è ad un filo appesa,
alimentata dalla corrente...
La mia voce più non si sente!
Vivo qui da quando ero bambino,
con mio padre sempre vicino,
eppure lo sento distante,
e trovo la cosa un po' irritante.
Certo, se potessi per una volta parlargli
e un cenno d'assenso mostrargli,
mi libererebbe dalla mia condizione,
che in lui desta tanta preoccupazione.
Eppur mi trovo qui a soffrire,
e mi chiedo: non è meglio morire?
Non posso esprimere il mio dissenso,
e a tutto ciò non riesco a dare un senso.
La questione ora è causa mondiale,
se la mia vita molto o poco vale,
c'è chi vorrebbe la mia liberazione,
e chi preme per la mia incarcerazione.
Io sono un angelo, di quelli senza ali,
bistrattati e malvoluti proprio in quanto tali,
ma per la chiesa la mia vita troppo vale:
è lo strumento per fare a tutti la morale.
Mi chiedo come può un Dio,
che è vostro, ma anche mio,
predicare tanta saggezza,
ma procurarmi tanta tristezza?
La risposta l'ho trovata,
dopo averla a lungo cercata,
era dentro le mie emozioni
e non dentro le intubazioni.
Ora posso essere contento,
ho ottenuto in me un chiarimento.
Non vedo l'ora di spiccare il volo,
con nuove ali, finalmente solo.
Davanti a me vedo la luce,
devo solo capire dove conduce,
ora finalmente sono felice,
e la mia anima gioiosamente dice:
"...Sul palco è calato l'agognato sipario,
non soffrirò più quell'orrendo calvario.
Dal paradiso terrestre via sono andato,
e l'oscurità mi ha finalmente abbandonato..."
Santo bevitore [di Turing]

15 dicembre 2008
La morte e la pietà [di Eugenia]
Erano ben trentaquattro, a quanto lessi, le Associazioni che hanno ricorso a livello Europeo contro la decisione della Cassazione sulla vicenda tristissima di Eluana Englaro.
Avrei voluto ricorrere anch’io, contro quella sentenza. Ed avrei portato in giudizio, per estrema, totale crudeltà mentale e per delitti contro l’Umanità, anche tutti i rispettabili Membri di quelle rispettabili Associazioni. Assieme ad essi avrei voluto vedere sul banco degli imputati, anche Monsignor Fisichella e tutti i suoi méntori. Ed anche tutti gli Italiani senza palle, egoisti, indifferenti alle sofferenze altrui, pronti al compromesso che disseta ma non sfama le coscienze, come sempre nella loro storia secolare di Poeti ed Eroi.
E di Vigliacchi senza cuore né cervello.
Per tanti versi credo nella metafisica. Ma quando si tratti di argomenti di importanza capitale per la vita ed il destino dell’Uomo, preferisco affidarmi alla fisica. Che è fallace, beninteso. Che quando sia mal usata può produrre danni spesso incalcolabili. Ma che è capace di fornirmi dei riscontri cartesiani assai vicini, nella norma, all’affidabilità più estrema.
Se la Scienza sperimentale, una volta portata la sua opera di indagine alle più estreme conseguenze, mi dice che una mente è morta definitivamente, irrecuperabilmente, non posso che crederle.
In caso contrario, e nella fattispecie, salta per aria tutto il Sistema che consente, ad esempio, i trapianti d’organi e, legati ad essi, la salvezza di vite umane, di padri e di madri e di affetti, e di menti di altissimo livello.
Il Vaticano crede, alla Scienza. Perlomeno in linea di massima e purchè segua un certo fil rouge, quello con cui è intessuta la Fede. Mi sembrerebbe davvero strano il contrario, considerate alcune figuracce storiche come quella che ha visto protagonista tal Galileo Galilei nella veste di Controparte della Chiesa ufficiale.
Ma quando "Nostra Santa Madre" trova il sia pur minimo appiglio per far rientrare in gioco la sullodata metafisica a gloria ed onore del suo impianto ideologico dottrinale e sfruttando la presenza di difficoltà di indagine totale, essa non si lascia sfuggire certo l’occasione.
Nel caso di Eluana è successo esattamente questo: la Scienza dice con assoluta sicurezza che la ragazza non c’è più. C’è un involucro, un mero strumento.
Ma lei, l’Eluana che pensava, che amava, che soffriva, quell’Eluana non c’è più.
E’ un po’ come quando si possiede un’automobile: sinchè ci stai dentro, puoi immaginare che la macchina più te alla guida, siate un’entità unica.
Ma se scendi da quello strumento concepito per viaggiare, allora basta, finito.
Tu riprendi tutta la tua identità di uomo-e-basta, la macchina finisce dallo sfasciacarrozze.
Il bello è che proprio la Chiesa ha tra i suoi princìpi basilari quello per cui il corpo umano ha solo un significato, come dire, di servizio. Ma ciò che identifica l’Uomo come tale agli occhi di Dio, essa afferma, è il suo spirito, l’intelligenza. L’anima, appunto. Che è immortale.
Che anche se privata del corpo, dell’esistenza sulla Terra, non scompare nel Nulla, ma si confonde con la Divinità.
Su cosa gioca, adesso, la Chiesa? Improvvisamente, l’elettroencefalogranmma piatto, quello strumento che è sempre stato considerato il detector fondamentale del sussistere di una qualsiasi attività cerebrale, agli occhi della Gerarchia perde del tutto il proprio significato, e la Scienza cade in errore, se gli affida il compito di stabilire un discrimine tra la vita e la morte. Viene sollevata, dai Monsignori di vario genere e classificazione, l’ipotesi secondo cui, in qualche modo, in qualche segreto recesso della massa cerebrale, malgrado appiattimento di quell’ecg, ancora sopravviva un fremito di coscienza, tale da far ritenere che quello spirito, quell’intelligenza, quell’anima non ha ancora abbandonato il corpo che l’ha ospitata per tanto o poco tempo. Non è facile conciliare queste tesi con l’accondiscendenza totale del Magistero nei confronti del trapianto di organi. Si tratta forse di un problema di relativismo, quella cosa oscena contro la quale non mancano di scagliarsi i Teologi? O forse si tratta di sano pragmatismo, tale da indurre l’accettazione di un prelievo che causa, in ogni caso, la morte anche fisica di una persona – intesa nel senso della fine anche dell’attività respiratoria – perchè quel sacrificio consente il salvataggio di un altro essere umano?
Ma non si parlava (non parlavano…) un tempo della definizione senza compromessi di un impianto morale che non ammette deroghe? E dove è finito, tutto ciò?
Beh, a questo punto, constatiamo che per ciò che riguarda una grandissima quantità di persone, di cittadini, una scelta, ormai, è stata fatta. E sorge un altro problema, questo si, a mio parere, molto grave.
Per via di tutte quelle cose che ho scritto più sopra e che connotano l’Italiano medio - soprattutto per ciò che riguarda l’egoismo, il sostanziale disinteresse nei confronti di coloro che soffrono, la vigliaccheria - sta passando piuttosto sotto silenzio un fatto davvero tremendo: Eluana morirà d’inedia e di disidratazione. Il suo sistema nervoso, anche se non a livello di un’inesistente coscienza, reagirà. In qualche modo, soffrirà, e non poco. E su questa cosa orribile, la Chiesa assume un rilievo solo marginale. Perché chi agisce in tal modo non sono solo i Cattolici, ma anche e soprattutto tutti quei laici che chiacchierano con grande entusiasmo, ma che al momento di assumersi delle responsabilità importanti, come si dice “si passano”. Dunque, la ragazza o meglio, il suo involucro fisico morirà di fame e di sete.
Un buon Cattolico obietterà di certo: “Ecco, questa è la dimostrazione che quel corpo deve essere nutrito, idratato, a qualsiasi costo.
Qualsiasi.
” Ma non è così: la sofferenza che deriva dal non volersi arrendere all’evidenza, anche se mediata, è sempre di un’atrocità senza pari. C’è un Padre che soffre, psicologicamente e fisicamente, da una quantità incredibile di anni. Sta soffrendo. Soffrirà ancora abbastanza a lungo da correre il rischio di perdere la ragione, malgrado tutto.
Ecco dov’è la vigliaccheria, ecco dove sta il compromesso privo di sentimenti.
Le varie Corti di Giustizia hanno scelto di fare in modo da lavarsi le mani del sangue di quella Donna giusta.
Ponzio Pilato docet.
Non possiamo parlare di eutanasia apertamente, perché altrimenti si scatena un putiferio. Lasciamo, semplicemente, che Eluana muoia così, aspettando il momento nel quale il suo fisico collasserà definitivamente.
Non va bene, proprio no. Se il problema deve essere affrontato, non può esserci neppure un minimo di ipocrisia, alla base di un qualsiasi provvedimento in materia. Non stiamo parlando di Presidenze di questo o di quell’Ente: è l’Uomo stesso, nella sua più alta accezione, è il suo destino, ad essere in gioco, quel poco di vita positiva che è il suo diritto minimo. Non c’è bisogno, di sparare nel petto di una persona per farla morire dissanguata, se si ritiene che la sua vita debba considerarsi conclusa. E non c’è nulla di male - ciò premesso, s’intende – se la fine del viaggio trovi origine in una siringa piena, ad esempio, di morfina, che risolve il problema senza comportare sofferenze. Dopo un tempo assai piccolo, la morfina addormenta. Ed in dosi massicce, non ci sarà mai più un risveglio.
Certo, tutto ciò è difficile da accettare, perché si tratta di concetti che nel nostro mondo, quello cui siamo abituati, sono assolutamente desueti. Ma va affrontato il fatto, credo, che ci si trovi, nell’affrontare il problema, su di una linea di confine: devi scegliere da quale parte stare. Sostare in mezzo al guado significa solo continuare a generare sofferenza.
Ma in un senso o nell’altro, per risolvere questa cosa comunque tristissima una volta per tutte, non possono servire esitazioni o mezze misure.
Eugenia
Il compleanno della mia mamma [di GC - Giovane Coscioniana]
Domani mia mamma avrebbe compiuto 61 anni. Ma il condizionale è d'obbligo, perchè nel 2006, in un intervallo che tutti hanno definito brevissimo, un tumore se l'è portata via.
Per quel che mi riguarda però, questa dicitura del “portar via” non ha altra valenza se non quella della locuzione grammaticale, perchè nella lotta contro la malattia l'unica vincitrice è stata solo e soltanto lei, mia madre, che con indescrivibile dignità ha saputo vivere il suo solitario dolore, fronteggiando i colpi di bastone che alle sue speranze di “malata” ogni giorno venivano inflitti da più fronti...
Questo post è un modo per farle gli auguri.
Ho conosciuto l'Associazione Coscioni nel 2005, in occasione dei referendum per la fecondazione assistita, ma fu un interessamento che, per quanto profondo, non mi spinse ad approfondimenti che andassero al di là dei temi posti all'attenzione dalle consultazioni popolari.
Poi, dopo meno di un anno, la possibilità maligna offertami dalla vita di confrontarmi con la malattia, col dolore, con la sofferenza mentale e spirituale e infine con la morte della persona più cara che avessi, mi spinsero a interrogarmi ulteriormente.
E con il cosiddetto “caso Welby”, finalmente, tutti i nodi vennero al pettine.
Vissi quella storia con incredibile empatia, con indescrivibile trasporto. Litigavo con coloro che s'infastidivano alla vista del corpo immobile di quell'uomo, a mio avviso soltanto spaventati da quei suoi occhi ineluttabilmente vivi. M'inorridivo alle dichiarazioni vaticane e al contempo mi convincevo che tutti coloro che si arrogavano il diritto di imporre il “che fare” a quella persona ed alla sua dignitosa sofferenza, non avevano mai guardato al dolore da vicino.
La mia mamma è morta in fretta, per quanto veloce possa essere una morte. Ma vedere la sua vita fuori dalle sue mani e dipendente dalle parole dei medici, dalle azioni degli infermieri, osservarla giudicata dagli occhi compassionevoli di coloro che passavano e le gettavano uno sguardo, senza conoscerne la tempra, il coraggio, la forza e la vita, mi ha fatto pensare e probabilmente anche capire qualcosa.
Mi ha fatto pensare che non è con i dogmi che si difenderà la vita, nè sarà con l'assolutismo che Santa Romana Chiesa riguadagnerà terreno (posto che a questo punto possa ancora riuscirci).
Mi ha fatto pensare che gli interessamenti, gli “sbracciamenti” e le strenue prese di posizioni della Roccella, del Vespa, o del Buttiglione di turno sapranno sempre soltanto gridare vendetta di fronte al dolore di quelli che, al contrario di loro, non potranno mai stracciarsi le vesti in televisione, costretti alla duplice censura della malattia e dell'informazione clericofascista del nostro paese.
Mi ha fatto pensare che è fondamentale e doveroso restituire voce a coloro che gridano dalla prigione del loro letto, o di una macchina, perchè a parlare siano i diretti interessati e perchè proprio da loro provengano le proposte per una riforma del paese nel settore della ricerca scientifica e della sanità.
Non so cosa avrebbe detto mia mamma oggi, di tutto questo abbaiare che si fa intorno alla vita della gente. Era cattolica, ma di un credo tutto suo che ben poco aveva da spartire con le parole dei monsignori ricoperti d'oro che oggi colonizzano giornali e tabloid.
E mi piace pensare che oggi sarebbe d'accordo con me. E che se non lo fosse, passeremmo le ore a scornarci in una nostra, piccola, personale, battaglia di libertà. Auguri, mamma.
Una volta ho sparato ad un alce [di Astrid Nausicaa, l'altro lato del letto]
Questa è assolutamente da non credere. Abbattei un alce, un giorno. Andavo a caccia, su, verso il confine col Canada, e abbattei un alce. Lo lego al parafango, e via. Me ne torno a New York, sull’autostrada. Però non mi ero accorto che l’avevo colpito di striscio: l’alce era solo tramortito. Alle porte di New York comincia a riprendere conoscenza. Eccomi dunque a viaggiare con un alce vivo sul parafango, laddove c’è una legge nello Stato di New York che lo vieta espressamente - di viaggiare con un alce vivo sul parafango - il martedì, il giovedì e il sabato. Vengo preso dal panico.
Allora mi sovviene che un mio amico dà una festa in costume, quella sera. Prendo una decisione: vado e ci porto l’alce. L’imbuco e me ne lavo le mani. Detto e fatto. Arrivo e busso alla porta con l’alce appresso. Il padrone di casa ci accoglie sulla soglia. “Ciao”, gli faccio, “conosci i Solomon?”. Entriamo. L’alce socializza subito. Non se la cava mica male. Tanto più che un tale cerca, con una certa insistenza, di vendergli una polizza d’assicurazione.
A mezzanotte c’è la premiazione per i costumi più belli. Vincono il primo premio i coniugi Berkowitz, travestiti da alce. L’alce arriva secondo. Come monta su tutte le furie! Lui e i coniugi Berkowitz si prendono a cornate, lì, in salotto. Si tramortiscono a vicenda.
Ecco, dico fra me, il momento opportuno. Acchiappo l’alce, lo lego al parafango e via - torno nei boschi. Sennonché ho agguantato i coniugi Berkowitz. Ed eccomi a viaggiare con due ebrei sul parafango. Laddove vige una legge nello Stato di New York, per cui ciò è severamente vietato il martedì, il giovedì e soprattutto il sabato…La mattina seguente, i coniugi Berkowitz si risvegliano nel bosco in costume da alce. Di lì a poco il consorte viene abbattuto, imbalsamato ed esposto, come trofeo di caccia, al Circolo Atletico di New York. È da ridere, veramente, perché a quel club non sono ammessi gli ebrei.
I shot a moose once, Woody (1978)
Breve racconto simbolico con morale poco chiara all'autore stesso [di Aioros]
L'altro giorno ero in fila alla posta: la macchinetta dei biglietti non funzionava, per cui ero in fondo al classico serpentone sbuffante pieno di vecchietti e casi umani assortiti. L'unico sportello attivo era occupato da più di mezz'ora da un ragazzo senegalese che aveva qualche difficoltà a comunicare con lo scazzatissimo impiegato - e che non sembrava per nulla vicino alla risoluzione del suo misterioso problema - quando un tizio all'inizio della coda ha borbottato "quanto ci mette il negro di merda".Immediatamente un signore ben vestito sulla sessantina si è voltato ed è partito con l'ovvia sequenza - "ma come si permette", "lei è un razzista", "si vergogni", eccetera. E' stato allora che ho capito tutto. "Ehi", faccio al signore, "si vergogni lei. Lo insulta solo perché la pensa diversamente sui negri: in effetti si sta comportando proprio come un razzista". Interviene una ragazza più avanti e mi grida, "ma stai zitto, non vedi che anche tu stai discriminando quel signore solo perché discrimina i discriminanti?", al che ho risposto semplicemente "che ne sapete voi femmine". Il primo tizio si è scaldato: "cretino, bisogna avere rispetto per le donne!", un altro ha gridato "bisogna avere rispetto anche per chi non le rispetta!" e cinque minuti dopo erano tutti a menarsi fuori, io ero il primo della fila e del senegalese nessuna traccia.
La Casa di Tonia [di Malvino]
Vi sarà certamente capitata sotto gli occhi la carrellata di volti noti e meno noti del mondo artistico napoletano prestati allo spot televisivo de La Casa di Tonia, iniziativa dell’arcivescovo di Napoli, il cardinal Crescenzio Sepe. Per intenderci, è quello nel quale Beppe Barra (se non lui, un altro tra gli altri) dice: “L’idea è robba di Sua Eminenza”, o qualcosa del genere, comunque con tono molto caldo e complice. Spot fighissimo, chissà quando sarà costato spararlo così spesso e in fasce orarie solitamente salatissime. Cioè: chissà quanto sarà stato scontato, perché caritatevolmente indirizzato. L’iniziativa, infatti, invoglierebbe.Si tratta di costruire – recita il sito web de La Casa di Tonia – “un asilo nido multietnico intitolato a Tonia Accardo, madre coraggio di Torre del Greco morta a causa di un tumore non curato per portare a termine la gravidanza e consentire alla sua bambina di nascere”. In tv non c’era tempo per spiegare chi fosse Tonia, c’era da chiedere l’euro tramite sms (l’obolo, a differenza dell’ovulo, può servirsi della Techne).Tutto molto bello, ma se il mio euro servisse a pagare proprio la targa sulla porta dell’asilo, intitolata ad un esempio di vita ch’io non condivido?Soprattutto, a voler sollevare una questione ingenua fino all’insultante: con un solo pezzo del tesoro di San Gennaro quanti asili si possono costruire per intitolarli a tutte le sante preferite? Ma dove sta scritto che solo lo Stato può dismettere e la Chiesa mai? Pure la regina Elisabetta ogni tanto mette all’asta qualche chincaglieria per benificenza. La monarchia vaticana è quella che ha la manina più rattrappita sui propri gioielli. I principi della Chiesa scenderanno mica nottetempo in duomo per indossarli?Ecco, visto? Si finisce con l’usare argomenti da anticlericali di stampo ottocentesco, di fronte a un clero di stampo ottocentesco.
Lorenzo, simpatico rompiscatole [di Poverobucharin]
Lorenzo Milani mi ha sempre fatto simpatia, ma è la simpatia che si può provare nei confronti di un amico fidato ma un po' stronzo, uno di quelli che prenderesti a pugni e abbracceresti con la stessa passione.
Sì, perché Milani è il rappresentante di un cirstianesimo cazzone e cazzuto.
Cazzone, perché per giustificare una presunta compatibilità fra cristianesimo e democrazia, arriva a fare dire a Paolo di Tarso che bisogna ubbidire al padrone anche se cattivo, ma non se ordina cose cattive (salto mortale con doppio avvitamento).
Cazzone, perché avvicinandosi al pensiero socialista e a quello democratico trascura completamente quello liberale, approdando così ad una concezione assoluta della verità, un po' indigesta per chi si fida del meccanismo popperiano di falsificazione.
Cazzone perché trascurava la dimensione ludica dell'apprendimento.
Cazzuto perché era arrivato ad un concetto di laicità delle istituzioni che possiamo benissimo sottoscrivere.
Cazzuto per le critiche al concetto di autorità, anche se richiò concretamente l'eresia (e da eretico mi sarebbe stato ancora più simpatico.
Cazzuto perché, seppure per vie traverse, delinea un concetto di persona che con un po' di sforzo si può intendere come individuo.
Mi piace dunque il cristianesimo di Milani? No, ma mi sta simpatico chi rompe le palle, e lui in questo era maestro.
Quando si dice preoccuparsi per le donne [di Galatea]
Il ministro Carfagna si è detta preoccupata perché la pillola abortiva può avere effetti nocivi per la salute delle donne.Non si tratta, beninteso, di moralismo, ma di una motivata e assolutamente innocente ansia per evitare che alle donne possa essere prescritta, da medici laicisti e senza scrupoli, una medicina potenzialmente pericolosa per la loro salute.
Strano, però. Si preoccupa solo per la pillola del giorno dopo. Mica che si preoccuppi per un possibile abuso nelle prescrizione di aspirine...
14 dicembre 2008
Combattiamo la discriminazione con la musica: Freddie Mercury [di Mariuzzoweb]
Sebbene sia stato aspramente criticato,Freddie Mercury,cantante del gruppo rock Queen, simboleggia ancora oggi un modo di vivere l'omosessualità in maniera del tutto normale.
Temendo infatti perdite affettive da parte dei fans e della famiglia,Freddie non rivelò mai apertamente la sua omosessualità;gli anni in cui visse erano si gli anni delle prime "mode" gay,ma in quanto personaggio pubblico, preferì mantenere la sua vita privata lontano da occhi indiscreti.
Una testimonianza del suo combattuto stato d'animo si può leggere fra le righe della famosissima canzone Bohemian Rhapsody,di cui pubblico qui di seguito il video e il testo tradotto,cosicchè arrivi anche ad i non anglofoni il messaggio.
È questa la vera vita, è questa solo fantasia?
Perso in una frana, senza scampo dalla realtà
Aprite gli occhi, alzate lo sguardo verso il cielo e vedrete
Sono solo un povero ragazzo, senza bisogno di comprensione
Perché mi faccio trasportare facilmente
Un po' su, un po' giù
Comunque il vento continua a soffiare, a me in realtà non importa
Mamma, ho appena ucciso un uomo, ho puntato una pistola alla sua testa
Ho premuto il grilletto, ed ora è morto, mamma
La vita era appena iniziata, ma ora io l'ho gettata via
Mamma, ooh
Non volevo farti piangere
Se non sarò tornato domani a quest'ora
Va' avanti, va' avanti, come se niente fosse accaduto
Troppo tardi, è giunta la mia ora
Ho i brividi lungo la schiena, il corpo duole in continuazione
Addio a tutti, devo andare
Devo lasciarvi tutti e affrontare la verità
Mamma, ooh, non voglio morire
A volte desidererei di non essere mai nato
Vedo una piccola sagoma d'uomo
Spaccone, spaccone vorresti ballare il fandango?
Fulmini e saette, molto, molto mi spaventano
Galileo, Galileo Galileo, Galileo
Galileo figaro, magnifico
Ma sono solo un povero ragazzo e nessuno mi ama
È solo un povero ragazzo di una povera famiglia
Risparmiate la sua vita da questa mostruosità
Uno che si lascia trasportare facilmente, uno semplice, mi lascerete andare
Per l'amor di Dio! No, non ti lasceremo andare - Lasciatelo andare
Per l'amor di Dio! Non ti lasceremo andare - Lasciatelo andare
Per l'amor di Dio! Non ti lasceremo andare - Lasciatemi andare
Non ti lasceremo andare, lasciatemi andare - Mai
Mai lasciarti andare - Lasciatemi andare, non lasciatemi andare mai, ooh
No, no, no, no, no, no, no
Oh mamma mia, mamma mia, mamma mia, lasciatemi andare
Belzebù ha messo un diavolo da parte per me, per me, per me
Così pensi di potermi lapidare e sputarmi in un occhio,
Così pensi di potermi amare e lasciarmi morire
Oh bambina, non puoi farmi questo, bambina
Devo solo uscire, devo solo uscire di qui
Oh sì, oh sì, niente m'importa veramente, chiunque può capirlo
Niente è veramente importante, niente m'importa davvero
Comunque il vento continua a soffiare
Mario Guagliardo
I’ll come running to see you again [di D.]
"Bella Dani, pensavo che la colazione più glamour della mia vita rimanesse quella che ebbi a Essaouira una decina di anni fa con Nick Cave, e invece no !!!
Stamane, ore 9.20, Bar (infinita) Tristesa, from Opera (Mi): Claudio Agostoni !!!"
Questa è una mail del Panz che mi è arrivata stamani.
Ve ne ho mai parlato? Del Panz, dico.
Lui e il Bepi sono i miei due colleghi.
Limitartli a 'colleghi' è decisamente troppo poco..
Ci divertiamo come matti, litighiamo come matti, ci vogliamo bene come matti.
Ci cerchiamo, sempre e comunque.
E dovunque ci troviamo.
Col Bepi c'è un rapporto di amore e odio.
Ci adoriamo ma… caspita se discutiamo!
Siamo due teste dure, e a volte lui usa un tono che a me manda in bestia.
Mi accompagna a fare shopping, sempre.
Io nei negozi sono rapida ed indolore
Mi porta in camerino abiti che nemmeno avrei notato, e ci azzecca sempre.
Poi mi da sempre molta soddisfazione quando esco dalla tendina e mi vergogno.
Ha gusti molto diversi dai miei.
Mi fa leggere libri e mi fa ascoltare dischi che mai comprerei.
E mi piacciono ogni volta.
Ridiamo per tutto e tutti, come con il Panz.
Io ho una memoria di ferro, il Bepi meno, perciò quando si impunta su alcune cose e crede di avere ragione, la mia soddisfazione nel dargli il ben servito è immensa.
Ci confidiamo anche molto, a nostro modo.
Facciamo la telecronaca via sms dei programmi più trash del mondo.
Lui cade spesso nell' "indie" e io cerco di resistere.
Siamo tutti e due snob a vicenda.
Lui un po' di più.
Ad italia wave si è offeso perché gli ho detto che tal gruppo non gli piaceva solo perché non l'aveva scoperto lui.
Un fondo di verità c'era secondo me.
ma è vero che gliel'ho detta proprio da stronzetta quella cosa.
Il Bepi ogni tanto rinnega il suo paesino veneto dal quale proviene, se lo sente ancora stretto quando ci ritorna.
Sta da Dio nella grande metropoli.
Il Bepi ha la capacità di chiedermi la stessa identica cosa dieci volte in un'ora.
Il Bepi si preoccupa molto della mia salute fisica e non.
Adora la mia pancia che aumenta giorno dopo giorno e le mie borse sotto gli occhi.
È molto protettivo con me.
Ha paura che mi faccia male.
Devo a lui la mia ottima dizione.. eheh
E' veneto e stando accanto a lui da ormai tre anni e mezzo, ho preso a parlare come lui, con vocali chiuse etc.
Bepi mi porta quasi sempre un cioccolatino quando torna dal pranzo.
Bepi mi vede sempre quando picchio contro qualche mobile e mi ride in faccia per mezz'ora.
Conosce i miei gusti ed è sempre attento a ciò che faccio.
Mi imita quando scrivo gli sms, mi descrive cosa faccio con il viso mentre digito e mi fa troppo sorridere.
A me e al Bepi piace pranzare insieme, magari nella piazzetta S. Alessandro dietro alla Fnac.
Tengo molto alla sua opinione.
Poi faccio di testa mia, ma ci tengo molto.
Ai concerti e ai festival è una delle persone con cui mi diverto di più.
Facciamo gli scemi, adocchiamo i personaggi famosi e non, ridiamo, e continuiamo a fare gli scemi.
Diamo fastidio a volte, e me ne rendo conto, perché ci capita di ridere e parlare di cose che sappiamo solo noi.
Ma succede.
Come con il Panz.
Mi ricordo tutto di lui.
Ogni cosa che mi ha raccontato da quando lo conosco.
E se ne stupisce.
La cosa che ha apprezzato di più è quando mi sono ricordata di un episodio a distanza di tempo, una strana storia di occhiali caduti per sbaglio dalla finestra di casa sua.
Me ne racconta sempre tante di storie.
Le sa raccontare trooooppo bene!
Parliamo di storie di paese, leggende metropolitane, avventure familiari.
E ridiamo.
Lui di me e io di lui.
Io non mi stanco mai di sentirlo parlare, e lui – lo spero – non si stanca di sentire parlare me.
Per questo mi ha prestato 'Big fish' di Burton che non avevo mai visto.
Ed è per questo che mi è piaciuto tantissimo.
Per me e il Panz non c'è niente di banale, niente di cui vergognarsi mai.
Abbiamo quasi vent'anni di differenza ma è come se fossimo della stessa generazione.
Ci scriviamo un sacco di mail e ci dedichiamo un sacco di canzoni.
Una delle più belle è "E ti vengo a cercare" di Franco Battiato, specie la frase "e ti vengo a cercare perché in te riconosco le mie radici".
Il Panz fa il tifo per me, per il mio lavoro.
Dice che certe cose che faccio è come se le vivesse anche lui.
Io e il Panz amiamo stare in mezzo alle persone, osservarle ed emozionarci con e per loro.
Le persone comuni per noi diventano dei miti.
C'è il sosia di Andrea Mingardi che incontriamo quando torniamo a casa.
Spesso dopo di lui incontriamo un ragazzo con un difetto di camminata, e più raramente (infatti è lui il vero mito), incrociamo un ragazzo con gli occhi a palla e uno zainetto giallo.
Anche la volvo rossa parcheggiata di fronte al fruttivendolo in porta Ludovica è diventata un mito. Quando c'è.
Ridiamo davvero di e per ogni cosa.
Il Panz riconosce il mio profumo.
Amiamo Roma e i romani, la loro romanità.
Ci piace quando intervistano uno famoso, ci piace sentire le cose che dice, le cose che racconta.
E se non le sentiamo insieme quelle cose, ce le segnamo per raccontarcele il giorno dopo.
Lui è trasversale. Come me.
Insieme andiamo a vedere un sacco di cose che molti trovano "da sfigati".
Ma a noi è proprio per quello che ci piacciono.
Adoriamo giuliano palma e i suoi balletti, carlo verdone, venditti e tutti i romani per le cose e il modo in cui le raccontano.
Ci piacciono il calcio, Maurizio Milani, Bergonzoni, Van De Sfroos, Agostoni, Nanni Moretti… tutti i suoi film.
Ci piace andare in piazza XXIV maggio a mangiare il pesce fritto al botteghino.
A volte in Panz si incupisce.
Dice di non reggere più di una persona alla volta, allora prende, esce e se ne va via da solo.
Poi ritorna il solito Panz.
Sono convinta che a lui piaccia molto il modo in cui racconto le cose.
Mi entusiasmo mentre lo faccio, e lui apprezza, e mi invoglia a raccontargli tutto.
Anche le cazzate più cazzate che a volte rimangono pensieri e basta.
Penso che il mio essere così ingenua a volte sia la stessa cosa che invece non piace molto al Bepi.
Non è poi che sia ingenua io, è solo che non seleziono, che mi va bene quasi tutto, che non sono molto selettiva nelle cose che faccio.
Mi diverto sempre.
O meglio, mi diverto comunque.
Il Bepi ti prende in giro sempre sempre.
Ti prende in giro e poi ride come un pazzo e tu non puoi fare a meno di ridere insieme a lui.
Anche se è la decima volta che ti scherza sulla stessa cosa.
Il Panz è cinico e a volte quando è così mi sta antipatico.
Anche se per questa mia affermazione gli devo ancora una spiegazione.
Il Bepi mi adora quando indosso il maglione blu bucato con sotto la maglia arancione.
Il Panz mi adora in versione dani stripes, specie quando indosso il maglione giallo e grigio a righe.
Io adoro il Bepi quando ha il maglione grigio e rosso carminio.
E quando mette le Puma, quelle belle.
Io adoro il Panz quando mette le kickers e la mia camicia verde preferita.
In realtà adoro il Panz quando in estate indossa i pantaloni di raso blu gessati melanzana.
Ma non li mette quasi più.
Il Bepi è uno che ti abbraccia forte prima di salutarti per andare a casa.
E quando gli chiedi:
"Mi vuoi bene?",
Lui ti risponde:
"Abbastanza".
Il Panz mi permette di camminare alla sua sinistra (non lo lascia fare quasi a nessuno, dice).
La sua frase di saluto è sempre: "Ci sei domani?"
E mentre stai guardando un concerto, mentre non te lo aspetti, ti si avvicina e in un orecchio ti dice:
"Non so se tra tre anni saremo ancora amici, ma ti vorrò bene per sempre".
Tutti e due ogni tanto si chiedono se sarò ancora amica loro da qua a qualche anno.
Io non me lo chiedo perché lo so già che sì, sarò ancora al loro fianco.
Il Bepi ti manda una mail con scritto: "Leggi qui, sembri tu"
È il link di un blog di una ragazza che ha da ridire su tutto.
E ha ragione, sembro io.
Il Bepi mi sgomita in strada per farmi notare come è vestita una ragazza.
Il Panz aspetta il mio pungente commento su come è vestita quella ragazza.
Io e il Bepi uno accanto all'altro è difficile che riusciamo a starci.
Abbiamo entrambi il vizio di tagliare la strada quando camminiamo, e se lo facciamo insieme ci scontriamo di continuo.
Per quanto non mi piacciano affatto i rapporti esclusivi, ammetto che con loro due mi è difficile non crearli.
Bepi, il Panz ed io siamo belli da vedere. Insieme, noi tre.
Siamo come Cip & Ciop.
Dove Bepi è Cip, Panz è Ciop e io sono quella & commerciale in mezzo.
Commerciale, molto commerciale.
Difficile da scrivere i primi tempi.
E quando pensi di averci fatto l'abitudine, la volta dopo che devi scriverla ti ci fermi a pensare un istante.
Quella 'e' commerciale che si impara ad apprezzare con calma, molta calma.
Che per digitarla sulla tastiera non c'è un accesso diretto: bisogna prima passare per un altro tasto.
Che puoi sostituirla con qualsiasi altra 'e', ma non sarà mai la stessa cosa.
Non avrà mai lo stesso significato, perché a volte tra una cosa e l'altra ci sta bene solo quella &.
d.