Quest'oggi, amici miei, vorrei sottoporvi alcune "chicche" tratte direttamente dal codice morale della Chiesa sulle relazioni sessuali. Mentre ringrazio il sito di
Luigi Cascioli per le preziose informazioni che costituiscono la base di partenza di questo post, vi invito a tenervi forte, ché ne leggerete davvero delle belle.
Non si commette peccato se i coniugi compiono l’atto sessuale senza provare piacere. (Casistica)
Se durante il coito uno dei due coniugi desidera ardentemente l’altro, costui compie peccato mortale. (San Geronimo)
Ineccepibile: il sesso, secondo la Chiesa, non deve aver nulla a che vedere col piacere. Resterebbe da stabilire, in teoria, come sia materialmente possibile, in un contesto simile, realizzare le condizioni minimali che rendano possibile uno straccio di penetrazione. D'altronde, com'è noto, siamo laicisti e non possiamo capire.
I palpeggiamenti che precedono il coito, da considerarsi peccato veniale se si limitano a semplici carezze, assumono una gravità mortale se sono eseguiti con baci sugli organi genitali e sulla bocca e soprattutto se con l’introduzione della lingua (Debreyne).
I cosiddetti "preliminari", quindi, sono comunque considerati peccato (veniale se posti in essere con le mani, mortale se eseguiti con la bocca, o peggio con la lingua): ne consegue che un rapporto sessuale può ritenersi "puro", e quindi consentito, solo se consiste in una penetrazione ex abrupto. Sarebbe interessante chiarire, a questo punto, se l'uso di lubrificanti possa essere considerato un rimedio efficace per risparmiarsi l'inferno.
Tra gli atti preliminari del coito sono considerati veniali la penetrazione del membro nella bocca e l’introduzione di un dito nell’ano della donna (Codice ecclesiastico).
Non ci siamo, poi dice che uno è confuso: la fellatio è peccato veniale, come dice il Codice Ecclesiastico, o peccato mortale, come sostiene Debreyne? Nell'incertezza, a quanto pare, è da preferire un bel dito nel culo, e chi s'è visto s'è visto.
Commette grave peccato mortale l’uomo che misura la lunghezza del proprio pene. (Monsabré )
Come suol dirsi: eccone un altro che ce l'ha piccolo.
Il coito tra marito e moglie deve essere praticato non più di quattro volte al mese (Sanchez).
Il coito tra marito e moglie non è peccato se ad un coito compiuto durante il giorno ne segue un altro nella notte successiva (Sant’Alfonso de Liguori).
Parrebbe di capire che siamo di fronte a una sorta di "bonus": puoi fare sesso solo quattro volte in un mese, ma se ti regge la pompa di riprovarci nel giro di dodici ore due trombate valgono come se fossero una sola, e quindi, complessivamente, puoi sparartene otto. Una specie di "paghi uno prendi due", insomma: chissà se è prevista anche una tesserina coi punti-regalo.
Poiché l’uomo s’indebolisce prima, la donna commette peccato se pretende due prestazioni consecutive (Zacchia).
Ma come, non s'era appena detto che due colpi consecutivi potevano andare? Chi ci capisce è bravo.
Poiché il distendersi sul dorso è contro natura, per non commettere peccato la donna deve eseguire il coito mostrando all’uomo la sua parte posteriore (Casistica).
Questa è bella: e io, scemo, che avrei detto l'esatto contrario. Quindi gioite, gente, perché pare che la cosiddetta “pecorina” possa spalancarvi le porte del paradiso!
Il coito anale non costituisce peccato mortale se viene concluso nella vagina (Sanchez).
Il nostro amico teologo, con la scusa di ribadire la finalità procreativa dei rapporti sessuali, finisce per proporci un'evoluzione degna di un porno. E poi hanno il coraggio di dire che questa gente è di vedute ristrette...
I seminaristi e i giovani preti commettono solo peccato veniale se arrivano all’eiaculazione attraverso semplici carezze (Diagonali).
Parrebbe di capire, quindi, che tutti gli altri possono anche farsi le pippe in modo tradizionale. Buon per noi.
La masturbazione diventa un orribile sacrilegio se l’oggetto del desiderio è la Beata Vergine Maria (Sanchez).
A questo punto, gente, mi corre l'obbligo di una considerazione.
Ne ho conosciuti, nell'arco della mia vita, di personaggi che nel linguaggio corrente vengono qualificati come pervertiti: gente dedita all'onanismo, al sesso di gruppo, al sadomasochismo, al pissing, all'esibizionismo, al fisting, al feticismo, alla coprofilia, allo stuffing, al voyerismo, agli scambi di coppia; uno che avesse concepito l'idea di potersi masturbare pensando alla Madonna, tuttavia, non l'avevo mai conosciuto.
Per questa roba, evidentemente, ci vuole un prete.