28 febbraio 2011

Generatore automatico di attacchi agli insegnanti pubblici

Istruzioni: fare refresh per ottenere un nuovo attacco agli insegnanti pubblici

27 febbraio 2011

Mancano solo i semafori

Ricapitolando e sintetizzando le dichiarazioni degli ultimi anni, mi par di capire che il modello preferito da Berlusconi consisterebbe in un paese senza guardia di finanza, senza parlamento, senza opposizione, senza giornalismo d'inchiesta, senza giudici e pure senza insegnanti.
Manca solo che si incazzi perché ci sono i semafori, e poi abbiamo fatto filotto.

25 febbraio 2011

Sarà che sto invecchiando

Sarà che sto invecchiando, e come tutti quelli che invecchiano tendo a intravedere nei giovanissimi chissà quali speranze per il futuro.
Però, francamente, fino ad oggi non mi era mai successo di scrivere due post così ottimisti a distanza di un solo giorno l'uno dall'altro.
Ieri i ragazzini della terza media che disertano la gita scolastica perché il loro compagno con la sindrome Down non può parteciparvi; oggi il bambino palermitano che è l'unico italiano in un asilo frequentato da soli immigrati e si trova da dio.
Sarà che sto invecchiando, non mi illudo.
Però, per oggi, mi piace accarezzare l'idea che i nostri figli saranno capaci di sogni migliori dei nostri.
Lasciate che me la goda.
Grazie a Valeria per la segnalazione

Bellotti, Erode, Pilato e la Santanchè

Il 12 febbraio fa questo discorso (non perdetevelo, ne vale davvero la pena), il 19 febbraio (quanto fa, 19-12?) torna da Berlusconi e il 24 dice che il 12 stava solo facendo un po' di cabaret: roba che in confronto Scilipoti è un dilettante allo sbaraglio.
Da premio Nobel.

Il PdL difende i cittadini da se stesso

La novità è che il PdL sta allestendo degli "sportelli per i servizi ai cittadini", allo scopo di aiutarli a "risolvere i problemi quotidiani", ad affrontare il difficile rapporto con le istituzioni e a districarsi nella "giungla" della burocrazia.
Peccato che quella giungla, da qualche anno a questa parte, dovrebbero governarla loro: e che istituire un apposito servizio che verrà erogato ai cittadini non dall'amministrazione pubblica, ma dal partito -sia pure in modo gratuito-, equivale a confessare pubblicamente di non essere stati in grado di riformare le istituzioni e di far funzionare lo stato come si deve.
Morale della favola: il PdL è riuscito ad inventarsi perfino degli sportelli per difendere i cittadini dalla propria incapacità.
Non c'è che dire, è proprio il governo del fare.

24 febbraio 2011

Chi sono i veri finanziatori delle mafie?

L'ultima alzata d'ingegno di Giovanardi è fare il test antidroga anche ai giornalisti della RAI, perché perché a suo dire, finché l'azienda viene finanziata col canone, è giusto che "i signori che prendono centinaia di migliaia di euro dimostrino che non sono finanziatori di sistemi criminali che con i proventi della droga mettono in difficoltà la società".
Ora, detto che 'sta storia dei test antidroga per categorie sta diventando un tormentone tragicomico, mi corre l'obbligo di porvi una domanda semplice semplice: rinunciare a legalizzare (legalizzare, badate, non liberalizzare) la droga e promuovere il proibizionismo non significa, di fatto, riservare alla criminalità organizzata il monopolio del commercio degli stupefacenti?
Direi che oggettivamente non si può rispondere di no.
E allora, ditemi un po', chi è che finisce per diventare il vero "finanziatore di sistemi criminali"? Il giornalista del servizio pubblico che si fa una canna, oppure lo stato proibizionista che consente al commercio illegale di prosperare indisturbato?

Io, a occhio e croce, direi la seconda

Secondo voi al padreterno -ammesso e non concesso che esista davvero- dà più fastidio che un bambino si lasci scappare una bestemmia o che le sue insegnanti lo puniscano lavandogli a forza la bocca col sapone?
Nel caso in cui la notizia fosse confermata, gradirei che qualcuno mi chiarisse la differenza tra questa gente e i famigerati integralisti islamici.
Perché, per quanto mi sforzi, io non riesco a vederla.
Grazie a Alfonso per la segnalazione

Nonviolenza in terza media

E poi, nello schifo in cui sembra essere precipitato questo paese, ti imbatti in una notizia che ti restituisce un barlume di speranza: una dirigente scolastica nega il permesso di andare in gita ad un ragazzo con sindrome Down perché lo ritiene incapace di apprendere "a causa della sua infermità genetica", e i suoi compagni di classe si rifiutano di andarci anche loro; con il risultato che la vicenda finisce sui giornali, e magari l'odiosa discriminazione finirà per essere rimossa.
Questa, si direbbe, è la forza della nonviolenza, che come vedete può essere adoperata con efficacia, e in modo del tutto spontaneo, anche da un gruppo di ragazzini di terza media.
Prendere nota, e imparare.

Da saggio a pazzo, senza passare per il via

Non trovate anche voi che tra "un leader di grande saggezza" e "un pazzo" passi una differenza difficilmente colmabile in un anno e mezzo?

Che (ci faccio qui?)

San Valentino fa brutti scherzi. Io la mattina del 15 mi sono svegliata tardi, con in testa il ricordo pressante dello zibibbo della sera prima e nello stomaco tutte le 15 portate della cena amorevolmente preparata. Bersani evidentemente stava peggio di me se ha avuto l'ammirevole faccia tosta di dichiarare
la lega non è razzista
l'onorevole dichiarazione prevede, a mio avviso due spiegazioni:
o Bersani conosce dei leghisti di cui io non sospetto l'esistenza (se così fosse faccio ammenda e mi cospargo il capo di cenere), perchè a me risulta che vogliano - a titolo di esempio non esaustivo del lega-pensiero - fermare i profughi col mitra, eliminare i bambini "dei" zingari e invocare la tolleranza a doppio zero (come la farina), dichiarare che non è reato torturare i clandestini, uccidere persino gli orsi se non autoctoni.
oppure, opzione a mio avviso più probabile, assistiamo alla nascita di una grottesca storia d'amore. E mentre nella mente scorrono immagini in bilico tra "Love Story" e "Amore Tossico", mi chiedo cos' hanno in comune lega e PD per essere costantemente ed ormai da anni nella fase del corteggiamento pre-adolescenziale del "prendi e lascia". La risposta mi arriva da una segnalazione nel blog di Daniele Sensi aspettando con ansia il momento del primo amplesso tra i novelli Paolo e Francesca, al coro di Padania unida jamàs serà vencida, mi scopro insolitamente romantica a sussurrare tra me e me
Hasta la polenta, siempre!

Ci stanno uccidendo con machete e coltelli

"Ci stanno uccidendo con machete e coltelli". Questo è l'sms inviato da alcuni rifugiati eritrei tenuti prigionieri in Libia dove è in atto una vera e propria caccia allo straniero.
Italiani, austriaci, turchi, ma anche tunisini e algerini stanno fuggendo dalla Libia terrorizzati dalla furia del popolo in rivolta. Una rivolta che non conosce ragione perché esplode dopo anni di repressione.
Le principali vittime di questa persecuzione sono però le persone di colore che vengono trucidate con machete e coltelli perché sospettati di essere mercenari al soldo di Gheddafi. Non importa che questi neri siano deboli, ridotti pelle e ossa da anni di prigionia, ma soprattutto disarmati, sono possibili nemici e quindi vanno eliminati.
Chi può fugge verso la propria terra, ma molti di questi rifugiati una terra verso cui tornare non ce l’hanno più, in particolare coloro che provengono dal Corno d’Africa. Per eritrei, etiopi, somali lasciare il proprio paese significa essere dei traditori, non ci sono ambasciate, consolati pronti ad accoglierli.
Hanno affrontato un lungo viaggio alla ricerca della libertà. Hanno attraversato frontiere e deserti, subito torture e stupri, pagato oro un viaggio che ha più le caratteristiche della deportazione.
Arrivati in Libia i più fortunati affrontano la traversata in barca per raggiungere Lampedusa, ma molti vengono respinti dall'Italia nonostante avrebbero il diritto a vedersi riconosciuto lo status di rifugiato. Quindi un altro viaggio, indietro verso un continente che sembra non volerli lasciare andare.
Poi il destino vuole che nel Maghreb scoppi la rivoluzione. Una rivoluzione che parte dai giovani che lottano per un futuro migliore, per la democrazia, per la vita. Quasi tutti i rifugiati sono giovani proprio come i ragazzi libici e probabilmente a loro si vorrebbero unire nella speranza che questa ondata di rivolta contagi tutta l’Africa oppressa dai dittatori, ma forse i tempi non sono ancora maturi.
In questi giorni a Bengasi, Tripoli, Misurata i rifugiati stanno vivendo un dramma nel dramma, ma per loro, come sempre non c’è spazio nei media internazionali, ma più in generale non c’è spazio in questo mondo che continua a rigettarli.
Chissà se tra gli spari e le bombe qualcuno di loro stia cominciando a rimpiangere la propria casa, chiedendosi se sia valsa la pena di giocarsi tutto per rincorrere la felicità.

23 febbraio 2011

Diecimila

Provate a contare fino a diecimila.
Al ritmo di un numero al secondo ci vogliono quasi tre ore.
Giusto il tempo che serve per arrivare in Libia, prendere il simpaticone che si sta producendo in questo orrore, chiuderlo a chiave da qualche parte e processarlo per crimini contro l'umanità.
Che ne dite, volete farci un pensierino, oppure preferite darci a bere la stronzata di quella "non ingerenza" che adoperate solo quando vi fa comodo e aspettare che il conteggio diventi lungo il doppio?

Trovate una scusa e cambiate discorso

Diciamo le cose come stanno: Gheddafi, in un modo o nell'altro, è stato corteggiato e compiaciuto da tutti quelli che hanno governato questo paese, a partire da Moro e Andreotti, passando per Craxi e proseguendo fino ai giorni nostri con Prodi, D'Alema e Berlusconi.
Ne consegue che tutta questa solidarietà con le popolazioni che si ribellano, tutto questo sdegno nei confronti delle disumane violenze alle quali vengono sottoposte, tutta questa preoccupazione per fare in modo che la carneficina cessi immediatamente, altro non sono che esemplari declinazioni dell'ipocrisia con la quale ci tocca fare i conti più o meno tutti i giorni.
Sapete cosa? Non ve lo potete permettere, di stracciarvi le vesti: perché voi sapevate perfettamente che razza di aguzzino fosse, il tizio con cui avevate a che fare, e baciandogli il culo avete contribuito a legittimare le atrocità che sta commettendo.
Datemi retta: quando vi chiedono un parere su quello che sta succedendo in Libia, trovate una scusa e cambiate discorso.
Ci fate miglior figura.

Santità obbligatoria

Se io fossi cattolica, voterei la legge che consente l’eutanasia. Sarei favorevole al divorzio breve, all’equiparazione delle convivenze al matrimonio, e, anzi, sarei entusiasta se fosse possibile sposarsi per i gay e adottare per i sigle. E poi vorrei una legge per l’aborto ancora meno restrittiva, e le pillole, del giorno prima dopo e durante, disponibili al balcone delle farmacie, persino nei supermercati, senza ricetta. Vorrei preservativi nelle scuole nelle macchinette delle merendine, corsi di educazione sessuale per i ragazzi a go-go e l’unica possibilità di fare ore di religione solo nelle parrocchie, e anche in orari scomodi che comportino il sacrificio del calcetto, o per lo meno di parte del week end. Ci terrei proprio a vivere in un mondo in cui le tentazioni fossero a portata di mano, il peccato sempre sorridente e disponibile davanti a me, e il perseguimento della virtù fosse difficile e pieno di ostacoli.
Che caspita di merito c’è nel comportarsi da santo, se i peccati ti sono vietati per legge da un’etica di Stato, in pratica quasi impossibili da commettere e non tu hai alternative?

22 febbraio 2011

Invitereste a cena un torturatore pazzo?

Mentre i suoi sbirri hanno già fatto fuori un migliaio di persone, questo compare in televisione vestito come una carta del mercante in fiera e dice che sarà presidente fino all'eternità, che morirà come un martire, che i manifestanti hanno drogato i ragazzini, che bisogna attaccarli perché sono dei ratti, che le televisioni straniere sono gestite da cani randagi, che la rivolta sarà schiacciata, che se non se la piantano ripulirà la Libia casa per casa, che andrà a finire come a Tienanmen e a Falluja.
Ecco, farei notare che abbiamo gentilmente invitato a Roma questa risma di individuo in preda al delirio, che gli abbiamo permesso di piantare una tenda beduina in mezzo a Villa Pamphili, che gli abbiamo consentito di andarsene in giro in centro a mangiarsi il gelato col suo codazzo paralizzando il traffico, che l'abbiamo compiaciuto scaricandogli sotto casa un paio di pullman pieni di ventenni munite di Corano e poi, non contenti, che gli abbiamo pure organizzato un bel ricevimento pirotecnico con tanto di cavalli berberi.
Mettetela come vi pare, parlatemi del gas, del petrolio, dell'economia, dei rapporti commerciali, ma io continuo a pensare -esattamente come pensavo allora- che a tutto, perfino alla realpolitik, debba esserci un limite: e che nel caso di Gheddafi quel limite sia stato superato almeno di una buona spanna.
Come dite? Non siete d'accordo? Benissimo. Però allora ditemi -e ditelo chiaramente, sillabando le parole per farvi capire bene- che invitereste un torturatore squilibrato a cena a casa vostra, accogliendolo con tutti gli onori, agghindando vostra moglie come una geisha per farlo contento e facendolo sedere a capotavola coi vostri figli intorno, solo perché avete in mente di farci degli affari insieme.
Coraggio, sono tutt'orecchi.

Déjà vu

Dal Corriere.it:
Nel nuovo intervento atteso nel pomeriggio, il colonnello, da Tripoli, annuncerà «importanti riforme» fra le quali la creazione di amministrazioni locali, con bilanci indipendenti.
Per la serie: ti pare con tutto il casino che gli sta scoppiando intorno, questo pensa a fare il federalismo?
Non so , mi ricorda qualcuno.

Amici miei

Il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista, stipulato a Bengasi il 30 agosto 2008, è stato ratificato dalla Camera dei Deputati il 21 gennaio 2009, con 413 voti favorevoli, 63 contrari e 37 astenuti, e dal Senato della Repubblica il 3 febbraio 2009, con 232 voti favorevoli, 22 contrari e 12 astenuti.
Si sono pronunciati in senso favorevole alla ratifica del Trattato il PdL (tranne la Mussolini e Paglia, oltre a 9 astenuti, alla Camera, e 2 astenuti al Senato), la Lega Nord (compatta come un sol uomo sia alla Camera che al Senato), il Partito Democratico (tranne Luisa Bossa, Furio Colombo, Andrea Sarubbi e i 6 radicali, oltre a 24 astenuti, alla Camera, e Marcucci, Mazzucconi, Sircana e i 3 radicali, oltre a 9 astenuti, al Senato); contrari, in modo pressoché unanime, l'UDC e l'IDV.
Tutta questa pappardella per segnalare che essere amici di Gheddafi, almeno fino all'inizio del 2009 e checché se ne dica oggi, piaceva un sacco anche a molti di quelli che oggi si stracciano le vesti.
Se ci spiegassero il perché, magari con parole loro e possibilmente cercando di essere convincenti, ci farebbero davvero una gran cortesia.

Torniamo a parlare di eutanasia

In estrema sintesi, vi dico come la penso: anche se il ddl Calabrò sul testamento biologico che verrà discusso a marzo non fosse il pasticcio illiberale che è, saremmo a meno di metà dell'opera.
Il vero problema, a mio parere, è che il fronte integralista è riuscito nella cruciale operazione di spostare il fronte dello scontro qualche chilometro indietro rispetto a dove dovrebbe essere, costringendo le -poche- forse progressiste del paese a combattere per mantenere l'esistente, invece che darsi da fare per migliorarlo.
Così oggi ci si ritrova a difendere il diritto di rifiutare i trattamenti sanitari indesiderati, cosa che per la verità sarebbe già ampiamente garantita dalla Costituzione, mentre il dibattito sull'eutanasia è stato definitivamente relegato nel grande mucchio degli argomenti di cui non è lecito neppure parlare.
Bisognerebbe avere il coraggio di riprenderlo, quel dibattito, di sorpassare i fondamentalisti proprio sul terreno che hanno accuratamente minato, di rompere il tabù e parlare una buona volta al paese, quello reale, che a quanto pare sarebbe disponibilissimo ad ascoltare: smettere di accettare la battaglia di retroguardia, insomma, e tornare a parlare esplicitamente di eutanasia.
I sedicenti progressisti, a qualunque schieramento politico appartengano, battano un colpo, perché adesso è il momento di farlo.
Tra poco, date retta a me, sarà davvero troppo tardi.

21 febbraio 2011

I care

Walter Veltroni sulla situazione in Libia:
E' una delle crisi più gravi del Mediterraneo per i suoi molteplici aspetti, da quello degli immigrati a quello energetico, fino alla sicurezza degli stessi cittadini locali che stanno subendo una drammatica repressione con tanto di bombardamenti.
Non so se avete notato la sequenza: primo problema, quello degli immigrati che andranno a rompere i coglioni in giro; secondo problema, quello dell'energia; terzo ed ultimo problema, quello dei disperati che si stanno prendendo i razzi e le bombe dall'aguzzino contro cui si ribellano.
Ora, l'avesse detta Bossi, una cosa così, ci sarei pure passato sopra: ma Veltroni è uno che si dà il tono dell'intellettuale, che si picca di saper misurare le parole e che tra l'altro ha scritto pure qualche libro, ragion per cui sono certo che l'importanza del modo in cui si dicono le cose non gli sfugga affatto.
Com'era? Ah, già: "I care".
Grazie a Giampaolo per la segnalazione.

"Comune libero da pregiudizi razziali"

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Solo in un mondo rovesciato come il nostro si deve apporre una scritta così, all'ingresso di un Comune, per potersi distinguere.
Hai proprio ragione.

L'esportazione differenziata di Frattini

Adesso che il casino è scoppiato in Libia, Frattini dice che "l'Europa non deve esportare la democrazia".
Strano, però, perché invece quando si trattava dell'Afghanistan lo stesso Frattini tenne a precisare testualmente che "la democrazia si esporta con tutti i mezzi necessari".
Insomma, ministro, ci faccia capire: 'sta democrazia si esporta o non si esporta?
Oppure si esporta solo quando gli "importatori", diciamo così, non sono amici di Berlusconi?

Liberali sulle telefonate, illiberali sulla vita e sulla morte

La stessa maggioranza che inveisce contro le intercettazioni ordinate dai giudici, definendole come inaccettabili violazioni del diritto alla privacy dei cittadini, sta cercando di approvare una legge che imporrà alle persone di restare attaccate a respiratori artificiali, di tenersi in corpo sondini nasogastrici, e più in generale di sottoporsi a terapie invasive e dolorose che le mantengano forzatamente in vita anche contro la loro volontà.
Ebbene, io sono dell'idea che non si possa essere liberali a corrente alternata: se la libertà personale viene invocata per consentire agli individui di parlare al telefono senza che gli altri vengano a conoscenza di quello che dicono, a maggior ragione dovrebbe essere difesa quando si tratta di garantire che nessuno si azzardi a decidere sulla loro vita e a sequestrare arbitrariamente il loro corpo.
Il resto, come spesso accade, è aria fritta.

Tu chiamale, se vuoi, provocazioni

Ricapitoliamo, ché la vicenda comincia a diventare chilometrica:
  • 1° febbraio 2011: Luca Barbareschi va a colloquio con Berlusconi;
  • 1° febbraio 2011: Si vocifera che l'attore sarebbe in procinto di abbandonare FLI per tornare nel PdL;
  • 1° febbraio 2011: Barbareschi commenta le voci dicendo che si tratta di "illazioni";
  • 1° febbraio 2011: L'attore precisa che resterà in Futuro e Libertà, ma aggiunge che al limite si potrebbe dimettere dalla carica di deputato;
  • 2 febbraio 2011: Qualcuno fa notare che se Barbareschi si dimettesse, al suo posto andrebbe in parlamento Giovanni Marras, berlusconiano di ferro;
  • 3 febbraio 2011: Barbareschi si astiene nella votazione sulla competenza della Procura di Milano nell'ambito dell'affaire Ruby;
  • 3 febbraio 2011: L'attore afferma che la sua astensione è il frutto di un mero "errore tecnico";
  • 5 febbraio 2011: Durante una riunione del partito, tra Barbareschi e Fini volano parole grosse e pure qualche penna;
  • 6 febbraio 2011: Angela Napoli, deputata di FLI, sostiene di aver visto Barbareschi schiacciare il pulsante giusto, fotografare la scena, e poi spostare il dito su quello sbagliato;
  • 7 febbraio 2011: L'attore spiega che l'intera vicenza è stata semplicemente una sua "provocazione mediatica", precisando che la medesima è perfettamente riuscita;
  • 21 febbraio 2011: Luca Barbareschi annuncia la sua uscita da FLI e il suo passaggio al Gruppo Misto, con l'obiettivo dichiarato di "dare una mano al governo".
Ecco, appunto. Chiamala provocazione, chiamala.

20 febbraio 2011

Meno male che è un saggio

Silvio Berlusconi, 11 giugno 2009:
In questi quindici anni io ho avuto modo di incontrare più volte il leader e di legarmi a lui da una vera e profonda amicizia: al leader riconosco una grande saggezza.
L'occasione mi è gradita per segnalare che il leader in questione, cioè il Colonnello Muammar Gheddafi, sta ordinando ai suoi sbirri di sparare sui manifestanti con i razzi RPG, e che con questo simpatico sistema ne ha già fatti secchi quasi trecento.
Insomma, meno male che si tratta di una persona saggia: fosse stato una testa calda avrebbe lanciato sulla folla un paio di testate nucleari.

19 febbraio 2011

Non mi permetto di disturbare nessuno

A quanto pare quando i poliziotti sono italiani e arrestano per furto una minorenne marocchina possono essere tranquillamente disturbati.
Quando invece sono libici e ammazzano i manifestanti in mezzo alla strada per ordine di Gheddafi, allora no.
Curioso che tanta riservata educazione si manifesti solo al cospetto dei dittatori, o sbaglio?

18 febbraio 2011

Uccidere i blog con la monotonia

Di questi tempi fare il blogger è diventata un'impresa improba.
Uno si sveglia, fa colazione, si lava, si veste, poi decide di controllare quello che è successo in Italia aprendo la homepage di un qualsiasi quotidiano online: e là trova, nove volte su dieci, lo stesso titolo di due o tre giorni prima.
Sono di sei o sette macrocategorie diverse, quei titoli, e si alternano periodicamente con una regolarità sconcertante: in testa ci sono le testimonianze della D'Addario, di Ruby, di Noemi e compagnia cantando, con annesse intercettazioni piene zeppe di culi flaccidi, kappa scritte negli sms al posto delle c, feste in perizoma e ambizioni di ingresso in liste bloccate o di assegnazione di immobili in zone residenziali più o meno immerse nel verde; va per la maggiore anche Berlusconi che dice di voler "andare avanti" perché la maggioranza è solida come una colonna di granito e loro sono il governo del fare prova ne sia che i sondaggi lo danno primo tra i leader mondiali con una percentuale variabile tra il 48 e il 51%, a seconda delle giornate; poi c'è Bossi che dice elezioni subito, anzi in primavera, anzi mai, vedremo, se la maggioranza c'è il governo non cade e se invece non c'è sì, il tutto mostrando il dito medio ai giornalisti più o meno una volta a bimestre, tanto per tenersi in allenamento; le proteste dell'opposizione, generalmente rappresentate da un vivamaria di "si dimetta", con rare eccezioni consistenti in non troppo convinti "vogliamo le elezioni", si attestano saldamente in quarta posizione; poi c'è la giustizia, come la chiamano loro, con tutta un'ampia gamma di lodi, controlodi, lodi di riserva, lodi rettificativi di altri lodi cassati dalla Corte Costituzionale, lodi collaterali, subordinati, di emergenza, per decreto; quindi la saga delle telefonate di qualcuno durante le trasmissioni di qualcun altro, con relativi insulti, polemiche, smentite e ricorsi ad assortiti e improbabili organismi di garanzia, e infine le esortazioni di Napolitano che dice viva la concordia, basta con le divisioni, comportatevi bene e il gatto è un animale indipendente.
Poi basta.
Ecco, voi capirete che fare il blogger in queste condizioni è pressoché impossibile, perché un povero cristo si ritrova a dover commentare ciclicamente sempre la stessa roba, con l'ovvia conseguenza che per quanta inventiva possa metterci finisce inevitabilmente per diventare un tantino monotono pure lui.
Oggi, per esempio, abbiamo ricominciato con la legge bavaglio: che per farti incazzare ti fa incazzare, e pure di brutto, però avvertiresti l'esigenza, come dire, di manifestare il tuo dissenso in un modo un po' diverso rispetto alla volta prima, e a quella prima ancora, e a quella prima ancora ancora, finché non ti accorgi che hai praticamente esaurito i mezzi espressivi a tua disposizione -post serio già fatto, video già fatto, canzone già fatta, generatore automatico già fatto- e finisci per desistere, tanto quello che stai per scrivere l'hanno già letto tutti un paio di mesi fa e fare un bel copiaincolla sarebbe un cazzo e tutt'uno.
Insomma, questi hanno trovato il modo di neutralizzare i protagonisti della cosiddetta "informazione dal basso" senza prendersi neanche la briga di censurarli, di perseguitarli, di denunciarli, di metterli in carcere: semplicemente, li ammazzano di noia, avvolgendoli in una cappa di ammorbante monotonia e costringendoli a diventare più pallosi di loro.
Altro che rimbambiti: questi sono dei geni, e noi non ce n'eravamo accorti.

Tra i più influenti e considerati

E abbiamo restituito prestigio e autorevolezza all'Italia in campo internazionale, se permettete con un premier che è il più esperto e quindi, anche a seguito di questo, tra i più influenti e considerati nei vertici mondiali.
(Silvio Berlusconi, presidente del consiglio)
Ha danneggiato l'immagine del Paese in Europa e creato un tono comico alla reputazione italiana in molti settori del governo statunitense.
(Ronald Spogli, ambasciatore americano a Roma)

17 febbraio 2011

Generatore automatico di scandali fotografici sugli esponenti dell'opposizione

Istruzioni: fare refresh per ottenere un nuovo scandalo fotografico

Bersani dovrebbe dimettersi

Naturalmente si tratta solo della mia opinione, ma secondo me se il segretario di un partito (sedicente) progressista mette nero su bianco che uno dei partiti suoi avversari non è razzista, quando è noto che gli esponenti del partito in questione si sono prodotti nelle dichiarazioni che potete leggere qui di seguito, quel segretario dovrebbe avere il buon gusto di prendere su e dimettersi.
Altrimenti finisce che la gente non gli crederà più, al partito (sedicente) progressista: manco se il suo segretario si rimbocca le maniche fino alle clavicole.
  • Posso fare un rilievo razzista, ma razzista fra virgolette? Ci sono etnie con una maggiore propensione al lavoro e altre che ne hanno meno. Ce ne sono che hanno una maggiore predisposizione a delinquere. (Roberto Calderoli)
  • Gli immigrati bisognerebbe vestirli da leprotti per fare pim pim pim col fucile. (Giancarlo Gentilini)
  • Quegli islamici di merda e le loro palandrane del cazzo! Li prenderemo per le barbe e li rispediremo a casa a calci nel culo! (Mario Borghezio)
  • Agli immigrati bisognerebbe prendere le impronte dei piedi per risalire ai tracciati particolari delle tribù. (Erminio Boso)
  • Sono stato, sono e rimarrò un razzista secondo le ultime direttive UE poichè credo, e aspetto smentita da quei pochi che mi leggono, che certe notizie riportate solo da Il Giornale definiscano chiaramente che tra razza e razza c'è e ci deve essere differenza. (Giacomo Rolletti)
  • L'immigrato non è mio fratello, ha un colore della pelle diverso. Cosa facciamo degli immigrati che sono rimasti in strada dopo gli sgomberi? Purtroppo il forno crematorio di Santa Bona non è ancora pronto. (Piergiorgio Stiffoni)
  • Siamo stanchi di sentire in tv parlare in napoletano e romano. (Luca Zaia)
  • Fermiamo per un anno le vendite di case e di attività commerciali a tutti gli extracomunitari. (Matteo Salvini)
  • E' inammissibile che anche in alcune zone di Milano ci siano veri e propri assembramenti di cittadini stranieri che sostano nei giardini pubblici. (Davide Boni)
  • A Milano le case si danno prima ai 42 mila lombardi che aspettano un alloggio e non al primo bingo bongo che arriva. (Umberto Bossi)
  • Rimbalza il clandestino non è un videogame razzista. Non l’ho inventato io. C’è la cartina dell’Italia e, quando arriva una barca di clandestini, cliccando compare una rete che la respinge. Non spari mica. (Renzo Bossi)

Il contrario del PD che vorrei

Al di là della mia personale opinione su Rosy Bindi, trovo che l'idea di candidare alla carica di presidente del consiglio un'autorevole esponente della solita, vecchia dirigenza del partito, la stessa che si è misurata con Berlusconi e il berlusconismo per vent'anni senza cavare un ragno dal buco neppure quando ha avuto la possibilità concreta di farlo, sia l'esatto contrario del segnale di discontinuità e di cambiamento che mi piacerebbe intravedere nel PD.
Avessero davvero a cuore le sorti del progressismo italiano, questi personaggi dovrebbero spaccarsi il cervello in quattro per rendere il loro partito effettivamente contendibile, per favorire l'ingresso di forze nuove e per coinvolgere le persone in gamba (sono tante, sapete?) che fino ad oggi sono rimaste fuori dalla politica perché non hanno la minima intenzione di passare giornate intere nei corridoi, di sgomitare, di fare i ruffiani.
Invece non solo continuano a proporsi come depositari di chissà quale visione politica, ma si spingono fino a farsi gli endorsement a vicenda, legittimandosi tra loro nonostante un ventennio a dir poco fallimentare e tenendosi ben strette le posizioni che hanno acquisito, senza la minima intenzione di fare spazio ad altri.
Ecco, questi sono esattamente il contrario del PD che vorrei.

Minerva e il concetto di ‘guerriero compassionevole’

Buongiorno a tutti! Minerva Jones ha imparato da tempo che non si può non cambiare il mondo. La nostra stessa presenza fisica in un determinato luogo altera quel contesto – introduce una variabile che lo rende diverso da ciò che sarebbe se noi non ci fossimo (è la teoria del batter d'ali di una farfalla in Brasile che provoca un tornado in Texas) – così come, e in modo altrettanto incisivo, ogni nostra parola, azione, scelta ha conseguenze su di noi e sugli altri.

Questo è parte del processo attraverso il quale noi – esseri umani – cambiamo quotidianamente la cultura e la società cui apparteniamo, che ne siamo consapevoli o meno, e ne provochiamo talvolta mutamenti repentini (come nel caso di pratiche culturali nuove imposte dalle leggi), talvolta sfumature che nascono da variazioni nella consuetudine e magari richiedono un numero maggiore di individui per venire accettate e condivise dall’intera comunità (pensiamo alla struttura della lingua, ai significati delle parole, e al modo in cui questi cambiano nel tempo).
Date queste premesse, la sottoscritta – che rispetto a qualsiasi cosa alimenta il dubbio e un sano relativismo culturale, così come non ha tutta questa fiducia nei partiti, nei leader, nei programmi – ha deciso pertanto che preferisce agire a livello della dimensione della cultura, della comunità e della società.

Persuasa del fatto che non posso non cambiare il mondo, ho quindi assunto da tempo un atteggiamento da “guerriero compassionevole” - espressione che ai miei occhi è venuta a significare l’insieme, nel medesimo individuo, di attitudini da ‘combattente resistente’ e da ‘persona gentile’ con i propri simili.
Il ‘combattente resistente’ è colui che rimane fermo nella propria posizione dopo averla scelta – in seguito a un’attenta analisi di tutte le opzioni possibili – come quella che ritiene funzionale a proteggere se stesso (senza alcun egoismo, proprio solo per autoconservazione) segnando il limite che gli altri non devono superare (sia concretamente, sia metaforicamente). Il che non significa rifiuto di mutare tale limite se le argomentazioni altrui a favore di un altro punto di vista risultino per questa persona, quando ne viene a conoscenza, più funzionali alla propria vita.
Con questo in mente, mi proteggo da tempo dicendo talvolta anche dei “no” molto sofferti. Ho imparato parimenti a chiedere, con fermezza e determinazione, il rispetto delle mie posizioni, della mia persona e dei miei diritti. E ho imparato a non mollare mai – riprendendomi, ogni volta che mi è stato negato, ciò che mi spettava, con tutte le strategie legali possibili (cosa che ritengo pure un dovere sociale che vorrei tutti facessero: a chiedere con fermezza l’applicazione di diritti che ci sono dovuti su grandi numeri non potrebbero ignorarci…).

La dimensione della ‘gentilezza’ discende invece dalla comprensione che anche gli altri sono nelle mie stesse condizioni e che quindi le mie stanchezze, i miei sospetti, le mie paure, le mie sensazioni di impotenza e via dicendo sono anche quelli altrui. La compassione non è quindi un sentimento di superiorità nei confronti di altri a noi inferiori, quanto un atteggiamento di disponibilità derivante dal ‘provare lo stesso dolore’ (dall’origine latina del termine) tra pari.
Vero è che ciascuno di noi è sintesi delle esperienze che ha fatto nella vita, e forse quelle negative formano di più di quelle positive perché i traumi e la sofferenza ci impongono riflessioni profonde, prese di posizione forti, e una qualche ridefinizione della nostra identità. Ma sapendo che con quelle comunque si avrà a che fare, prima o poi, nell’esistenza, possiamo nella vita quotidiana sostenere invece l’altra prospettiva – quella che ci fa sentire a nostro agio in mezzo agli altri e che promuove in loro la stessa cosa?

L’idea di Minerva è che sia necessario creare un circolo virtuoso che promuova relazioni sociali positive o almeno disponibili all’ascolto altrui: la gentilezza può essere sovversiva. Chiedere come sia andata la giornata alla cassiera mentre in tarda serata è ancora lì che lavora, ringraziare una volta in più piuttosto che una in meno, cedere gratuitamente un biglietto del parcheggio non completamente utilizzato al proprietario dell’auto alla quale lasci il posto quando te ne vai in anticipo rispetto all’ora per cui avevi pagato…
Pensate a quando voi siete beneficiari di atti positivi: non vi predispongono al positivo a vostra volta? Quantomeno non vi predispongono al negativo, e questo già non è poco!

Domenica scorsa ho scattato una foto che per me è metafora di ciò che siamo: una comunità di persone – un tessuto di trama e ordito – in cui è importante non lasciare che qualche punto si sfilacci, che si crei un foro da qualche parte, o che un filo si perda nel vuoto. Perché se ciò accade, si sa come il tessuto va a finire…
Possiamo pensare di diventare tutti guerrieri compassionevoli per ottenere nuovamente il rispetto dei nostri diritti e per abituarci a concepirci come comunità – e nel fare ciò ricostruirla – dato che questa, volenti o nolenti, ci è necessaria per sopravvivere?

16 febbraio 2011

Una ventina di serate in più

Le iene Luca e Paolo fanno una parodia nella quale prendono in giro Fini e Berlusconi, e allora il direttore di Rai Uno Mauro Mazza li invita a rispettare la par condicio facendo satira anche sull'opposizione.
A parte il fatto che Futuro e Libertà, per quanto ne so io, non è al governo (e quindi, a rigor di logica, la satira sull'opposizione è stata già fatta), se ne deduce che per rispettare la par condicio sarà necessario prendersela col PD, con SEL, con l'IDV, con l'API, però -sempre per par condicio- pure con la Lega, con l'UDC, con l'MPA, coi Radicali, con l'Alleanza Autonomista e Progressista, coi Liberal Democratici, col Movimento Repubblicani Europei, col PRI, col Südtiroler Volkspartei, con la Vallée d'Aoste Autonomie Progrès Fédéralisme, con i Popolari di Italia Domani, con Noi Sud.
In fondo basta allungare il Festival di una ventina di serate, e poi siamo a posto.

All'unisono

Comunque vadano le cose, un fatto mi pare incontrovertibile: se Berlusconi cadrà, cadrà per sua stessa mano, e non certo per l'iniziativa politica del Partito Democratico; il quale, mi si perdoni la franchezza, avrà avuto l'unico merito di essere stato a guardare mentre le cose succedevano, sbraitando qualche luogo comune qua e là e rivendicando il ruolo di "principale forza progressista del paese" per il solo fatto di essere meno peggio dei suoi avversari, cosa che tra parentesi nel caso di specie mi pare tutt'altro che difficile.
Quanto al resto, niente: la "principale forza progressista del paese" non è mai riuscita ad esprimere una posizione chiara praticamente su nulla, e men che meno sugli argomenti che a rigor di logica dovrebbero essere alla base di quel progressismo tanto preteso quanto poco praticato.
Mi pare poco. Pochissimo.
Ho paura che quando verrà il momento sarò costretto a dargli il mio voto, al PD; ho paura che dovrò cedere ancora una volta al ricatto -perché di un ricatto si tratta- di chi si può permettere di chiedere il mio consenso pur non essendo pressoché niente, approfittandosi consapevolmente del fatto che gli altri sono peggio di lui.
Poi, però, basta.
Poi abbiate il pudore di dimenticarmi, di cancellarmi dai vostri elenchi, di non contare più su di me: a meno che non troviate il coraggio, una volta per tutte, di capire chi siete e cosa volete dalla vita, proponendolo chiaramente agli elettori e correndo il rischio di essere puniti come meritate se a loro non piace.
Perché quando Berlusconi cadrà, amici democratici, verrà meno la madre di tutte le vostre scuse, e allora la cuccagna sarà finita anche per voi: o cominciate a guadagnarveli sul serio, i vostri voti, oppure finirete per cadere insieme a lui.
All'unisono.
Vi immaginate il botto, sì?

Grandezze inversamente clericali

Mentre gli insegnanti di tutte le discipline diminuiscono nonostante il fatto che gli studenti aumentino, i professori di religione aumentano del 14% anche se i ragazzi che frequentano le loro lezioni diminuiscono.
Se ne deduce, a quanto pare, che in Italia il numero di insegnanti di una determinata materia è inversamente proporzionale a quello degli studenti che la frequentano.
Roba da entrare a pieno titolo tra le leggi di Murphy.

15 febbraio 2011

Questi, per esempio, ne avevano uno solo

Giovanni Paolo II perse la madre a nove anni, San Filippo Neri perse la madre a cinque, Madre Teresa di Calcutta perse il padre a otto, Sant'Ignazio di Loyola perse la madre a sette, San Giovanni Bosco perse il padre a due, Santa Teresa di Lisieux perse la madre a quatto, Santa Paola Frassinetti perse la madre a sei, Santa Gemma Galgani perse la madre a sette, Santa Febronia perse entrambi i genitori a due, Santa Giovanna del Portogallo perse la madre a tre, Santa Germana Cousin perse la madre poco dopo la nascita, Sant' Angela Merici perse entrambi i genitori a dieci, Sant'Alfonsa dell'Immacolata Concezione perse entrambi i genitori a quattro, San Benedetto da Norcia perse la madre a otto, Santa Maria Goretti perse il padre a dieci, San Tommaso abbandonò la famiglia a cinque anni, la Madonna fu mandata a vivere nel tempio a tre.
Poi mi sono stancato di cercare, ma il breve elenco che precede dovrebbe essere sufficiente per dimostrare una cosetta ai nostri amici del Vaticato: 'sta storia che se uno non cresce con due genitori viene su storto non regge mica tanto, o sbaglio?

Bugie istituzionali

IMMIGRAZIONE: DOMANI A MILANO PRESIDIO LEGA DAVANTI SEDE UE (ANSA) - MILANO, 14 FEB - «L'Europa pensa di aspettare che il nostro Paese sia completamente invaso dagli sbarchi di tunisini ed egiziani o ha intenzione di svegliarsi dal letargo e agire?». Lo chiede Igor Iezzi, segretario provinciale della Lega Nord di Milano, annunciando per domani alle 11,30 un presidio del Carroccio in Corso Magenta 59 davanti alla Rappresentanza della Commissione europea al quale parteciperà anche l'europarlamentare Matteo Salvini. «Manifesteremo davanti alla sede della commissione Ue - aggiunge Iezzi - con il chiaro obiettivo di tirarli giù dal letto, l'Europa non può lasciare soli il nostro Paese e il ministro Maroni ad affrontare una crisi umanitaria di dimensioni colossali. Insieme a persone in difficoltà, nella marea umana di immigrati che sbarcano sulle coste italiane ci sono anche potenziali terroristi. Non staremo fermi a guardare, l'Europa si muova, contribuisca al pattugliamento delle coste e al rimpatrio dei clandestini, prima che le nostre città diventino preda di Al Qaeda». (ANSA).

Il testo della seguente dichiarazione della Commissaria europea Cecilia Malmström, responsabile per gli affari interni, costituisce la posizione ufficiale della Commissione europea sul tema dell'aumento della pressione migratoria verso l'Italia dalla Tunisia.
La Commissaria Malmström si è assunta personalmente la responsabilità politica di un'azione da lei direttamente condotta. Sarebbe pertanto auspicabile che queste dichiarazioni non subiscano smentite che sarebbero fuori luogo sia dal punto di vista istituzionale che da quello della credibilità personale della Commissaria.
Dichiarazione di Cecilia Malmström, Commissaria europea agli Affari Interni, sull'aumento della pressione migratoria dalla Tunisia verso l'Italia:
Sono molto sorpresa dalle recenti dichiarazioni di alcune autorità italiane sulla presunta risposta lenta e burocratica data dalla Commissione europea alla richiesta d'aiuto italiana riguardante l'aumentata pressione migratoria proveniente dalla Tunisia.
Sono stata personalmente in contatto sabato con le autorità italiane a cui ho chiesto se avessero bisogno del nostro aiuto per affrontare queste eccezionali circostanze. La loro risposta è stata chiara: no grazie, in questo momento non abbiamo bisogno dell'assistenza della Commissione europea.
Nonostante la mancanza di una richiesta da parte loro, ho chiesto ai miei servizi, all'Agenzia Frontex e all'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo di valutare in che modo la Commissione possa offrire sostegno alle autorità italiane in questa difficile situazione.
Vorrei sottolineare ancora una volta che la Commissione europea è pienamente consapevole dell'eccezionale pressione che l'Italia sta sperimentando ed è pronta a sostenere le autorità italiane e a mostrare una concreta solidarietà europea.
Commissione europea
Rappresentanza a Milano
Corso Magenta, 59
20123 Milano

Gli ultimi sussulti dal baratro

Bondi dice che la "ragione di vita" del PdL "si identifica con la difesa dei principi di libertà sui quali si fonda la democrazia" (tipo la libertà di disporre del proprio corpo stilando un testamento biologico, tanto per dirne una: cioè la stessa libertà che il PdL sta cercando in tutti i modi di negare); Giovanardi aggiunge che "non siamo in un paese normale" (ed in effetti un paese nel quale un ragazzo viene messo in carcere per qualche spinello, come avviene grazie alla legge voluta da lui, non è normale per niente); la Brambilla si spinge a sottolineare che "le donne italiane hanno fatto tanta strada, hanno ottenuto il divorzio, la legge 194, la legge sulla procreazione assistita fino ad arrivare alla legge sullo stalking" (trascurando il piccolo particolare che la legge italiana la proibisce, la procreazione assistita, e quindi il richiamo della ministra, più che di una conquista, ha tutta l'aria di una presa per i fondelli).
Sono gli ultimi sussulti di una maggioranza in caduta libera, che continua a comunicare come per inerzia, automaticamente, senza manco fermarsi a riflettere più di tanto su quello che dice.
Non avessero portato il paese nel baratro, farebbero perfino tenerezza.

Occhio, Bersa', se fai così va a finire che la gente si sente male

Bersani chiede le elezioni anticipate.
La notizia è così incredibile che il redattore di Repubblica, mentre la scrive, ha un sussulto e ci mette una "d" di troppo.
Pare che sia tuttora molto scosso: i suoi colleghi gli hanno messo una coperta addosso e gli stanno facendo bere del cognac.

14 febbraio 2011

Altro che Costituzione, questi vogliono cambiare i vocabolari

La novità di oggi è che quando si partecipa ad una manifestazione "faziosa" bisogna vergognarsi.
Come se esistessero della mobilitazioni "non faziose".
Come se essere "faziosi", cioè di parte, non fosse una circostanza implicita nel concetto stesso di mobilitarsi per qualcosa.
Non erano "faziose", le donne che hanno manifestato sotto la procura di Milano in favore di Berlusconi? Direi di sì.
E quindi, secondo Berlusconi, dovrebbero vergognarsi anche loro? Direi di no.
Non sono certo il primo a rilevare come la distruzione culturale alla quale stanno sottoponendo questo paese cominci proprio dal modo in cui il significato delle parole viene sistematicamente distorto, deformato, plasmato a piacimento di chi le pronuncia.
Non sono il primo, eppure mi tocca osservare ancora una volta che è proprio così.
Tra poco non sarà più questione di cambiare la Costituzione, ma i vocabolari.

Meglio orfano che figlio di due gay

La Cassazione apre alle adozioni da parte dei singoli: e a me, evidentemente, la cosa non può che fare un gran piacere.
Però come la mettiamo, adesso, con le coppie omosessuali?
No, perché a questo punto sembrerebbe che per un bambino non solo sia meglio avere una mamma e un papà invece di due mamme (o due papà), ma addirittura avere un solo genitore piuttosto che due genitori dello stesso sesso.
Meglio orfano, insomma, che figlio di due gay.
Voi che ne dite, non diventa un tantino difficile da sostenere?

Il momento di lanciare la sfida

Con Civati, ché oggi ci girava di scrivere in due.

Con la destra nel cortocircuito più totale, i liberal dovrebbero approfittarne: perché per la prima volta nella storia patria i conservatori non fanno nemmeno più finta di fare i bacchettoni. E anzi danno del bacchettone agli altri. Perché a loro va bene tutto.
Forse è arrivato il momento giusto per rilanciare, allora, sulle libertà, quelle vere. E sugli stili di vita, quelli che non fanno male agli altri e contro i quali la destra ha sempre fatto le barricate.
Visto che sono così disinvolti sulle abitudini sessuali del presidente del consiglio e che danno dei moralisti agli altri, ad esempio, non dovrebbero avere alcuna difficoltà a riconoscere piena legittimità alle coppie omosessuali (che facciamo, ci infiliamo nel letto delle persone per sindacare sulle loro preferenze sessuali a giorni alterni?), a sancire il diritto dei cittadini di decidere a quali terapie sottoporsi e quali rifiutare mettendolo per iscritto in anticipo (sarebbe un paradosso essere tanto rispettosi delle scelte amorose degli individui e poi mettere il becco nelle questioni che riguardano il loro corpo, che ne dite?), a promuovere la contraccezione e l'informazione sessuale nelle scuole con una campagna mediatica senza precedenti (se si riesce a tollerare che il Vaticano storca la bocca quando si tratta dei comportamenti del premier, si potrà adoperare analoga indifferenza anche quando si tratta dei comportamenti degli altri, no?).
E così via discorrendo, fino alla fine della lista e senza saltare nemmeno un punto.
Sono in preda al panico: è il momento di lanciare la sfida.

Il bunga bunga delle opposizioni

Forza, Belpietro e Sallusti, scatenatevi: dopo le foto di Vendola nella spiaggia per nudisti, perché non provare anche con questo?
Personalize funny videos and birthday eCards at JibJab!

Manca solo una foto sul vasino

vendola
Premesso, a titolo di cronaca, che nel campeggio naturista di Capo Rizzuto ci sono stato anch'io, e lo consiglio a tutti perché è un posto bellissimo, la domanda sorge spontanea: dove sarebbe lo scandalo se uno va in giro nudo in una spiaggia per nudisti?
Ormai a Sallusti e al suo giornale manca una cosa sola: pubblicare la foto di Di Pietro neonato mentre gli cambiano il pannolino, o quella di Fini bambino mentre si spoglia davanti al pediatra.
O magari, chissà, quella di Renzi a tre anni, seduto sul vasino mentre si sforza per fare la cacca.
Che scandali, eh?

Il favoloso mondo di Nicole

Puffetta, poi, godeva allegramente della sua beata condizione di unica femmina del villaggio, e Biancaneve viveva addirittura con 7 uomini.

Non ho ricordi di una principessa manifestante, e nemmeno di una fiaba che iniziasse con "C'era una volta in piazza..."

Ciò che gli antichi definivano "bellezza in movimento", oggi è una parola ridotta più che altro a "bellezza", mentre il "movimento" si è trasformato in "sommossa"...?
Libero di oggi propone la sua alternativa "culturale" (sic) alle manifestazioni delle donne in tutta Italia inaugurando con questo articolo, scritto dalla Minetti in persona, la rubrica "Il favoloso mondo di Nicole".
Ovunque siate, trovate un'edicola aperta e procuratevelo: è uno dei migliori pezzi di satira -involontaria- degli ultimi vent'anni.

12 febbraio 2011

Paura, paura, paura

Formigli dice che La Russa l'ha preso a calci: La Russa nega.
Ciò detto, il discorso è un altro. Guardate lo sguardo di La Russa; guardate la smorfia della sua bocca; guardate come digrigna i denti; e poi immaginate di imbattervi in una persona capace di quello sguardo, di quella smorfia rabbiosa, di quel ghigno, in un momento qualsiasi della vostra vita: quando siete in macchina, quando prendete la metro, quando andate a ballare, quando fate la fila alla posta, quando entrate al bar, quando siete alla cassa del supermercato, quando partecipate all'assemblea del condominio.
Non basterebbe questo, calci a parte, per farvi cagare sotto dalla paura?
Ecco, il tizio con quello sguardo non è uno qualsiasi, ma un ministro della Repubblica.
Brrrrr.

Belpietro, Giulia, Pavlov e la Serracchiani

La sequenza è più o meno questa: Giulia dice che la prostituzione esiste anche tra i giornalisti, Belpietro si incazza pavlovianamente, ignora stoicamente l'incendio divampato nella propria coda di paglia, aziona al volo la macchina del fango e le dà della velina, Giulia cerca di replicare, Belpietro le urla sopra impedendole di parlare in modo davvero liberale, Castelli cerca di buttarla in vacca con un paio di battute da colonnelli di fanteria in pensione al circolo della caccia, Paragone abbozza il minimo sindacale di difesa dell'ospite, timbra il cartellino e cambia argomento, Telese invece ci ritorna invitando Belpietro a chiedere scusa, Belpietro sente nuovamente il campanellino di Pavlov e ripete parola per parola quello che aveva detto prima, Giulia riprova a parlare nuovamente sovrastata dalle urla viepiù liberali di Belpietro e alla fine si riesce finalmente a parlare d'altro; la Serracchiani, nel frattempo, è come se non ci fosse.
Però domani va alla manifestazione in difesa della dignità delle donne, ché lei ci tiene parecchio.

11 febbraio 2011

Secondo te queste le avrebbe invitate a casa sua? (*)


(*) Me lo chiede Giampaolo su Skype. Mi sa tanto che devo rispondergli di no.

Non per dire, ma mi sa che quelli DDRizzati siete voi

Dall'atto di indirizzo sul pluralismo televisivo messo a punto dal senatore del PdL Alessio Butti:
È opportuno che i temi prevalenti di attualità o di politica trattati da un programma non costituiscano oggetto di approfondimento di altri programmi, anche di altre reti, almeno nell'arco di otto giorni successivi alla loro messa in onda. (...) L'intervento di un opinionista a sostegno di una tesi va calibrato con uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali. Ciò è ancora più necessario per quei programmi, apparentemente di satira o di varietà, che diventano poi occasione per dibattere temi di attualità politica.
E poi hanno la faccia tosta di dire che sono gli altri, quelli che adottano gli stessi metodi della DDR.

La realtà capovolta

Oggi, se non ho capito male, il capo di quelli che in nome del catechismo negano i diritti dei malati ad una morte dignitosa, i diritti dei gay a formalizzare pubblicamente le loro unioni, i diritti delle donne ad una maternità consapevole e a un'interruzione di gravidanza meno dolorosa, i diritti dei giovani ad una sessualità informata e libera, ha avuto l'alzata d'ingegno di dare dei puritani agli altri.
Non so voi, ma a me guardare la realtà capovolta in questo modo fa venire un vago senso di nausea.
Sarà che sono vagotonico.

10 febbraio 2011

E adesso venite a chiedermi la patente

Avete messo i metal detector nelle banche e i body scanner negli aeroporti, avete obbligato chi vuole andare allo stadio a fare la tessera del tifoso, avete sguinzagliato le ronde in giro per le città, avete piazzato telecamere ad ogni angolo di strada, avete protestato contro la costruzione delle moschee, avete fatto fuoco e fiamme per proibire il burqa, avete costruito centri di detenzione blindati per identificare gli immigrati clandestini, avete rafforzato la sorveglianza alle frontiere, avete proibito gli assembramenti di tre persone sulle panchine dei giardinetti, avete fatto in modo che trovare una birra dopo l'una di notte diventasse un'impresa titanica.
Misure per la sicurezza dei cittadini, così le avete chiamate.
Poi il presidente del consiglio -perché bisogna crederci, a quello che dice il presidente del consiglio, no?- dichiara candidamente di aver fatto liberare dalla polizia un'extracomunitaria sconosciuta credendo sulla parola alle prime fregnacce che gli ha raccontato, e voi che fate? Vi allarmate? Vi indignate? Lo sfiduciate?
Manco per niente. Lo difendete, gli date ragione, dite che non sono affari nostri e votate come un sol uomo per salvarlo dai processi.
Lo sapete, sì, che state perdendo quel poco di faccia che vi era rimasta?

Minerva, il suo immaginario, e la rivoluzione nella vita quotidiana

Buongiorno a tutti! Minerva Jones è un po’ frastornata da tutta questa baraonda che va avanti da settimane, ma l’occasione le è gradita per spendere anche qui due parole su immaginari, bellezza, sensorialità, e vari altri elementi che possono rendere la nostra esistenza un po’ più felice – pur nella landa desolata della tristezza politica e mediatica con cui ci confrontiamo ogni giorno e nella fatica di vite quotidiane in cui sopravvivere è diventata la scalata di una parete rocciosa a mani nude.
Minerva, in effetti, è disgustata per l’incoerenza tra il dire e il fare, infastidita per l’ignoranza, l’incompetenza e la volgarità assurte a valori positivi e premesse ineluttabili alla carriera politica, e infine indignata per la retribuzione di tutti costoro con i soldi di noi cittadini – ma non su questo vuole invitarvi a pensare.
Lei, soprattutto, non riesce proprio a stare dentro immaginari contaminati da squallore, ignoranza, volgarità – e rimane convinta che la condizione e le relazioni umane potrebbero far provare ben altro, se mutassimo punto di vista e ci predisponessimo a viverlo.

Tristezza e mediocrità davanti ai miei occhi – questo vedo e da questo intendo fuggire!

Minerva continua a pensare, per esempio, che il sesso sia meraviglioso non tanto se è ‘libero’, quanto se è eros (Marcuse docet) – ovvero un insieme di desiderio, passione, complicità, comprensione, comunicazione e condivisione in cui tu, semplice essere umano, per un istante accedi all’assoluto, diventi ‘eterno’, annulli lo spazio e il tempo, e poi porti con te la positività che hai provato in quell’istante nella tua vita quotidiana, investendola di ‘energia vitale’ (un mix strepitoso di endorfine, ossitocina, serotonina e via dicendo). Vogliamo comparare questo con un paio di palpatine a pagamento?
Perché il mio immaginario erotico deve allora essere impoverito al livello del Drive In (carne da macello) – che mi propina una televisione ripetitiva e stanca o una politica che mette mano al portafoglio – se invero per me è moto dell’anima, situazione magica, tensione verso il piacere che pur posso vivere nella mia vita quotidiana ogni volta che un profumo mi porta in un’altra dimensione della memoria, un alimento mi stimola tutti i sensi, una conversazione mi riempie il cuore, la vista del mio innamorato me lo riduce in mille pezzi?

E scostandoci dal discorso erotico, per parlare piuttosto di relazioni sociali, sarò un’idealista ma ritengo che i rapporti tra le persone non dovrebbero più modellarsi su categorie e ruoli che in ultima analisi hanno privato tutti noi della libertà di espressione, vincolandoci a espliciti o impliciti compiti e limiti di azione: finché ci sarà una donna che verrà trattata come una povera scema oggetto di dominio maschile, ci sarà un uomo che verrà dileggiato se vorrà esprimere le proprie fragilità e i propri sentimenti.
Che siamo uomini, donne, ‘corpi universali’ – che m’importa? Io vorrei poter essere persona tra persone, non avere nessun ruolo oppure avere tutti i ruoli possibilmente contemplabili con gli interlocutori con i quali mi accompagno per condividere momenti delle nostre vite – mutualmente complici, amici, alleati, compagni, padri, figli, fratelli, amanti, che negoziano direttamente e liberamente tra loro, di volta in volta, regole e limiti di una relazione che fa stare bene entrambi.

E vorrei infine, a chiusura parziale di una lista dei desideri che sarebbe davvero troppo lunga, cominciare con il riappropriarmi di parole che poteri perversi hanno declinato a finalità in aperta antitesi a ciò che esprimevano in precedenza. La parola ‘libertà’ in bocca a chi pretende di regolamentare questioni così private che investono la medesima gestione personale del nostro corpo io lo trovo un evidente paradosso (nonché un abominio), così come il termine ‘amante’ – potenzialmente ricchissimo di connotazioni di dono d’amore appassionato (e gratuito) – è ora decaduto a designare persone che vivono ruoli sgradevoli in relazioni fasulle.

Revolution starts at home, preferably in the bathroom mirror (“La rivoluzione comincia a casa, preferibilmente davanti allo specchio del bagno”), scrivevano gli Hüsker Dü.

Ciascuno di noi ha un proprio ‘mondo immaginario/immaginato’ – un’inedita e unica intersezione di memoria e desiderio. La storia dell’umanità, nei suoi piccoli e grandi cambiamenti, ci insegna che la trasformazione di una società e di una cultura avviene nel momento in cui alcuni iniziano a percepire i mondi immaginari/immaginati come ‘mondi possibili’ – potenziali collocazioni e proiezioni future di sé (e non sto parlando di politica, di partiti, di rappresentanze: sto parlando proprio delle nostre vite quotidiane e delle nostre relazioni faccia-a-faccia).
Forse già solo questo – affermare la nostra presenza, in questa società in crisi, come presenza consapevole, riflessiva, e segnata dall’intenzione, dal desiderio, dalla tensione verso un certo nostro immaginario – potrebbe essere ‘rivoluzionario’.

E voi? Quali sono gli elementi che vi rendono felici, le componenti del vostro immaginario, a prescindere da quello che invece vi viene proposto come modello mediatico e politico oggi? E se sono già presenti nelle vostre vite quotidiane - questi elementi - potreste spingerli magari ‘oltre’? Perché, in tal caso, non cominciare a farlo ora?

09 febbraio 2011

Non basterebbe questo?

Facciamo una cosa, vi va? Lasciamo perdere le indagini sui festini, sulle escort, sul bunga bunga, sugli sms, sulle intercettazioni, sulla prostituzione minorile, sulla concussione e sugli appartamenti all'Olgettina; diciamo che non ce ne frega niente, che sono fatti suoi, che è tutta una montatura, un complotto, una macchinazione.
Resta il fatto, però, che il Presidente del Consiglio ci è appena venuto a raccontare in conferenza stampa che una minorenne qualsiasi si è presentata a casa sua dicendogli di essere la nipote di Mubarak, che lui se l'è bevuta senza fare un fiato, che poi quando l'hanno arrestata si è precipitato a telefonare in questura -senza premurarsi manco allora di fare un controllino- per evitare che scoppiasse un incidente diplomatico, e che comunque quella telefonata l'avrebbe fatta in ogni caso perché quella sconosciuta era in difficoltà e lui è generoso e voleva aiutarla.
In altre parole Silvio Berlusconi, a meno che l'italiano non sia diventato un'opinione, ha appena dichiarato pubblicamente di essere uno sprovveduto.
Non basterebbe questo, in un paese normale, per dimettersi?

Neanche il mio cagnolino

Tiziana Maiolo sui rom:
Tutte le etnie sono integrabili, tranne i rom. Non sono assolutamente integrabili. (...) A noi ci odiano e pensano soltanto a sfruttarci. Non hanno il senso dell'igiene. I bambini li mandano a rubare, perché poi soprattutto minori di quattordici anni non sono imputabili in nessun modo, e in molti casi avviano i bambini alla prostituzione minorile. Fanno la pipì sui muri, neanche il mio cagnolino la fa sui muri. (...) I cagnolini e i bambini, se tu li educhi, dopo sono educati.
Tiziana Maiolo, per chi non lo sapesse, è la portavoce milanese di Futuro e Libertà: cioè del partito guidato da quel tizio che va in giro a raccontare di essere diventato un campione della tolleranza e del progressismo, che si propone al paese come alternativa liberale a Berlusconi e con il quale alcuni illustri esponenti della sinistra hanno perfino immaginato (e in certi casi ancora immaginano) di allearsi.
Non so, fate un po' voi.

Generatore automatico di proteste contro il rito immediato

Istruzioni: fare refresh per ottenere una nuova protesta

Il contagio della libertà

A due anni dalla realizzazione della sua volontà, vorrei ricordare Eluana Englaro con questa meravigliosa pagina di suo padre Beppino:
Ho notato, con amarezza, che le persone restie ai condizionamenti - delle quali Eluana era una evidente esemplare - vengono mal tollerate dalla nostra società perché, reclamando l'esercizio delle loro libertà fondamentali, sovvertono l'ordine prestabilito, e questo infastidisce e spaventa. Non si coglie che essi sono una ricchezza per la collettività, uno sprone al pensare da sé, un contributo al pacifico e prezioso fermento civile. Forse si teme il contagio che la libertà, come l'allegria, sanno muovere tra le persone dalle sensibilità affini.
Quanto vi sembrano piccole, in confronto a lui, le persone che hanno pronunciato parole come queste?

08 febbraio 2011

Federalismo confessionale

Mentre suo padre minaccia le elezioni un giorno sì e l'altro pure, Renzo Bossi deposita un progetto di legge per piazzare un bel crocifisso in ogni sede della regione Lombardia.
Così dopo il federalismo fiscale abbiamo inaugurato anche quello confessionale.

Il consigliere che non si alza

Copioincollo dal blog di Pippo Civati:
Cesare Bossetti, consigliere della Lega di Varese, durante il minuto di silenzio per i quattro bambini rom morti a Roma (richiesto dal Pd e concesso dal presidente Davide Boni, leghista anche lui), non si è alzato in piedi.
Non ho niente da aggiungere, se non che contro i conati una puntura di Plasil può essere miracolosa.
Se siete contrari ai farmaci, foglie di arancio amaro.

A metà strada tra paura e ribrezzo

loreto
Non saprei dire se questa pagina Facebook mi faccia più paura o più ribrezzo: e non mi importa, come qualcuno ha osservato sul wall dell'amica Arianna Ciccone che per prima l'ha segnalata e stigmatizzata, se si tratta di un segno dell'esasperazione che caratterizzerebbe questi giorni oscuri.
La rete ci mette a disposizione degli strumenti formidabili per incalzare i nostri avversari con le idee: utilizzarli per inneggiare al linciaggio, oltre ad essere aberrante di per sé, mi pare un clamoroso autogol.

07 febbraio 2011

Quella fastidiosissima stretta

Visto che sarà più o meno la settecentocinquantesima volta che quelli della Lega minacciano di andare alle elezioni allo scopo di ottenere il federalismo, il quale a sua volta sarebbe il successo che consentirebbe loro di incrementare il proprio consenso elettorale, mi pare che due dati siano piuttosto chiari.
Primo: se si andasse a votare quelli della Lega non potrebbero più tenere tutti gli altri per i coglioni con lo spauracchio delle elezioni; secondo: se ci si andasse prima del federalismo, non è per niente detto che prenderebbero tutti 'sti voti in più.
Ergo, in questo momento le elezioni non convengono manco a quelli della Lega: oppure, addirittura, a loro convengono ancora meno che agli altri.
Che facciamo, vogliamo iniziare a sgolarci per chiederle prima che si siano apparecchiati la tavola per benino, oppure quella stretta intorno ai coglioni ci piace proprio?

Hasta luego, compagni

Dice ha ha ricevuto un sacco di insulti sul suo Facebook, Marco Pannella; lo dice in un'intervista alla Stampa, non senza aggiungere che sta trattando con Berlusconi "per trovare elementi che siano utili agli uni e agli altri", che chiederà "delle cose, dei fatti, che parlino al popolo" e che "in pochi giorni sarà difficile".
Ora, io sono fuori dal partito già da qualche mese, e probabilmente la mia attitudine all'analisi politica è ben al di sotto degli articolatissimi "proprio per questo" di cui sono capaci i miei compagni di un tempo: però, abbiate pazienza, non riesco proprio a dimenticare che quelli con cui Pannella sta trattando sono gli stessi che hanno dato dell'assassino a Beppino Englaro, che hanno utilizzato la presunta fecondità della figlia come argomento per impedire che venisse realizzata la sua volontà, che si ergono a paladini del proibizionismo e a guardiani dei confini nazionali dall'invasione dei musulmani previo accordo con un dittatore, che si guardano bene dal riconoscere agli omosessuali i loro diritti, che si sono fatti in quattro per lasciare la pillola RU-486 negli armadi degli ospedali, che considerano la fecondazione assistita una pratica eugenetica, che proclamano un giorno sì e un giorno no di voler mettere a punto un grande "piano per la vita" di concerto col Vaticano, che confondono a loro uso e consumo la legalità con la burocrazia.
Marco, naturalmente, è liberissimo di trattare con chi vuole.
Senza la mia iscrizione, però.
Per il poco che vale.

Update: a beneficio dei lettori, la risposta dell'amico Rocco Berardo.

L'accanimento terapeutico non esiste

L'occasione dell'appello sul testamento biologico promosso dai medici mi è gradita per ripetere, qualora vi sia sfuggito, come la penso sull'argomento.
La locuzione "accanimento terapeutico", a mio modo di vedere, è solo un artificio semantico che viene utilizzato per evitare di affrontare la vera questione: quella della libertà di scelta dei malati, e più in generale delle persone.
Il punto, in altre parole, non è riunire una commissione di scienziati per stabilire cosa sia accanimento e cosa non lo sia, ma ficcarsi in testa che in uno stato di diritto è l'autodeterminazione degli individui, finché non lede i diritti degli altri, ad essere sovrana: in barba ai dogmi clericali -e, gioverà precisarlo, statalisti- secondo i quali a decidere per le persone, perfino quando la scelta riguarda il loro corpo e la loro sussistenza in vita, dovrebbe essere sempre qualcun altro.
Il resto, lasciatemelo dire, sono le solite chiacchiere alle quali ci hanno abituati quelli che hanno la pessima abitudine di considerare i cittadini come sudditi.
Fingendo di non sapere che la schiavitù, fino a prova contraria, è stata abolita da un pezzo.

Bambini

Dopo l'intervento del tredicenne antiberlusconiano al Palasharp, quelli del centrodestra si indignano e sottolineano che sarebbe meglio tenere i bambini fuori dalle questioni politiche.
Detto dagli stessi che alcuni anni fa salutarono con entusiasmo la partecipazione di qualche migliaio di passeggini al Family Day suona davvero credibile.

06 febbraio 2011

L'incredibile collezione di "guarda caso" di Luca Barbareschi

All'inizio di febbraio Luca Barbareschi va a parlare con Silvio Berlusconi; guarda caso, qualcuno inizia a mormorare che l'attore sarebbe in procinto di abbandonare FLI per tornare nel PdL, ma lui nega, definisce quelle voci delle illazioni e precisa che al limite si potrebbe dimettere dalla carica di deputato; a questo punto qualcun altro fa osservare che, guarda caso, se Barbareschi dovesse dimettersi al suo posto subentrerebbe Giovanni Marras, primo dei non eletti in Sardegna e berlusconiano di ferro; subito dopo, guarda caso, l'attore si astiene nella votazione sulla competenza della Procura di Milano nell'ambito dell'affaire Ruby, dichiarando però, guarda caso, di aver sbagliato a pigiare il pulsante; anche se la sua collega di partito Angela Napoli sostiene, guarda caso, di aver visto Barbareschi premere il bottone giusto facendo una foto col cellulare, salvo cambiare e schiacciare quello sbagliato appena compiuta l'operazione; nel frattempo, guarda caso, durante una riunione tra Fini e Barbareschi volano penne e parole grosse.
Dite la verità: non pare anche a voi una serie di "guarda caso" che sfida tutte le leggi della statistica?

Arcore's Night: qua ci vuole l'esorcista

Padre Gabriele Amorth (sono sempre curiosa di sapere se si tratta di un nome d’arte, ma pare di no), esorcista ufficiale della Santa Sede già famoso per aver tuonato contro Harry Potter, ha una spiegazione tutta sua per i festini di Arcore: se il Premier si abbandona ai bunga bunga con minorenni non bisogna avvertire la magistratura, ma gli esorcisti.
Intervistato da Novella 2000 (ma pensa te, non ci si può più fidare di nessuno: passati i bei tempi in cui su Novella intervistavano solo la presunta amante di un Pippo Baudo qualsiasi, adesso no, vanno di padre Gabriele!), il sacerdote chiarisce che la villa è il male, non Berlusconi: i precedenti proprietari, infatti, erano noti per la loro vita licenziosa ed i festini erotici, culminati addirittura in un omicidio-suicidio. Il povero Silvio, comprando l’immobile, si sarebbe quindi ritrovato immerso in questa atmosfera permeata dagli “spiriti maligni”, che avrebbero spinto in tentazione lui ed i suoi ospiti. Insomma, Lele Mora, Emilio Fede, e la simpatica corte di fanciulle convocate, la sera avrebbero voluto davvero giocare a tombola, ma i muri di Arcore sono posseduti dal Maligno, il quale – siccome è Maligno mica pe’ gnente – ogni tanto gioca in trasferta anche a Palazzo Grazioli e nelle ville sarde, perché si sa come è il Maligno, tu gli apri la porta di una casa e quello si insedia anche in tutte le dependance.
Il buon padre Gabriele ammette che il Diavolo certo non riesce ad operare se non trova terreno fertile nelle menti di chi lo seconda, ma di sicuro la posizione di Silvio da questa rivelazione esce molto alleggerita: non è colpa sua, ma dello Spiritello Porcello di casa, una sorta di versione hard del Fantasma Formaggino delle barzellette, tanto care peraltro al Premier, e così il cerchio si chiude.
Padre Amorth garantisce quindi che le inchieste sono superflue, basta un bell’esorcismo professionale sulla villa. E io me lo vedo il corteo, padre Amorth in testa, seguito da Berlusconi, Fede e Lele Mora cosparsi di cenere (Rossella un po’ di lato, preso a controllare che il colore della cenere faccia almeno pendant con la cravatta), mentre le fanciulle del bunga bunga seguono in corteo, biscicando litanie come si conviene a Maddalene redente, nelle speranza che tutto ciò serva a far resuscitare un potere che ormai è bello che defunto.