28 febbraio 2009

Betancourt? Peggio delle FARC. Parola di mammoletta

Keith Stansell, Thomas Howes, Marc Gonsalves, sono tre mercenari americani che nel 2003 parteciparono ad una missione antidroga del Pentagono. Durante un trasferimento, il loro velivolo ebbe un problema e precipitò nella giungla orientale colombiana, dove vennero presi prigionieri dalle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC). I tre uomini, che sono stati compagni di prigionia di Ingrid Betancourt, pure rapita dalle FARC nel 2002, hanno recentemente pubblicato un libro di memorie nel quale ricostruiscono quei 2.000 di giorni di cattività. Almeno due dei tre soldatacci-scrittori (Howes e Stansell) non hanno trovato la Betancourt troppo simpatica. Non contenti di definirla "una donna dura", "egoista e manipolatrice" e desiderosa di imporre il suo potere sugli altri ostaggi, la accusano anche di aver cercato di far passare i tre americani per agenti della CIA, di aver rubato loro i bocconi migliori, e di essersi sistematicamente accaparrata il giaciglio migliore. Particolarmente duro è Stansell, che, a dar retta ai giornali, è addirittura un ex marine: "Era lei la padrona del gulag [...] Gli aguzzini ci trattavano meglio di lei". E' evidente che la "notizia" sia stata studiata appositamente per pompare le vendite del libro: che cosa c'è di meglio per attirare l'attenzione dei media che buttare del fango addosso ad un personaggio noto? Al di là di questo, comunque, fa abbastanza ridere la ricostruzione dei fatti dei tre Rambo. Non ne ho mai conosciuto nessuno, ma l'idea che mi sono fatto di un contractor è quella di un omaccione rude e violento, aduso alla vita selvaggia e alle privazioni. Che personaggi di tal fatta si facciano intimidire da una donna sola, provata dalla prigionia, lo trovo irresistibile - pure volendo ammettere che la "Beta" sia un'insopportabile arpia, e io non ci credo. Ve l'immaginate la "testimonianza": "Sì, mi hanno picchiato, costretto a percorrere chilometri a piedi con le mani incatenate, fatto dormire per terra e tenuto in prigionia per anni... ma credetemi il momento peggiore è stato quello in cui Ingrid mi ha rubato una banana..." Più che mercenari, questi tre mi sembrano mammolette.

MOI, IO.

Moi je t'ai donne. Io ti ho dato. MOI. IO. Non lei stessa, Carla Bruni, non gli Italiani e l’Italia, il suo paese, il paese di tutti - noi e lui. No. IO. Lui. Noi ci arrabbiamo, scriviamo, ragioniamo, svisceriamo, critichiamo, informiamo, analizziamo… E questo signore ci dice in faccia, davanti a tutto il mondo, che si crede proprietario di tutti noi. Allegra.

27 febbraio 2009

Sant'Umberto, salvaci tu

Possiamo solo ringraziare quella bella persona di Umberto Veronesi per aver tentato di dare una scossa al torpore del Partito Democratico sul testamento biologico. Sostiene il celebre oncologo che "la legge ora in discussione sulle volontà di fine vita è, se possibile, ancora più liberticida (e disumana)" di un ipotetico provvedimento legislativo che imponesse "la religione cattolica come religione di Stato, proibisse il culto ai protestanti valdesi e obbligasse gli ebrei a battezzare i propri figli" e che, in ogni caso, "la libertà di coscienza del parlamentare non può essere invocata per violare e cancellare la libertà di coscienza delle persone." Messaggio di chiarezza cristallina, che affonda come un coltello aguzzo nel ventre molle del Segretario, più che disposto, pare, a tollerare tra le sue file gente che vota per il disegno Calabrò. Franceschini, evidentemente stizzito, replica a mezzo stampa con inattesa arroganza che "con tutto il rispetto, la linea su questi temi la decide il partito, la decidono i parlamentari e nessuno, anche autorevole, ce la può dettare"; ora, a parte che ad aver parlato non è l'ultimo dei teodem, ma un luminare, che, se ben ricordo, ha anche un ruolo formale nel Partito Democratico, trovo irritante, se non vagamente offensivo, questo modo di reagire, tipo: "che cosa ne volete sapere voi dei vostri problemi - siamo noi politici che ve li spieghiamo". E no. Così non ci siamo. Leggo che oggi Franceschini ha incontrato Veronesi, e mi si strizza il cuore di speranza. Che delusione. L'agenzia riporta la seguente dichiarazione di Franceschini: "Deve esserci liberta' di coscienza sui temi etici. Questa e' la linea del Pd (...)". Aridaje. E poi, anche: "non si puo' imporre un regime da caserma ne', su temi cosi', si puo' obbedire a ordini di scuderia ma si obbedisce alla propria coscienza". Ma perché stupirsi: in fondo è cosa nota che è inutile tentare un elettrochoc su un pezzo di legno.

Reductio ad Dorinam

La vita non è un bene che appartiene solo al singolo individuo, ma ai cittadini, alla collettività.
(Dorina Bianchi, senatrice PD, all'indomani della morte di Eluana Englaro)
Che cos'è la vita? La vita è la nazione. L'individuo è, in ogni caso, destinato a sparire. Di là dalla vita dell'individuo, c'è la nazione.
(Adolf Hitler, Cancelliere del Terzo Reich, all'indomani della sconfitta tedesca a Stalingrado)

Beppino: l'ennesimo oltraggio

Dev'essere il karma di Beppino, quello di non avere un attimo di pace. La denuncia di Verità e Vita (di cui non metto il link, non sia mai detto che regali un solo accesso a questa gente) è l'ennesimo oltraggio a un uomo onesto, che si è battuto con coraggio in difesa della libertà di scelta non solo di sua figlia, ma anche (e direi soprattutto) di tutti gli altri. Mi scuserete, se l'unica considerazione che mi viene non è particolarmente arguta: viviamo in un paese di merda. Ci sarà tempo, per parlare della vicenda in modo più puntuale. Ma, per il momento, questo è tutto.

26 febbraio 2009

Enigmi editoriali

Questo post, amici, è un esercizio di comprensione. Leggete la frase sottolineata e scegliete l'interpretazione che vi sembra più esatta tra le seguenti:
  • i deputati fanno una pausa di sessanta minuti tre volte a settimana, ma il mercoledì la fanno due volte a settimana;
  • i deputati fanno una pausa di sessanta minuti, e il mercoledì 2, invece, la fanno tre volte a settimana;
  • i deputati fanno pausa solo il mercoledì, ma la fanno lunga due settimane, tre giorni e sessanta minuti;
  • i deputati fanno una pausa di tre giorni ogni sessanta minuti, e poi il mercoledì ne fanno due a settimana;
  • i deputati a volte fanno pausa, e i giornalisti del Corriere non sanno l'italiano.
Mentre rimango in attesa delle vostre risposte, l'occasione mi è gradita per porgervi i miei migliori sessanta saluti per tre giorni a settimana. Il mercoledì due.

Agenzie dal futuro /1

(ANSA) Roma, 26 febbraio 2029. TERRORE A ROMA, RONDE INTERVENGONO PER FERMARE LINCIAGGIO. Attimi di terrore, a Roma, all'apertura dei lavori parlamentari. Una folla inferocita formata da un centinaio di persone ha tentato di linciare il deputato Mario Tornelli, che si apprestava ad entrare in aula per depositare il suo Disegno di Legge sull'emergenza sicurezza: il DDL Tornelli, lo si ricorda, propone di concedere l'incarico di pattugliare le strade anche ai volontari della Polizia di Stato, con meri poteri di sorveglianza e senza l'impiego di armi, affiancandoli quindi alle RASC (Ronde Armate Sponsorizzate Cittadine). I RASChisti di servizio a Montecitorio sono intervenuti con tempestività, sottraendo prontamente il deputato alla furia della folla e uccidendolo a manganellate.

25 febbraio 2009

Northern Rock perde? Bonus ai dirigenti

Nel 2008 Northern Rock, la banca britannica nazionalizzata dal Governo all'inizio dell'anno scorso, ha perso 1,4 miliardi di sterline. Ciò non ha impedito al management di approvare bonus per i suoi dirigenti e per il personale delle agenzie (che come si vede dalla foto, per un periodo sono state abbastanza affollate). La notizia prova come sia pienamente giustificata la pessima stampa di cui godono i banchieri di questi tempi: pur essendo (cor)responsabili della più grande crisi economica della storia moderna, non sembrano capaci di assumersene la responsabilità. Meritocrazia - "Non tutte le banche sono uguali, e non tutti i banchieri sono uguali" - questa l'arrogante autodifesa che Gary Hoffman, CEO di Northern Rock, ha opposto a chi ha criticato l'incredibile decisione. Poiché la banca ha rimborsato una quota più elevata del prestito di 27 miliardi di sterline che il contribuente inglese le ha "volontariamente" messo a disposizione, i suoi dipendenti meritano un gratifica. Innanzitutto, la banca non ha fatto altro che onorare gli impegni con lo stato che la ha salvata dalla bancarotta, quindi bando al trionfalismo. Inoltre i 18 miliardi che ha restituito al governo, Northern Rock li ha ottenuti pretendendo il rimborso anticipato dei mutui che aveva concesso, quindi drenando liquidità in un mercato che ne ha un bisogno drammatico. Perché nazionalizzare, se poi il governo non è in grado di sfruttare la banca per i suoi fini pubblicistici (aiutare le famiglie in difficoltà)? Anzi, lo stato ha fatto esattamente il contrario: per rientrare della sua esposizione, ha costretto Northern Rock a chiedere indietro i soldi ai suoi clienti. Paga Pantalone - Però Northern Rock ha però annunciato che tra il 2009 e il 2010 metterà a disposizione dei suoi clienti nuovi mutui per 14 miliardi: questo dimostra l'insipienza della strategia finora perseguita. Senza contare che, dei 14 miliardi destinati a chi stipula un nuovo mutuo o lo rinegozia con Northern Rock, ben 10 vengono dalle casse del Governo.

TG5: scopri le differenze!

Mia nonna guarda sempre il TG5. E infatti vota Berlusconi. Buona visione. Allegra

Metilparaben, Gad Lerner e un punto di vista sui blog

Allora, non è che io sia un appassionato delle classifiche: però qualche giorno fa, andando a curiosare su BlogBabel, mi sono accorto che questo blog e quello di Gad Lerner erano divisi da meno di un'incollatura: da allora, stimolato dalla competizione con cotanto avversario, sono tornato spesso a controllare, riscontrando che l'allegra combriccola di Metilparaben e il buon Gad continuano a scambiarsi di posto e a superarsi reciprocamente quasi tutti i giorni. Siccome potrebbe sembrare strano che una manciata di blogger qualsiasi come noi se la batta con un tizio che riceve un migliaio di commenti per ogni post che scrive, credo sia il caso di proporvi giusto un paio di riflessioni. A quanto mi risulta la classifica di BlogBabel si basa su una serie di parametri, il più importante dei quali, se non ho capito male, dovrebbe essere il numero di backlinks, cioè il numero di volte che i post di un certo blog vengono linkati da altri blogger. Ne consegue, se la premessa è vera, che un blog viene considerato tanto più influente quanto più frequentemente i suoi contenuti vengono diffusi in giro per la rete, anche se quel blog ha un numero relativamente basso di visite o di commenti. Se così fosse (e mentre lo dico vi invito a correggermi qualora dovessi sbagliarmi) bisognerebbe fare i complimenti a quelli di BlogBabel, perché avrebbero colto dritto nel segno; i blog, secondo me, esistono proprio per questo: far circolare quanto più possibile informazioni, opinioni e punti di vista che gli organi di informazione "convenzionali" tendono sistematicamente ad ignorare. Da queste parti, gente, ci si prova. L'occasione mi è gradita per ringraziare chi premia il tentativo regalandogli un link.

Citi: è come la tua Yugo

Il Governo americano sta pensando di convertire in ordinarie le azioni privilegiate di Citigroup che ha già in portafoglio: diverrà così azionista della prima banca del mondo. Ma, per carità, non chiamatela nazionalizzazione. Il "management" di Citi sta chiedendo aiuti di stato per un importo di molto superiore alla sua capitalizzazione di Borsa. Situazione che ricorda da vicino quella della tua Yugo: devi cambiare la frizione, il meccanico ti ha detto che ti verrà 1.000 euro, anche se il rottame non ne vale nemmeno 500. Eppure ti tocca farti grassare, dato che non ti puoi permettere una nuova macchina.

Mentana mette a fuoco

Dice Enrico Mentana: "è evidente [...] [che] quando la tua parte governa meno informazione c’è meglio è, meno fastidi ci sono meglio è”. Che tanta saggezza sia il frutto insperato del suo licenziamento da Mediaset? E, più in generale, non è che per caso chi critica "il sistema" con maggiore veemenza è proprio chi ne è stato escluso? E' dunque vero che il potere porta a benefici, e i benefici annebbiano la vista e addomesticano la coscienza? Ragionamento che vale per tutti. A partire dal sottoscritto.

24 febbraio 2009

Da oggi dura opposizione... interna...

mulo PD
E ancora...
"La vita umana appartiene alla collettività" Dorina Bianchi, capogruppo del Pd in commissione Sanita’ al Senato... "Io votero' certamente a favore del testo di legge Calabro' " Paola Binetti, deputata PD

Testamento di un giornalista

Nello Sri Lanka c'è un mestiere, oltre a quello del soldato, che richiede il sacrificio della vita. E' il lavoro del giornalista.
Lasantha Wickramatunga, giornalista srilanchese, è stato ucciso l'8 gennaio 2009. Sapeva che sarebbe sato ammazzato ed ha scritto questo bellissimo testamento.
Cliccate sull'immagine per ingrandirla e leggere l'articolo.
Sia ben chiaro che qualunque sacrificio facciamo noi giornalisti, non è per la gloria o l'arricchimento personale: è per voi. Che lo meritiate o meno è un'altra questione. Quanto a me, Dio solo sa se ci ho provato.
Dedicato a tutti quei giornalisti nostrani che dimenticano di fare le domande.
Allegra

"Terza via" unica via

Mentre Rutelli vorrebbe imporre a tutti gli italiani la “terza via”, che sarebbe la sua scelta qualora si trovasse di fronte a un medico con un sondino nasogastrico in mano (e se decidesse di farsi operare in Svizzera?), la capogruppo Pd al Senato Anna Finocchiaro ha sottolineato che il testamento biologico è “l’unico” tema su cui ci sono nel partito posizioni diverse “come del resto c’è divisione nella società italiana”. Dunque “non occorre farne un caso politico”. Ah no? Cara sen. Finocchiaro, nel rivolgermi a lei le chiedo: le divisioni che ci sono nella società italiana, anziché rispecchiarsi all’interno di un partito, non dovrebbero essere rappresentate dallo spettro partitico nel suo complesso? Se non è il Pd a farsi portatore della libertà di scelta di ogni cittadino e dell’indisponibilità del proprio corpo rispetto alle volontà altrui, allora chi? Esclusi i radicali, si intende…

Manifesti a confronto

Guardando questi due manifesti, nei quali mi sono imbattuto ieri, mentre guidavo, a distanza di pochi minuti l'uno dall'altro, mi è tornata in mente una meravigliosa frase di Jean Jacques Rousseau:
Il gusto è, per così dire, il microscopio del discernimento.
Ecco, lascio a voi il compito di stabilire quale dei due discernimenti, scrutato attraverso il microscopio del gusto prescelto per rappresentarlo, sia più difficile da intravedere. Pronunciatevi, gente: leggerò con grande curiosità i vostri commenti. Dopo aver finito di vomitare, s'intende.

23 febbraio 2009

Sintesi rutelliane

Dice che Rutelli e i teodem hanno escogitato una "terza via" sul testamento biologico. Se ancora non sentite un brivido lunga la schiena, pensate a Sacconi che commenta soddisfatto: "nel Pd è in atto una positiva evoluzione"... Ma andiamo al merito di questa rivoluzione copernicana partorita dall'ex sindaco di Roma tra una prova di inciucio con Pierferdi e l'altra: è chiaro, "alimentazione e idratazione artificiali sono forme di sostegno vitale" (mai "terapie") e dunque, "non possono essere oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento". Colpo di scena: "nelle fasi terminali della vita, o qualora il soggetto sia minore o incapace di intendere e di volere, la loro modulazione e la via di somministrazione - da commisurarsi a aspettative di sopravvivenza, condizioni del paziente e necessita' di evitare accanimento terapeutico - debbono essere il frutto di una interazione e comune valutazione tra il medico curante, cui spetta la decisione finale, l'eventuale fiduciario e i familiari." Come nella legge berlusconiana, la volontà del paziente è irrilevante e la decisione finale sulla sua sorte spetta al medico (e speriamo che non sia un baciapile). Mi sforzo di capire dove si trovi la famosa "sintesi", ma non ci arrivo. Inoltre, solo in Italia si poteva concepire questa grottesca "concertazione" sul letto di morte, mediante la quale medico, fiduciario e familiari arrivano tutti alla medesima conclusione sul da farsi; in primo luogo, se c'è un fiduciario, a lui - non al medico - dovrebbe spettare l'ultima parola. E poi, a decidere dovrebbe essere il medico, nel "migliore interesse del paziente", solo quando manchi la sua esplicita volontà o i mezzi per ricostruirla: è così, ad esempio, in Francia ed in Inghilterra. Ma in Italia abbiamo i teodem.

Sbattezzo: yes we can!

Ciao a tutti! Sono arrivata oggi e ho pensato di presentarmi a voi nel tentativo di riparare ad un "antico errore" dei miei genitori. Il copyright è dell'UAAR - Unione Atei Agnostici Razionalisti (http://www.uaar.it/), che fornisce assistenza a chiunque ne richieda. Ci vediamo presto da queste righe. Allegra
Raccomandata A/R Al Parroco della parrocchia di S. Chiara in Roma Via R. Zandonai, 4 - 00194 Roma
Milano, 2 febbraio 2009 OGGETTO: Istanza ai sensi dell'art. 7 del Decreto Legislativo n. 196/2003. Io, sottoscritta ALLEGRA OH nata a Roma il 18/12/19xx, residente a Milano, Via Xxxx Yyyyy 5, con la presente istanza, presentata ai sensi dell'art. 7, comma 3, del Decreto Legislativo n. 196/2003, mi rivolgo a Lei in quanto responsabile dei registri parrocchiali. Poiché sono stata sottoposta a battesimo nella Sua parrocchia, in una data a me non nota ma presumibilmente di poco successiva alla mia nascita, desidero che venga rettificato il dato in Suo possesso, tramite annotazione sul registro dei battezzati, riconoscendo la mia inequivocabile volontà di non essere più considerata aderente alla confessione religiosa denominata "Chiesa cattolica apostolica romana". Chiedo inoltre che dell'avvenuta annotazione mi sia data conferma per lettera, debitamente sottoscritta. Le segnalo che, in caso di mancato o inidoneo riscontro alla presente richiesta entro 15 giorni, mi riservo, ai sensi dell'art. 145 del Decreto Legislativo n. 196/2003, di rivolgermi all'Autorità Giudiziaria o di presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali. Dichiaro inoltre di rinunciare fin da subito a qualsivoglia pausa di riflessione o di ripensamento in ordine alla soprascritta istanza; avverto che considererò ogni dilazione come rifiuto di provvedere nel termine di legge (15 giorni, ai sensi dell’art. 146, comma 2, del D. lgsn. n. 196/2003) e che quindi intendo immediatamente ricorrere all’Autorità Giudiziaria o al Garante per la tutela dei dati personali, qualora Lei illegittimamente differisse l’annotazione richiesta ad un momento successivo al quindicesimo giorno dal ricevimento della presente. Quanto sopra, in ottemperanza del Decreto Legislativo n. 196/2003 (che ha sostituito, a decorrere dall’1/1/2004, la previgente Legge n. 675/1996), in ossequio al pronunciamento del Garante per la protezione dei dati personali del 13/9/1999 ed alla sentenza del Tribunale di Padova depositata il 29/5/2000. La diffido, infine, dal comunicare il contenuto della presente richiesta a soggetti terzi che siano estranei al trattamento, e La avverto che la diffusione o la comunicazione a terzi di dati sensibili può configurare un illecito penale ai sensi dell'art. 167 del D.lgs. n. 196 del 2003. Allego fotocopia del seguente documento d'identità: Passaporto n. Distintamente. Allegra Oh

Ferrara: tre contro uno

Mentre vado in ufficio, ho l'abitudine di sentire Radio 24. Peccato che da qualche settimana, in probabile ossequio alla novella temperie cultural-politica, a noi, poveri ascoltatori indifesi, è stata imposta la somministrazione di una forte dose mattutina di Giuliano Ferrara, che, con il suo "Parliamo con l'Elefante", ha sloggiato il povero Alessandro Milan, costringendolo allo slot antelucano delle 7:30. L'Elefante (quello con le "maiscola", non l'innocente pachiderma) può essere definito in molti modi, ma certo non un osservatore indipendente: tanto per attenersi ad un tema a me particolarmente caro, è chiaro a tutti come egli sia schierato in modo esplicito e tetragono sul fronte della revanche cattolica oltranzista: eppure, secondo i miei calcoli, da inizio anno ci ha inferto ben 5 puntate dedicate (in modo più o meno diretto) al caso di Englaro (ricordate? era proprio lui, Giuliano Ferrara, il promotore della indecente messinscena delle bottigliette d'acqua per Eluana!). Questa mattina, con la puntata era dedicata al "testamento biologico" (se così si può chiamare quella massa informe che il Senato ha approvato qualche giorno fa), Ferrara ha raggiunto il suo capolavoro di equilibrio ed equidistanza: l'ateo devoto, infatti, ha chiamato in trasmissione Calabrò (l'autore del testo) e Eugenia Maria Roccella Cavallari, protagonista di un tragico quanto inspiegabile percorso a ritroso dalle file radicali a quelle del più bieco oscurantismo papista; unica voce dissonante, quella del povero Gad Lerner (e non so se il fatto che a difendere la laicità abbiano volutamente, dico, chiamato un ebreo... ma forse sono io che sono paranoico). Ebbene, lo confesso: stamattina, dopo aver sentito Ferrara, ovvero tanti chilogrammi di coerenza, criticare Beppino Englaro (definito "vecchio socialista mangiapreti") non ho resistito, ho spento la radio, autoconsegnandomi al silenzio mentre mestamente guidavo fino al parcheggio. Perdonatemi, non ce l'ho fatta.

Appunti sul Festival

Sinteticamente, vi espongo qui di seguito alcune impressioni personali:
  • Povia, invece di darsi da fare per mettere insieme una canzone perlomeno decente, ha preferito spremersi le meningi per far parlare un mese di seguito l'Italia intera di una canzone mediocre. Voto: 10 all'imprenditorialità;
  • Iva Zanicchi ha cantato a destra e a sinistra che cercava uno stallone, poi si è incazzata con Benigni sostenendo che avesse falsato il voto, quindi ha minacciato querele all'universo mondo e infine ha rimpianto di non essersene andata senza cantare, ma intanto avrebbe dovrebbe essere all'Europarlamento. Voto: 9 all'ubiquità;
  • Alexia e Mario Lavezzi hanno formato una coppia davvero ben assortita finché lui non ha avuto la malaugurata idea si alzarsi dallo sgabello, causando un dislivello di mezzo metro e costringendo i cameramen a scegliere se inquadrare lui o la sua partner. Voto: 3 all'affiatamento;
  • Marco Masini è riuscito nella missione impossibile di infilare in quattro minuti tutti i luoghi comuni più beceri dell'italiano medio, tranne che il gatto è un animale indipendente, che un bicchiere di vino ogni sera è un efficace antiossidante e che Pertini era l'unico onesto. Voto: 8 alla sintesi;
  • Al Bano ha ribadito che l'amore è sempre amore, senza tuttavia aggiungere che la mamma è sempre la mamma e che Maldini è sempre Maldini. Voto: 10 alla carriera (di Maldini);
  • i Gemelli Diversi, dopo aver sottolineato di essere vivi per miracolo, hanno cercato la loro rivalsa facendo in modo che a chi li ascoltava toccasse la medesima sorte. Voto: 9 alla crudeltà.
Gli altri, onestamente, non li ho ascoltati: per la verità avrei voluto, ma le scosse di terremoto provocate da John Lennon che si rivoltava nella tomba mentre Bonolis cantava Imagine mi hanno distratto un po'. Sapete com'è, sono un tipetto impressionabile.

Se prima eravamo in quattro...

Da oggi Metilparaben avrà due autori in più: oltre allo scrivente, a Pouki, a Giulia e a Bleek, d'ora in avanti scriveranno da queste parti anche i miei amici Mario Braconi e Allegra, che hanno appena accettato il mio invito a collaborare. Per cui, gente, continuate a tenere d'occhio la fotina in alto a sinistra quando leggete i post: così, tanto per sapere chi li ha scritti. Saluti.

22 febbraio 2009

Franceschinparaben

Ho il piacere di comunicarvi che stasera l'assemblea del condominio in cui abito, al termine di una tormentata seduta, mi ha nominato amministratore. La situazione è davvero critica: c'è da sistemare la situazione dei morosi, da riparare la caldaia centralizzata, da mettere a norma l'impianto elettrico e da restaurare i cornicioni pericolanti che circondano l'edificio. Siccome sono uno che è abituato a prendere le situazioni di petto, tanto per cominciare domattina giurerò fedeltà alla Costituzione.

21 febbraio 2009

Fraceschini, l'anti-Obama

Franceschini segretario del Pd, ovvero come decretare il fallimento definitivo del partito prima dell’election day del 6 e 7 giugno. “Basta farsi del male, mi dimetto per salvare il progetto al quale ho sempre creduto” aveva detto Veltroni lasciando il suo incarico. Viene da pensare, vedendo quello che è successo, che l’abbia fatto perché non reggeva più il tiro, l’ha fatto per sé. Qualcuno, infatti, ha il coraggio di dire che Franceschini è l’”uomo nuovo”, colui che potrà dare la spinta propulsiva decisiva per far sì che il Pd possa tornare ad aspirare ad essere forza di governo? Ne dubito, ma invito chiunque lo pensi minimamente a farsi avanti. La realtà è che il Pd non ha avuto il coraggio di cogliere le dimissioni di Veltroni come un momento di “distruzione creatrice”, in cui investire tutto e indire un vero processo di primarie aperte, che avrebbero potuto forse far emergere l’Obama italiano, come si va dicendo da mesi. Ciò non è stato fatto, proprio perché i dirigenti del Pd si guardano bene dal dare spazio al futuro Obama. E così, il vero partito democratico in Italia si fa sempre più lontano…

20 febbraio 2009

Ronde domestiche

In questo paese, per fortuna, c'è ancora qualcuno che si prende la briga di studiare, invece di limitarsi ad aprire bocca e dargli fiato. Nel mese di novembre del 2008, ad esempio, è stata resa nota una significativa indagine effettuata dalla Casa delle Donne, che si è presa la briga di analizzare tutti i 126 casi di uccisione di donne dagli undici anni in su per motivi misogini o sessisti avvenuti nel 2007 e a gennaio del 2008. Ebbene, amici miei, dallo studio vengono fuori, tra gli altri, gli sconcertanti dati che seguono:
  • nel 77% dei casi le donne sono stati uccise da un familiare, nel 12% dei casi da un conoscente, e solo nell'11% dei casi da uno sconosciuto;
  • nel 44% dei casi l'autore del delitto era il marito o il compagno della vittima, nel 14% dei casi l'ex marito o l'ex compagno;
  • nel 71% dei casi l'autore dell'omicidio era un italiano, nel 13% sconosciuto, e solo nel 16% dei casi l'assassino era uno straniero.
Ciò premesso, e tenuto conto di quanto il Governo si appresta ad approvare nei prossimi giorni, mi corre l'obbligo di chiedervi un parere. Secondo voi dove sarebbe il caso di metterle, le ronde? Per la strada, a controllare i vituperati rumeni, o dentro le case delle donne, a vigilare sugli insospettabili italiani che vivono con loro? Fatemi sapere.

Confusione in pillole

Allora, amici, la vicenda si può sintetizzare come segue. Nella notte dello scorso 14 febbraio un gruppo di studentesse ha effettuato una serie di blitz nei reparti di pronto soccorso degli ospedali romani per verificare se in questi ultimi fosse effettivamente assicurata la disponibilità della pillola del giorno dopo, raccogliendo, come di consueto, dati piuttosto sconcertanti. Per tutta risposta il tizio che vedete nella foto, che risponde al nome di Lucio D'Ubaldo, e che oltre ad essere un Senatore del PD è anche il Presidente dell'Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio, ha diffuso la seguente nota:
La pillola Ru486 non è un anticoncezionale e non rientra nella categoria dei farmaci da assumere al di fuori del controllo medico. Su questo punto bisogna essere chiari, poiché i diversi punti di vista etici non mettono in discussione l'aspetto tecnico di un prodotto non ascrivibile alle procedure di protezione. Credo sia giusto che le autorità sanitarie e l'assessorato regionale esercitino fino in fondo il loro ruolo in ordine ad una informazione corretta e responsabile.
Niente da aggiungere, Senatore, se non che sono pienamente d'accordo con Lei: su questi argomenti è davvero necessario essere chiari. Anzi, già che ci sono approfitto dell'occasione per proporLe una riflessione: se le "autorità sanitarie", che nella circostanza Ella rappresenta, si prendessero la briga di informarsi sulla differenza tra pillola del giorno dopo e Ru486, allo scopo di conoscere almeno per grandi linee l'argomento di cui parlano e di evitare brutte figure come questa, non trova che sarebbe già un buon inizio? Sa com'è, tanto per esercitare "una informazione corretta e responsabile"...

19 febbraio 2009

Eh, 'sti stranieri, signora mia...

A parte che i nostri sono di più, svolgono la loro attività in qualche albergo al calduccio invece che in mezzo alla strada, e che a nessuno è mai venuto in mente di linciarli, qualcuno sarebbe così gentile da illustrarmi la differenza tra questa brava gente che si fa i cazzi propri in Romania senza che nessuno se ne preoccupi e gli stupratori rumeni che campeggiano in pianta stabile sulle prime pagine dei nostri giornali? Grazie.

Colpo di stato condiviso

Detto da un tizio che prima ha cercato di varare un decreto legge contro il parere del Presidente della Repubblica, poi l'ha trasformato in un amen in un un disegno di legge da approvare in quattro e quattr'otto convocando il Senato ad horas e contingentando i tempi, e contestualmente ha sbraitato a destra e a sinistra di voler cambiare la Costituzione se le cose non andavano come voleva lui, non è per niente male. Si fosse voluto imporre, non oso immaginare che sarebbe successo.

18 febbraio 2009

Scatola democratica

Istruzioni per l'uso:
  • posizionare il cursore del mouse sulla figura qua sopra;
  • cliccare per ingrandire;
  • stampare;
  • ritagliare lungo le linee continue;
  • piegare lungo le linee tratteggiate;
  • incollare utilizzando le apposite linguette.
Una volta completata l'opera, potrete finalmente toccare con mano e conservare nel posto che preferite la cosa da cui si è dimesso Walter Veltroni. Come dite? Il contenuto? Avete una bella faccia tosta, non c'è che dire: dopo tutta la fatica che hanno fatto per confezionarla, pretendevate pure che ci mettessero qualcosa dentro? Non ho parole: siete davvero incontentabili.

Fecondazione differenziata

Vediamo se ho capito bene. Quando si trattava di impedire che la tortura di Eluana giungesse finalmente al termine, gli integralisti di regime invocavano il fatto che la ragazza fosse viva, adducendo, quale dimostrazione di tale assunto, la circostanza che ella si trovasse perfino nelle condizioni di generare un figlio. Adesso che una donna di Vigevano ha deciso di prelevare il seme del marito in coma per procedere alla fecondazione assistita e avere un bambino, invece, il Vaticano parla di "illecito grave". L'occasione mi è gradita per invitare i nostri amici crociati a mettersi d'accordo. Oppure, il che sarebbe ancora meglio, a smettere una buona volta di prenderci per il culo. Grazie.

17 febbraio 2009

Idiozia automobilistica

L'occasione mi è gradita per esporvi sommessamente un paio di opinioni, per la verità non relative alla notizia qua sopra ma comunque attinenti alla materia, che mi frullano in testa già da un bel po'. Premetto, tanto per essere chiaro, che guidare un mezzo di trasporto sotto l'effetto della droga o dell'alcool è certamente un comportamento assai censurabile: si mette a rischio la propria vita (cosa che sarebbe di per sé perfino trascurabile, giacché della propria vita ciascuno è libero di fare ciò che vuole) ma soprattutto (questo mi pare invece l'elemento decisivo) l'incolumità degli altri. Ciò detto, e quindi manifestato apertamente il mio appoggio alle normative in materia laddove esse prevedano il ritiro della patente per chi venga sorpreso a guidare ubriaco o strafatto, vorrei soffermarmi un istante sulle parti di quelle normative che riguardano da un lato le ulteriori sanzioni previste per le violazioni in oggetto, e dall'altro la procedura necessaria per ottenere, dopo un certo periodo di sospensione, la restituzione della patente ritirata. Quanto al primo punto, è circostanza nota a chiunque che in taluni casi particolarmente gravi non ci si limiti a ritirare la patente del contravventore, né ad irrogargli una sia pure cospicua multa pecuniaria, ma si arrivi a sequestrargli definitivamente il veicolo sul quale si trovava al momento del controllo. Ciò, ne converrete, si traduce di fatto in una sanzione il cui ammontare non si ricollega alla gravità dell'infrazione, ma al valore del mezzo sul quale tale infrazione è stata commessa: in sostanza, infatti, chi guida ubriaco fradicio subisce una sanzione di 5.000 euro se viene beccato mentre scorrazza su una Punto, e di 50.000 se lo fermano mentre procede a zig zag su una BMW. La circostanza, ne converrete, è piuttosto singolare, giacché finisce per configurare una sorta di multa di importo indeterminato e dipendente di volta in volta dal reddito del reo, dal suo stile di vita (c'è chi se ne fotte, di avere una macchina di lusso, e chi invece ne fa uno scopo di vita) o addirittura dal caso ("Ti hanno beccata piena di rum fino agli occhi, cara? Be', meno male che avevi preso la macchina piccola, figurati se avessi deciso di uscire col SUV..."), che mal si concilia con l'ineludibile necessità di stabilire pene certe e uguali per tutti in relazione a qualsiasi violazione della legge. Ancora più discutibile, se posso permettermi, è la procedura necessaria per riavere la patente allorché che essa sia stata (giustamente, lo si ripete) ritirata: com'è ormai noto a tutti, infatti, la legge prevede che la patente possa essere restituita al contravventore soltanto dopo una serie di controlli periodici tesi ad accertare che costui, nei mesi successivi al ritiro, si sia astenuto dal bere alcolici o dall'assumere droghe. Ciò equivale a dire, in pratica, che la riabilitazione successiva all'adozione di un comportamento vietato (guidare ubriachi) dipende dall'impegno ad evitare di porre in essere un comportamento lecito (ubriacarsi senza guidare), per giunta completamente diverso da quello che ha causato la sanzione originaria. La legge, in effetti, non impedisce ai cittadini di scolarsi fiumi di alcool dalla mattina alla sera, a patto che essi, allorché si trovino nel cosiddetto stato di ebbrezza, si astengano dal mettersi alla guida di un veicolo: per quale motivo, quindi, il permesso di guidare dovrebbe essere restituito (o addirittura concesso, per tornare alla notizia del giorno) soltanto a patto che il suo destinatario adotti determinati comportamenti in circostanze nelle quali la guida di un veicolo c'entra poco e niente? Voi dite che vado troppo per il sottile? Può anche darsi che sia così. Però abbiate pazienza, e fermatevi un attimo a riflettere: voi come giudichereste una legge che facesse dipendere l'entità della pena da comminare a un assassino al valore dell'arma con cui ha commesso il delitto? E come valutereste uno stato che ponesse quale condizione per scarcerare un tizio che ha rubato il portafoglio di un altro la circostanza che costui, nei mesi successivi alla condanna, eviti di mettere mano al proprio? Rifletteteci, se avete il tempo e la voglia di farlo. E poi ditemi se è un esercizio davvero ozioso, quello di spaccare il capello in quattro.

16 febbraio 2009

Legge di annullamento del partito

In algebra elementare la legge di annullamento del prodotto afferma che se il prodotto tra due numeri reali è pari a zero, allora almeno uno dei due fattori è zero. Ne consegue logicamente, com'è ampiamente noto non soltanto a chi abbia frequentato il liceo scientifico, che dividendo zero per qualsiasi numero reale si otterrà sempre zero come risultato. Supponendo che il numero reale in questione sia pari a 2, quindi, vale la seguente relazione:Tutto questo per dire che, una volta ogni tanto, sono pienamente d'accordo con Francesco Rutelli. L'ipotesi di una scissione del PD sembra anche a me un tema che non esiste.

Bisogna cambiare tutto per non cambiare nulla (reprise)

21 dicembre 2006:
Il Movimento Politico Cattolico Militia Christi condanna il barbaro omicidio di Piergiorgio Welby per mano di assassini della Rosa nel pugno e dell’Associazione Luca Coscioni, i quali, come iene, hanno colpito vilmente nell’oscurità delle tenebre e nell’apatia del nostro popolo, non solo uccidendo una vita umana, ma anche violando le istituzioni e le leggi italiane.
10 febbraio 2009:
Il Movimento Politico Cattolico Militia Christi, conferma l'iniziativa del'11 Febbraio, la S. Messa in Rito Romano Antico celebrata alle h. 19 da Mons. Ignazio Barreiro nella Chiesa di "S. Giuseppe a Capo le Case" a Roma, offrendola in suffragio dell'anima di Eluana, brutalmente e vigliaccamente uccisa dal tradimento di Stato, da chi aveva il compito di curarla e da chi aveva il dovere di starle più vicino.

13 febbraio 2009

Fallacia fondamentalista

Questo post, gente, è un po' lunghetto; e, se proprio vogliamo dirla tutta, anche abbastanza complicato. Ritengo, tuttavia, che valga la pena di leggerlo fino in fondo, allo scopo di mettere in luce quella che ritengo la più grave delle mistificazioni messe in attodagli integralisti in relazione al caso di Eluana Englaro e alla normativa sul testamento biologico. Siete pronti? Si parte. Il sillogismo è la forma di argomentazione logica nella quale, a partire da due proposizioni, o premesse, si trae necessariamente una conclusione. Il ragionamento sillogistico fu studiato per primo da Aristotele, che ne evidenziò il carattere di deduzione necessaria: esso consiste di due premesse e una conclusione nelle quali entrano in gioco tre termini; nelle due premesse è presente un termine medio che consente di connettere fra loro gli altri due termini. L'esempio più classico di sillogismo fornito da Aristotele è il seguente:
  • tutti gli uomini sono mortali (premessa maggiore);
  • tutti greci sono uomini (premessa minore);
  • quindi tutti i greci sono mortali (conclusione).
Il termine medio che consente di connettere in maniera necessaria "mortali" e "greci" è quindi "uomini". Un sillogismo è fallace allorché venga violata una qualsiasi delle otto regole che ne garantiscono la validità: si vanno qui di seguito ad illustrare dette regole, e i relativi errori che scaturiscono dalla loro violazione. 1. Il sillogismo non può comprendere più di 3 termini; quando è composto da 4 termini si cade nella fallacia del "quaternio terminorum":
  • tutti gli oculisti sono medici;
  • tutti i neurologi sono pacati;
  • quindi tutti gli oculisti sono pacatii.
2. Il termine maggiore e il termine minore devono essere distribuiti in modo uguale nelle premesse e nella conclusione; se così non è, si cade nella fallacia del trattamento illecito del termine maggiore o minore:
  • tutti gli scippatori sono pericolosi;
  • tutti gli scippatori sono veloci;
  • quindi tutti i veloci sono pericolosi.
3. Il termine medio non deve mai essere presente nella conclusione; in caso contrario si cade nella fallacia del "medio incluso":
  • tutti i romani sono italiani;
  • alcuni romani sono ristoratori;
  • quindi alcuni ristoratori sono romani.
4. Il termine medio dev'essere distribuito in almeno una delle due premesse; in caso contrario si cade nella fallacia del medio non distribuito:
  • tutti i ragionieri sono mammiferi;
  • tutti gli attori porno sono mammiferi;
  • quindi tutti i ragionieri sono attori porno.
5. Se si cerca di far discendere una conclusione da due premesse negative si cade nella fallacia delle premesse negative:
  • nessun pesce è un mammifero;
  • nessun cane è un pesce;
  • quindi nessun cane è un mammifero.
6. Da due premesse affermative deve seguire una conclusione affermativa; in caso contrario si cade nella fallacia delle premesse affermative:
  • tutti i geometri hanno il righello;
  • tutti i geometri sono uomini;
  • quindi nessun uomo ha il righello.
7. Da due premesse particolari non segue alcuna conclusione; se non si segue questa regola si cade nella fallacia delle premesse particolari:
  • qualche medico è un campeggiatore;
  • qualche feticista è medico;
  • quindi qualche feticista è campeggiatore.
8. La conclusione contiene sempre la parte peggiorativa delle premesse, cioè se una premessa è negativa, la conclusione dev'essere negativa, mentre se una premessa è particolare la conclusione dev'essere particolare; in caso contrario si cade nella fallacia del peggiorativo:
  • tutti gli scienziati sono intelligenti;
  • qualche scienziato è tifoso dell'Atalanta;
  • quindi tutti i tifosi dell'Atalanta sono inteligenti.
Ciò premesso, e quindi acquisiti gli strumenti per giudicare da voi, dite in base a quale degli otto criteri testè enunciati la seguente affermazione (nella quale, lo si precisa, il termine medio viene formulato per puro amore di discussione) è fallace:
  • le persone possono rinunciare a tutte le terapie mediche;
  • l'alimentazione e l'idratazione artificiali non sono terapie mediche;
  • quindi le persone non possono rinunciare all'alimentazione e all'idratazione artificiale.
A voi la risposta.

12 febbraio 2009

Quell'aggettivo di troppo

Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari Carta degli Operatori Sanitari (1995) Dall'articolo 120:

L'alimentazione e l'idratazione, anche artificialmente amministrate, rientrano tra le cure normali dovute sempre all'ammalato quando non risultino gravose per lui: la loro indebita sospensione può avere il significato di vera e propria eutanasia.
Orbene, sorvoliamo sul fatto che, vocabolario alla mano, la parola "cure" dovrebbe significare "terapie", il che non sarebbe esattamente in accordo con quanto vanno blaterando i fondamentalisti di questi tempi, e cioè che l'alimentazione e l'idratazione artificiali sarebbero semplicemente delle misure di sostegno vitale. Sorvoliamo pure sull'altro inciso, che recita "quando non risultino gravose per lui", e lascia (ampiamente) intravedere la possibilità di rinunciare a quelle "cure" perché di andare avanti in quel modo proprio non se ne può più. Sorvoliamo, dicevo, ché questa gente è bravissima a rigirarsi le frittate, e d'altra parte ci vuole poco a controbattere che nel testo in questione la parola "cure" deve intendersi nel senso di "attenzioni", "premure" o chissà quale altro cristiano sinonimo, o che il concetto di cure "gravose" deve essere valutato alla luce di chissà quale astruso criterio astratto, del tutto indipendente dalla volontà del paziente. Sull'ultima parte, tuttavia, sorvolare mi pare impossibile: perché la norma stabilisce con ogni evidenza che la sospensione della nutrizione costituisce eutanasia, ed è quindi illecita, soltanto quando è "indebita", il che implica logicamente che detta sospensione, in determinate circostanze, possa anche essere "debita", e perciò consentita; altrimenti, ne converrete, l'aggettivo sarebbe del tutto pleonastico, oltre che fortemente fuorviante. Allora, gente, come la mettiamo? Delle due l'una: o vi piace da morire aggiungere aggettivi inutili a quello che scrivete, oppure ci state raccontando un sacco di fregnacce perfino sulle vostre regole interne. Almeno tra di voi, abbiate pazienza, mettetevi d'accordo.

Bisogna cambiare tutto per non cambiare nulla

«Piergiorgio Welby non è morto. E' stato ammazzato». (Riccardo Pedrizzi, 21 dicembre 2006)
«Eluana non è morta. E' stata ammazzata». (Gaetano Quagliarello, 9 febbraio 2009)

11 febbraio 2009

Il fondo del barile /10

Radio Popolare mi ha intervistato sulla vicenda della pillola del giorno dopo e del farmacista obiettore denunciato. Se avete il tempo e la voglia per ascoltare, cliccate sul tasto Play. Saluti.
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Englaro, Nuvoli e la morte per fame

A beneficio dei più distratti, mi corre l'obbligo di ricordare quanto segue. Giovanni Nuvoli, ex agente di commercio e arbitro nel tempo libero, viveva ad Alghero ed era affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica. All'inizio del 2007, appena dopo la morte di Piergiorgio Welby, iniziò a chiedere la sospensione delle terapie alle quali era sottoposto, che non avevano alcuna speranza di produrre un miglioramento delle sue condizioni ma si limitavano semplicemente a tenerlo in vita. E' bene sottolineare che Giovanni Nuvoli aveva il diritto, costituzionalmente garantito, di ottenere il rispetto della sua volontà, consistente nel distacco del respiratore sotto sedazione terminale, esattamente come era successo l'anno precedente per Welby. Gli scagnozzi del regime, per tutta risposta, si premurarono di far pattugliare la sua abitazione dai carabinieri per impedire che Tommaso Ciacca, anestesista radicale che si era reso disponibile ad assecondare sua la volontà, potesse porre in essere quanto gli era stato richiesto. Per affermare i propri diritti, allora, Giovanni Nuvoli fu costretto ad iniziare un digiuno, che sospese dopo qualche giorno a causa delle sofferenze che pativa, ma che successivamente riprese, per provare a vincere l'inerzia e l'indifferenza delle istituzioni nei suoi confronti. Alla fine, il 23 luglio 2007, Giovanni Nuvoli si spense, accanto la moglie Maddalena, dopo otto giorni di agonia procuratagli dall'inedia, due dei quali passati pienamente vigile e capace di intendere e di volere. A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi: perché nel caso di Eluana Englaro si è fatto di tutto per impedire che sopraggiungesse quella che in molti hanno definito una fine terribile, mentre si è consentito che Giovanni Nuvoli subisse la stessa sorte senza alzare un dito? Perché, insomma, una differenza così macroscopica tra i due casi? La risposta, amici, è semplice: Eluana chiedeva la sospensione della nutrizione, e i torturatori di Stato, pur di non concedergliela, hanno fatto fuoco e fiamme blaterando che si dovesse a tutti i costi salvare un essere umano dalla morte per inedia; nel caso di Giovanni Nuvoli, invece, il rifiuto del cibo e dell'acqua non era in sé e per sé la determinazione del paziente, ma soltanto lo strumento con cui egli cercava disperatamente di far rispettare una richiesta diversa, consistente nel distacco del respiratore artificiale: consentirgli di proseguire il digiuno fino alle estreme conseguenze, quindi, non ha significato assecondare la sua reale volontà, ma al contrario impedire, ancora una volta, che essa potesse realizzarsi. Come vedete, quindi, la differenza tra i due casi risiede semplicemente nella forma, ma non nella sostanza: si è cercato disperatamente di fare in modo che Eluana Englaro non sospendesse la nutrizione, mentre a Giovanni Nuvoli si è consentito di farlo senza battere ciglio; in entrambi i casi, tuttavia, lo scopo era il medesimo: evitare che un individuo si autodeterminasse. Rifletteteci, la prossima volta che sentite parlare del diritto alla vita.

10 febbraio 2009

Imposizione di coscienza

Ora che ci sarà più tempo per riflettere e decidere in merito al testamento biologico (è caduta la causale “salviamo una vita”), potremo anche riflettere sui vari Fioroni, Rutelli, Letta e Marini che invocano “libertà di coscienza” per votare sì a una legge che impone che “l’alimentazione e l’idratazione [...] non possono in alcun caso essere sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi”. Come dire, anche se in questi giorni sto bombardando tutti quelli che conosco per chiedere di staccarmi qualunque cosa qualora finissi nelle condizioni in cui era Eluana, la mia volontà non sarà rispettata, perché cade di fronte a quella “della maggioranza”, dello Stato etico. E questa la chiamano “libertà di coscienza”? Mi parrebbe più adatto una chiara “imposizione di coscienza”.

Il fondo del barile /9

Qualche mese fa, lo ricorderete, vi esortavo a denunciare i medici che non prescrivono la pillola del giorno dopo e i farmacisti che si rifiutano di venderla. Ebbene, se ingrandite l'immagine tratta dal Corriere della Sera di oggi cliccandoci sopra, e vi leggete con attenzione l'articolo al centro, potrete gustarvi un esempio di denuncia che definirei illuminante; se poi vi rimane qualche secondo per leggere la colonna di sinistra, potrete riscontrare che tutto mi si può dire, tranne che non dia il buon esempio.

Uno per tutti

Incollo qui di seguito il commento di una certa "Lontana", che negli ultimi giorni ha preso a frequentare questo blog:
Massi', digiunate, fate penitenza, pagate per volere che una creatura sia messa a morte in un modo cosi' terribile. Nemmeno agli animali si fanno cose del genere! Ma che fastidio vi dava?
E' mortificante dover riscontrare come, nonostante uno sprechi fiumi di inchiostro per spiegare la propria posizione, vi siano degli individui che si ostinano a non voler capire, o alternativamente ciurlano nel manico, cercando di inventare la trovata furbetta, il gioco di parole saccente, la battuta saputella e mediocre che secondo il loro punto di vista da bulletti litigiosi metterà all'angolo gli avversari. Non starò qua a confutare punto per punto le meschine argomentazioni della nostra amica lontana: la tracotanza ottusa di cui esse sono intrise, confrontata con quanto andiamo dicendo da mesi sulla libertà di scelta, sull'autodeterminazione, sullo stato di diritto, sulla dignità dell'individuo, sull'insindacabile diritto di decidere da soli sul proprio corpo e sulla propria salute, parla da sola. Valga però l'esempio, per questo verso cristallino, che la nostra interlocutrice ha il merito (inconsapevole, s'intende) di offrirci: i nostri avversari, gente, sono questi qua. Non capiscono, o non vogliono capire. Oppure, nei casi peggiori, proprio non ci arrivano.

09 febbraio 2009

Avviso ai digiunanti

Ora non potranno più manipolare le menti dei cittadini con una rincorsa contro il tempo per salvare una vita che non c'è più. Ora che Eluana è morta, non hanno più giustificazioni per approvare un disegno di legge sulla vita e sulla morte che non preveda un ampio dibattito parlamentare e una riflessione morale ed etica più profonda. Se ciò accadrà, se approfitteranno del cadavere di Eluana per imporre a tutti, con violenza, una norma liberticida e anticostituzionale, allora non solo proseguiremo il digiuno, ma lo rilanceremo in modo ancora più convinto. In caso contrario, evidentemente, ci fermeremo.

http://digiunapereluana.blogspot.com/

Eluana è morta

Contrariamente a quanto blaterano i soliti imbecilli (anche su questo blog), non ci saranno festeggiamenti di sorta: c'è soltanto di che felicitarsi perché un essere umano ha ottenuto, dopo diciassette anni, il rispetto della propria volontà. Con buona pace degli sciacalli che, com'era prevedibile, già si fregano le mani.

Digiuna per Eluana

Ci rimangono pochi giorni per difendere lo stato di diritto e la libertà nel nostro Paese. Se passerà il disegno di legge anti-Eluana, la volontà del singolo non conterà più, neanche se scritta, perché l'alimentazione e l'idratazione forzata saranno obbligatorie per tutti: la vita e la morte saranno demandate allo Stato. Siamo ancora in tempo, ma abbiamo solo fino a giovedì, massimo venerdì, per fermare il Parlamento dal votare una legge incostituzionale: è ora che i cittadini italiani insorgano contro una tale invasione nella vita del singolo. L'unica nostra arma è il nostro corpo: avvia uno sciopero della fame, di un giorno o fino alla conclusione dell'iter legislativo, per il diritto di Eluana e di ogni cittadino a interrompere le cure e a rinunciare ala nutrizione e all'idratazione forzata. Non permettere che i parlamentari adottino la legge anti-Eluana e costringano i cittadini italiani ad essere alimentati e idratati contro la loro volontà: manifesta sotto Camera e Senato, recati al partito della tua città e lascia una lettera o un volantino al tuo parlamentare di riferimento, chiedigli di votare “no”. Per permetterti di lasciare il tuo segno, la tua lotta, abbiamo predisposto un blog:

Documenta, filma, scatta le foto delle manifestazioni e iniziative cui partecipi, mandaci tutto a questo indirizzo e-mail e lo pubblicheremo sul blog. Insieme diamo vita alla rete per la vita e per la libertà: solo insieme possiamo farcela.

08 febbraio 2009

Dissenso, razzismo in America & Obama

Ringrazio tutti molto per commenti e critiche del mio primo post su chiesa cattolica vs. chiesa americana. Apprezzo la passione del primo recensore, e accolgo l’ammonimento di un altro secondo cui il mio giudizio sulla condizione italiana va raffinato. Assolutamente—grazie ancora e continuiamo a dialogare. Vorrei ad ogni modo ribadire che non sono entrato in campo per ridicolizzare l’anticleralismo compatto dei partecipanti. Mi sembra di aver detto chiaramente di condividere alcuni degli orientamenti attualmente in corso. Il messaggio era un altro; e continuerò a svilupparlo nell’arco di questi interventi. La mia impressione è che quest’accanimento contro il Vaticano è eccessivo, sporporzionato—appare quasi totalizzante. Da quando son tornato non faccio altro che sentire gli scontenti inveire contro Berlusconi e Chiesa...*e basta*. Quello che vorrei vedere invece è il ricostituirsi di una vera forza di opposizione. Ora, mi aiutino i veterani–quelli forti di una consocenza provata del terreno politico nostrano; dove rivolgere lo sguardo? Abbiamo, tanto per cominciare, il PD—no comment; Di Pietro –mi fanno male i polpastrelli solo a scriverne il nome; e infine Rifondazione, la cui politica estera anti-USA andrebbe pure bene, se non fosse per il fatto che si stanno letteralmente polverizzando. Quindi ovviamente c’è parecchio da lavorare. Dovremmo ricostruire dal nulla, quasi. E vabbene. Quindi, dicevo, aiuto potrà venire anche da *parte* dei cattolici nel creare un movimento pacifista, nonviolento che si opponga a questa forma di oligarchismo capitalista dominante nel mondo sotto diverse varianti. Compito enorme, “vaste programme” direbbe De Gaulle. Voi direte, è quello che stiamo facendo, e non si costruisce se prima non si attacca, non si distrugge, non si prende di mira chi e cosa rappresenta un vero pericolo per il futuro di un movimento dissidente. Benissimo, d’accordo. Il mio punto è che nulla volendo togliere al lavoro di denuncia, critica e di scetticismo condotto dalla vasta rete di attivisti che cavalcano l’anticleralismo (e pure lì bisogna consentire un dibattito aperto e non agire fanaticamente—facciamo tutti uno sforzo) bisogna in ogni caso allargare il fronte della critica. Allargarlo, arricchirlo, dargli spessore. A me sta a cuore innanzitutto il duplice tema di povertà/guerra. Ora, come saprete, quando ci si muove in ambito ufficiale—non nei blog—ma nelle sale del potere, due sono i tabù; due sono le cose di cui non ci si deve neanche sognare di metter in discussione; 1. l’egemonia americana; 2. il presente sistema bancario-monetario. Se non ti azzardi a toccare queste due, puoi più o meno dire quello che ti pare—sempre diplomaticamente, beninteso. È anche per questo che tendo a rimanere piuttosto indifferente di fronte alle sparate contro la Chiesa cattolica (in America è un hobby nazionale); perché, realmente, non fanno paura a nessuno—in un’ottica di potere vero. Ma se poco poco i veri poteri vedessero la gente che, oltre a protestare contro la storia dell’eutanasia ecc., accoppia a questo tipo di denuncia una sistematica azione di rigetto nei confronti dell’ortodossia capitalista made in USA, allora vi assicuro che cominceranno a mostrare qualche segno di reale preoccupazione. Per non parlare, poi, dell’eventualità che si ribellino intelligentemente anche alla presente costruzione monetaria e ai suoi meccanismi di redistribuzione della ricchezza—allora, si ha rivoluzione. Un passo alla volta. Cominiciamo a parlare di quest’egemonia americana. È stato detto in uno dei commenti: bisogna resistere all’ingerenza di un paese estero—il riferimento era al Vaticano. Ora, io mancherò da vent’anni ma vi posso garantire, e tanto lo sapete benissimo, che siamo una colonia degli USA a tutti gli effetti, assai più del Vaticano, che è molto, ma molto più debole dell’impero USA. Il bombardamento ideologico a cui veniamo sottoposti dai loro organi propagandistici, i quali agiscono attraverso mille canali (ambasciate, testi universitari, interi dipartimenti accademici con annessi piani studi sull’intero territorio nazionale, multinazionali, media, editoria, librerie, informazione centralizzata, ecc.), è costante, poderoso, e ahimé, efficacissimo. Prova ne è questo “instant cult” messianico che si è creato per questa bolla d’aria che è Obama—e veniamo al dunque. Gli europei hanno un’idea completamente falsata degli Stati Uniti. Dovuta a una politica d’immagine—un marketing superbo che ne ha proeittato un’immagine rosea, positiva, accattivante. Annoiati dalla nostra stasi completa, depressi dalla profonda crisi culturale sopravvenuta negli anni ’80 –da cui ancora non ci siamo ripresi— siamo sempre ammaliati dalla dinamicità di questo paese, dalla rapidità con cui sforna musica e film—il mito. Storia che conosco bene, perché mi ci son abbeverato sin dalla nascita (io sono nato sulla costa est). E mi ci è voluto un pò per scrostare la patina e cercare di capire che cosa stessimo effettivamente idolatrando. Era quell’efficienza che i nostri tradizionali e orridi ritmi burocractici ci impediscono di realizzare, e tutta quell’attenzione e denaro devoluto negli USA alla propaganda e quindi alle arti e all’espressione che ci comunica quel senso di produzione a getto continuo, e che al contempo fa apparire tutto contratto e stitico da noi. Non bravi loro, ma vergogna noi. Ho girato il mondo e posso dire con tutta tranquillità che non esiste popolazione più fanatizzata (patriottica) e più razzista di quella americana (avrei anche parecchie storie personali da raccontare al riguardo). Il loro disprezzo per il non-WASP, e la loro neurosi razziale sono assoluti. Quello della razza è un problema ancora non risolto ai giorni nostri--tutta la fanfara sulla pelle di Obama ne è un riflesso evidente. In breve, la storia è la seguente: nei primi anni 60 tentarono di agganciare il convoglio di Luther King alla presidenza di Kennedy, ci riuscirono in parte; l’ala intransigente di Malcolm X si mostrò contraria a quello che definì un “circo”. Vennero dunque varate varie leggi per offrire pari opportunità ai neri e mettere fine al segregazionismo. Ma le condizioni di partenza per i neri rimanevano comunque così svantaggiose che dopo pochi anni si votò l’introduzione ulteriore di quote razziali nelle istituzioni (nei posti di lavoro privati e non, e nelle università)—la cosiddetta Affirmative Action. Leggi che garantissero l’inserimento sistematico di persone di colore nel tessuto dell’ammistrazione USA. Il movimento nero, in ogni caso, risultò troppo ampio, troppo mobilizzato e perciò difficilmente gestibile, e così lo decapitarono sistematicamente: prima ammazzando Malcolm X sfruttando con abilità diabolica la faida all’interno della Nation of Islam; poi sparando a King nel ‘68, e infine facendo a pezzi le pantere nere nel 1970. Dopodiché il sistema –che era uscito un pò ammaccato ma vincitore dall’ultima grande stagione di protesta alla fine della guerra del Vietnam (1975)—si inventò questa fantastica frode del multiculturalismo. Si imbastì un fronte retorico dietro cui nascondere le oscenità di sempre. Cioè, incapace e per nulla intenzionato a realizzare quei cambiamenti economici e spirituali necessari al fine di porre termine a questa piaga del razzismo, il sistema americano promosse la creazione di dipartimenti accademici e programmi sociali volti a diffondere una cultura apparentemente tollerante in cui –a parole—si insegnava alla popolazione ad apprezzare e rispettare l’ “altro”, intimando che tutte le culture sono equivalenti, che l’uomo bianco è un mostro che si è pentito dello schiavismo, e che i neri—che adesso andavano chiamati a tutti gli effetti Afro-Americani— erano anch’essi naturalmente i depositari di un’eredità preziosissima, non meno preziosa di quella bianca—anzi di più; piu umana, più “soulful”. Naturalmente erano tutte balle perché non ci credeva nessuno (figurarsi, che gliene frega ai WASP del “soul”?...), e meno di tutti i neri stessi, che, tuttavia, si sarebbero comunque avvalsi dell’Affirmative Action perché era l’unica via con cui gli si è consentito fino ad oggi “to play the system” (gli altri o vanno nell’esercito o marciscono nei ghetti). Così negli anni 80 sorsero nei campus americani facoltà di “African-American” studies, e di lì il passo sarebbe stato breve, per esempio, all’elogio istutuzionale del rap e della cultura del ghetto, che MTV ha reso “glamorous” negli ultimi 20 anni. Tutte queste azioni sono naturalmente pilotate da centri di potere bianchi, e gestite da satrapie—nodi di potere subalterni—delegati a produttori neri, in quello che adesso è un vero e proprio impero del rap (impero contro cui, ad esempio, lo stesso storico regista di “Malcolm X”, Spike Lee, tentò di scagliarsi giacché riteneva il “gangsta rap” barbaro, becero, violento e degradante per i neri d’america; si dovette ricredere prestissimo, e cambiare registro appena potè pur di rimanere nel duro giro di Hollywood—si veda un film come Bamboozled per capire il dilemma da lui affrontato). Così, sull’onda di questa istituzione essenzialmente conservatrice qual’è l’Affirmative Action—che impone quote razziali nell’allocamento dei posti di lavoro—in America è ormai pratica comune da una generazione a questa parte mettere gente di colore in posizioni di rilievo istituzionale—così da proiettare nell’opinione pubblica e tra i neri un finto senso di “empowerment” (conferimento di potere, responsabilità ed emancipazione). Ma, come detto prima, è pura cosmesi sociale destinata a mascherare le ingiustizie di sempre. L’amministrazione Clinton fu in questo senso la vera madre pioniera del “politically correct”; ma a farne un uso davvero strategico nonché spregiudicato fu lo stesso Bush II, che dispiegò le due corazzate –Powell e Rice— ai massimi livelli, facendo contemporaneamente leva sul supporto di base dei raggruppamenti Republican di neri e latinos. Tutti furbi, e guai a chi dava del razzista a Dick Cheney e all’ammistrazione Bush... “Oh,” ti rispondeva il popolino pro-Bush, “ c’abbiamo Colin Powell e la Condi, nera e donna, per giunta!...Che vuoi di più?”. Proprio così, e Dio sa se la fecero franca. Fu un’ammistrazione che riuscì a compiere cose inaudite—e Bush stesso recitò la parte del falco alla perfezione (ne riparlerò). Ma poi in fondo che significavano questi neri ai massimi vertici? Una vittoria per i neri d’America? C’è da ridere. Semmai era un’onta per la comunità nera. L’unico a fiatare fu Harry Belafonte che diede (nel 2002 credo) al suo compatriota giamaicano Powell del “House Servant”—un eufemismo per “House nigger”, che se, a te bianco, esce dalla bocca in America sei carne morta. Cioè, lo accusò di fare la parte del maggiordomo servile e codardo (un tempo a guardia della casa del capo-piantagione) per un clan di bianchi ultrareazionari—il che era vero, ma guai a dirlo. E il teatrino razzista al rovescio funzionò a meraviglia: quando dovevano andare in Iraq, i bianchi dell’entourage dicevano pubblicamente una cosa—e se qualcuno storceva il naso, scettico, eccoti apparire Powell, che la confermava, e tutti allora annuivano: “Eh, l’ha detto Powell...”—traduzione: “è nero: cioè è onesto, ha prestigio, a differenza di quei falchi schifosi intorno a Bush...” Ma che nessuno si azzardasse a dire che era un bugiardo e un corrotto come gli altri—e per giunta un traditore della causa nera, come sostenuto giustamente da Belafonte. Questo tipo di dinamica delirante, ma retoricamente testata, è stata portata al vertice del gioco con la candidatura di Obama alle presidenziali. Ripeto, Bush II è stato un presidente modello per quelle che sono le aspettative dei centri imperiali americani—riuscì a dare un volto popolare a quella manovra importantissima volta a sbloccare un dispiegamento in Medio Oriente e in Asia Centrale che con Clinton si era totalmente impelagato. Tant’è che la democraticissima America, sempre pronta a reinventarsi lo votò (o meglio, la fecero rivotare) per due volte consecutive...E poi la storia in Iraq gli andò male—e fu questo a fare imbestialire l’opinione pubblica, non le ovvie menzongne, tutta quella devastazione, quelle decine di migliaia di morti in Iraq (“who gives a fuck”—chi se ne fotte)—no, quello che non andò giù fu che nel 2006 la grande campagna militare era totalmente fallita. Non amano perdere gli Americani, affatto. Poi arrivò il crollo economico—che non era certo colpa di Bush; quello era il tonfo annunciato di una politica monetaria imperiale precisa e programmata, che va avanti da sola; ma il presidente di turno si prende la colpa quando le cose precipitano—queste sono le regole, non si discute (Bush padre aveva già pagato in questo senso nel 1992). Allora tutti dire quant’era cattivo Biush, che in fondo non era che una maschera (come tutti i presidenti)—adesso era TUTTA colpa sua. A questo punto era chiaro che il cast dello show andava cambiato radicalmente: ci voleva qualcosa che fosse quanto più distante dall’immagine neoconservatrice di W. Che avrebbero vinto i Democrats era scontato—adesso si trattava di indovinare quale testa di legno sarebbe stata avvitata su questo nuovo cast. Quando apparve la rosa dei candidati 2 anni fa, io puntai sulla Clinton—mia moglie, americana, ragionò diversamente: “gli americani,” disse, “sono ancor più sessisti che razzisti. Quindi la Clinton che è donna, un insider, e per lo più odiosa: non vince. Vince questo Obama—è perfetto.” E così fu. Era una totale incognita; non diceva niente nei suoi discorsi—tutta aria, ma era davvero perfetto: era nero senza esserlo (non è in questo senso minimamente rappresentativo della popolazione nera tipica), musulmano senza esserlo, e nuovo e senza macchia. Vinse, e comunque alla Clinton andò il secondo posto. La Clinton è un falco, un essere a mio avviso pericoloso, che si appresta a fare la nuova Albright (già minstro degli esteri sotto suo marito)—quel mostro, ve la ricordate?, che dichiarò a “60 minutes” (programma televisivo-nel 1996 se ricordo bene) che la morte dei 500.000 bambini iracheni per via delle sanzioni era un prezzo giusto da pagare per arginare Saddam—tutto questo sotto il simpatico Clinton, che andava a donne e suonava il sax. Obama è pura facciata, prescelto tra l’altro dal finanziere Soros (braccio finanziario e ideologico degli anglo-americani in Europa dell’Est), che durante la campagna, acquistò quello che veniva considerato l’ultimo organo propagandistico della sinitra americana, il sito moveon.org (pensa un pò come sta la sinistra americana...). Si dia un’occhiata ai suoi consiglieri: a capo del gruppo incaricato delle ripresa economica: Paul Volcker ex capo dellal Fed Reserve (banca centrale americana, 1979-1986) e artefice della svolta Neoliberale del 1979—quanto di più distante dalle aspirazioni pacifiche, laburiste e democratiche del popolo americano (e mondiale); quel bastardo di Gates, ex-CIA confermato alla Difesa; Brzezinski, già consigliere sotto Carter e autore di quel famoso manuale imperiale di conqusita dell’Eurasia, The Grand Chessboard, che tutti dovrebbero conoscere, ecc. Ma quale “change”? Adesso fanno i buoni; hanno visto che russi e cinesi sono pronti a estremi rimedi; si sono fermati davanti all’Iran; hanno rallentato le macchine; parlano di cooperazione; sembra si riririno dall’Iraq, e intanto hanno spostato 3 divisioni in Afganistan, dove hanno subito ripreso a uccidere civili; continuano a riarmarsi: 100000 nuovi effettivi in programma, e, tra altre cose, una determinazione feroce a non perdere “superior air capabilities”...Li avete letti gli annunci delle agenzie di stampa, o no? E mi si sta a dire su questo blog che quel che scrivo di Obama lascia il tempo che trova, o che, diamine, si desse un pò di tempo al buono e simpatico Obama perché si districhi da questi impicci che non ha iniziato lui, poverino...Sveglia ragazzi. Se vogliamo fare opposizione seria—facciamola. Volete un pò di informazioni dagli yankee stessi? andate su theamericanrulingclass.org (buona lettura) Mi fermo qui—ho scritto troppo. Ho ancora molto da dire su questo e molto altro. Grazie per l’ascolto. Alla prossima. Hasta luego