La censura delle vittime

Dal Garzanti online: Pedofilia: Perversione sessuale consistente nel polarizzare su bambini l’interesse erotico. In Alto Adige è scoppiato uno scandalo per il video, realizzato dall’artista Aron Demetz, che dovrà essere proiettato durante il periodo natalizio nel duomo di Bolzano. Il filmato ritrae un Gesù bambino biondissimo e nudo che gioca davanti alla telecamera, e che alla fine allarga le braccia e lascia cadere la testa sul petto, come se fosse crocifisso. Rudi Benedikter, vicepresidente del consiglio comunale di Bolzano, ha dichiarato che si tratta di “una inaccettabile commercializzazione della Chiesa, attraverso un bimbo la cui immagine è al limite della pedofilia. Anzi, ai pedofili piacerà parecchio”. Vale la pena di chiedersi se sia possibile affermare che l’immagine di un bimbo nudo configuri una situazione di pedofilia. A me sembra di no: la questione, piuttosto, sta nel significato che si attribuisce a quell’immagine, nell’intenzione con cui la si interpreta. Condannare l’immagine di un bambino nudo tacciandola di pedofilia significa, in ultima analisi, giustificare l’atteggiamento dei pedofili, un po’ come accade quando si afferma che una donna in abiti succinti provochi la reazione dello stupratore di passaggio. E così, censurando la vittima, si finisce per legittimare il suo carnefice.

Questo post è stato pubblicato il 26 novembre 2006. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

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